domenica 25 febbraio 2007

COME ESSERE ISTRUTTORI GIOVANILI


Fate giocare i vostri ragazzi. Il 5 contro 5 è determinante… allenate, costruite, fate esercizi… fate quello che volete… ma alla fine, anzi a metà fate giocare la vostra squadra 5 contro 5 in allenamento. E poi non sta scritto da nessuna parte che il 5 c 5 si faccia alla fine… si può fare all’inizio o meglio a metà!! Vi prego!!


Gli esercizi s’iniziano a sinistra… la maggior parte di noi non si rende conto che pretendiamo dagli altri quello che poi noi per primi non siamo capaci di dare… s’inizia a sinistra!!


Non offendete mai nessuno. Sgridate, fate la voce grossa anche ogni tanto… ma ricordate di non entrare nell’intimo di nessuno offendendo… sarebbe gravissimo. Per voi e per chi subisce l’abuso.


Quando un dirigente vi chiede di venire ad allenare da lui come prima domanda non dite: “quanto mi dai?” Le domande da fare sono: Posso fare quattro allenamenti? Ho dodici ragazzi e dodici palloni? In che palestra mi alleno e quanto canestri ho a disposizione? In questo modo dimostrerete qual è il vostro vero obiettivo!


Non dico mai a nessun ragazzo frasi tipo: “non fare mai questa cosa!” potrebbe arrivare il giorno che dovranno farla perché necessario e non saranno pronti! Se un ragazzo tira da tre e sbaglia non gli dico di tirare da sotto perché ha sbagliato… gli dico piuttosto se la scelta di tiro era giusta o sbagliata… e la maggior parte delle volte che un ragazzino tira, la scelta è giusta Per favore non fate mai un cambio perché uno sbaglia un tiro. Come tirerà la prossima volta?? In allenamento dite questa cosa: “Sei libero! Devi tirare e se sbagli fa niente! Era giusto tirare! Se l’azione prossima sei libero devi tirare ancora… e se sbagli esci!! Beh! Non si può avere tutto nella vita!!


Date fiducia incondizionata ai vostri ragazzi, la stessa cosa avverrà da parte loro nei vostri confronti! Quando un vostro giocatore fa un errore da cambio assoluto, fate alzare uno dalla panchina per metterlo sul cubo dei cambi… poi (se ne avete la possibilità) non cambiate lui, ma un altro!! Fatelo cagare addosso ma date un'altra possibilità… I vostri ragazzi faranno lo stesso con voi quando sbaglierete…


Io in allenamento cerco di non fischiare ne i fuori, ne i falli… gestisco i contatti… se c’è un fallo perché la gente se ne approfitta do buono il canestro, anche se la palla non entra!! Si crea un limite e però tutti lottano come pazzi… senza lamentarsi… soprattutto si crea una abitudine che poi in partita sarà utile, per non pensare al fischio non fatto degli arbitri… All’inizio dell’anno io non dico mai regole tipo: ragazzi arrivate in orario, oppure arrivate 15 minuti prima… però io se l’allenamento è in programma alle 17, inizio alle 17… chi c’è c’è chi non c’è… fatti suoi e quando arriva in ritardo si sentirà un merda… e vedrete non arriverà più in ritardo… E’ l’esempio che conta più che le parole… voi potete dire tutto quello che volete, ma poi i ragazzi dopo cinque minuti hanno già capito tutto di voi… leggendo il vostro atteggiamento e i vostri segnali dichiarati non con la parola…


Non fate esercizi che quando voi eravate ragazzi i vostri allenatori vi facevano fare e non li sopportavate… la maggior parte di noi ripete quello che hanno vissuto… ma allora cosa serve l’esperienza!! C’è un esercizio che mi faceva fare il mio allenatore… cambi di mano…


Ad inizio anno siate più duri ed esigenti che a metà stagione… a metà stagione siate più duri ed esigente che a fine stagione… quindi fate i vostri calcoli, fin dall’inizio… (alternate tensione e distensione) Alternate sempre tensione e distensione… non è una questione di minuti ma di vivibilità di un rapporto.


Si può esigere molto, moltissimo durante un allenamento… (qualche volta mi è capitato – un paio di volte proprio quest’anno ad inizio stagione- di vedere iniziare a piangere un ragazzino per carichi d’intensità in quel momento troppo elevati per lui) ma poi nella stessa giornata bisogna anche dare tanto, tantissimo in attenzione ed incoraggiamento nei confronti degli stessi ragazzi…


Un istruttore odiato: - non ricorda di essere stato anche lui bambino - non ha incertezze, è di un rigore snervante, incontentabile… come una scala senza pianerottoli… - scarica le proprie incapacità sugli altri - è un burocrate nell’analizzare il movimento… scava troppo su un punto… e perde il totale generale… la visone d’insieme… - c’è chi è scherzoso su tutto e serio su tutto… sono due forme di volgarità pedagogiche…


Un istruttore amato: - è capace di capire che basta un attimo per trasformarsi in un istruttore odiato - sa che mentre l’allievo è uno che deve imparare, il ragazzo è uno che si vuole divertire… - è uno non troppo complicato, con un fuoco culturale e un certo talento tecnico - fa assoluto affidamento sui suoi ragazzi comunque essi siano - chiede a tutti impegno, fatica e allegria - ha un atteggiamento benevolo, lascia dispiegare attitudine e talento in misura completa senza eccessi di cameratismo. I ragazzi respirano e crescono. - Ha un comportamento benevolo, serio e amichevole, capace di valutare le debolezze degli altri oltre che le proprie, pieno di non costose attenzioni… in questo modo si avrà accesso all’intimo di ogni ragazzo che si allena e che si istruisce… L’allenatore deve offrire il senso della sorpresa… dell’imprevisto… e una delle più potenti cose della vita è: l’essere atteso. Se un ragazzo aspetta il suo allenatore, da lui imparerà tutto!! L’ambizione più profonda del genere umano è quella di sentirsi necessari, importanti ed apprezzati. Soddisfiamo queste esigenze e ne saremo contraccambiati.

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