martedì 11 aprile 2017

ARTICOLO TRATTO DAL SOLE 24 ORE
"LA DURA, DURISSIMA VITA DEGLI ALLENATORI GIOVANILI"


Vi consiglio la lettura di questo articolo apparso sul Sole 24Ore di oggi martedì 11 aprile 2017.

Ecco il link dell'articolo completo: QUI

Si parla di allenatori di basket a livello giovanile.

Mi permetto di scrivere una risposta all'articolo pubblicato da Mattia Losi.


Ridurre il mondo a bianco e nero a mio parere non è mai cosa ne giusta ne saggia. Neppure semplificando molto, le cose sono come descritte. Dover obbligatoriamente scegliere tra “vincere” e “insegnare” ha la stessa valenza di dover scegliere tra bere e mangiare. Non si può affrontare così un argomento.

Ovvio che ogni genitore ha tutto il diritto di scegliere il percorso formativo del proprio figlio, ma anche la Società di turno e lo stesso Allenatore hanno il diritto/dovere di poter scegliere la migliore strada possibile per la propria attività.

Allenare all’Olimpia Milano non è la stessa cosa che allenare all’Oratorio di Canegrate. Allenare una squadra Under 18 non è la stessa cosa che svolgere attività con un gruppo di tredicenni.

Il minimo comune denominatore comunque c’è!
E’ la ricerca della vittoria contro se stessi del superamento di propri limiti. La voglia con attitudine e resilienza di provare a divertirsi a migliorare ogni giorno, ogni minuto. Questo si che fa la differenza. Qui si che un allenatore rispetto ad un altro diventa importante.

L’allenatore che entra in palestra con l’idea di far migliorare i propri ragazzi, cercando di accompagnarli al massimo del proprio potenziale è un ottimo allenatore. Chi percorre questa strada tutti i giorni ha già vinto la propria partita a prescindere dal risultato concreto della gara del fine settimana o del campionato.Sotto questo aspetto migliorare al massimo del proprio potenziale tutti i giorni mette in secondo piano il fatto di arrivare primi o ultimi. Non importa.

Sono convinto di questo percorso perchè ho allenato squadre con giocatori forti, con tanto talento fisico e tecnico, che hanno vinto anche molto con lo spirito giusto... ma alla stessa stregua squadre e gruppi con meno talento e meno possibilità tecniche ma con spirito simile ai colleghi più bravi che hanno comunque raggiunto il massimo del proprio potenziale. I riconoscimenti non sono stati gli scudetti giovanili ma più semplicemente il clima di profonda stima nelle cose che si stavano facendo. E la cosa è stata ugualmente importante e intrigante per tutti...