sabato 14 aprile 2007

UNA PERSONA... UNA PASSIONE!!


Ci sono persone che non vengono mai alla ribalta delle cronaca, che svolgono lavori che nessuno vuole fare e che rimanendo umili servitori garantiscono il proseguo di una attività che senza di loro sarebbe certamente meno brillante e meno organizzata.

Una di queste persone è Aldo Monti. Da ormai alcuni decenni responsabile organizzativo del Minibasket delle varie società sportive di Varese. Iniziando la carriera (dapprima come Istruttore) poi come segretario alla Robur et Fides Varese, per anni si occupa delle iscrizioni dei bambini che giocano a Minibasket a Varese. Fu in effetti clamoroso dopo parecchi anni di militanza nella società di Via Marzorati, il passaggio del mitico Aldo dal colle della Robur a quello della Pallacanestro Varese.

Seconda giovinezza per Aldo in Via Pirandello con a capo la famiglia Bulgheroni che nella nuova struttura del Campus, lo investono insieme all'inossidabile Pino Pinelli alla responsabilità organizzativa dell'attività dei più piccoli. Poi negli ultimi anni, con il passaggio di proprietà del Campus di Bulgheroni ai roburini Corti e Trombetta, l'ex professore Aldo Monti torna a gestire sia il minibasket della Robur che quello del Campus. Il massimo per uno che ha sempre fatto nel corso degli anni gli interessi degli uni o degli altri. Adesso è tutto sotto la sue regia.

Bravo Aldo. E sopratutto Grazie. Grazie per quello che hai fatto ogni giorno della tua vita. Ti ringraziano soprattutto tutte quelle centinaia di bambini che hai fatto divertire, giocare e gioire nel nome della pallacanestro e nel nome del tuo gran buon senso.

Un solo episodio finale per descrivere Aldo. Alle prime finali nazionali di Bormio con il gruppo 86 Aldo era il mio accompagnatore. Dopo le prime due giornate avendo visto tutte le squadre delle finali gli chiesi: "Aldo come ci vedi?" e lui... con aria sicura mi disse: "Noi siamo da finale 5° e 6° posto... ma possiamo fare molto bene perchè ci sei tu che alleni!" Grazie per la fiducia Aldo. Quello scudetto è anche tuo!





LA NAZIONALE IN MEZZO AI GIOVANI


Come allenatore di settore giovanile ho sempre vissuto le convocazioni degli atleti nel giro azzurro che ho avuto la fortuna di allenare in questi ultimi anni come una lontana e necessaria costrizione.

La Nazionale dovrebbe rappresentare un momento di gioia per tutti. Per l'atleta convocato perchè è comunque il raggiungimento di un obiettivo che anche se non dichiarato ti riempie d'orgoglio, per l'allenatore del ragazzo convocato perchè dovrebbe aumentare il grado di responsabilità che quest'ultimo dovrebbe avere nei confronti della crescita tecnica e tattica dello stesso atleta e infine per la Società che dovrebbe veder aumentare rispetto e considerazione nelle gerarchie del potere.

Nel mio caso parlando solo per quanto riguarda la parte riguardante l'allenatore di un convocato, pur essendo stato contento delle varie convocazioni, l'ho sempre vissuta in malo modo, da lontano e ho sempre visto l'arrivo della convocazione come qualcosa cha arrivando dall'alto, dal cielo, se ne andava (post raduno) senza lasciare traccia.

A mio modo di vedere dovrebbe essere esattamente l'opposto. La Nazionale Italiana ed i suoi referenti dovrebbero lasciare il segno. In Lombardia ci sono parecchi giocatori nel giro azzurro, ma in questi anni non ho mai visto allenatori e referenti dell'Italia che conta bazzicare nelle palestre nostrane a chiacchierare con allenatori, genitori, giornalisti e appassionati.

Sono stato infatti piacevolemte sorpreso dalla presenza di Charlie Recalcati alla scorsa finale del Trofeo Garbosi. Mi ha fatto piacere che il Comissario Tecnico della Nazionale si sia messo a disposizione di tutti per fare foto, autografi e scambio di qualche battuta. E' così secondo me che si costruisce una benevolenza verso la maglia azzurra. E' vero che per la maglia con scritto ITALIA si farebbe di tutto... ma la differenza tra benevolenza e indefferenza delle gente comune, come potrei essere io, sta nelle persone che rappresentano l'Italia in giro per il Bel Paese. Bravo Charlie... non ti fermare... almeno tu!!

mercoledì 11 aprile 2007

OLTRE LA NOTIZIA E OLTRE LA VITTORIA


La notizia è di quelle belle da dare perchè vincere un torneo così importante e così prestigioso come il Trofeo Garbosi (arrivato tra l'altro alla 28 esima edizione) non è roba da poco. Vincerlo poi a Varese a livello personale ha un gusto e anche un retro gusto che per qualche giorno mi lascierà dolci ricordi.


E' bello sapere che ci sono molte persone che ti stimano, è bello incontrare persone che ti fanno i complimenti per come giocano le tue squadre, è bello sapere che la tua gioia è condivisa con il resto del gruppo.


Per andare oltre la notizia e oltre la vittoria però è necessario fare un passo indietro e recuperare tutto quello che è stato fatto nel passato da questi ragazzi. Ed allora è doveroso ringraziare tutti gli istruttori-allenatori che hanno contribuito alla crescita tecnica-tattica e umana di questi 12 giocatori di settore giovanile.


E' facile ed è anche sinceramente gratificante prendere dei complimenti per della vittorie importanti... ma sono certo che tutto quello che avviene, non avviene per caso. Teo, Ale, Claudio, Stefano, Dario, Simone, Anthony, Niccolò, Andrea, Tommaso, Cesare, Bella e Daniele con il fido coach Alberto hanno dato prova di grande determinazione e buona capacità tecnica. Ma tutto questo è dovuto alla grande mole di esperienza maturata in questi anni. Non dimentichiamo quindi per un attimo di guardarci indietro e di ringraziare chi di dovere. Quando capita l'occasione è giusto ringraziare tutti quelli che ogni giorno fanno qualcosa per noi. Non dimentichiamoli.

LA STORIA DEL GRUPPO DEL 1986


Vi dico subito che il racconto è un po' lungo. Sono la storia raccontata di due anni passati insieme ad allenarci e a divertirci... se avete un po' di tempo da perdere iniziate pure...


Tutto nacque il 1° luglio del 1997, avevo un appuntamento molto importante per la mia “piccola” carriera di istruttore di pallacanestro. Infatti proprio quel pomeriggio dovevo incontrare il responsabile del settore giovanile della Pallacanestro Varese.
La proposta fu allettante e convincente: “Quest‘anno alleni la squadra allievi (Under 15), l’anno prossimo inizierai dai più piccoli, cioè dalla squadra propaganda, nati nell‘anno 1986”.
Non potevo assolutamente rifiutare, entravo a far parte di una società di serie A. Per ogni istruttore od allenatore il sogno della propria vita. E così iniziò l’avventura dapprima con il gruppo allievi (83-84), terminato con due sconfitte di misura, contro quelli che qualche settimana dopo furono battuti soltanto in finale scudetto dalla corazzata Livorno. Poi esattamente venerdì 26 giugno 1998 ci fu il primo allenamento con il gruppo 86 al Campus alle ore 18.00.
Mi ricordo come se fosse ora. Tribuna assiepata di genitori. Ragazzini impauriti dal nuovo istruttore, e io per mettere tutti a proprio agio cercai subito di far capire chi ero, cosa volevo, quando lo volevo e perché lo volevo. Il risultato più lampante, fu che due ragazzini smisero di giocare a basket, forse avevo esagerato un attimo, in compenso ne recuperammo un paio da una società d‘oratorio che parlando con il loro responsabile ce gli avrebbero ceduti volentieri (solo in seguito capimmo il perché scherzo!).
E così il primo settembre iniziò quella può essere definita “La nostra storia”. I presenti al primo allenamento furono: Anselmi, Calamia, Canavesi, Castelli, Borello, Manzo, Marabini, Moioli, Prestifilippo, Remonti, Zocchi; totale undici, assenti per “stato di vacanza” Lavit, Masini, Nalesso, Tomasella (che arrivò direttamente da Cantello il giorno 18), e poi si aggiunsero in seguito i due 85 che ci dovevano rinforzare nel campionato ragazzi: Massaro e Porrini. Totale 17.
Prima amichevole ufficiale contro Basket Lugano (85), a seguire dapprima Venegono che doveva affrontare il campionato open, poi la Stella Azzurra Malnate, con cui durante l’anno avremmo dovuto incontrarci qualche altra volta. Seguono due belle amichevole con la Sony Milano, di cui una al Paltrussardi, con successiva partita della serie A, tra l’altro vinta d’un soffio, e un torneo ad Arese vinto “a mani basse”.
Iniziò così a novembre il Trofeo “Ragazzi”, prima partita a Castronno, ritrovo direttamente in palestra. Come non ricordare le macchine di numerosi genitori che facevano la spola fra la palestra di Castronno e le proprie abitazioni, alla ricerca del “dimenticato” documento d’identità. Successivamente giocammo con Casorate e Verghera, vinte tutte e due facilmente. Vincemmo anche il Torneo a Gallarate battendo nell‘ordine Sony e Robur ci Fides.
Arrivammo alla “classica” sfida di Natale fra Genitori e Figli, vinta a dir poco “clamorosamente “ dai genitori medesimi, che oltre a vincere dovettero pagare anche la pizza.
Gennaio, Febbraio e Marzo furono i mesi della disperazione, questi i dati più significativi, di un periodo veramente nero. La mamma di Masini mi comunica che Luca risente di una osteite apofisaria dell‘accrescimento (detta anche Osgood-Schlatter) rimarrà fermo tutto il resto della stagione. Qualche giorno più tardi arrivano altre due diagnosi di questa malattia, Lavit, Manzo, fermi tre mesi. Arriva anche la prima sconfitta stagionale: Casorate batte Varese 72-63, con invasione di campo dei tifosi locali, pari solo alla vittoria dì uno scudetto. In quella partita si fa male anche Ans, che rompe l’unico osso del piede che nessuno conosce.

Venticinque partite in 88 giorni vale a dire una partita ogni quattro giorni, stile NBA c‘è sicuramente da segnalare anche la prima sconfitta nel campionato propaganda ad opera della Valceresio, che con un paio di canestri incredibili a fine partita espugnano il Campus tra lo stupore generale.
Arriviamo ad uno dei momenti più importanti della vita cestistica di un ragazzo. cioè la partecipazione al Trofeo Garbosi, che cade nel ventennale, cento squadre invitate ed una risonanza a livello nazionale, con la partecipazione di tutte le migliori formazioni di categoria, italiane e straniere. Ospitiamo Roncedelle, società gemellata con noi, da stretti rapporti di collaborazione. Finisce più quaranta, poi ci sono Vedano ed Anzio, ma nell‘aria c’è già l’attesa per la partita con il Basket School Sabonis Kaunas, formazione lituana che può contare su elementi fisicamente molto interessanti, ma anche su un ottimo talento. All‘intervallo siamo 24 a 19, con bomba di tabella (con passi incorporato) dopo una rimessa laterale. Siamo tutti un po’ increduli, ma la voglia di vincere quella partita ci fa buttare il cuore oltre l’ostacolo e vinciamo.
Le facce tristi e sconsolate dei ragazzini lituani non le dimenticherò facilmente. Si aspettavano tutto ma non di perdere, non ci credevano, sembrava quasi che avessero tradìto la patria E’ finale al Palazzetto di Masnago. I fischi al nostro indirizzo, al nostro ingresso in campo, la dicono lunga sull‘atteggiamento dei presenti, tutti o quasi tifano Scavolini. E’ la logica dell’invidia, purtroppo esiste anche quella. La partita nel secondo tempo non ha storia, vince Pesaro, a noi rimane il fatto di aver scritto a nostro pugno il nome della nostra società come finalista del torneo.

Riprendono i campionati, e anche le partite importanti, come la vittoria a Buguggiate (ragazzi), il primo trentello rifilato a quelli della Valceresio ad Arcisate, ammutolendoli (.53 a 83), e i play-off ragazzi con il passaggio del turno contro Malnate vincendo di venti a Malnate e perdendo al Campus di quindici.
Siamo arrivati così nel mese di giugno, fiori ancora per infortunio Masini e Manzo, ci apprestiamo a disputare le finali provinciali propaganda, primo titolo sportivo per le categorie giovanili. Vinciamo contro la nostra squadra 87, per poi regolare di misura (49 a 43) i cugini della Robur et Fides. Campioni provinciali.
Partiamo per il Trofeo “Bulgheroni“, destinazione Bormio, Hotel Rezia (molto bello), affrontiamo le selezioni di tutte le Province lombarde, ci difendiamo bene con l‘innesto di un talento del sud. Stefano Simeoli che arriva da Caserta, con il suo fido accompagnatore Michele! Prima ancora della manifestazione sportiva, impariamo a conoscerci meglio vivendo a stretto contatto, l‘uno con I ‘altro. Per esempio è essenziale sapere che Mattia deve mangiare in un tavolo, completamente isolato da tutti, pena l’aumento del proprio peso. Sappiamo che Mosti urla e picchia il proprio cuscino nelle ore notturne, che a Matteo è meglio stargli lontano quando si addormenta, potrebbe colpirti in pieno volto, sappiamo anche che a Federico piacciono delle corse notturne al proprio bagno inneggiando il nome di sua madre, che Edo, qualsiasi cosa che cammina di sesso femminile la tampina, ecc.
Tornati da Bormio ci appresta per l‘ultimo impegno stagionale prima delle meritate vacanze estive. Partecipiamo alla Coppa Giove, classico torneo che ci vede piazzare al quarto posto, dietro al Barcellona, Basket School Brianza e al Badalona.
Finisce tutto domenica 27 giugno in una bella giornata, presso il Ristorante Ai Mirti con un nascondino d’altri tempi. Baci ed abbracci, ma nessuna lacrima, anche perché c‘è già in programma una bella trasferta al mare e precisamente a fine agosto. Rimini!

ANNO NUOVO… SQUADRA VECCHIA

La nuova annata si apre con la partecipazione alla IV° edizione del Torneo di Rimini in concomittanza con il meeting di CL. La formazione ampiamente rimaneggiata, inserisce nel proprio roster elementi di classe 87, ed anche un “lungo” proveniente da Ortona: tale Castelluccia.
Vinciamo con Pesaro e perdiamo di uno con Rimini e di quindici con Milano, che schiera il nuovo acquisto Priuli, prelevato dal Basket Magenta.
Mercoledì 1 settembre inizia ufficialmente la stagione sportiva 1999-2000 ed al primo allenamento è facile prevedere gli assenti: Lavit (perennemente in stato di vacanza), Masini (ancora sotto protezione medica) ed il neo-acquisto Nick Conti, che con Daniele Pellegrini sono i nuovi arrivati all’interno del gruppo.
Prendiamo parte alla IV edizione del Memoral “Bertini” a Padova e incontriamo Limena (+25), Verona (+12) e Treviso (+3) nel girone eliminatorio, per poi battere in finale gli amici di Caserta per 85 a 75.
Passano i giorni ed anche gli allenamenti, inizia il Trofeo Ragazzi Open, campionato a livello
regionale, che dovrebbe racchiudere quanto di meglio c’è in Lombardia per quanto riguarda la classe 1986. Prima partita, prima trasferta a Milano, squadra da battere Ebro, di cui si dice un gran bene, finalista l’anno precedente nelle finali propaganda a Milano: 44-96 con 5 bombe di Marco Remonti, segue una delle partite più dure, infatti il coriaceo Vigevano perde di misura a Varese (73- 67) con il “promettente” Cavallaro che ci rifila un beL 37. Seguono partite scontate come con San Maurense, Magenta, Vimercate (out per infortunio: Anselmi, Canavesi, Manzo, Borello), Mortara ed Arese. Arriva così il primo derby stagionale, in un centro Robur stracolmo di gente c’è forse una delle più belle partite che abbia mai visto a questi livelli. Finisce 91 a 86 tra gli applausi, con un break propiziato ad inizio del terzo quarto (16 a 2) che lascia tramortiti i roburini.
Battendo Bernareggio nell’ultimo turno di andata diventiamo Campioni d’inverno, e soprattutto rifiliamo un bel trentello ai secondi in classifica.
Inizia il girone di ritorno, ma la sostanza dei risultati sul campo è la medesima. Partite tutto sommato facili che ci impegnano solo fino ad un certo punto. Devo dire che alle volte è meglio un sano e faticoso allenamento tra di noi, piuttosto di una partita scontata. Organizziamo qualche amichevole con squadre di categoria cadetti, infatti dapprima il Bosto 84, Malnate e Daverio ci rendono la vita sicuramente più dura, in modo tale da trovare più difficoltà nel nostro gioco.
Devo essere sincero e dire che durante l’anno più volte ho avuto l’impressione che gli allenamenti andassero per loro conto, senza un gran intervento da parte mia, proprio perché quel sano agonismo e quella rivalità che si creavano sul campo, facevano lievitare il livello competitivo degli allenamenti con una conseguente crescita da parte di tutti, e con un miglioramento visibile anche ad occhi inesperti. Tutto ciò mi dava grande fiducia, e l’avvicinarsi delle finali regionali e delle partite che avrebbero deciso il nostro futuro non mi destavano più di tanta preoccupazione.
Arriviamo così al derby di ritorno con la Robur, giovedì 16 marzo sul campo 1, luogo ideale per poter giocare ancora meglio del solito, poi contro i “cugini”. Partita equilibrata solo nel primo quarto, poi un parziale di 16 a 2 affievolisce la carica agonistica dei roburini, con un finale di partita abbastanza tranquillo se si eccettua un cambio (5 dentro-5 fuori) effettuato dal sottoscritto per scarsa concentrazione di chi stava giocando.
Si finisce la fase regolare con la partita a Bernareggio. dove un altro secondo quarto da “turbo” ci sospinge verso il “percorso netto” e soprattutto ci da l’accoppiamento nella seconda fase con la Pallacanestro Cantù.
E così fu + 60 all’andata + 21 al ritorno accesso alle finali regionali e momento importante (a livello d risultati) che si avvicina.

Partecipiamo al Torneo organizzato dalla Victor Rho e sappiamo di dover incontrare gli amici dello Zalgiris Kaunas, ancora con il dente avvelenato dall’anno precedente. Oltretutto noi siamo senza i due “lombardi” Canavesi e Castelli che stanno partecipando al Torneo delle Regioni
Totale: + 60 con Biella, +27 con Arese e un — 67 con Kaunas che ci fa molto riflettere, e c’insegna soprattutto che noi possiamo pensare di fare tutto il possibile per poter migliorare, per poter progredire, che stiamo facendo la strada giusta per poter ottenere dei risultati importanti, ma alla fine in qualche altra parte del mondo c’è sempre qualcuno che sta “lavorando” più di te, che si sta impegnando più di te, e che quello che stai facendo potrebbe non bastare, anzi non basta!
Finale 3-4 posto con l’Olimpia Milano, che avrei preferito non incontrare, per questioni di scaramanzia. Primo tempo sotto di venti Secondo tempo con nove bombe di cui l’ultima da nove metri di tabella all’ultimo secondo (tutti sognano un canestro così) vinciamo la partita e arriviamo terzi in un torneo dove la differenza tra le squadre italiane e quelle straniere ci deve far riflettere.
Ci apprestiamo ad affrontare le finali regionali: primo ostacolo la vincente dei gironi provinciali, incontriamo Caravaggio e il + 67 finali fa capire la differenza tra chi partecipa ad un campionato open e chi invece gioca a livello provinciale.
Tutto è ormai pronto per le sfide decisive. Primo ostacolo sul nostro cammino è il Basket School Brianza che più volte abbiamo incontrato in questi due anni. Partita con buone percentuali di tiro, ma con un impegno difensivo non adeguato alle situazioni. Infatti il play avversario tale Pozzi ci rifila un bel quarantello, il che fa ancora più specie se consideriamo che non ha effettuato alcun tiro da fùori area. Riusciamo comunque ad imporci mantenendo le distanze, durante la gara, di una decina di punti, anche se spendiamo tanto in termini di fatica fisica e mentale. Ma tutto deve passare in fretta, ci aspetta l’Halifax Milano che batte Bernareggio nell’ altra semifinale non convincendo.
E così dopo mesi in cui si preannunciava una finale regionale con Milano e Varese favorite si arriva dunque all’atto conclusivo del torneo, che negli ultimi tre anni ha sempre visto le solite due società a darsi battaglia. Pronti via andiamo subito sotto di sette, anche se l’impressione e che non ci possono travolgere, riusciamo sempre a ricucire gli strappi, e chiudiamo il primo tempo sotto di 5.
Ripresa molto simile con Milano sempre avanti, ma mai con il colpo del KO, rimaniamo a ruota arrivando cosi a 3 minuti dal termine sotto di nove. Il quinto fallo di Priuli ci da ossigeno, e genera fiducia, riusciamo finalmente a segnare da tre i riapriamo alla grande la partita potendo addirittura chiudere i conti nel tempo regolamentare se non ci fosse stato un “fischio inventato” a 4 secondi dal termine. Overtime 5 a 12 per noi, trionfo finale, diventiamo Campioni Lombardi, e ci si spalancano le porte dello spareggio per le finali nazionali. E’ fatta.
Al grido “Campioni Lombardi eee ooo!!” usciamo dalla palestra di Via Rossetti tra gli applausi e gli abbracci dei nostri amici e dei nostri tifosi. E’ una festa. Grazie ragazzi!

La domenica successiva a quella delle finali regionali abbiamo da affrontare uno spareggio interprovinciale, contro una squadra umbra, infatti il Pontevecchio di Perugia vincendo la propria fase regionale si qualifica per l’accesso alle finali nazionali. Chi vince va a Bormio.
Vinciamo di 15, ma devo ammettere che abbiamo fatto una fatica incredibile, giocando parecchio male nei primi due quarti, per poi risolvere tutto in 5 minuti del terzo tempo. Di questa trasferta non può che rimanermi in mente soprattutto il cu... diciamo la fortuna di Luca Masini a giocare a 7 e mezzo, Con le sue giocate, insieme a quelle di Giorgio Calamia, il pulman più di una volta ha rischiato di finire fiori strada per atti vandalici al loro indirizzo
A più di un mese dalle finali nazionali di Bormio l’appuntamento importante oltre ai due tornei di GorIa e di Busto Arsizio, diventano gli esami di terza media, C’è chi consapevole del buon lavoro svolto durante l’anno, affina solamente i propri argomenti, per poter migliorare ulteriormente il proprio risultato finale.., chi invece cerca in qualche modo di recuperare il tempo perso con una flull-irninersion totale nello studio.,, e chi al contrario nonostante la non brillante presentazione agli esami confida nella buona sorte, e nella clemenza dei propri insegnanti. (inutile fare nomi!!)
A sorpresa tutti promossi, un risultato storico.


Ci alleniamo duro, sedute di atletica a ripetizione e cerchiamo anche di migliorare il gioco di squadra prendendo parte a due tornei, quello di Goria dove giochiamo con Cantù +13 con Goria +40 e con i cugini roburini, finisce 110-98. Evviva le difese!
Vinciamo anche il torneo di Busto dove in finale incontriamo una squadra spagnola, Hospitalet, risultato finale 85 a 82 in un palazzetto dello sport pieno di gente! Direi molto salutare la sconfitta in questo ultimo torneo prima delle finali contro un’altra squadra spagnola, che ci fa rendere conto dei nostri attuali limiti.
Recuperati gli ultimi infortunati, partiamo martedì 4 luglio per le finali nazionali, destinazione Hotel Baia dei Pini di Bormio dove ci aspetta un duro ma intrigante soggiorno.
Arriviamo a Bormio e decidiamo di fare un allenamento per riprendere confidenza con un campo da gioco ai più conosciuto, vista l’esperienza dell’anno precedente al Trofeo Buigheroni.
Prima partita di finali con Reggio Calabria: mantenendo un costante margine di sicurezza, vinciamo anche se non giochiamo bene, sappiamo anche che gli avversari odierni dovrebbero essere i meno competitivi del lotto delle finali.
Già il giorno dopo la partita diventa una vera e propria battaglia, infatti contro la sorpresa Udine, che nella prima giornata ha battuto Pesaro, vinciamo di 8 ma faticando veramente tanto. In due ci segnano la bellezza di 62 punti su 69 realizzati dalla squadra. Siamo a punteggio pieno nel nostro girone, però non possiamo lo stesso perdere con Pesaro il giorno dopo, anche perché una sconfitta per più di 10 punti ci confinerebbe verso le finali V — VIII posto. Entriamo in partita molto carichi, il punteggio del primo quarto 35 a 18 lo dimostra apertamente. Andiamo in crisi però dopo l’intervallo da * 18 a meno 6... una vera e propria sofferenza, con Rivali e soci che iniziano a crederci. Riusciamo a recuperare un paio di palloni vaganti e chiudiamo la partita gestendo nel finale un minimo vantaggio. Siamo in semifinale!
Aspettiamo di sapere chi dobbiamo affrontare nella semifinale la sfida è Roma-Caserta. Vince la Ellebielle Fontanavecchia Caserta, “accompagnata” dal nostro Michele detto “Beppe”, che ci giura di poter vincere agevolmente contro di noi.
Risultato finale Varese batte Caserta 70 a 57. Siamo in finale scudetto. Devo ammettere che dopo aver visto che la nostra avversaria per la finale era la Kinder (e non Udine già battuta in semifinale), ho tirato un bel sospiro di sollievo, e mi sono tranquillizzato. Avevamo tutte le motivazioni per fare una grande partita e portare a casa uno scudetto giovanile che a Varese mancava ormai da 23 anni.
Diciamo che non ti capita spesso in una vita di giocarti uno scudetto, cioè il titolo di Campione d’Italia, è un emozione forte, che non si può spiegare a parole, ma che va vissuta per essere capita.
Sicuramènte per un appuntamento così si crea molta ansia, c’è anche un po’ di paura di non farcela, ma quello che ero sicuro che succedesse era il fatto che alzata la palla a due, tutto quello che ci stava intorno scomparisse. Diventava una sfida contro noi stessi prima ancora che contro la Kinder, avevamo fatto parecchi sacrifici, ci eravamo allenati tanto per raggiungere quel traguardo... non potevamo fallire.Sotto una pioggia di bombe (9 in totale) alle 18.28 del 9 luglio 2000 diventiamo CAMPIONI D’ITALIA! Il destino ha voluto premiarci con questa affermazione, il mio primo pensiero va al mio “vecchio” allenatore Bruno Brumana, una mano dal cielo ce l’ha messa sicuramente anche lui.