domenica 29 settembre 2013

"QUANDO ALLENARE GIOCATORI E' ANCHE FORMARE UOMINI"
PAROLE E MUSICA DI COACH ANDREA CAPOBIANCO


Ho trovato questa bella intervista fatta da Chiara Turrini ad Andrea Capobianco pubblicata sul sito www.basketlive.it che vorrei condividere con tutti quelli che ritengono necessario e importante sapere che dietro dei giocatori ci sono dei ragazzi, dietro degli atleti ci sono delle persone che dietro uno sportivo c'è un uomo, con le sue fragilità, i suoi errori, i suoi talenti e le sue potenzialità.


A teatro, quando cala il sipario la gente applaude. È normale che non pensi al dietro le quinte, alla frenesia di chi lavora oltre le strisce di stoffa che separano la scena e quello che sta dietro. Dietro le quinte è fatica degli addetti ai lavori e degli attori che imparano la parte, è il progetto dello spettacolo che prende forma secondo il copione. Gli spettatori non lo vedono ma gli attori lo vivono. E il regista lo sa.

 In questo caso il regista è Andrea Capobianco, responsabile tecnico del Cna e del Settore Squadre Nazionali Maschili, attualmente coach degli Azzurri Under 18. Andrea, in questo periodo impegnato con i ritiri estivi, dirige con passione i lavori del dietro le quinte, perchè “la progettazione è un punto chiave di tutto il lavoro che svolgiamo e che abbiamo svolto, ad esempio con la Nazionale Sperimentale”.

L'intenso mese di giugno con la Nazionale Sperimentale ha portato i frutti sperati: Daniele Magro e Massimo Chessa sono stati convocati con Nazionale A. “Dalle recenti convocazioni si vede la buona riuscita di questo nostro lavoro – spiega il coach – una progettazione sul lungo periodo ma che sta andando nella direzione giusta”.

“Il nostro obiettivo – sottolinea – non era il risultato di una partita, che pure è arrivato, soprattutto contro la Francia. Siamo stati chiari fin da subito: è un progetto a lungo termine, ma da cui abbiamo avuto una grandissima soddisfazione. Il lavoro non era solo fisico, ma anche mentale, di motivazione. Alla fine è stato bello vedere come tutti si sono impegnati per andare oltre il limite, al di là della stanchezza. È questo che li porta a fare dei passi avanti”.

Filosofia cestistica
"Alla base di questo sport che non è solo uno sport ci sono i valori. – evidenzia il coach – E lo sport per la società può fare molto. Ad esempio un passaggio non è un gesto del braccio verso un compagno. È un atto che ci porta a rinunciare alla possibilità di prenderci gli applausi per illuminare il palco di un nostro compagno. Ai bambini del minibasket bisogna dire bravi se passano la palla più che se tirano, perchè solo così si può comprendere che una squadra è unita per un bene comune”.

Patti chiari, amicizia lunga
Formare ventenni, gestire adulti. Coach Capobianco ha allenato tutte le categorie, dal minibasket alla Nazionale (nel curriculum manca solo l'A dilettanti), e per questo gira l'Italia, perchè “ per capire le cose bisogna guardarle a 360°”. Dice di non credere in regole prestabilite riguardo il suo mestiere. “Allenare vuol dire avere a che fare prima di tutto con persone, e quindi gestire relazioni interpersonali. Poi la questione è: io allenatore e tu giocatore, insieme, cosa possiamo fare? Dove possiamo arrivare?” Alla base di questo rapporto di fiducia devono esserci chiarezza, coerenza e tolleranza.
La chiarezza è il valore alla base della comunicazione. Per cui un giocatore deve essere lasciato libero di scegliere, capace di assumersi la responsabilità di intraprendere la via che premia, quella della fatica: “Assolutamente, dobbiamo lasciarli scegliere, far sì che si assumano questa responsabilità quando noi diciamo loro chiaramente che il sacrificio e lo sforzo sono l'unica via per diventare forti”.
La coerenza è quello che dà credibilità alla persona. “Io penso che tutti i giocatori meritino, e debbano essere allenati per arrivare al loro massimo, sia che ciò voglia dire renderli supercampioni, sia giocatori tutto sommato mediocri. Tutti hanno la loro dignità non solo come giocatori ma in quanto persone. La coerenza è anche quel valore per cui io stesso devo dare sempre il massimo, per essere d'esempio ai ragazzi. Cerco sempre di portare me stesso in palestra”.
La tolleranza è quello che sta alla base dei rapporti: per cui in certi casi fare un passo indietro è farne uno in avanti, perchè vuol dire accettare la diversità dell'Altro senza per questo respingerla.
“Da qui nasce la consapevolezza, che è quello che dobbiamo insegnare a ogni singolo giocatore, e dobbiamo farlo per ogni singolo esercizio - spiega Andrea, che però si schernisce: “Detto questo, nessuno è infallibile e gli errori purtroppo capitano”.

“Allenare un giocatore, soprattutto se giovane, - continua – non vuol dire accontentarlo, ma prendersi cura della sua persona, aiutarlo a crescere. Vuol dire guardare specialmente alle cose che non vanno bene, lavorare sui limiti. È questo il dovere di un coach, e allenare vuol dire prendersi il proprio ruolo. Con chiarezza, coerenza e tolleranza”.

Beata gioventù
Coach C ha visto passare dalle sue palestre generazioni di giocatori. Passano gli anni, cambiano i tempi. Che differenza c'è oggi con quando ha iniziato? “Le differenze tra generazioni ci sono, come è normale ci siano. Ma non è vero il luogo comune 'non ci sono più i ragazzi di una volta'. O meglio, certo, i giovani sono cambiati, ma non sono peggiorati. È cambiato il modo in cui manifestano i valori, ed è forse più difficile tirar fuori il cuore. Ma c'è, c'è ancora, si gioca ancora nei campetti all'aperto, la passione esiste, va tirata fuori”.
Qual è la problematica più difficile quando si tratta di lavorare coi giovani? “Oggi si dice che i ragazzi sono superficiali. Io non la penso assolutamente così, anzi. Ma devono essere meno diffidenti, devono credere in chi vuole aiutarli a crescere. Hanno dentro le cose, ma non è facile fargliele tirare fuori. Penso che debbano avere il coraggio di essere profondi, e quando lo fanno capitano cose bellissime, piccole cose: ragazzi che vanno via poi tornano a salutare, che ringraziano di averli corretti severamente...Perchè siamo allenatori, ma anche, pur nel nostro ruolo, punti di riferimento importanti per la loro vita”.

La giusta distanza
Allenare è una vocazione? Andrea Capobianco aveva iniziato l'università, Facoltà di Medicina. Esami regolari fino al terzo anno poi la scelta: voglio allenare. I genitori, lei preside, lui avvocato, superato il pallore iniziale lo lasciano assumersi la responsabilità della scelta.
Oggi Andrea paragona la sua attività di allenatore a quella di un insegnante: “In un certo senso sì, una vocazione, ma più che altro è un ruolo che deve restare entro certi confini”. La famiglia dei giocatori, ad esempio. Spesso i ragazzi stanno più tempo col coach che a casa, si creano legami. Andrea non è sposato e non ha figli, ma sarebbe sbagliato usare la metafora dell'allenatore anche un po' padre. Ognuno ha il proprio ruolo. “Su questo tema, mi piace ricordare uno dei giocatori che conosco meglio e a cui sono molto legato, Giuseppe Poeta. Lui deve molto alla sua famiglia, che io conosco da anni, perchè l'ha aiutato in ogni momento senza mai rubare il ruolo all'allenatore. Credo nella pallacanestro e nell'educazione fatte di collaborazioni, e allenatore e genitori devono guardare sempre alla crescita del ragazzo. Quando non accade questo, ognuno deve stare al suo posto”. Le è capitato di affrontare situazioni in cui i ruoli erano confusi? “Certo. E quando non ero più solo allenatore ma qualcosa di simile a un padre ho dovuto mettere una distanza, erigere muri per proteggere i rapporti tra le persone”.

Panta rei
“Poi c'è il tempo – aggiunge Andrea – un fattore troppo importante. È il tempo che ci fa capire realmente come sono andate le cose, chiarisce tutto”. L'esempio è inequivocabile: “Come durante una partita, pianifichi di vincere dopo una strategia di pressing sui 40'. All'inizio prendi dei canestri, prendi un parziale, ma ci sta. Perchè alla fine gli avversari sono stanchi e tu vinci grazie al tuo progetto iniziale. Il tempo è la verifica. Io credo molto nei miracoli, ma noi non possiamo farne. Possiamo però credere nelle nostre idee e portarle avanti con coraggio, prendendoci la responsabilità di scelte 'fuori moda' perchè siamo sereni e saldi nelle nostre intenzioni”.

Solo cose belle
Questo è il capitolo “soddisfazioni”. “La serenità non te la dà una vittoria né te la toglie una sconfitta. Mi è servito tutto quello che ho vissuto coi ragazzi, nel bene e nel male. E poi, quando li vedi a certi livelli...ripaga degli sforzi fatti”. Certo, Capobianco ha vinto molti premi di squadra e come miglior allenatore, ma dice che quelle soddisfazioni non sono niente se confrontate con i piccoli gesti di umanità nel quotidiano della professione. “La più grande? Forse quando Giuseppe Poeta, Luca Infante e Valerio Amoroso, tutti e tre cresciuti con me, vestirono insieme la maglia della Nazionale...”.
O quando a vestirla è proprio il coach: “Un'enorme soddisfazione per me è poter indossare i colori della Nazionale, è sempre stato il mio sogno. Mi vengono i brividi ogni volta che indosso quella maglia. Certo, sono stato contento delle offerte da parte di alcuni club, ma per me l'onore più grande è questo”.

mercoledì 28 agosto 2013

RAFFAELE MARTINI PER SEMPRE CON NOI
LA NOTIZIA PIU' BRUTTA. ERA IL 28 AGOSTO DEL 2011


Era la mattina del 28 agosto del 2011 e una telefonata proprio dal suo cellulare mi annunciava la morte di Raffa Martini. Incredibile. Un colpo al cuore, una sensazione strana di impotenza mista a tristezza che per giorni è rimasta viva nel mio cuore e nella mia mente.

Raffa era una persona speciale che da sempre si è occupato degli altri. Soprattutto dei più giovani,  ma anche dei suoi coetani e dei suoi amici. Raffa era l'allenatore di Bergamo che meglio di altri ha incarnato il ruolo dell'istruttore evoluto cercando con idee e contenuti innovativi, di migliorare e far progredire una provincia con grande potenzialità ancora inespresse.

Raffa era quello delle "cazziate" a muso duro, ma anche dei grandi rapporti interpersonali con cui costruire il futuro. Raffa era quello che aggiustava tutto quello che vedeva rotto. Raffa era l'amico per la serata giusta, l'allenatore per la squadra da migliorare, il dirigente capace di intravedere le potenzialità e le prospettive giuste.

Raffa se n'è andato troppo presto e non penso che questa ingiustizia possa essere ripagata con nulla al mondo.

La morte di Raffa ha pesato in alcune scelte personali perchè le capacità di Raffa erano anche quelle di dare equilibrio e stabilità a situazioni complicate e complesse.

A due anni esatti dalla morte di Raffaele Martini la sensazione di mancanza e di tristezza è la stessa di quel 28 agosto 2011. Forse adesso ancora più di allora (i primi giorni sembrava perfino uno scherzo) le sue parole, le sue azioni, i suoi atteggiamenti mancano e mancano tanto.

 

domenica 7 luglio 2013

RASSEGNA STAMPA DI DOMENICA 7 LUGLIO 2013
DALLA PREALPINA: VARESE PUNTA SUI GIOVANI


Ecco l'articolo apparso oggi sull'edizione quotidiana della Prealpina.



UN QUARTO POSTO CHE SA DI IMPRESA PER I BLU
UNDER 15 DI BERGAMO UN GRUPPO INCREDIBILE


Finisce al quarto posto l'avventura dei ragazzi Under 15 di Bluorobica alle Finali Nazionali di Cento. Un esperienza davvero unica nel suo genere perchè essere arrivati alle Finali era già un sogno, essere entrati nelle prime quattro squadre in Italia ha dell'incredibile, ma gratifica e amplifica tutto quanto è stato vissuto in questi mesi.

La finale terzo, quarto posto a Cento ha definitivamente chiuso il mio rapporto con Bergamo, anche se ovviamente con un orecchio sintonizzato alle finali di Bormio durante la prossima settimana.

Ieri (sabato 6/07) è stato il giorno dei saluti e dei ringraziamenti e ancora una volta devo ringraziare di cuore Atelti e Genitori del gruppo Under 15 per il grande affetto e stima dimostrata. Il ricordo di questi giorni e di questi mesi sarà indelebile.










sabato 6 luglio 2013

FINALI NAZIONALI UNDER 15 D'ECCELLENZA A CENTO
BLUOROBICA SETTORE GIOVANILE UN RISULTATO INCREDIBILE


Quello che fortunatamente abbiamo vissuto durante le Finali Nazionali di Cento a livello Under 15 è stato qualcosa di incredibile. Negli anni a Bergamo di imprese ne sono state fatte tante. Il secondo posto di Bologna con gli Under 19, il terzo a Montecatini con gli Under 16, forse ancora di più il secondo posto con i 93 a Vasto... una serie interminabili di risultati importanti e di sfide vinte e stravinte... con squadre che erano più motivate che forti e con persone in gamba, prima che giocatori.

Quanto successo però in questi giorni a Cento ha dell'incredibile perchè nemmeno con la più fervida immaginazione si poteva pensare di passare dal quarto posto in Lombardia alla disputa della finale 3°-4° posto in Italia proprio contro l'altra lombarda Libertas Cernusco.

Abbiamo vissuto giornate speciali con la certezza di aver dato tutto. Ci siamo divertiti, impegnati, incavolati... sempre con l'unico fine di provare a dare il massimo e ci siamo riusciti.

Con la partita di questo pomeriggio (16.45) finisce la mia personale storia a Bergamo e se ne apre un'altra non troppo lontano in una città che conosco molto bene. Ma di questo avremo modo di parlarne magari domani. Per ora, Grazie Ragazzi e Forza Blu!


RASSEGNA STAMPA LUNEDI' 1 LUGLIO 2013
ARTICOLI TRATTI DALLA PREALPINA DI VARESE



domenica 30 giugno 2013

RASSEGNA STAMPA DALL'ECO DI BERGAMO
INTERVISTA SUL DIVORZIO CON BLUOROBIOCA

Pubblico interamente l'articolo apparso nell'edizionew on-line dell'Eco di Bergamo nei giorni scorsi. Intervista di Arturo Zambaldo rintracciabile QUI

Doverosa possibilità concessa ad Andrea Schiavi di replicare a ciò che ha determinato la fine del suo rapporto con la Blu Orobica dopo nove anni di intenso impegno nelle vesti di responsabile del settore giovanile. E lo fa con serenità e con la chiarezza che lo ha sempre contraddistinto.

A chi, ad esempio sostiene che alla prima squadra (la Comark, tanto per intenderci) non è che siano arrivati giocatori dalla Blu Orobica in grado di diventare titolari, Schiavi puntualizza “Limitandomi al passato campionato, il bergamasco Planezio ha giocato con continuità nel Casalpusterlengo, nella Lega nazionale dilettanti, segno evidente che lo avevamo consegnato alla Comark con le carte in regola per spiccare il volo”.

Un attimo di pausa e Schiavi si addentra nella stagione sportiva da poco conclusa “Nella scorsa estate è stata la volta di Carnovali e Tomasini di averli piazzarli in pianta stabile nella formazione maggiore. E' vero che, magari, in parte le aspettative non sono state pari alle attese ma i minutaggi di entrambi, sul parquet hanno lasciato a desiderare”. Spontaneo interpretare il messaggio rivolto a coach Adriano Vertemati “D'accordo, spetta all'allenatore la scelta di utilizzare le pedine che registra a referto ma non escluderei alcuni rigorosi imput provenienti dall'alto. Poi, per carità, so bene che quando sei schiavo del risultato non c'è tecnico che privilegi al giocatore esperto il baby di turno”.

Altra divergenza che avrebbe contribuito all'inatteso e, perché, chiacchierato “divorzio” sarebbe stato il nuovo progetto prospettato da Schiavi alla dirigenza, ritenuto da questa eccessivamente dispendioso. Al riguardo Schiavi risponde senza la minima titubanza “Ritenevo che per una progressiva maturazione fisico-tecnica dei miei atleti sarebbe stato opportuno trasferirli, momentaneamente, in un sodalizio minore stipulando un preciso accordo di piena collaborazione. Oppure inserire quelli più promettenti in una nostra formazione iscrivendola, che so io, in un campionato di livello adeguato. In un caso o nell'altro, al termine dei rispettivi tornei, qualcuno sarebbe approdato nella Comark già in grado di imporsi o giu di lì”. Infine alla domanda sul futuro professionale di Schiavi che alla sua guida, le varie formazioni della Blu Orobica hanno puntualmente conseguito, anche in ambito nazionale, fior di risultati precisa “Di proposte ne ho ricevute parecchie e naturalmente ne sono orgoglioso. E' probabile che a giorni prenderò una definitiva decisione”.

Una cosa è, comunque, certa: Andrea Schiavi non rimarrà con le mani in mano: a sentenziarlo è il suo ricco curriculum.

Arturo Zambaldo

lunedì 24 giugno 2013

sabato 22 giugno 2013

DALLA GAZZETTA DELLO SPORT DI SABATO 22 GIUGNO
SCHIAVI SCELTA NUMERO UNO DI COSTA VOLPINO


Citato pure sulla Gazzetta dello Sport... quale onore! Nelle prossime ore, ovviamente ne sapremo di più sul futuro... Per ora nulla è deciso!

 
 
Ecco un altro articolo pubblicato su www.varesesport.com  ecco qui il link: QUI 
 
 

mercoledì 19 giugno 2013

L'ECO DI BERGAMO ON-LINE TORNA SUL CASO SCHIAVI
"SCHIAVI E BLUOROBICA: DIVORZIO CHE FA DISCUTERE"


Nuovo articolo sulle mie dimmissioni da Bluorobica pubblicato nell'edizione on-line dell'Eco di Bergamo (QUI). Pubblico volentieri l'articolo e senza nemmeno commentare... magari più avanti.


Articolo da l'Eco di Bergamo versione on-line (martedì 18 giugno):
Che la fine del rapporto tra il responsabile della Blu Orobica, Andrea Schiavi e il sodalizio presieduto da Paolo Andreini desse vita a differenti interpretazioni era, pressoché, annunciato. Del resto, specie, negli ultimi tempi della pur duratura convivenza (la bellezza di nove anni) era venuto meno l'idilio tra il quarantacinquenne tecnico varesino e sopratutto la compartecipata società del numero uno Gianfranco Testa, fresca del passaggio nella Lega due-silver.

“Sponsor” sin dall'inizio di Schiavi, è stato Andreini, lo stesso che ha preso la decisione di interromperne la collaborazione, a detta di molti, sofferta. Quale la ragione del mancato rinnovo del contratto? Secondo i bene informati, Schiavi aveva sottoposto al club di appartenenza un ambizioso progetto ritenuto non alla portata con i costi a bilancio. Ma argomento economico a parte che ha avuto in ogni caso una palpabile incidenza, a deteriorare i rapporti, con la Comark, sono sopraggiunte divergenze di vedute sempre più continue.

Discorso di fondo: le non esaltanti prestazioni in prima squadra di giocatori prelevati, come da specifici accordi, appunto dalle giovanili di Schiavi. Considerazioni queste, però, puntualmente rigettate da Schiavi il quale a buon diritto ha comunque, legittamente posto sull'altro piatto della bilancia i lusinghieri risultati conseguiti ovunque dalle formazioni da lui forgiate. Certo, occorre stabilire se l'obiettivo fosse stato quello di privilegiare titoli e medaglie ad iosa a livello dei vari team oppure di fornire al coach di turno il maggior numero di baby già utilizzabili nelle categorie superiori. L'optimum sarebbe stato di coniugare al meglio l'una e l'altra aspettativa ma pretendere la botte piena e la moglie ubriaca è quasi sempre impossibile in qualsiasi campo.

Arturo Zambaldo


PUBBLICATA LA RASSEGNA STAMPA DEL "CASO" SCHIAVI
ARTICOLI TRATTI DA L'ECO DI BERGEMO E PRALPINA DI VARESE


Dopo la fine del rapporto di collaborazione con Bluorobica sono stati pubblicati degli articoli giornalistici su vari quotidiani cittadini. Entrando nel merito qui sotto è possibile leggere gli articoli pubblicati sul l'Eco di Bergamo martedì 18 giugno e sulla Prealpina di Varese lunedì 17 giugno. Buona lettura.


mercoledì 12 giugno 2013

LA FINE DEL RAPPORTO CON BLUOROBICA IN REALTA'
HA UNITO ANCORA DI PIU' RAPPORTI E STORIE PERSONALI


Queste ultime due giornate, dopo le dimissioni a Bergamo, sono state da una parte complicate per la gestione di una notizia improvvisa che in pochi si aspettavano, dall'altra bellissime e speciali per una serie infinita di messaggi di stima e affetto che ho ricevuto da tantissime persone; atleti, genitori, allenatori, amici... del mondo Bluorobica, ma anche da avversari, persone neutre, semplici appassionati.

Poi un giorno mi piacerebbe condividere con tutte le persone che seguono il mio blog i tanti messaggi ricevuti. Questa sera però mi permetto di pubblicare (con il permesso dell'autore, anche se celerò il nome) la lettera che mi ha fatto emozionare forse di più. Parole con un peso specifico importante. Parole che mi hanno fatto bene.

Grazie a questa persona per le belle parole spese... e con lui grazie davvero a tutti quelli che si sono sentiti di spedirmi un sms, scrivermi una mail, chiamarmi... per dimostrare affetto, comprensione e simpatia. Grazie a tutti!



Caro Andrea, trovare le parole per descrivere ciò che hai fatto sia per me e sia per Bluorobica non è facile... come penso non sia stato facile scrivere la tua lettera d'addio pubblicata stamattina dalla società.

Tanto per cominciare ti vorrei ringraziare per quello che mi hai fatto apprendere durante questi quasi XX anni in cui ti ho conosciuto. In tutto questo arco di tempo ho riconosciuto in te una figura a due volti:
- il primo molto serio che a tratti mette soggezione e che è molto consapevole di ciò che fa e dice;
- il secondo molto diverso dal primo, capace di scherzare con i ragazzi e che riesce a intrattenere tutti con la sua intraprendenza.

A questi due propositi mi potrei sbilanciare dicendo che tu e Raffaele Martini siete i due migliori allenatori con cui io abbia mai "collaborato"... e si... lo penso veramente. I tuoi atteggiamenti e il tuo comportamento dentro e fuori dal campo sono sempre azzeccati... anche ogni tua decisione mi pare corretta (vedi per esempio la risposta a BLU DELUSO su Basket Cafè).

La tua decisione di lasciare questa GRANDE FAMIGLIA mi ha lasciato davvero a bocca aperta e credo che tutti i traguardi ottenuti da Bluorobica con "la gestione Schiavi", saranno difficili da replicare.

Non metto in discussione la tua scelta ma l'apprezzo con rispetto.

Appena ho letto la notizia sul sito ho pensato: "Ma oggi è il 1^ Aprile giusto?? Non può essere vero!!". Poi mi sono ricordato di dov'ero e ho capito che la scuola era finita e quindi eravamo quasi a metà giugno... Niente pesce d'Aprile purtroppo.

Ho un grande rammarico che penso di portarmi dietro per molto....

E' proprio vero "Oggi finisce una grande storia sportiva" ed aggiungerei umana. Ma con tutto ciò posso dire di essere stato fortunatissimo a conoscere un GRANDE come te che mi ha dato molto ed aiutato nella mia crescita personale.

In queste poche righe ho cercato di esprimere i miei riconoscimenti e ringraziamenti nei tuoi confronti. Ti vedrò sempre come una persona modello per il resto della mia vita.

Questa lettera non è un "addio" ma è un "alla prossima" per continuare a condividere gioie e dolori. Speriamo più gioie... Nella vita non si sa mai...

Un grosso in bocca al lupo per la tua prossima avventura...

Con affetto

martedì 11 giugno 2013

OGGI FINISCE UNA GRANDE STORIA SPORTIVA E UMANA
ANDREA SCHIAVI E BLUOROBICA DOPO 9 ANNI SI SEPARANO

 
Lettera aperta per Bluorobica

E’ veramente difficile da parte di chi per anni ha narrato in terza persona, proprio sul sito di Bluorobica, le gesta e le avventure agonistiche di tanti ragazzi appassionati di pallacanestro, scrivere di proprio pugno un addio importante. Oggi purtroppo, con grande rammarico, si interrompe la mia personale collaborazione con la Società Bluorobica Bergamo. Un addio, fino a qualche tempo fa, davvero inimmaginabile. Ma tant’è, mi trovo a comunicare che, dopo novi splendidi anni di rapporto intenso tra il sottoscritto e il Settore Giovanile Bluorobica Bergamo, dal prossimo mese di luglio non sarò più ne Allenatore ne il Responsabile del Settore Giovanile della Comark Bergamo.

“C’è un momento giusto per andarsene, anche quando non si ha posto dove andare” così diceva qualcuno più famoso di me tempi addietro, e in questi giorni, pur soffrendo, sono parole che considero mie a tutti gli effetti.

In questi nove anni a Bergamo sono stato benissimo e la Società nelle persone di Paolo Andreini e Carlo Ballini mi hanno reso la persona più importante della terra affidandomi l’incarico di far crescere una Società e un patrimonio di idee davvero inestimabile.

Tutto è nato a Vedano Olona, in uno di quegli spareggi interprovinciali tra la mia ex squadra del Campus Varese e una banda ragazzini del 91 marchiati già Bluorobica. Dopo la prima chiacchierata a fine partita proprio con Ballini, ho subito intravisto del potenziale, ho creduto fortemente in quel gruppo ristretto di persone e ho pensato che Bergamo potesse davvero rappresentare una bella occasione di crescita per il sottoscritto. Ed è stato proprio così. Sono maturato molto come persona, modificando profondamente i miei credo e ho fatto esperienze agonistiche di prima fascia realizzando tutti i sogni possibili.

Ho ricevuto tantissimo sia in termini di esperienza tecnica che di natura più personale. Emozioni e sensazioni legate alle tante amicizie nate in questi anni. Giocatori ma soprattutto Persone con cui ho stretto legami forti di cui andare fiero. Ringrazio per questo i tanti giovani del 91 (e relativi genitori) che più di altri mi hanno accolto come un fratello maggiore, (a volte come un padre), dimostrando tutti i giorni: rispetto, fiducia e affetto. Non posso dimenticare però anche la seconda, terza “ondata” di atleti di qualità assoluta prodotti in casa Comark, dai ragazzi del 92 e del 93 fino ai giovanissimi del 1999.

Persone speciali con cui ho condiviso giorni indimenticabili, esperienze uniche e momenti direi mistici per qualità e intensità. In ogni occasione di gruppo che avevamo la possibilità di vivere, mi accorgevo proprio che le persone che avevo di fianco, crescevano per come avevo sempre immaginato, sperato e lottato.

Fatti e sensazioni che ovviamente non solo rimarranno impressi nella memoria personale di ognuno di noi, ma anche nella storia di questa Società. Far crescere le persone è stata da sempre Mission fondamentale di questa splendida Società e spero che la cosa possa proseguire in maniera fattiva, concreta e forse migliore, anche in mia assenza.

Lascio in punta di piedi una Società come Bluorobica, una realtà che ha saputo crescere in maniera costante e repentina, oltre che avvalendosi a dovere del deciso carattere dei ragazzi di Bergamo (per non fare torti da precisare, anche qualcuno di Brescia e Milano) gente umile, seria e motivata, ma anche sfruttando un potenziale umano e tecnico enorme per il futuro. Tutto questo spero possa garantire a questo Settore Giovanile di rimanere in alto nelle gerarchie della Pallacanestro che conta. Bluorobica se lo merita, Andreini, Ballini, e tutti quelli che hanno la stella di Bluorobica cucita nel cuore (come il sottoscritto) se lo meritano.

Lascio delle amicizie vere e leali. Dei rapporti costruiti nel tempo nella quotidianità di rapporti sempre più consolidati, nonostante la mia proverbiale e fantomatica (come direbbe qualcuno) poca capacità di comunicazione.

Lascio un gruppo di allenatori e di collaboratori che ha saputo prendere quel poco di utile intravisto in me, maturando al meglio, nel tempo, le proprie significative convinzioni.

Lascio dei valori su cui ho cercato di fondare atteggiamenti e modi di fare, sforzandomi prima di tutto di essere un esempio. Impegno, dedizione, perseveranza… rispetto, libertà, fiducia… tutte cose in cui ho creduto fortemente per far crescere delle giovani persone, prima ancora che dei giocatori di

pallacanestro. Darsi da fare per migliorare la capacità di discernimento in tutti i giovani avuti in palestra nei tanti giorni di questa lunga esperienza orobica, è stata strategia vincente e qualità indispensabile per poter vedere le persone maturare e crescere al meglio.

Lascio delle sconfitte (come non ricordare la partita persa a Riva del Garda nella prima interzona Under 16 con il gruppo 90-91 contro la Scavolini Pesaro, oppure proprio l’ultima con San Severo con i 96-97 nell’interzona Under 17 svolto qualche giorno fa a Roma), ma anche tante importanti vittorie. Dopo i primi due anni di costruzione della fondamenta, Bluorobica è riuscita ad arrivare al top della qualità in Italia avendo a disposizione ideali più che risorse economiche, motivazioni forti più che giocatori reclutati, grandi sogni più che meri obiettivi. Il successo di questo importante risultato è da dividere equamente tra tutti gli attori principali di un sistema meritocratico, fondato sul: “Dai tutto, avrai tutto” che ha aiutato le persone a diventare “Grandi”.

Lascio (mio malgrado) anche molti errori. Il mio mentore nonché grande Allenatore, Gianni Asti dice sempre che l’Allenatore più bravo è colui che commette meno errori. Ho sbagliato tante volte. Quando mi sono accorto degli errori ho chiesto subito scusa delle mancanze. Non sempre sono riuscito a convincere tutti della bontà delle idee che avevo in mente e per questo mi scuso se ho tradito attese, mancato in qualche merito, assecondando magari poco esigenze importanti per qualcuno. Ho cercato però (pur con i limiti di una personale normale quale mi considero) di essere onesto, leale e sincero con tutti, ma chiedo scusa ancora una volta se qualcuno si è sentito tradito nell’intimo.

Lascio tante persone, tanti affetti e tante cose certe. Al momento non so sinceramente cosa possa accadere della mia vita professionale futura in ambito pallacanestro, ma m’interessa relativamente. Voglio finire bene una stagione complessa in casa Bluorobica, voglio continuare ad essere orgoglioso di indossare una maglia importante come quella di Bergamo. Nel tempo che rimane da oggi fino a metà luglio, vorrei poter dare tutto quello che posso ai ragazzi che alleno e a tutti quelli che ancora

giovanissimi non ho potuto conoscere in maniera così approfondita. A questi ultimi il mio più sincero in bocca al lupo per il loro più roseo futuro.

In questo ultimo periodo, (soprattutto dopo la prematura dipartita di Raffa Martini) mi sono sentito molto in discussione su idee e contenuti, che ritenevo, dopo un po’ di anni che faccio questo mestiere, pietre fondanti del mio “modus operandi” di essere allenatore. Per anni ho ritenuto che l’idea che avevo in mente fosse quella condivisa. Evidentemente in alcuni casi, non era così. Mi limito a prenderne atto senza esprimere giudizi. Ovvio pensare che dopo un periodo di tempo comunque molto lungo, ci sia la volontà delle parti di costruirsi il proprio futuro in maniera differente rispetto ad un passato che non può e non deve pesare per nessuno.

Bergamo rimane comunque la mia più forte e positiva esperienza professionale e personale sotto tutti i punti di vista. Aver vissuto questo tipo di possibilità a cavallo degli anni della maturità, mi ha certamente aiutato molto ad allargare le vedute ed è stata chiarificatrice di idee non ancora espresse pienamente. Sono convinto della bontà delle cose fatte e sono altresì strafelice che i riscontri quotidiani vissuti in questi anni non possano per nessun motivo perdersi. Solo chi ha vissuto il clima delle varie squadre dall’interno, conosce i sacrifici fatti, le fatiche superate e anche le tante gioie vissute. Solo chi era presente può sapere realmente di cosa stia parlando. Tutto il resto conta relativamente. Qualcuno dice che alla fine di una stagione sono due le cose che dovrebbero rimanere: un risultato importante e il rapporto tra le persone del gruppo. In questi anni spesso abbiamo raggiunto entrambe le due finalità con lungimiranza, umiltà ed efficacia. E di questo devo ringraziare soprattutto i ragazzi che ho allenato. Senza le loro qualità non avremmo potuto fare nulla. Ancora Grazie! Siete e sarete per sempre nei miei ricordi e nel mio cuore.

Lascio un sogno. Si, lascio il sogno di aver pensato di essere la persona giusta in qualunque

situazione, con qualunque difficoltà, con qualsiasi condizione e al di la di spazio e tempo. Al di la anche dei giudizi personali e delle normali difficoltà di rapporti in evoluzione. Penso sia stato normale aver pensato tutto questo, con presunzione e onnipotenza. Credevo veramente di poter proseguire per sempre in questo percorso di vita professionale qui a Bergamo. Il risveglio è duro e il sogno rimarrà tale, anche se, detto sinceramente, ho creduto che potesse cambiare qualcosa fino a qualche minuto prima che iniziassi a scrivere questa lettera.

In ultimo, un pensiero speciale ad una persona che ho imparato ad apprezzare solo con il passare del tempo qui a Bergamo. Un amico, che attraverso la fattiva collaborazione di tutti i santi giorni negli anni scorsi si è trasformato da normale “collega di reparto” ad alleato sincero e leale. “Niente impedisce di essere diversi e in perfetta armonia.” Così mi piace racchiudere questo splendido rapporto con lui. Un Grazie davvero immenso a Raffaele Martini, vero cuore pulsante di una Società (città), che senza persone di valore assoluto, come appunto il mio amico Raffa, non avrebbe potuto compiere la strada percorsa in questi anni.

Difficile scrivere la parola fine, ma tant’è qualcuno la deve scrivere. E allora meglio che lo faccio io.

Ormai tre anni fa è mancato uno dei miei più grandi amici, Tarcisio Vaghi. Un allenatore di Varese come me, stroncato a 41 anni dalla leucemia. Due anni di sofferente malattia, ma prima di lasciarci mi ha fatto sapere che affrontava la morte con la serenità di chi ha dato tutto nella vita e che non aveva nessun rimpianto. Prendo lo spunto dell’amico Tarci, che anche in questo caso mi ha insegnato una grande verità, per concludere la mia esperienza a Bergamo.

Parto per qualche meta, ancora da definire, ma sono molto sereno e felice per aver vissuto qualcosa di unico e irripetibile in mezzo a tante belle persone. Alla fine di un viaggio, mentre si preparano le valigie per tornare a casa, si pensa ai luoghi più belli dove si è stati, alle persone a cui si è voluto bene, alle tante sensazioni uniche e irripetibili cercate, vissute e sperimentate. Per tutto quanto

successo in questi anni non penso che le parole possano bastare. Ed è questo il vero motivo per cui ho scattato foto in tutte le occasioni. Per ricordare volti, colori e dettagli e per farlo a lungo. Il ricordo più bello è un immagine. Io ne ho due o tre in mente ben chiare e indelebili che mi tengo stretto nel mio cuore. Ognuno ha le sue e se me ne vorrete regalare qualcuna delle vostre saranno ovviamente ben accette.

Potrei andare avanti a scrivere della storia di questi ultimi nove anni a Bergamo per pagine e pagine, ricordando fatti, persone, episodi, aneddoti, emozioni… I tanti volti delle persone che ho allenato. Gli sguardi dei miei giocatori felici di aver giocato anche per me… divertiti da esercizi alternativi inventati al momento, curiosi di sapere che cosa avrei detto e fatto nell’azione dopo, contenti di essere “guidati” da una voce presente e riconoscibile, da una persona mai scontata che chiedeva e pretendeva da tutti impegno, fatica e allegria…

L’inizio è fissato indelebile il 7 settembre del 2004 al primo allenamento della squadra Bluorobica Under 16 (nati nel 1989-90) alla palestra Gatti di Treviglio. Questa semplice lettera di addio dove con il cuore in mano saluto e abbraccio tutti quelli che mi hanno apprezzato, stimato e voluto in questo lungo periodo, è la “Fine”.

Con sincerità e affetto Buon Basket a tutti quelli che mi hanno voluto bene. Ve ne sarò sempre riconoscente.

Grazie Bergamo, Grazie Bluorobica.


Andrea Schiavi


Bergamo, giugno 2013



Un Grazie sincero a:

Dario Acquaroli, Nicolo' Agazzi, Andrea Alari, Paolo Andreini, Gabriele Andreini, Edoardo Andreol, Tommaso Angeleri, Paolo Annoni, Andrea Armandi, Matteo Arnoldi, Marco Azzola, Patrik Baldassarre, Federico Baldi, Carlo Ballini, Matteo Baraldi, Alessandro Bassani, Leonardo Bassi, Giulio Bassi, Andrea Battaioni, Alessandro Bellazzi, Andrea Belloni, Andrea Belotti, Stefania Belotti, Tautvydas Belotti, Eugenio Beretta, Lorenzo Bergamini, Sebastiano Bianchi, Edoardo Biffi, Massimiliano Baffi, Eugenio Boccafurni, Federico Bolis, Alberto Bombassei, Viviana Bonacina, Alemayehu Bonalumi, Nicola Bosatelli, Giorgio Bosco, Massimo Botti, Raffaele Braga, Paolo Brambilla, Francesco Brembilla, Venanzio Brescianini, Maurizio Briguglio, Carlo Briolini, Luca Bronzini, Alessandro Bugada, Alessandro Cacace, Matteo Cancelli, Thomas Capelli, Stefano Carminati, Filippo Carminati Molina, Tommaso Carnovali, Luca Caraglio, Giorgio Carrara, Alessandro Cavina, Guido Casappa, Mirko Casappa, Riccardo e Sandra Casappa, Roberto Castelli, Stefano Cavenaghi, Alessandro Cavina, Gabriele Celeri, Riccardo Celeste, Fabrizio Centonze, Roberto Cesani, Erik David Chamba, Francesco Chiari, Leonardo Cimili, Cesare Ciocca, Filippo Cioli, Luca Coita, Mauro Colonello, Alessandro Comerio, Gianni Comerio, Matteo Conti, Marco Conti, Lorenzo Conti, Federico Cornaro, Sebastiano Corno, Marco Cornolti, Daniele Cortesi, Riccardo Crippa, Michele D'adda, Federico Dalmagioni, Omar Darwish, Antonio De Robertis, Enrico Degli Agosti, Alessandro Del Ben, Emanuele Deligios, Giovanni Deligios, Marco Della Torre, Giacomo Della Volta, Luca Delli Paoli, Nicholas Dessi', Alberto Dominelli, Mattia Donadoni, Alessandro Epis, Roberto Erba, Alessandro Esposito, Matteo Facchetti, Matteo Fagiuoli, Stefano Fagiuoli, Daniele Fanti, Edoardo Faranna, Mario Farella, Simone Ferrarese, Flavio Ferrari, Andrea Ferri, Carlo Finardi, Riccardo Finardi, Andrea Finazzi, Federico Finulli, Diego Flaccadori, Pietro Flaccadori, Paolo Foresti, Andrea Foresti, Matteo Fortarezza, Mattia Franzoni, Davide Franzosi, Pietro Franzosi, Lino Frattin, Pietro Frigeni, Daniele Fumagalli, Andrea Fumagalli, Dario Gaiti, Michael Galimberti, Alessandro Galimberti, Luca Gastoldi, Filippo Gerardi, Ottavio Gerosa, Loris Giacchetta, Anthony Giavarini, Andrea Giavazzi, Nicola Gibellini, Mario Gibellini, Edoardo Giosue', Claudio Gotti, Marzia Gotti, Massimo Gotti, Mattia Gritti, Tommaso Gritti, Gian Carlo Emì Gritti, Michele Guida, Sebastian Guzzetti, Euclide Insogna, Simone Lecchi, Andrea Leone, Federico Leone, Francesco Limonta, Cesare Locatelli, Stefano Longo, Antonio Lorenzetti, Alessandro Lorenzi, Simone Lorenzi, Simone Lottici, Elisabetta Lucchini, Davide Lussana, Fabio Lussana, Gianni Macario, Paolo Maffioletti, Luca Maggioni, Niccolo' Magnoli, Fabrizio Maldonado, Roberto Maltecca, Mattias Manara, Filippo Manenti, Alessandro Manzoni, Emanuele Manzoni, Lorenzo Marcolongo, Raffaele Martini, Roberto Marulli, Gianni Marulli, Andrea Mastrototaro, Michele Mazzola, Roberto Mazzoleni, Matteo Mazzoleni, Andrea Mazzucchelli, Piero Mazzucchelli, Cluadio Medolago, Fabrizio Meneghel, Andrea Mezzanotte, Daniele Milo, Michael Minoia, Luca Monopoli, Davide Monticelli, Massimo Monzio Compagnoni, Giulio Morescalchi, Davide Moretti, Alberto Moretti, Alessandro Mosconi, Livio Mostosi, Alex Motta, Matteo Nani, Filippo Nani, Marco Nani, Simone Natali, Francesco Nava, Gianluca Nava, Roberto Nicoli, Andrea Nissoli, Alberto Norbis, Michele Odelli, Bautista Oliva, Corrado Omari, Luca Onorati, Matteo Orlandi, Jonathan Ornaghi, Alessandro Padova, Francesco Paleari, Simone Pagani, Riccardo Paolini, Mattia Parsani, Nicola Patroni, Gioele Patroni, Luca Pedroni, Mattia Perico, Niccolo' Pescali, Alberto Pezzotta, Marco Pezzotta, Enrico Pezzotta, Roberto Piantoni, Nicholas Piccioli, Mohan Shing Pinotti, Gabriele Pirola, Stefano Pirrone, Tommaso Pirrone, Mattia Piziali, Marco Planezio, Mauro Planezio, Federico Pozzi, Giovanni Prada, Rossella Prandina, Ugo Provesi, Matteo Rabaglio, Federico Rabaglio, Davide Reati, Francesco Resmini, Denis Rigamonti, Davide Ripamonti, Filippo Ristoldo, Stefano Riva, Laura Rivoltella, Stefano Rivoltella, Daniele Rossi, Alberto Rossi, Filippo Rota, Lorenzo Rota, Giorgio Rumi, Alberto Rumi, Claudio Salvoldelli, Matteo Santinelli, Nicola Savoldelli, Nicola Scaini, Matteo Scaini, Antonio Scaravaggi, Tobia Scarrocchia, Sandro e Barbara Scarrocchia, Matteo Sena, Bruno Silva, Norma Silva, Cristian Sincinelli, Alberto Sironi, Simone Sirtori, Lorenzo Soldani, Luca Sonzogni, Marco Sonzogni, Ivana Sonzogni, Riccardo Sorace, Marcello Spatari, Alessandro Spatti, Luca Steiner, Gabriele Stucchi, Paolo Taddeo, Claudio Tanzariello, Andrea Taormina, Simone Taormina, Marco Tedoldi, Lorenzo Teri, Gianfranco Testa, Simone Tomasini, Francesco Tonini, Tommaso Tonsi, Laura Travaglini, Matteo Turelli, Alessandro Tusa, Sergio Ubbiali, Alessandro Ubezio, Andrea Ubezio, Lorenzo Ubiali, Sergio Ubiali, Gregorio Ubiali, Mirko Vaccaro, Elvis Vacchelli, Gianbattista Valotti, Francesco Veronesi, Andrea Verri, Paolo Verri, Pino Ventre, Marco Verzeroli, Antonio Viola, Davide Viola, Alessio Viviani, Mauro Zambelli, Jacopo Zanellato, Cristian Zanotti, Andrea Zappa, Michele Zinesi e Giovanni Zucchetti.

Ecco la mitica storia di questi nove anni:

2012-2013 - Bluorobica Bergamo Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 17 d'eccellenza (1996-97) 3° in Lombardia 3° interzona di Roma
Allenatore Under 15 d'eccellenza (1998) 4° in Lombardia Finali Nazionali a Cento

2011-2012 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 17 d'eccellenza (1995-96) 1° in Lombardia 3° in Italia Finali Nazionali a Vasto
Allenatore Under 15 d'eccellenza (1997) 1° in Lombardia 4° in Italia – Finali Nazionali a Desio

2010-2011 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 17 d'eccellenza (1994-95) 4° in Lombardia 5° in Italia – Finali Nazionali a Bologna
Allenatore Under 15 d'eccellenza (1996-97) 2° in Lombardia 2° in Italia – Finali Nazionali a Caserta

2009-2010 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile Allenatore Serie C Regionale Borgo Basket - 6° classificati
Allenatore Under 19 d'eccellenza (1991-92) 2° in Lombardia 3° in Italia – Finali Nazionali a Bologna
Allenatore Under 17 d'eccellenza (1993-94) 1° in Lombardia 2° in Italia – Finali Nazionali a Vasto

2008-2009 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 19 d'eccellenza (1990-91) 2° in Lombardia 5° in Italia – Finali Nazionali a Salsomaggiore
Allenatore Under 17 d'eccellenza (1993-94) 2° in Lombardia Interzona a Fano (4°)
Allenatore Under 15 d'eccellenza (1994-95) 4° in Lombardia 9° in Italia – Finali Nazionali a Bormio

2007-2008 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 17 d'eccellenza (1991-92) 1° in Lombardia 5° in Italia – Finali Nazionali a Barletta
Allenatore Under 15 d'eccellenza (1993) 3° in Lombardia 5° in Italia – Finali Nazionali a Bormio

2006-2007 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 16 d'eccellenza (1991-92) 3° in Lombardia 3° classificati in Italia – Finali Nazionali a Montecatini
Allenatore Under 14 d'eccellenza (1993) 1° in Lombardia 9° classificati in Italia – Finali Nazionali a Bormio

2005-2006 - Bluorobica Bergamo
Responsabile Settore Giovanile
Allenatore Under 16 d'eccellenza (1990-91) Interzona a Riva del Garda

2004-2005 - Bluorobica Bergamo
Allenatore Under 16 d'eccellenza (1989-90) 6° in Lombardia
Allenatore Under 14 d'eccellenza (1991) 6° in Lombardia Conference 2° fase perso con Amici Varese


domenica 2 giugno 2013

UNA NUOVA GRANDE IMPRESA SPORTIVA E UMANA
IL GRUPPO 98-99 DELLA COMARK ALLE FINALI NAZIONALI


Nonostante le quindici finali nazionali raggiunte nel corso di questi 30 anni di carriere come allenatore di squadre giovanili, l'emozione che si sperimenta a raggiungere un obiettivo importante come appunto quello di qualificarsi alla kermesse più importante dell'annata è sempre qualcosa di unico, speciale e di irripetibile.

E così anche oggi, con la qualificazione del gruppo Under 15 di Bergamo alle Finali Nazionali di Cento, dopo le tre battaglie all'interzona di Fidenza, ho potuto (ri)vivere con grande gioia e fermento i momenti di felicità mistica che episodi del genere creano.

In più sperimentare tutto questo grazie a splendide persone che si dimostrano umili e semplici ancora spontaneamente genuine nei propri comportamenti, è cosa ancora più bella, degna e apprezzabile.

Un complimento speciale quindi a questi atleti, per quanto fatto in questi giorni e più in generale per tutta la loro storia. Ovviamente il raggiungimento di una Finale Nazionale è solo una tappa nel percorso, ma aver colto l'occasione al volo è sinonimo di volontà, forza e carattere che è giusto rimarcare.

sabato 1 giugno 2013

ECCO PUBBLICATO DAL FORUM DI BASKET CAFE
INTERVENTO DEL FORUMISTA "BLU DELUSO"

Ecco pubblicato l'intervento del forumista "BLU deluso" apparso sul forum di basket cafè (QUI) nella sezione Under 13 Elite in data 30/05/2013, dopo la partita valevole come quarto di finale nelle fnali regionali tra la Comark Bergamo e Armani Milano.


COMARK-AJ
Innanzitutto sinceri complimenti ai ragazzi di Milano.
AJ ha imbrigliato ben benino i BLU, giocando come fa il gatto con il topo. La partita all'Innocentin è proprio servita allo staff milanese per prendere le giuste misure, cosa invece che, forse per presunzione, non ha fatto lo staff BLU.
Sono BLUdeluso in quanto genitore di uno dei miniatleti. Ho visto crescere questa squadra fin dal settembre 2011 e ho visto compiere a questo gruppo imprese veramente grandiose. Negli ultimi mesi però il giocattolo si è rotto, e tutto il merito va allo staff tecnico, con in testa il capo allenatore e responsabile tecnico, un certo sig. Schiavi.
Con le assurde politiche e il comportamento da padre padrone, che a suo insindacabile giudizio sceglie chi potrà diventare qualcuno e chi no, facendo fare differenti campionati e differenti sessioni di allenamento, è riuscito ad inculcare ai ragazzi la più malsana competitività, creando giocatori di serie A e di serie B, dimenticandosi che mai si vincono le grandi sfide solo con un paio di individui. Solo il gruppo affiatato e che sostiene di volta in volta le difficoltà dei singoli è vincente, e di queste esperienze il basket può raccontarne a migliaia.
Un responsabile tecnico dai poteri assoluti deve essere in primis un talent scout. Ma questo signore di talent deve averne ben poco.
Mi sono divertito a fare ricerche sul suo palmares. Ho trovato Schiavi eccellenti nel badminton, nel tcuckball e persino in quel curioso gioco chiamato curling che si fa con paioli della polenta e scopettoni!!! Ma nel basket nulla, sia come giocatore che come allenatore. Probabilmente il suo palmares è molto simile a quello di mia suocera, che a mala pena distingue una palla a spicchi da una ovale. La differenza che mia suocera, che si mantiene con la pensione e non con i soldi degli altri, è a parametro zero e porterebbe gli stessi risultati, ma con evidenti inferiori sforzi economici da parte di BO.
Sciascia in un suo libro parlava di uomini, mezzi uomini e quaqquaraqqua!!! A Bergamo abbiamo sufficienti quaqquaraqqua nostrani, non penso ci fosse bisogno di importarne uno.
Per puntellare al meglio la mia teoria sui totali fallimenti del soggetto, ricordo la finale nazionale di Desio U15 e quest'anno l'interzona U17. Con delle individualità di assoluta eccellenza, il fenomeno è riuscito a collezionare figure di palta a go go.
Un tipo che in un azienda porta questi risultati di norma viene cacciato e gli si chiedono pure i danni, morali ed economici.
Con questo mio sfogo non penso di aver offeso nessuno. D'altronde un personaggio pubblico deve accettare di buon grado gli elogi (credo che però ne abbia avuti gran pochi) e le critiche.
Quindi suvvia, un bel sorriso e magari si faccia fare un bel video da un suo amico e poi se lo riguardi. Forse nemmeno lei sopporterebbe una persona di tale arroganza, sia verbale che comportamentale.
Chiudo qui e faccio comunque i complimenti ai miei ragazzoni U13 (avreste dovuto vederli lo scorso anno mentre giocavano a nascondino durante la pausa pranzo di un torneo. Sono riusciti a togliermi le quattro dita di pelo che ho sul cuore e mi hanno fatto venire gli occhi lucidi).
Hanno dato il massimo.
Rinnovo i complimenti ai ragazzi AJ e al loro staff. Veramente bravi. Hanno capito tutto di questo gioco e ci hanno inferto una dura lezione.
Arrivederci all'Eccellenza del prossimo anno e un grosso "in culo alla balena" per i prossimi appuntamenti.


Commento: Ho letto

mercoledì 29 maggio 2013

MODIFICHE AI CAMPIONATI GIOVANILI IN LOMBARDIA
GIUSTO CERCARE SEMPRE DI MIGLIORARE LA NOSTRA ATTIVITA'


Nelle settimane scorse sono stato coinvolto nella piccola proposta di riforma dei Campionati d'eccellenza ed Elite in Lombardia. Essendo Referente Tecnico Territoriale e anche Coordinatore della Commissione Tecnica Regionale, ho cercato di portare il mio contributo nelle sedi istituzionali del Comitato per migliorare (per quanto possibile) l'organizzazione dei Campionati nella nostra regione.

Penso proprio che sia stato fatto un ottimo lavoro di rimodulazione della nostra attività giovanile. Le proposte hanno rigurdato trasversalmente tutti i livelli dei Campionati Giovanili con leggere modifiche anche per la tempistica delle fasi intertoto e anche un sensibile allungamento dei periodi di svolgimento dei Campionati Regionali.

Parte delle idee sono state trasformate in Delibera da parte del Direttivo del CRL (per leggere clicca QUI ). Ma alcune modifiche saranno più chiare solo dopo la pubblicazioni delle DOA Regionali.



mercoledì 24 aprile 2013

DAL 26 AL 28 APRILE SI TORNA FELICEMENTE AD AREZZO
TORNEO GUIDELLI CON GLI UNDER 14 BLU E CLINIC PAO


Dopo diversi anni di assenza dal 26 al 28 aprile finalmente riuscirò a tornare ad Arezzo per svolgere con il gruppo Under 14 Bluorobica la trentesima edizione del Trofeo Guido Guidelli. Sono molto contento di tornare ad Arezzo, città a cui sono legato per aver trascorso due stagioni sportive indimeticabili come Allenatore e Istruttore del Settore Giovanile.

Quando hai 20 anni pensi proprio di poter cambiare il mondo e la super esperienza positiva di aver allenato ad Arezzo con grande responsabilità rispetto al progetto intrapreso dalla Società aretina è stato certamente molto utile nei successivi anni della mia esperienza sportiva e lavorativa.

Concretamente nei due anni ad Arezzo ho allenato i giovani del Settore Giovanili con la competenza limitata di chi è all'inizio del proprio percorso formativo, ma quello che non è mai mancata è stata la passione e l'entusiasmo. Ed è forse per quello che ancora oggi, dopo diversi anni in cui ad Arezzo non ci metto più piede, persone, ex giocatori, amici... si fanno sentire per raccontarmi come vanno le cose e per chiedermi del mio ritorno.

In effetti qualche anno fa, grazie all'interessamento di un aretino doc, che per un periodo più o meno lungo è stato dirigente presso il Basket Arezzo, il pensiero di tornare nella città della Giostra del Saracino c'è stato e si è iniziato a parlare anche di progetto futuro. Poi le cose seguono il proprio percorso come fiumi in piena e non se ne è fatto nulla, ma la positiva sensazione e pensiero di varcare ancora le mura mi ha riportato indietro di venti anni.

Torno quindi ad Arezzo per il Torneo Guidelli di cui si possono leggere notizie cliccando QUI . Nella serata di venerdì 26 aprile sarò anche chiamato a svolgere un Clinic PAO per Allenatori, notizie QUI che verterà, come già fatto nel passato, sulla metodologia per allenamenti Under 14 e Under 15.

Vi terrò aggiornati.

martedì 23 aprile 2013

BREVE RESOCONTO DEL CLINIC PAO A CHIARI
METODOLOGIA PER SQUADRE UNDER 14 E UNDER 15


Come anticipato dal precedente post nella serata di martedì 2 aprile mi sono recato a Chiari per un Clinic PAO in occasione della festa dei 30 anni di una delle Società più importanti della provincia di Brescia. Sul sito www.basketchiari.it sono state pubblicate le mille foto scattate durante la bella serata che ha visto anche la partecipazione straordinaria di Sergio Scariolo come relatore.

Nel corso dell'oretta a mia disposizione ho fatto vedere concretamente, cosa significa per me svolgere un allenamento giovanile. Ho cercato di illustrare più l'aspetto metodologico che quello tecnico che fino ad un certo punto di vista ritengo secondario. Infatti se un Allenatore pone l'insegnamento della tecnica come unico punto di riferimento della proposta in palestra, senza usare un buon metodo, l'insuccesso dell'attività sarebbe certamente più grave che il contrario.

Con gli Allenatori presenti quindi si è parlato di meteodo utile per il Settore Giovanile e in particolar modo per le categorie dei più giovani, Under 14 e Under 15.

Questi i concetti essenziali del Clinc:

Per fare l'allenatore (bene) bisogna avere un metodo. Cercare, sperimentare, costruirsi un buon metodo è la riuscita interazione tra le conoscenze teoriche e l'esperienza sul campo. Tanto più saprò trasferire in pratica le conoscenza tecniche che possego in forma teorica, tanto più riuscirò ad essere incisivo e vincente nel mio modo di essere istruttore e allenatore nei confronti dei ragazzi che alleno.

In ogni seduta di allenamento cerco di pormi questi obiettivi personali sull'allenamento che andrò a svolgere:
  • l'allenamento serve per allenare le persona in forma pratica (si corre...);
  • le cose che propongono devono far presa sugli atleti (devono essere motivanti);
  • devo far scoprire piacevolmente alle persone davanti a me nozioni e valori (insegnare...);
  • devo cercare di essere chiaro, coerente e lineare;
  • devo cercare l'interazioni migliore tra allenatore e giocatori e tra gli stessi giocatori;
  • di solito è giusto partire dal semplice, arrivaando poi al più complesso (più lento - più veloce);
  • più che imporre movimenti da eseguire chiedere di risolvere problemi e situazioni.

In più sarà facile, alla fine di ogni allenamento, capire delle facce dei ragazzi che ho allenato, se la proposta sia stata utile oppure no. Se noto e vedo che le cose non sono andate bene, devo cercare, all'allenamento successivo, di far funzionare meglio le cose cercando meglio l'equilibro tra l'insegnamento teorico e la sua sperimentazioni sul campo. Non scordiamoci che se l'Allenatore è uno a cui piae insegnare, l'Allievo è uno a cui piace divertirsi.

E' quindi importante avere un buon metodo di allenamento che faccia risolvere problemi, prima ancora di dettare delle soluzioni, che possa portare a prendere delle decisioni autonome, piuttosto di far eseguire a memoria dei movimenti pre-ordinati. Alla fine tutta questa attività che tende a far interiorizzare le scelte porteranno le persone davanti a noi ad essere più autonome in maniera efficace e vincente.

Aiutare gli Atleti a trovare le risposte più efficaci e metodo unico per tirare fuori quello che è già dentro i giocatori che alleniamo. Solo con l'utilizzo costante del buon metodo aiuteremo veramente i nostri ragazzi a interiorizzare e a capire quanto sperimentato sul campo per poterlo usare la volta successiva.

L'obiettivo finale è quindi quello di avere un metodo per rendere autonomi i giocatori, ma forse ancor prima e ancora di più le persone.

In più, al contrario di altri ruoli educativi abbiamo un grande vantaggio... quello di insegnare lo sport più bello del mondo. I ragazzi che abbiamo di fronte spesso amano il nostro sport e la loro passione va alimentata in maniera esponenziale con il nostro esempio e con l'esercizio costante delle belle emozioni che il nostro sport ci regala in ogni occasione. Tecnica, tattica... strategia sono solo il mezzo per poter crescere con impegno verso l'importante obiettivo di divertirsi a migliorare.