sabato 16 maggio 2009

PILLASTRINI: AMORE PER LA PALL. VARESE
PRIMA PERO' VOTO DI FIDUCIA!!!


Riporto una frase sibillina di coach Pillastrini sul suo futuro a Varese. Non mi è piaciuta per niente, non perchè l'ha detta, ma perchè dietro a quella frase si nascondono problemi economici che se non verranno superati metterebbero a rischio il progetto intrapreso il giorno dopo la retroccesione. Queste parte dell'intervista (che potete leggere interamente su www.laprovinciadivarese.it)

Articolo di Caielli: ... Però è arrivato il momento di parlare un po' del futuro: tre settimane fa, dopo la partita con Veroli, ci aveva pregato di non chiedergli nulla su quello che sarebbe successo da lì in avanti, perché aveva voglia di godersi quel momento meraviglioso. Ora è passato un po' di tempo, e il Pilla non ha problemi a guardare avanti, provando a rispondere a qualcuna delle domande che tutti in città si stanno facendo: «Ci sono - dice - delle scadenze burocratiche di competenza della società: bisogna chiudere l'annata scorsa e assolvere gli adempimenti per iscrivere la squadra al prossimo campionato».

"Assolvere gli adempimenti" a casa mia significa solo una cosa e la frase non è bella per iniziare a programmare il futuro.

mercoledì 13 maggio 2009

ESISTE UNA DEONTOLOGIA DELL'ALLENARE?
MEGLIO VALUTARE ALLENATORI O PERSONE?


Sono andato alla ricerca di un codice deontologico degli allenatori. Non solo quelli di pallacanestro, ma più in generale degli Allenatori di qualsiasi sport, non a caso Allenatori con la A maiuscola.

Nel mondo web ci sono diversi documenti che riguardano per lo più codici di autoregolamentazione di Allenatori che si associano tra di loro per salvaguardare interessi comuni.

E' difficile però trovare un codice etico deontologico che riguardi l'attività di Allenatore fine a se stessa, senza associazioni o contornismi vari.

Dovrebbe essere il CONI forse, che dovrebbe farsi carico di una editto del genere.

Uno degli aspetti deontologici di un Allenatore, dovrebbe essere quello di non parlare mai male in pubblico (ma forse anche in privato) di un collega. Ma questa volta non esiterò alla poca osservanza di questa regola, per mettere a frutto quello che ormai sto pensando da giorni.

Dicevo, non si dovrebbe mai parlare mai di colleghi. Però mi permettto di dissintire su atteggiamenti di "qualcuno" visto e incontrato nelle ultime settimane per un semplice fatto di cronaca che riporto.

Quando si affronta una partita, ognuno di noi ha più o meno motivazioni in base alla gara che devi giocare, agli avversari con cui ti devi confrontare e all'altro allenatore che devi cercare di "fregare" (in termini sportivi naturalmente). Ci sono state partite quest'anno, ma più in generale, nel corso della mia ormai quasi trentennale carriera, in cui ero comunque poco motivato a dare il mio contributo alla causa e altre invece dove fin dall'inizio, con l'argento vivo addosso, mi muovevo saltando di qua e di la lungo il box della panchina.

Tutto questo penso faccia parte del gioco e la gioia e il divertimento di sedermi in panchina quasi 100 volte all'anno, mi ha fatto passare con allegria e felicità questi miei primi 40 anni.

Passiamo alla cronaca. In tutti questi anni di militanza non mi era mai capitato di vedere un allenatore avversario così carico per affossare gli avversari e l'altro allenatore che sono rimasto non solo stupito, ma anche molto deluso e "arrabbiato".

Cercare di vincere una partita ci sta. Farlo con ardore e passione sono la base dello sport, ma superare nei modi, negli atteggiamenti e nelle parole in campo (e fuori) quelle norme non scritte di correttezza e lealtà allora qua si precipita da un altra parte.

L'esaltazione immotivata, il fomentare le persone al seguito e il mancato rispetto degli avversari sono cose che non dovrebbero far parte dei comportamenti di nessuno. A maggior ragione quando si parla di Allenatori giovanili.

Nel passato ho commesso molti errori, alle volte giustamente ho dovuto tornare indietro e chiedere scusa. Ma questa volta, caro amico, hai sbagliato pure tu di grasso... cioè grosso.

martedì 12 maggio 2009

VARESE: 11 MAGGIO 1999 - 11 MAGGIO 2009
UNO SCUDETTO CHE VALE UNA STELLA


Non posso non festeggiare una giornata storica per la pallacanestro a Varese. Non posso non fermarmi un attimo e ricordare quella serata dell'11 maggio a Varese. La serata dello scudetto numero 10 di Varese. La serata della stella.

Gara tre a Varese: Varese Rooster-Benetton Treviso. Un ora prima della partita seduto sui gradini zona distinti, con il solito biglietto omaggio degli allenatori della giovanili. Dopo poco tutto esaurito. Palazzetto oltre quota 5.000, forse 6.000. Tutti stipati per vedere scrivere la storia.

Il ricordo più vivo, oltre al balletto di Pozzecco con il naso rotto, dopo un canestro pazzesco con l'inerzia tutta biancorossa, il rumore di quelle migliaia di bombolette... Un rumore assordante per ore, che non durò ovviamente solo durante la gara, ma anche prima, oltre tutto il riscaldamento... ma che rimase dentro le mie orecchie per due-tre giorni.

Rumore... rumore... gioia di un azione e rumore che già alto, si alzava ancora di più. Rumore assordante per minuti interi che diventava ancora più forte quando Varese segnava.

Difficile ritrovare momenti simili. Saranno emozioni uniche e irripetibili.

Che ricordi. Che gioia. Grazie Varese. Grazie Rooster.

Articolo Varese News
Rooster Campioni d’Italia