mercoledì 13 febbraio 2008

IMPORTANTE DOCUMENTO SUL BASKET GIOVANILE

RIFLESSIONI DI GAETANO GEBBIA

RIUNIONE RESPONSABILI SETTORI GIOVANILI - FIP

In relazione al documento emerso dalla Riunione dei Responsabili Tecnici Giovanili
delle società della Lega Basket di Serie A tenutasi il 12 gennaio 2008, mi sembrano opportune alcune riflessioni che spero possano essere opportunità di un confronto corretto che possa portare al miglioramento della pallacanestro giovanile.

ATTIVITA’ GIOVANILE

L’attività giovanile coinvolge non solo le società di Serie A ma soprattutto quelle minori, quelle società che spesso lavorano in condizioni disagiate, trovando a fatica le ore nelle palestre, senza poter disporre di risorse e strutture adeguate, dove lavorano anche degli ottimi allenatori, dove ci sono anche bravi dirigenti, quelle società dove comunque le altre di vertice vanno spesso a pescare dei giocatori.
L’investimento cumulativo delle suddette società minori è di gran lunga superiore a quello delle società di vertice, ulteriore motivo per cui sarebbe interessante, utile ed opportuno ascoltare anche e soprattutto la loro opinione in merito alle questioni sollevate.
Ogni società di vertice dovrebbe, nel proprio territorio, svolgere un ruolo di riferimento per le piccole società, in termini di organizzazione, di sviluppo di programmi di lavoro, di comportamenti, di indicazioni tecniche e didattiche.
Le società di vertice hanno o meglio dovrebbero avere questo ruolo così come la federazione ce l’ha rispetto a tutto il movimento.
Le istanze presentate sembra tutelino invece gli interessi delle sole società di vertice ed anzi riducono le opportunità di crescita ai giocatori dei piccoli club, quasi a voler rappresentare come soltanto in un club professionistico possono realizzare la loro crescita.

SELEZIONE ED AGONISMO

Possiamo tutti concordare sul fatto che l’agonismo è un elemento sano che va salvaguardato; quello che invece è negativo è l’esasperazione agonistica, quando si superano i limiti.
Ma l’esasperazione agonistica non si trova nei giocatori; l’esasperazione agonistica non è in quel tipico atteggiamento dei ragazzini, la chiamiamo voglia di vincere?, che si manifesterebbe anche solo a fare uno scatto di corsa, ma piuttosto nei comportamenti di molti tecnici che pur di ottenere il loro principale obiettivo (vincere) non tralasciano di assumere comportamenti non consoni al ruolo occupato (urla, gesti, tatticismi esasperati).

La selezione, allo stesso modo dell’agonismo, non è di per sé dannosa, anzi può rappresentare un momento importante di crescita; credo che in tutti i club si faccia selezione, fin dai primi anni di attività giovanile:
- fanno selezione quelle società che gestendo direttamente l’attività di minibasket devono fare delle scelte sui bambini che escono appunto dal settore minibasket e che non possono tutti essere coinvolti nelle squadre giovanili;
- fanno selezione quelle società di Serie A che hanno rapporti di collaborazione con società minori dello stesso territorio e da cui reclutano i migliori giocatori.

E’ piuttosto importante come qualsiasi attività di selezione venga gestita, facendo intendere come il momento delle scelte (selezione, valutazione, comparazione, giudizio, voto), rappresenti un momento formativo e mai un momento finale come accade nella vita: si sceglie un amico o si è scelti come rappresentanti di classe, si viene valutati su un compito in classe o una ragazzina decide di uscire con uno piuttosto che con un altro.

Se in tutti questi momenti di “selezione” il giovane troverà una guida che gli farà apprezzare il loro reale significato il percorso sarà realmente formativo.
Se un allenatore del settore giovanile guiderà così il proprio gruppo avrà meno difficoltà nel far comprendere ad ognuno il proprio ruolo e quello degli altri, perché poi la natura ci ha fatti uno diverso dall’ altro.

Non è dannosa la selezione, lo diventa se no viene ben gestita.

Diventa diseducativa o anche dannosa ove, come accade spesso in occasione dei “tagli” in cui vengono coinvolti tanti giocatori a vantaggio di giocatori reclutati da altre società limitrofe; tagli che nulla hanno in comune con il rispetto per lo sviluppo psico-fisico di pre-adolescenti che in molti casi, anche grazie alla poca attenzione ed ai modi spesso discutibili per forma e tempistica con cui il taglio viene loro comunicato e motivato, smettono di giocare.
Poi a proposito sempre di questo mostro che si chiama SELEZIONE, mi sembra anche qui che il problema venga affrontato senza un adeguato attenzione: attraverso l’osservazione analitica di due finali nazionali giovanili svoltesi a M.Franca (TA) negli anni scorsi, si è osservato come tutte le sedici finaliste utilizzassero, ad eccezione di una, sempre sei al massimo sette giocatori, riservando agli altri pochi attimi di gioco solo a risultato compromesso: questa vogliamo chiamarla scelta strategica!!! O giocano i migliori, cioè selezione!
Credo che tutto ciò sia sufficiente a spiegare il perché spostare di un anno cronologico sia assolutamente privo di fondamento: spiegare a tal proposito la differenza nei meccanismi di comprensione di un ragazzo nato a dicembre 93, sottoposto al trauma della selezione, ed un ragazzo nato a gennaio 94, salvato dalle torture.

ATTIVITA’ SSN

Credo che non sia stata compresa l’essenza dell’attività svolta dal SSN negli ultimi anni, attività che non è stata finalizzata a valorizzare un gruppo ristretto di pochi giocatori ma bensì è stata molto attenta alla crescita del movimento di base, convinti che soltanto con un miglioramento dello stesso si possono avere più giocatori , più bravi e di conseguenza squadre più forti.
Si spiegano, di conseguenza, i tanti giocatori coinvolti, i tanti allenatori chiamati a vivere esperienze a tutti i livelli (squadre nazionali, attività regionali, raduni interregionali, territoriali, centro di qualificazione, camp di perfezionamento, etc.), il coinvolgimento di tanti giovani allenatori (under 25), il coinvolgimento, da quest’anno, anche di giovani arbitri.
Tutto orientato al movimento e non alle singole squadre, una visione un po’ più ampia, interpretando il ruolo della federazione che deve essere attenta a tutta l’attività, di base e di vertice.
Un’analisi sulle convocazioni dal SSNM nelle stagioni 2005-2006 e 2006-2007 degli U15 e U16 effettuate da settembre a maggio ( in periodo di attività di club e scolastica) rileva che:
a) su 122 giocatori convocati, 56 appartengono a settori giovanili di serie A (46%), i restanti 66 (54%) a settori giovanili minori;
b) su 1386 giornate di convocazioni complessive, i giocatori che appartengono a settori giovanili di serie A sono stati coinvolti 750 giorni (54%), i restanti 638 (46%) gli altri atleti;
c) mediamente un giocatore di settore giovanile di serie A è stato coinvolto come U16 (annata 90 nella stagione 05-06, annata 91 nella stagione 06-07) per 17.2 giorni l’ anno;
d) un giocatore di altri settori giovanili nello stesso periodo e con le stesse annate è stato coinvolto mediamente per 13.6 giorni l’ anno.

Dai dati emerge che, per lo meno, andrebbero ascoltate anche le opinioni di chi opera nelle società non di serie A.
Ci sono realtà (anche di società di serie A), che vorrebbero un incremento dell’attività delle squadre nazionali, ci sono dirigenti ed allenatori che sarebbero ben contenti di poter dare ai loro giocatori maggiori opportunità di confronto, non vivendo quotidianamente un contesto ugualmente competitivo.

Non si possono ritenere di fatto "dannosi" o quantomeno "inutili" i raduni del SSN durante l'anno scolastico quasi dipendesse da un raduno di tre giorni , il successo scolastico di uno studente o, ancora più grave, che il suo rendimento sportivo, piuttosto che la programmazione individuale e/o di squadra dipendesse da uno o due giorni di riposo (sia fisico, che emotivo, oltrechè per studiare), che con assoluta semplicità basterebbe prevedere al ritorno di un "mini-raduno" con il SSN (ammesso che siano necessari per tutti i casi e per tutti i ragazzi) per far "assorbire" la "perdita delle lezioni scolastiche "e la "fatica fisica" di tre giorni di raduno.

Non credo si possa affermare che ragazzi sono stati danneggiati nel loro rendimento scolastico dalle convocazioni nelle squadre nazionali, anzi si sono sempre create le condizioni affinché il partecipare ad un raduno potesse costituire un’ulteriore motivazione allo studio; in poche parole, se ci tieni alla nazionale allora devi studiare, altrimenti non sei sufficientemente motivato e quindi è meglio se non partecipi.
D’altronde sarebbe interessante capire in che misura le presunte ore dedicate allo studio vengono sacrificate in talune occasioni (partite vinte con margini abissali, partecipazione ad allenamenti con il gruppo di categoria superiore solo perché a catena qualcuno della categoria superiore è finito a fare riscaldamento con la prima squadra), occasioni che realmente fanno sacrificare del tempo allo studio.

In definitiva si ritiene che la collaborazione fra club e SSN, che non può essere interpretata a senso unico, possa costituire un’ulteriore occasione di crescita per i ragazzi.

CAMPIONATI GIOVANILI

Il ridurre il numero delle squadre dei gironi della prima fase nei campionati U17 e U19 d’eccellenza va nell’ottica di rendere sempre più qualitativo il lavoro delle poche squadre di vertice e sempre meno quello delle squadre non di vertice; quelle partite che sono valutate inutili per le squadre di prima fascia sono importanti, e non soltanto in termini di confronto tecnico, per le altre squadre.
L’aumentare il numero delle squadre della seconda fase U19, risponde alla logica di avere una maggiore attività di qualità, ma non bisogna dimenticare che, in considerazione delle distanze, potrebbero aumentare i giorni di scuola sacrificati.

Sarebbe interessante capire meglio che cosa si intende per eventi (ancora una volta non solo agonistici) in grado di dare maggiore visibilità: forse parliamo di concerti, sfilate, saggi finali dove ragazzini ammaestrati fanno capovolte o saltano nei cerchi?
Oppure parliamo di formule di gioco diverse, come squadre combinate fra loro, con tecnici anch’essi che allenano gruppi diversi.
Perché quello che è importante è che alle finali provinciali, regionali che siano, si giochi pallacanestro e pallacanestro giovanile.

REGOLAMENTI

Obbligo della difesa individuale

Si ritiene che anche l’uso della difesa a zona possa essere formativo; anche in questo caso non è il tipo di difesa in sé ma l’uso che se ne fa, ed anche in questo caso sarebbe interessante l’uso che anche nelle società di vertice se ne fa e l’esempio che viene dato dagli allenatori di vertice (con le dovute eccezioni) agli allenatori della base.
Sarebbe interessante comunque sentire il parere dei tanti allenatori.

Canestri

Si ritiene che i canestri alti vanno bene anche per la categoria esordienti.

Regola del giocatore marcato da vicino

Si ritiene, come da anni proposto, che possa essere utile, estendere, anche solo nei campionati U14 ed U15 ed U17, la regola del giocatore marcato da vicino anche nel caso in cui il giocatore palleggi.
Questo invoglierebbe ad una maggiore pressione difensiva (se lo tengo per 5 secondi recupero la palla) e di conseguenza stimolerebbe l’uso del passaggio e del gioco senza la palla, entrambi aspetti del gioco che devono essere assolutamente miglioratii.

Tiro da 3 punti

In via sperimentale si potrebbe adottare per i campionatii esordienti ed U13 una diversa distribuzione nell’assegnazione dei punti:

- tiro da dentro l’area dei 3 secondi: 2 punti
- tiro da fuori l’area dei 3 secondi: 3 punti

Il che servirebbe a rendere meno allettante il tiro attuale da 3 punti per ragazzini che spesso sono costretti a scomporre la propria tecnica di tiro per tirare da troppo lontano e favorirebbe invece il miglioramento del tiro dalla media, di cui, anche in giocatori evoluti, si ha carenza.

Considerazioni finali

Mi sembra che l’interpretazione fatta dai responsabili dei settori giovanili di alcuni club di serei A sia abbastanza restrittiva, nel senso che si ragiona soltanto nell’ottica di pochi club seppure di vertice e che inoltre si restringa il periodo di crescita e formazione a solo il periodo dell’attività giovanile; le problematiche esposte devono essere inserite in un quadro più ampio che coinvolga anche i campionati senior, ai diversi livelli.
Un giocatore si forma nel periodo giovanile ma sarebbe limitante non valorizzare anche quanto può fare successivamente in termini di miglioramento individuale, ragione per cui sarebbe opportuno un approccio, che pur partendo dall’attività giovanile, non si limiti soltanto alla regoluccia o al numero delle squadre dei campionati giovanili, ma offra una visione più ampia delle problematiche che coinvolgono la formazione di un giovane giocatore.

Restando in attesa di riscontri possibilmente confortati da dati invio a tutti cordiali saluti e un sincero augurio di buon lavoro, ne abbiamo tutti bisogno.


Considerazioni personali al documento:

Il documento di Gebbia mi sembra contenga ottimi spunti. Appare molto forte la presa di coscienza che quello che è venuto fuori dalla riunione dei responsabili dei settori giovanili di serie a, siano di fatto considerazioni parziali con pochissima attenzione verso la base del movimento. Prendiamo atto che dare più voce alla base è una delle priorità anche del SSNM.

Nelle considerazioni intravedo anche la possibilità del ripristino delle finali nazionali under 14, che non sono di per se negative, ma che potrebbero diventarlo per colpa di eventuali atteggiamenti deviati di allenatori troppo esuberanti;

Ottima l'idea a mio avviso del tiro che vale tre fuori area nei campionati esordienti e under 13;

Da prendere in serie considerazione anche la regola dei 5 secondi su uno che palleggia nella metà campo offensiva. Nelle categorie Under 13, 14 e 15 potrebbe limitare quella serie di penetro e scarico troppe volte abusato da allenatori e ragazzi. Regola: se sei in possesso del pallone nella metà campo offensiva e stai palleggiando hai 5 secondi per liberarti del pallone. I secondi partono e finiscono solo nel momento del palleggio.

E visto che ormai ci siamo aggiungo altre proposte concrete da poter inserire nelle DOA:

- libertà assoluta di passaggio giocatori tra società satellite
- visto le incomprensioni degli ultimi tempi tornei a pensare al trofeo delle regioni per la classe under 14 e non under 15. Quattro giorni di torneo con 16 squadre (con qualche accorpamento di regioni con meno popolazione) con 5 partite in 4 giorni. Arrivo il primo giorno, partita, secondo giorno due partite, si finisce il girone di qualficazione. Terzo giorno semifinali. Quarto giorno finali.
- per le categorie giovanili da abolire l'orario delle 21.30 come termine ultimo per le gare di campionato infrasettimanale. Massimo alle 21.
- seconde fasi under 19 anche leggermente più lunghe, ma con partite con squadre di regioni limitrofe. (Lombardia-Piemonte; Liguria-Toscana; Emilia-Veneto; Friuli-Trentino; Marche-Abruzzo-Umbria; Lazio-Campania-Molise; Puglia-Basilicata-Calabria; Sicilia-Sardegna.) Otto coppie di regioni. Le prime due o tre classificate (in base al numero di tesserati presenti in quelle regione) alla finali nazionali.

e per ora è tutto... ma solo per ora però!!

ALTRO PARERE AUTOREVOLE

ENRICO ROCCO DICE LA SUA

Ciao Andrea,
dopo aver letto le tue riflessioni e le riflessioni di Federico Danna, mi permetto di esprimere anch'io un mio piccolo pensiero:

negli ultimi anni la società (intendo scuola, sport, catechismo, etc) che si occupa della crescita dei ragazzi, non ha fatto altro che togliere responsabilità a questi ultimi, togliendoli da verifiche come gli esami, creando agevolazioni per i loro percorsi di crescita senza rendersi conto che è il sistema più facile per creare dei piccoli "falliti" senza la capacità di affrontare difficoltà e di vivere emozioni.
E poi i bambini vivono di agonismo, ho una figlia e tre nipoti che vedo quotidianamente tra i 4 e i 9 anni, non fanno altro che fare gare, misurarsi, competere tra di loro e cercano di barare ogni volta per vincere.
Il mio compito di padre e zio è quello di spiegare loro che le regole vanno rispettate e che la sconfitta va accettata, questo è anche il mio compito di allenatore ed istruttore giovanile, non è certo quello di proibirgli di confrontarsi evitando di incontarsi, non bisogna evitare che le persone cadano, bisogna semplicemente aiutrale a rialzarsi.

In merito alle selezioni vorrei ricordare a Danna che realtà come la Spagna, la Francia, la Lituania, stanno già lavorando a livello Nazionale sulle annate 95, cioè sono in vantaggio di 2 anni, volete dirmi che i ragazzi spagnoli e francesi sono più evoluti dei nostri?
Avete ragione che molte volte si creano aspettative nei genitori, ma perchè allora non ci impegnamo a fare capire ai genitori che la vita sportiva dei loro figli appartiene ai figli stessi e non devono realizzare i fallimenti degli adulti. Si parla di scene assurde viste al Trofeo Bulgheroni, mi dispiace però ribadire che sono scene di alcuni e non la regola, inoltre avete mai assistito al Trofeo delle Regioni? Bene allora dobbiamo impegnarci a parlare con i genitori e fare capire loro le regole di vita sportiva visto che noi ci impegnamo a insegnarle ai ragazzi.

E poi permettetemi di dire che non ritengo ne la scuola ne il basket le cose più importanti, ritengo invence essenziale la crescita dell'individuo che passa attraverso degli strumenti.
La scuola, lo sport, il catechismo, l'amicizia, etc., sono strumenti che servono alla loro crescita e sono complementari.
Non sono molto vecchio ma nella mia vita ho incontrato ingengneri molto bravi che erano dei "piccoli" uomini e "contadini" (senza offesa) con poca cultura che erano dei grandi uomini.


Enrico Rocco


Ringrazio Enrico per il suo spunto di riflessione. Rimando tutti al forum di basketcafè dove la discussione sta prendendo sempre più forma. Per poter continuare a leggere le considerazioni esposte potete cliccare qui

martedì 12 febbraio 2008

FEDERICO DANNA RISPONDE ALLA QUERELLE

CONFRONTO SERRATO MA ONESTO


Ecco la risposta di Federico Danna (Responsabile Settore Giovanile di Biella) sul post pubblicato ieri sul resoconto della riunione di Bologna

Caro Andrea,

mi sento in dovere di risponderti; mi sembra che il tuo resoconto non sia così corretto nel riportare le argomentazioni presentate alla riunione di Bologna.
Ti ringrazio, presenti la società di cui sono responsabile per il settore giovanile, come un esempio da seguire, ma non riporti bene ciò di cui si è discusso.
Parto dal basso: torneo Bulgheroni, nessuna revisione, ognuno, società o comitato può organizzare ciò che crede, ma non è compito del responsabile tecnico territoriale (RTT) occuparsi di questa attività. Nè deve essere intesa come una attività legata al SSN, come a volte la si fa passare. Un anticipo del PQT, che diventa un anticipo del trofeo delle Regioni. A volte sembra che si programmi tre anni per quest'appuntamento. Ogni comitato regionale invitato, se attraverso il suo Presidente, decide di aderire all'iniziativa, lo faccia, ci mancherebbe altro. Continuo a pensare che a 13 anni(quest'anno il 95) queste "selezioni", nella pratica, facciano più male che bene(aspettative dei genitori in particolare). Ciò che nasce con un intento, continua poi in modo totalmente diverso: la storia ci racconta di partite dove la strategia ha prevalso sull'aspetto ludico-educativo, altro che esperienza positiva.

Ho tre figli, due dei quali hanno partecipato con la rappresentativa regionale piemontese(uno dell'88 e uno del 90), in passato a questo torneo. Non ho assistito a scene molto edificanti.
Allora penso che l'attività del SSN debba partire dalla 1° superiore(quest'anno il 93), due anni per preparare l'europeo.
Conosco reali problemi causati a piccole società dalla cattiva applicazione di questa attività.

Per la stessa ragione sono convinto che l'attività fino alla terza media(ragiono sempre per anno scolastico, poichè la scuola è ciò che condiziona più di tutto il giovane) debba essere tenuta senza esasperazioni, selezioni, maglie Italia...Piemonte ...., si anche senza finali nazionali; basta ed avanza l'attività regionale. I mille tornei "amichevoli" che ci sono in giro, sono perfetti per confrontarsi con realtà più lontane, per vivere esperienze di "squadra".
Non credo che si voglia togliere la possibilità di confronto, credo che la si voglia razionalizzare in base all'età dei ragazzi.

Con i più grandi, secondo me ci dimentichiamo di avere a che fare con ragazzi, non con oggetti: la facilità con cui un ragazzo "promettente" possa uscire dal seminato è altissima, allenamenti con la squadra superiore, spesso con la "nostra" prima squadra, la nazionale......chiediamo loro sempre di più, senza badare se l'attività è adeguata. Poi arrivano a 19 anni e sono "vecchi", fisicamente "logori". Non critico solo l'attività del SSN, critico la "nostra" attività. Non ne soffre solo la scuola, ma la scuola resta l'attività principale. Il rischio di creare "spostati " è altissimo

Sono d'accordo, a volte li sentiamo "nostri "e c'è invidia non solo con l'allenatore della nazionale, ma anche con quello della prima squadra.
Ma spesso siamo noi che ci rendiamo conto dei problemi dei ragazzi a chiediamo che possano vivere un'esperienza ancora una volta relazionata all'età.
I raduni facciamoli, il più possibile, nelle vacanze scolastiche e facciamo quelli che ha senso fare: che senso hanno avuto tutti questi raduni "preliminari" dell'under 20?

Spero di essere utile al dibattito.
Federico Danna


Certamente utile al dibattito.

Certo non dovrei essere io a difendere l'istituzione del Trofeo Bulgehroni o l'attività del SSNM... ma quello che posso fare e portare all'attenzione generale la mia esperienza personale.

Ho vissuto sulla mia pelle tutto il percorso formativo, Selezioni Provinciali, Bulgheroni, Selezioni Regionali, Interregionali, Trofeo delle Regioni, Raduni Nazionali... con i "miei" (ci risiamo) pargoli del 93 Carnovali e Tomasini.

Ti posso assicurare che seppur con le dovute differenziazioni sia nella metodologia, sia nei contenuti, sia nell'espressione personale dei Valori, tra il sottoscritto e il modo di fare e di pensare degli allenatori del SSNM ho avuto (abbiamo avuto, ci metto dentro anche Tommy e Simo) grande efficacia da tutta questa attività.

Entrambi in piena evoluzione e tutti e due con problematiche completamente diverse sia dal punto di vista tecnico che caratteriale, hanno avuto un grande giovamento da queste attenzioni in più del SSNM. Potrei scommettere che nel caso in cui non si fosse svolto tutto quanto fatto in questi ultimi due anni e mezzo (anche se con sacrifici, viaggi, infortuni e anche però allenamento e divertimento...) i due ragazzi sarebbero certamente più indietro.

Poi è vero che se a livello Under 19, o alla fine del settore giovanile ti arrivano in prima squadra ragazzi "vecchi" di testa, o senz apiù la necessaria voglia di lottare ed emergere, allora a mio avviso non è tanto quello che gli abbiamo fatto fare che è stato negativo, ma è quello che gli abbiamo detto nel motivarli a farglelo fare che è sbagliato.

Mi spiego. Molti allenatori giovanili usano motivare le proprie squadre di ragazzini con discorsi da grandi. Come se allenassero degli atleti evoluti. In realtà a volte queste motiviazioni (per ragazzi a cui non gli frega nulla avere delle motivazioni supplementari a quella semplice semplice di giocare per divertirsi) non servono altro che a sconfiggere le paure intime proprio dell'allenatore.
Quindi a mio parere ci vorrebbero meno discorsi macchiavvellici superando di slancio il complesso di edipo da parte degli allenatori, lasciando liberi di liberarsi a dei giovani che già a scuola, in famiglia, in parrocchia e magari anche con gli amici subiscono storture della realtà e poca propensione allo sviluppo della propria migliore personalità.

Liberi di liberarsi, non schiavi (io non c'entro) di situazioni precostituite. Niente gabbie cui rinchiudere anime libere, pensieri stupendi e voglia di sognare. Solo aiuto nella conoscenza del gioco e della tecnica, lasciando ampio sapzio alla sperimentazione personale e trovando il miglior modo per essere una foresta che cresce, senza il pericolo attuale del repentino disboscamento...

D'altronde... "Chi mai chiederà ad un bimbo perchè gioca a palla, chi mai chiederà ad un equilibrista perchè cammina sul filo e chi mai chiederà ad un amante perchè ama?

"Il gioco è una attività fisiologica perchè esige un movimento, è una attività psichica perchè coinvolge l'immaginazione e l'affettività, è una attività spirituale perchè si realizza soltanto nella libertà, con la libertà e per la libertà.
(Paolo Viotto - mio professore di pedagogia all'Isef)

lunedì 11 febbraio 2008

SVOLTA UNA NUOVA RIUNIONE A BOLOGNA

CON I RESPONSABILI DEI SETTORI GIOVANILI

Si è svolta una nuova riunione a Bologna con i Responsabili dei Settori Giovanili di Serie A con i vertici della FIP ad ascoltare le proposte portate all'attenzione un po' di tutti.

Riduzione drastica dell'attività delle Nazionali Giovanili e revisione del Trofeo Bulgheroni i due temi più trattati dai presenti.
Alcuni allenatori delle Società maggiori hanno portato all'attenzione di Maifredi, Cardullo e Faraoni la necessità di ridurre l'attività delle squadre nazionali per incompatiblità che queste attività hanno con il rendimento scolastico dei ragazzi coinvolti.

A volte 20-30 giorni di scuola portati via dalla Nazionale in più 20-30 giorni portati via dalle esigenze e dell'attività del club sono troppi per essere sostenuti dai ragazzi in questione.

Il problema è alquanto complesso e di difficile soluzione però propongo un paio di considerazioni:

1) ho l'idea che sia da una parte (allenatore di società) sia dall'altra (allenatori-dirigenti del SSNM) si faccia di tutto per ostacolare il lavoro dei colleghi. In pratica poca stima reciproca per il lavoro svolto sugli atleti.
Sarebbe auspicabile invece cercare di trovare quell'armonia e quella comunione d'intenti che diventa indispensabile per poter migliorare un giocatore di altro profilo. Se non ci fosse tutta questa gelosia insomma sarebbe meglio...
Oltretutto il pensiero per cui i ragazzi che alleno sono miei ragazzi (errore che a volte faccio anch'io) se da un lato aiuta lo spirito di appartenenza ad un gruppo che ha cmq obiettivi comuni, dall'altro ci dovrebbe far ricordare invece che i ragazzi che allenaimo appartenengono alle nostre società sportive a cui noi cmq siamo legati solo da un contratto (scritto o verbale poco importa) ma senza nessun riferimento di proprietà sui giocatori e sopratutto che i ragazzi non appertenegono di fatto a nessuno se non a loro stessi.

2) gli allenatori di società si lamentano della pochezza del confronto a carattere regionale e nazionale negli incontri settimanale nei vari campionati? Cosa c'è di meglio allora della partecipazione ad allenamenti e tornei di alto livello con la Nazionale in cui questi ragazzi di sicuro futuro possano confrontarsi con il meglio che c'è in europa...??

3) gli allenatori della nazionali dovrebbero a mio avviso prendere parte (con la propria assidua presenza) agli allenamenti e partite dei vari giocatori interessati durante lo svolgimento dell'attività normale di club, quella di tutti i giorni, per meglio capire il ruolo di ognuno dei prospetti conclamati adeguandosi anche a problematiche relative alla crescita, alla maturazione e anche al rendimento scolastico di ognuno. Invece poco o nulla di tutto questo. Le valutazioni sui giocatori vengono fatte per telefono... e poi partono i raduni. Quindi troppo poca presenza sul territorio, nonostante la bella idea dei referenti tecnici territoriali...

4) in ultimo pochi dirigenti che sappiano realmente mettere mano e dare impulsi positivi a tutta questa attività. Faccio il bell'esempio di Biella. La squadra allenata di Federico Danna Under 19 gioca in C/2. Grande cosa. Questi ragazzi sperimentano sul campo ogni giornata del proprio campionato un effettivo e repentino migliormamento. Questa scelta è una bella scelta fatta a tavolino da allenatori e dirigenti con la testa sulle spalle. Altro esempio: Aver messo Melli in prima squadra dando del minutaggio importante al giovane reggiano, poteva ad inizio anno essere quantomeno azzardato. Invece questa scelta fatta dai dirigenti di reggio emilia è risultata essere molto utile sia a Niccolò che alla Società.
In realtà molti dirigenti si riempiono la bocca con la propria attività... ma di fatto facendo poco per la base... la Lega scrive che sono stati investiti 10 milioni di euro per l'attività giovanile, quando tutti sanno che di questi 10 milioni, tre sole Società in Italia ne spendono praticamente la metà già loro, reclutando il melgio con i relativi costi alle stelle...

Insomma... idee poche e per lo più confuse!!

Per quanto riguarda invece il Trofeo Bulgheroni gli allenatori presenti hanno posto l'accento sulla effettiva possibilità di smettere di creare avvenimenti del genere che di fatto a loro avviso creano agonisomo esasperato non rispettando l'età anagrafica ed evolutiva dei giovani atleti.

Sapete già come la penso ma aggiungo:

1) tenere i nostri ragazzi chiusi nelle nostre palestre fino a 15 anni a fare fondamentali individuali, fa perdere a questi giovani atleti un periodo florido e molto istruttivo per il proprio migliormamento... e non parlo a livello di tecnica. Far sperimentare con continuità e attitudine esperienze formative e agonistiche e di vita comunitaria di alto profilo come possono essere tornei in giro per l'itlaia e finali... fortifica la persona, rende più maturo un carattere che si sta formando... e di sicuro comunque non deprime la mente di questi ragazzi!!

2) tutti quelli che hanno un figlio sanno che a 8-9-10 anni i bambini chiedono di poter fare le prime partite... chiudeono un confronto con avversari dello stesso livello.... chiedono di poter sperimentare!!
Lo chiedono loro perchè si divertono e perchè imparano. S'impara a giocare, s'impara a vincere e soprattutto a perdere, s'impara a confrontarsi...
Ma se la nostra scelta politica chiude la possibiltà a questa prospettiva che fine faremo.

3) a 14 anni questi ragazzi, sotto certi aspetti, la sanno già molto più lunga di noi. Dobbiamo infatti anche prendere in considerazioni che se in qualche maniera non riusciamo a soddisfare le loro esigene e le loro richieste, questi ultimi cercherenno altre strade, come il cambio per esempio della propria pratica sportiva, o altre strade... per soddisfare queste necessità.

Appena possibile, in previsione della definitiva stesura delle disposizioni organizzative per il prossimo anno, cercherò un ampio consenso tra società e allenatori interessati per il ripristino delle finali Under 14. Chi volesse partecipare a questa proposta concreta può farlo scrivendo al mio indirizzo di posta elettronica: andrea.schiavi at libero. it