martedì 6 novembre 2007

LIVELLO CAMPIONATO UNDER 14 OPEN

Proprio nell'edizione quotidiana dell'inserto sportivo de "La Prealpina" il noto giornalista Giuseppe Sciascia scrive questa considerazione nella parte riservata al Campionato Under 14 Open (ragazzi nati nel 1994):

Ma in generale, alla luce dei già numerosi risultati modello "tanti a pochi", certamente del tutto contrari allo "spirito" formativo della qualità ad alto livello dell'Eccellenza giovanile, delle due l'una: o ha sbagliato il CRL ad accordare troppa "buona fede" alle società ammettendo indiscriminatamente tutte le iscritte senza stabilire un criterio minimo di selezione, oppure chi ha chiesto di partecipare alla fascia Open senza averne i mezzi ha commesso un errore di (sopra) valutazione delle proprie forze piuttosto evidente…

Sono stato, insieme ad altri allenatori, il fautore dei campionati open anche a livello di Under 13, nelle fasce non coperte dalle finali nazionali di categoria. Ho sempre sostenuto che il confronto fisico, tecnico e di abilità dev'essere parte integrante di un processo di miglioramento, tra forze che più o meno si equivalgono. Con l'aiuto e la benevolenza di Enrico Ragnolini dall'annata dei 91 quando erano Under 13 il CRL ha istituito il Campionato Under 13 Open, trovando terreno fertile in alcune storiche società lombarde che hanno accettato di buon grado il fatto di poter partecipare a questo campionato d'elite.

L'esperienza è continuata in maniera positiva e meritoria in questi anni, tale da essere di fatto "copiata" da altre regioni d'Italia. Purtroppo nota dolente è sempre stata la questione arbitrale... ma ogni buon istruttore giovanile, sacrifica pure uno, due successi all'anno per arbitraggi casalinghi piuttosto di partite dallo scarto oceanico nei propri rispettivi campionati provinciali.

Fino ad oggi, quindi tutto bene.

Ora con la riforma dei campionati e la dismissione delle finali nazionali Under 14 voluta dai vertici della FIP ha fatto retrocedere gli attuali Under 14 ad un livello di gioco di per se meno importante e meno motivante per tutti. Come dire che il ritorno dell'istituzione delle finali nazionali della categoria Under 14 (ufficialmente proprio dall'anno 2000 in cui il sottoscritto allenava l'annata 86 alla Pallacanestro Varese) dopo diversi anni di "Titolo non assegnato" è stato un errore di valutazione.

Totale generale cosa voglio dire.

L'errore grossolano in prima istanza è stato fatto della Commissione Attività Giovanile della FIP che ha tolto, cancellato in un sol colpo e senza chiedere niente a nessuno (come capitava spesso nel passato) le finali nazionali Under 14 (di cui chiedo a gran voce il ripristino già dalla stagione 2008-2009) per poter rendere importante un campionato che seppur svolto da ragazzi di 14 anni ha la sua importanza e valenza anche a livello di risultato finale e per tutte quello che ne consuegue.

Dicevo che con la cancellazione delle finali nazionali Under 14 il campionato ha perso di valore e il CRL non ha ritenuto di effettuare nessuna "selezione all'ingresso", seguendo il trend delle scelte dei vertici della FIP. Purtroppo questo allargamento per iscrizioni volontarie non ha aiutato certo l'innalzamento del livello, (anzi l'ha di fatto abbassato con molti scarti altisonanti) ma quale piccola società con magari un paio di elementi di buon livello non avrebbe fatto la stessa sclta pur di mantenere intatto un gruppo che in alternativa avrebbe potuto sgretolarsi in società limitrofe iscritte all'eccellenza??

Da una parte quindi comprensibile la scelta di qualche società piccola che ha cmq sbagliato in effetti la valutazione delle forza del proprio gruppo... ma se dovessi anche trovare qualche altro errore, penserei alla possibilità di due fase di torneo. Un primo girone di tipo magari geografico, con gare di sola andata che sarebbe dovuto terminare a dicembre con una prima classifica che avrebbe potuto dare una sorta di wild-card alle formazioni migliori che avrebbero proseguito tra di loro per il titolo lombardo, mentre le altre di seconda fascia avrebbero certamente trovato maggiori benefici scontrandosi tra di loro.

In effetti, se ci pensiamo bene a quello che capità già per l'eccellenza e l'open nelle categorie dei più grandi.


Ma non perdiamoci d'animo e prendiamo la palla al balzo per fare bene nelle prossime stagioni.

domenica 4 novembre 2007

GUIDO SAIBENE (LOTTOMATICA ROMA):

IDEE SULLA PALLACANESTRO

Ho trovato queste nozioni di Guido Saibene (attuale vice allenatore alla Lottomatica) e grande esperto d'insegnamento giovanile sulle metodologia d'insegnamento per quanto riguarda la pallacanestro giovanile. Ve la propongo, poi la commento:


Come insegnare: il metodo
Per metodo si intendono l’insieme delle operazioni che permettono di strutturare e organizzare il lavoro, per permettere agli allievi di raggiungere gli obiettivi previsti.

Nella programmazione si deve:
1. pensare a situazioni di partita. Ricreare situazioni che si verificano nel gioco. Non dobbiamo pensare al palleggio al passaggio al tiro fini a se stessi.
2. creare problemi che il giocatore deve risolvere. Proporre degli
esercizi in cui creeremo dei problemi che il giocatore dovrà risolvere
autonomamente trovando la soluzione più opportuna. Questo aspetto è fondamentale.
3. stimolare alla creatività, alla responsabilità, all’autonomia.
I ragazzi devono essere messi nella condizione di essere creativi, prendersi delle responsabilità, sbagliare. L’errore è semplicemente un errore, non va demonizzato. Significa che in quel modo non va bene e bisogna procedere in un altro. Per favorire questo percorso dei nostri ragazzi dobbiamo prestare attenzione al nostro atteggiamento, al modo di rapportarci con loro per non inibire questo processo.
4. l’obiettivo è la risoluzione del problema non la forma del movimento. Per questa ragione sarà sempre opportuno che l’atleta debba eseguire gli esercizi tenendo conto del loro scopo e non solo della loro forma esterna o della conformità con un modello ideale di riferimento.


Il punto uno dice di non pensare a situazioni di fondamentali fini a se stessi. Niente o quasi direi 1 contro 0 o esercizi troppo analitici. I fondamentali applicati, più che fondamentali fini a se stessi. Parole sante!

Punto due: creare esercizi con problemi da risolvere più che soluzioni da memorizzare. Esercizi diversi e variegati con situazioni di gioco da dover superare e risolvere sempre più con meno tempo a disposizione. Faccio un esempio che spero possa chiarire. Se fate un esercizio di 1c1, l'azione offensiva non può durare più di tre, quattro secondi, 2c2 direi 5, 6 secondi; 3c3 8, 9 secondi e così via. Più spazio meno tempo.

Punto tre l'errore: sugli errori di esecuzione su scelta corretta date sempre un imput positivo, pur facendo notare (con dolcezza mista a incazzatura) che l'esecuzione faceva cagare. Sugli errori di scelta interrempote l'esercizio e fate rivivere la situazione al vostro ragazzo domendando a lui quale sarebbe stata la soluzione migliore. Il più delle volte rivivendo mentalmente il percorso la scelta cambia e l'apprendimento diventa repentino.
Non per forza quello che sapete voi, lo sanno anche i vostri giocatori. E per trasferire questa conoscenza dovete aiutarli nella comprensione. Non cazziandoli e facendo discorsi (inutili) di poco impegno (se l'impegno c'era...) ma risolvendo insieme a loro il problema.

Punto quattro: non credo ai miei occhi!! "l’obiettivo è la risoluzione del problema non la forma del movimento." Non preoccupatevi se la forma non è corretta. Se il problema viene risolto va bene così. Mi viene in mente un esempio. Se uno tira di destro a sinistra o viceversa in terzo tempo o arresto, quello che è... superando in qualche modo l'ostacolo del difensore, non cazziate la gente per nulla. Il tiro ha risolto il problema?? Se si, non dite nulla. Imparate a risolvere il problema con un metodo diverso dalla vostra (anche mia intendiamoci...) limitata visione delle cose.

Grazie Guido. Già ti stimavo molto... adesso ancora di più.