sabato 20 dicembre 2008
IL TALENTO DEL GIOVANE CESTISTA C'E'... MANCA IL CORAGGIO DI FARLO EMERGERE!!
Sarò come al solito un illuso. Non riesco veramente a percepire qual'è il problema della poca sostanza delle nuove leve giovanili che a dire degli addetti ai lavori mancano di qualità, sia fisiche che tecniche...
Sono andato a vedere con una piccola analisi dei campionati scauttizzabili l'impiego in squadre senior dei ragazzi nati nel 1991 in Italia. Non prendo nemmeno come esempio il caso di Niccolò Melli vera "star" del basket nostrano che considero, come accadde per Danilo Gallinari, il talento "divino" ricevuto per grazia di chissà quale santo in paradiso. Prendo in considerazione però giovani atleti di seconda fascia nelle valutazioni del Settore Squadre Nazionali. Gente che è partita da lontano ed ora con fiducia di chi li allena e di chi li fa crescere e maturare trova spazi importanti nei vari campionati senior.
Il primo esempio è facile facile: Marco Planezio (Blu Basket Treviglio) gioca 8 minuti di media con un punto a partita in serie A dil. In questa serie è l'unico che gioca con minutaggi importanti per la propria squadra di questa annata. Ricordo che Marco pur facendo parte del raduno pre-europei non è stato scelto per rappresentare l'Italia alla massima competizione europea per nazioni. Questo mi fa pensare che se lui ha questi minutaggi e queste possibilità in una categoria importante come la serie A dil, così dovrebbero avere anche tutti i suoi compagni di Nazionale scelti nei 12 e in pratica più forti di lui.
In serie B dil. sono in diversi che se la giocano alla pari con i veterani:
- Gianmarco Stiatti (91), gioca Montevarchi con 16 minuti di media e 3 punti a partita;
- Francesco Dainelli (91), sempre Montevarchi, grazie alla fiducia di coach Baggiani (uno che da giovane la spiegava a molti) gioca 7 minuti di media con 1 punto realizzato ogni partita;
- Salvatore Raneri (91), gioca a Porte Empedocle 26 minuti con 11 punti a gara;
- Dario D'Orta (91, quasi 92) gioca a Maddaloni 10 minuti, 2 punti a uscita.
In serie C dil sono davvero in tanti quelli che hanno la possibilità di crescere facendo la cosa più utile al mondo... giocare!!
- Alessandro Amici (91) in doppio tesseramento Pesaro-Cagli gioca 26 minuti 14 punti di media
- Simone Fiorito (91) gioca a Desio 17 minuti 8 punti
- Stefano Potì (91) gioca a Lucca 13 minuti 7 punti
- Marco Torgano (91) gioca a Desio 11 minuti 4 punti
- Matteo Palermo (91) gioca a Santarcangelo 9 minuti 3 punti
- Pietro Montanari (91) gioca a Vicenza 28 minuti 10 punti
- Enrico Seganfreddo (91) sempre a Vicenza 14 minuti 6 punti
- Tommaso Pascon (91) gioca a Marghera 12 minuti 4 punti
- Nazareno Italiano (91) gioca a Rovigo 10 minuti 2 punti
- Alessandro Barbato (91) gioca a Roncade 8 minuti 3 punti
- Xavier Brown (91) a Desio 9 minuti 5 punti
- Tiberio Ventura (del 1992) gioca a Budrio 8 minuti 5 punti
- Filippo Piazzi (anche lui del 1992) e anche lui a Budrio 4 minuti 1,5 punti
Non aggiungo nemmeno la realtà Biella con il gruppo Under 19 impiegato per intero nel campionato senior di serie C. Una bella realtà già menzionata più volte.
Mi sembra quindi un quadro confortevole considerando che in teoria ci sarebbero molti altri ragazzi qualitativamente migliori di quelli citati come ad esempio il quintetto della Virtus Bologna: Moraschini, Baldi Rossi, Binelli, Fontecchio e Tommasini, relegati a una decina di presenze in serie A in totale e con alle spalle per qualcuno di loro addirittura minuti importanti in eurolega lo scorso anno.
Ma ci sono anche altri nomi importanti come: Simone Centanni (6 presenze con la Montepaschi per 2 minuti giocati dall'inizio dell'anno), il suo collega di Società Antonio Iannuzzi (1 prsenza), Marco Maganza (9 presenza con Udine), il terzetto Benetton Treviso Luca Trevisin, Eros Chinellato e Andrea De Nicolao, per finire a Massimo Ziliani (Pesaro 4 presenze) e certamente altri di cui mi sarò dimenticato...
A tutti questi giovani giocatori, non poteva essere concessa l'opportunità di giocare a livello senior dimostrando con i fatti che i giovani ci sono??
Allenarsi con le prime squadre è importante, progredire nella tecnica con la squadra Under 19 è utile, costruire un fisico d'eccellenza condivisibile... ma giocare in un campionato senior minuti importanti con la pressione giusta e con motivazioni forti penso sia la cosa più utile al mondo.
Le società di serie A dil si lamentano dell'inserimento di un altro under per la prossima stagione agonistica, così come previsto per il primo campionato non professionista in Italia. Beh prendiamo questa gente distribuendoli uno per Società, diamo loro 10-15 minuti di media per poter crescere e fra un paio d'anni nella competizione per nazioni Under 20 potremmo già raccogliere i primi risultati...
POSSIBILE DOVER PRENDERE SPUNTO DALLA PALLAVOLO PER MIGLIORARE LE COSE?
Prendo spunto dalla Pallavolo (e per un allenatore di Pallacanestro è tutto dire) per segnalare che qualche anno fa, passare dai dieci giocatori a referto agli attuale dodici per i campionati giovanile è stata una gran cosa. Ora passato qualche lustro da quella illuminazione vincente mi sembra arrivato il momento di passare alla fase successiva.
Vi prego eliminiamo l'intervallo e mettiamo quattro bei tempi da 12 minuti ciascuno.
Non vorrei sbagliare, mi sembra però che per un anno ci fu un esperimento del genere con i quarti da 12 minuti. Aggiungo però: aboliamo l'intervallo, come del resto capita nella Pallavolo. Non serve a nulla (salvaguarderebbe per altro la salute di un sacco di gente che fumerebbe una sigaretta in meno al giorno) e sopratutto potrebbe regalare minuti preziosi di gioco vero.
I primi a felicitarsi dell'eventuale eliminazione dell'intervallo sarebbero gli stessi ragazzi. Niente più lagne, insulti, elucubrazioni varie dell'allenatore di turno, ma più semplicemente altri otto minuti di gioco effettivo dove poter evoluire in campo (magari per quelli che giocano meno...)!
Sostituendo l'intervallo con due semplici minuti di sospenesione come capita tra il primo e il secondo e tra il terzo e il quarto quarto sarebbe possibile davvero dare una carta in più a chi dovendo gestire 12 ragazzi in panchina spesso deve fare i conti con la durezza di minutaggi stringati e poca possibilità di manovra.
Se poi vogliamo proprio allargare il discorso prevedendo questa cosa anche per i campionati senior, beh non mi sembrerebbe neppure qui una cattiva idea. In molti si chiedono come fare per poter far giocare i giovani nei campionati senior. Ecco qui serviti sul piatto ben otto minuti.
Ma forse... m'illudo troppo. Anche in quel caso ci sarebbero allenatori che farebbero "morire" in campo i propri giocatori più in la con l'età piuttosto di metter in campo uno di 17, 18 o 19 anni. Che sia mai...!!
Articolo Gazzetta
Alla prossima.
domenica 14 dicembre 2008
CLINIC TECNICO DI GUIDO SAIBENE A CERNUSCO UN BEL MIX TRA SAGGEZZA E TECNICA
Si è svolta lunedì 8 dicembre a Cernusco sul Naviglio la riunione PAO organizzata dal CRL in occasione del Trofeo delle Province. La lezione tenuta egregiamente da Guido Saibene (assistente allenatore AJ Milano) ha trattato il tema del miglioramento individuale del giocatore in un sistema offensivo. Di seguito cercherò di riassumere quello che mi ha particolarmente impressionato di quanto sentito durante la riunione.
La prima considerazione riguarda il numero degli allenatori presenti, davvero ragguardevole a dimostrazione ancora una volta che l’aggiornamento obbligatorio è stata una scelta positiva da parte del CNA. C’è comunque “sete” di pallacanestro in giro tra gli allenatori. La speranza è che una volta raggiunti i fantomatici crediti, gli allenatori davvero appassionati di questo sport e coloro i quali credono fortemente nell’aggiornamento come formula per migliorare come persone e come coach possano confermare la loro presenza a prescindere dai punti acquisiti.
In questo senso sarebbe utile da parte del CNA creare una forma di riconoscimento supplementare per chi prosegue nella presenza alle riunione indette dai vari organi regionali e provinciali, nonostante il raggiungimento dei punti necessari al rinnovo della tessera di allenatore. Uno sconto economico sulla quota annuale di rinnovo tessera, piuttosto che una referenza in più rispetto alla partecipazione ai vari corsi indetti dalla FIP per il passaggio di tessera tra Allievo Allenatore, Allenatore di Base, Allenatore e Allenatore Nazionale, potrebbero essere due iniziative utili a stimolare ancora maggiormente questa bella scoperta.
Lezione a Cernusco (10.00-12.00):
“I dogmi della Pallacanestro, aiutano chi allena e non chi gioca” (Giudo Saibene)
“In una azione offensiva dovrei non sapere chi tirerà, perché non so come si comporterà la difesa sulle iniziative della mia squadra. So però una cosa: nel mio sistema offensivo dovrà tirare chi è più libero.” (Guido Saibene)
Esistono essenzialmente due modi di giocare 1 contro 1:
- statico: costruirsi un tiro dal palleggio (ad un certo punto un giocatore [esempio Fortè] prende la palla fa un passo indietro tutti i compagni riconoscono l’azione e si adeguano lasciando spazio… [qualcuno anche sbuffando, allargando le braccia non andando a rimbalzo offensivo, non facendo al meglio la transizione difensiva…]
- dinamico: costruire un tiro giocando negli spazi, occupando con palla e soprattutto senza palla il posto migliore, dove è più difficile per la difesa essere presente
Importanza fondamentale quindi tra costruirsi un tiro e costruire un tiro.
Questa differenza e la stessa che passa tra allenare i fondamentali individuali asettici (addestramento – grande quantità di esercitazione di 1 contro 0) e il miglioramento dei fondamentali applicato alle situazione (per cui io so che ad un comportamento difensivo dovrò rispondere con un fondamentale)
L’1 contro 1 statico esiste, perché capita di doverlo giocare (fine azione per 24 secondi, cambio difensivo, situazione particolari) ma attenzione: MANEGGIARE CON CURA!!
L’1 contro 1 dinamico esiste e dovrebbe essere il nostro principale obiettivo. Questo però non significa assolutamente che non si debba fare più addestramento.
“Lettura e Manualità sono i due pilastri tecnici su cui “costruire” il nostro giocatore.” (Guido Saibene)
“Partite sempre da quello che sanno fare i vostri giocatori, non da quello che avete imparato ai corsi allenatori” (Guido Saibene)
“Abbiamo dei marmi da scolpire. Sta a noi tirare fuori il meglio da ogni ragazzo. E’ chiaro che il miglior artista (allenatore ndr) tirerà fuori le migliori sculture”. (Guido Saibene)
Nel passato come allenatore di settore giovanile ho abusato delle esercitazioni asettiche di pura manualità, però mi sembra che negli ultimi anni si stia facendo l’errore opposto. Troppa tattica e poco addestramento. I ragazzi arrivano senza qualcosa. Un ritorno al passato in questo senso potrebbe aiutare la migliore costruzione di giocatori che rispetto agli altri giocatori in Europa hanno nel proprio bagaglio spessore minore nell’1 contro 1.
Commento: la lezione (fatta anche di esercitazioni pratiche) mi è piaciuta molto e sono passate quasi due ore senza nemmeno accorgersene. Tutto questo grazie anche alla grande capacità di Guido di essere allo stesso tempo molto concentrato e preciso sui contenuti da esprimere, ma anche molto distensivo in alcuni frangenti della lezione stessa sia con i ragazzi allenati che con gli allenatori. L’alternanza tra tensione è distensione è una delle migliori qualità che dovrebbe avere uno che insegna. C’è chi è serio su tutto o scherzoso su tutto. Sono due forme di volgarità assoluta.
Sono d’accordo al 100% che bisogna trovare un mix saggio e utile tra addestramento e applicazione. E’ vero anche che la maggior parte di noi allenatore difficilmente cambia i contenuti del proprio bagaglio. Pertanto al momento in Italia l’equilibrio tra le due componenti risulta bilanciato, ma non perché in molti adottano il migliore mix tra “addestramento” e “applicazione”, ma perché quelli che sono agli estremi (troppo addestramento e troppa tattica) sono ancora in troppi. Di fatto l’equilibrio generale c’è ma, sarebbe utile una apertura più generalizzata verso le nuove tendenze, tralasciando l’archivio storico delle nostre conoscenze.
Liberare la mente degli allenatori che si occupano di giovanili e far passare questo importante contenuto anche ai corsi di Allievo Allenatore dovrà essere una priorità da trasferire alle nuove leve.
Se dovessi riconoscere un difetto a Guido, quello forse di non aver dato durante l’allenamento spunti nuovi sulle varie esercitazioni svolte, poco innovative e molto legate al passato. Un segnale troppo forte di integralismo e di regime. Il rischio così è quello di compiere lo stesso errore che lui stesso ha dichiarato stando troppo dalla parte di chi addestra invece di chi si pone l’obiettivo di allenare facendo crescere teste pensanti.
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