mercoledì 7 aprile 2010

TROFEO DELLE REGIONI 2010 - LIGNANO
CONSIDERAZIONI SPARSE IN ORDINE ALFABETICO

Tornando dall'esperienza del Trofeo delle Regioni svolto a Lignano Sabbiadoro proprio in questi gironi con la Selezione della Lombardia (annata 1995) pubblico "breve" scritto con considerazioni sparse sulla manifestazione.


A come Arbitri: il progetto sugli arbitri che la qualificazione dei migliori giocatori voluta del Settore Squadre Nazionali ha potuto riflettere anche sui giovani arbitri e miniarbitri di ogni regione, ha indubbiamente un valore importante per il nostro movimento. Il livello dei giovani fischietti presenti al Trofeo delle Regioni, si è dimostrato alto, considerando anche la giovane (alle volte giovanissima) età dei ragazzi presenti. Gli aspetti negativi (anche se anticipo che non sono un conoscitore della materia in modo approfondito) sono a mio avviso, le barriere e il distacco che si sono create in prima istanza tra referenti tecnici e commissari degli arbitri e in seconda battuta, tra arbitri e allenatori delle selezioni. In sei giorni di permanenza a Lignano (rigorosamente in alberghi separati), non pensare di organizzare neppure un incontro formale (o meno) tra commissari, RTT e Allenatori è una grave mancanza che alimenta le barriere e rafforza le diversità. Tutto questo anche alla luce di quanto scritto e fatto nel PQN, dove giovani arbitri e istruttori, hanno invece camminato fianco a fianco delle selezioni regionali per tutto l’arco temporale del progetto. Ulteriore valutazione di opportunità è la qualità degli arbitri reclutati per Lignano. Far arbitrare la più importante manifestazione in Italia in ambito giovanile a ragazzi (qualcuno non ancora maggiorenne) che (per colpe non loro) potrebbero non essere preparati ad affrontare le situazioni più disparate, potrebbe essere un problema. Se è vero che c’è una grande uniformità di giudizio e una ottima preparazione sulla tecnica arbitrale, anche pensando di avere a che fare con arbitri così giovani, è altrettanto vero che valutare contatti, infrazioni e violazioni a 18/19 anni con un livello di esperienza limitato ti espone a rischi notevoli. Cercare di non fermare per troppo tempo la carriera dei giovani fischietti, che dimostrano talento e attitudine al ruolo, ai livelli più bassi della piramide dei campionati (serie D) è obiettivo sacrosanto. Nello stesso tempo “lanciare” al fronte giovani “arbitri” senza nemmeno le minime precauzioni e protezioni contro le avversità del campo, in mezzo a molti lupi di mare come sono le minors in giro per l'Italia, è un rischio che il CIA dovrà valutare se correre o meno nel prossimo futuro.


B come Bizzosi: l’allenatore marchigiano, dopo aver sfiorato più volte la firma sul contratto con la Nazionale Italiana nei mesi scorsi, è stato ingaggiato per seguire per conto del Settore Squadre Nazionali e di Gebbia in modo particolare (impegnato a Ragusa con la Nazionale Under 16) il Trofeo delle Regioni e il suo contenitore PQN. Giudizi di merito ovviamente non se ne possono dare, anche perché è molto difficile anche per un allenatore bravo e preparato come Bizzosi (tra l’altro con esperienza e metodologia da settore giovanile) entrare a far parte di un sistema organizzato e di routine come quello del PQN nel giro di poche ore. A chiamata (un giorno prima) ha risposto si. Alla maglia della Nazionale non si può dire NO, ma magari visto che i raduni di Gebbia (Under 16) e di Bocchino (Under 18) erano stati programmati da mesi, forse, sarebbe stato più opportuno coinvolgere Bizzosi già da qualche settimana, per dar tempo di studiare situazione e programmazione del torneo ad una persona che comunque ha dimostrato di saper stare al servizio del movimento.


C come Cipolat: il vulcanico padre padrone del Friuli Venezia Giulia ha speso tutto se stesso per organizzare al meglio questo torneo. Lo ha voluto fortemente candidandosi a più riprese, e lo ha costruito a sua immagine e somiglianza. Si possono muovere sia aspre critiche che gentili consigli, ma la sostanza innegabile e positiva (per quanto mi riguarda) è quella che un uomo di quasi 70 anni che spende tutto il proprio tempo e tutte le risorse personali per la pallacanestro, cercando di essere il più competente possibile, infonde certamente stima e ammirazione. Avere passione per il basket e dimostrarla tutti i giorni della propria vita, è una dote che non si può non riconoscergli. Se poi in aggiunta a questo ci fosse anche affidabilità, mansuetudine, competenza e collaborazione, allora la poltrona del Presidente del Friuli sarebbe un po’ stretta al nostro caro Ezio, e non solo per motivi di taglia.


D come donne: il basket femminile non è mai stato il mio forte e in questo senso scrivere qualcosa su di loro mi fa muovere nelle sabbie mobili. Da quello che ho visto però sono rimasto positivamente colpito dalla ritrovata atleticità di molte delle ragazzine viste all’opera. E’ chiaro che veder giocare la Lombardia (che rappresenta da sola quasi un terzo del movimento) ti aiuta ad essere felice, però, anche per il resto delle regioni visionate, le note sono finalmente positive. In questo senso mi sembra che in ambito femminile i passi di sviluppo e di miglioramento del sistema si possano vedere anche ad occhio nudo, e che forse la parte maschile del movimento, suo malgrado per la prima volta, può trarre spunti positivi dai colleghi in rosa.


E come edizione 2009: è ovvio che avendo visto solo le ultime due edizioni del Trofeo delle Regioni il mio giudizio è di parte e ha il solo scopo di creare dibattito. Nonostante tutti gli sforzi compiuti dal Comitato Organizzatore del torneo, sarebbe stato meglio (a mio avviso) dare mandato ad un professionista del settore, come appunto lo è Zucconi che organizza eventi del genere da anni e che ha organizzato Montecatini 2009, per essere il meglio possibile. Il professionista da sicurezza, maggiore visibilità e migliore organizzazione. Rispetto e ammiro la buona volontà e il volontariato attivo di chi si è speso ai massimi livelli per organizzare tutto al meglio a Lignano, ma l’operazione nei fatti probabilmente è costata di più e ha reso qualcosa di meno.


F come fila: quella interminabile e veramente straziante di ogni pasto. Colazione, pranzo e cena a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno, tutti in fila per poter cibarsi attraverso il self service della residenza Le Vele. Veramente uno strazio organizzativo che giovani, meno giovani e tutti gli altri, si sono dovuto sobbarcare, con pazienza e fiducia. Cosa si fa alle volte per il bene comune e per la pace nel mondo!? Inutile pensare di dire come fare a migliorare una cosa che non doveva essere proprio così. Zero in pagella.


G come Getur: il Villaggio Getur che ci ha ospitati, di cui conoscevo l’esistenza solo per sentito dire ha certamente qualità ottime sotto l’aspetto logistico - organizzativo. Avere riunite in pochi metri tutte le squadre e tutte le delegazioni, potendo condividere dal primo giorno fino all’ultimo tutti i momenti della manifestazione, è stata una cosa bella e motivante. La struttura (gestita in ambito religioso) di cui si fa un gran parlare per un potenziale scandalo sul taglio indiscriminato di parte delle bellissima pineta in cui è immerso, ha potenzialità forse fin troppo elevate per poter essere veramente vincente. Avere a disposizione oltre che 3.000 posti letto, campi da calcio, da calcetto, piscine, palestre… su un area veramente immensa, ti pone il cappio al collo, con la necessità di fare numeri elevati di ospiti ogni giorno, accettando tutti (con i rischi che ne potrebbero conseguire) e dovendo tenere prezzi di soggiorno ampiamente al di sotto della concorrenza. Spesso avere strutture grandi ti pone problemi di gestione anche finanziaria… è vero che la Chiesa, in questo senso, qualche santo in paradiso ce l’ha sempre.


H come Hospital: la presenza silenziosa e fattiva dei due medici della FIP, Capurro (l’arbitro) e XXXX ha dato qualche certezza in più e qualche problema in meno alle varie delegazioni e alle varie squadre spesso chiamate a garantire prevenzione, sicurezza e cure a giovani atleti di primo livello. Grazie di cuore.


I come Italia: molti di questi ragazzi hanno già vestito nei mesi scorsi la maglia dell’Italia. Raduni interregionali, alta specializzazione, ultimamente a Giulianova raduni a 16 giocatori veri e propri. Inevitabilmente sono già avvenute delle selezioni importanti perché gli europei per l’annata 1995 si avvicinano a grandi passi (estate 2011). Mi domando perché si faccia finta di niente e il “movimento” continui ad avere una programmazione contraria alla logica. Perché prima c’è il Torneo Impariamo Insieme (Under 14) gestito direttamente dal SSNM e poi c’è il Trofeo delle Regioni (Under 15) gestito dalle Regioni. Non sarebbe più logico usare una normale programmazione per cui dai numeri alti (Trofeo delle Regioni giocatori coinvolti 216) si passa a fare un po’ di selezione (Torneo Impariamo Insieme giocatori coinvolti 96) e non viceversa?


L come livello: il Progetto di Qualificazione Nazionale ha certamente innalzato il livello delle regioni con meno numeri e qualità. Negli anni passati (senza PQN) era impensabile avere regioni “di seconda fascia” che potessero presentarsi al torneo con l’ambizione di giocarsi una delle finali che contano davvero. La speranza per loro era solo quella di non fare brutte figure. Invece quest’anno l’eliminazione (a sorpresa) di molte delle regioni più accreditate dagli addetti ai lavori per la vittoria finale (Veneto e Lazio su tutte) rende merito e onore alle regioni più piccole e teoricamente più indietro. Aver avuto la pazienza di progettare con competenze illuminate un miglioramento dei propri migliori atleti della propria regione è un bel segnale di lungimiranza per i Comitati Regionali coinvolti. La mia personale paura è che tutto questo bel lavoro prodotto, senza una vero progetto proiettato anche nel futuro (almeno da parte dei Comitati Regionali) possa svanire nel nulla oppure possa “ridare” al movimento meno di quello che è costato. La vera linea di partenza per questi ragazzi è alla fine di questo bellissimo torneo e di questa esperienza. E’ solo dopo il 6 aprile 2010 che si può (a mio avviso si deve) pensare in grande per questi giovani. Certamente i migliori vestiranno la maglia dell’Italia (e ne saranno ovviamente contenti), ma dal ventesimo giocatore in poi chi si occuperà di loro? Siamo sicuri di lasciare tutto in mano alle sole Società che spesso faticano a preoccuparsi per davvero dei bisogni di questi talenti nostrani? Siamo sicuri che i Comitati Regionali (soprattutto nelle regioni con meno Società serie a livello di settore giovanile) anche attraverso dei piccoli progetti College, non possano coinvogliare risorse per non disperdere tutto questo importante lavoro di reclutamento e di formazione?


M come Menù: se il Settore Squadre Nazionali (ed i suoi medici incaricati) avesse solo dato un’occhiata (senza per altro mettere vincoli e/o paletti) a quello che la cucina della struttura Getur ha dato ai ragazzi sarebbe già un invidiabile successo. So cosa significa gestire una struttura simile e so che dare da mangiare a 800 persone al giorno per tre pasti non è semplice se si considera, dieta, risorse, tempi tecnici di preparazione degli alimenti. Vi posso assicurare che il menù presentato a Lignano non è certo quello che un dietologo (anche dilettante) consiglierebbe per uno sportivo in fase di sviluppo. Oltre alla qualità delle derrate che obbligatoriamente non può essere alta se pago 40 euro di pensione completa al giorno, c’è da rivedere proprio anche la scelta delle pietanze da servire. Non posso immaginare che il fritto (e non solo) possa far parte del menù quotidiano di una atleta che sta svolgendo gare e allenamenti giornalieri, oltretutto in pieno sviluppo adolescenziale.


N come Nazionale: aver pensato di organizzare una serata dedicata alla maglia azzurra e al valore intrinseco che questa maglia ha per chi la indossa è una grande idea. I ragazzi presenti hanno infatti apprezzato lo sforzo della FIP di presentare l’azzurro come qualcosa di raggiungibile, di motivante e di importante. Ci sono però molti aspetti che lasciano a desiderare. La prima riguarda il titolo della serata: “Siete pronti a diventare grandi? - La Maglia Azzurra ti aspetta.” Il professor Roberto Colli preparatore fisico delle Nazionali Giovanili durante il clinic della mattina di pasquetta ha dichiarato apertamente che dei 216 ragazzi che fanno parte delle selezioni maschili, più o meno agli europei 2011 arriveranno in sette/otto. Anche al sottoscritto come alla FIP piace pensare a titoli ad effetto, ma illudere i ragazzi con la chimera della chiamata in maglia azzurra mi sembra una forzatura e forse anche un modo inopportuno per poter far apprezzare agli atleti il valore della Nazionale. In secondo luogo la regia dell’evento non è stata all’altezza dell’evento. Ritardo di 45 minuti sull’orario e questo alla fine ci sta. Assolutamente troppi 24 giocatori (ex nazionali) presentati sul palco uno ad uno con tanto di domande preparate a tavolino (qualcuna delle quali veramente imbarazzanti) per quasi due ore di sfilata spesso poco motivante e con un clima che da serio e interessato (all’inizio) si è trasformato in anarchia pura nel giro di qualche mezz’ora. E se neppure il rimprovero di Meneghin ha sortito gli effetti sperati, c’è da farsi delle domande. Inoltre è due anni che all’avvio della serata la FIP propone un video con immagini (anche belle e suggestive) della storia della Nazionale e del recente passato azzurro. Ma in entrambe le occasioni la musica di sottofondo troppo bassa, non ha sortito l'effetto sperato. Peccato. Io non dico tanto, ma provare l’impianto di diffusione sonora prima della premiazione pare brutto?


P come Palloni: nella prima giornata del Trofeo delle Regioni della passata stagione (Montecatini 2009) ho avuto la fortuna di vedere per primo i palloni della manifestazione. Al primo allenamento svolto al PalaMadigan il giorno prima dell’apertura del torneo il buon Giuseppe Zucconi (organizzatore dell’evento) si è presentato con i Molten GE7. Per chi non lo sapesse sono i palloni che vendono nei bazar al mare (di secondo livello però) paragonabili a quelli di gomma per i play ground. Dopo l’incazzatura dello scorso anno e le raccomandazioni del caso (a chi di dovere) di quest’anno, arrivo alla prima partita e con la curiosità di un bambino nel cercare il nascondiglio della Nutella nelle mensole di casa, scopro i palloni della manifestazione. Molten GG7 nuovi di pacca, appena gonfiati. Ora per decenza non ho detto (quasi) nulla ai referenti di turno, ma possibile che non si sappia che giocare con un pallone nuovo di pacca appena comprato è una roba molto difficile, soprattutto se questa roba la devono fare ragazzini ancora in evoluzione tecnica? Qua devo obbligatoriamente dare un consiglio alla FIP. I palloni vanno benissimo, anzi grazie per aver risparmiato da qualche altra parte (non oso immaginare dove) e aver comprato dei palloni bellissimi. Però adesso, vi prego, date questi palloni a qualcuno da usare (con parsimonia) per poi poterli far arrivare al prossimo Trofeo delle Regioni di Torino 2011, in condizioni finalmente perfette.


Q come Qualificazione: la manifestazione "Trofeo delle Regioni" è bella e motivante. La festa dei Comitati Regionali e dei suoi Presidenti pure. Ma la durata del torneo a mio avviso va assolutamente rivista. Il periodo è il più infausto possibile. Le vacanze di Natale erano certamente meglio, perchè non c'era tanta concorrenza con altri tornei (Varese, Moncalieri, Caserta, Pesaro...) e poi perchè i migliori ragazzi del '95 sono già tutti sotto pressione nella parte finale dell'attività con i club. In ultimo otto giorni di torneo sono troppi, assolutamente esagerati!. Ottimizzare meglio l’evento, oltre che ridurre i costi, darebbe più intensità e brio a tutto il torneo. Le squadre dovrebbero essere 16 e non 18, con uno spareggio di qualificazione tra le ultime classificate dell’anno precedente, oppure con l’inserimento dei migliori atleti di regioni più piccole in altre selezioni. Il torneo dovrebbe prevedere nei primi due giorni lo svolgimento del primo girone di qualificazione (4 squadre – 3 partite) il terzo giorno quarti di finale incrociati (prime contro seconde e terze contro quarte). Quarto giorno semifinali. Quinto giorno finali. Le squadre dovrebbero avere le possibilità di avere 14 giocatori coinvolti, primo perché nel PQN si parla tanto di coinvolgimento di atleti (magari alti e un po' più indietro) secondo perché avere 14 atleti convocati ti permette, in caso di infortunio, di arrivare alla partita sempre in condizioni numeriche accettabili. Nella finale con il Friuli, i padroni di casa hanno giocato in 9 con tre infortunati in panchina inutilizzabili. In ultimo (ma cosa più importante) eliminerei tutte le regole speciali (divieto della zona, cambi obbligatori, blocchi, regola dei 5 secondi...). Possibile che si debba sempre inventare qualcosa per "limitare" qualcosa o qualcuno. Non è immaginabile tra persone ragionevoli, pensare a due squadre di ragazzini di 15 anni che arrivano in una palestra a giocare una partita normale, come vogliono, con le loro caratteristiche e le loro peculiarità, senza che ci sia un regista più o meno occulto che dica a tutti (e a prescindere) cos’è bene e cos’è male cosa si può fare e cosa no? Le imposizioni di sistema mi sembra portino solo ad un autoritarismo ormai superato, che di certo non porta benefecio al movimento, anzi. Castrare fantasia, possibilità e opportunità non aiuta ne a essere se stessi ne certamente ad essere migliori.


R come Rocco: dopo tre anni da Referente Tecnico Territoriale della Lombardia, Enrico dopo aver preso il testimone da Giovanni Todisco (che a sua volta l’aveva preso da Cedro Galli) lascia l’incarico dopo i canonici tre anni di mandato. In questo lasso di tempo i due secondi posti a Montecatini (93 e 94) e il settimo posto a Lignano (95), battendo la terza classificata nel girone (Marche) sono quanto di meglio si potesse fare per una regione che è vero che rappresenta il 30% del movimento di base, ma che ha in Società non professionistiche (Bluorobica, Desio, ABC Varese…) le migliori, per produzione di talenti. Non avere in regione Società di massima serie che facciano investimenti duraturi e competenti sui settori giovanili, crea limiti profondi nel reclutamento e nella migliore formazione possibile per i giovani giocatori lombardi. Enrico Rocco ha costruito con i mezzi a disposizione, dei veri e piccoli capolavori, fatti soprattutto di tanta gente disponibile a dare tutto, in cambio di poco o nulla. Se poi ci aggiungiamo le critiche (che ci sono state e ci saranno sempre) su questo lavoro capillare e certosino allora il quadretto è completo.


S come Staff: l’idea di creare all’interno di ogni regione uno staff formato da persone con esperienza diversa che possa supportare il miglioramento dei giovani giocatori è un concetto innovativo e certamente da perseguire. Dare mandato agli RTT di condurre con più o meno valenza gli allenamenti, migliorando nei fatti anche l’allenatore (più o meno giovane) di turno, ha anche questo una non secondaria rilevanza. Ai migliori giocatori (della regione) devono essere affiancati i migliori allenatori. Da li in poi come fare ad organizzare questo semplice assioma ne possiamo discutere trovando la soluzione migliore in base anche alle caratteristiche territoriali di ogni regione. Rappresentare all’interno del Torneo delle Regioni la qualità e le caratteristiche pecuniarie di regione diverse, con “modus operandi” alternativi tra di loro ma non per questo non complementari, crescendo “insieme” nelle diversità, mi sembra un bell’obiettivo. Produrre squadre tutte uguali, con sistemi simili che creano solo polli di allevamento, per paura che qualcuno vada fuori dalle righe, è una involuzione intellettuale degna del più becero autoritarismo. RTT quindi in prima linea con gestione diretta di allenamenti durante la preparazione e seduti in panchina durante le partite per dare significato al lavoro svolto.


T come tecnici: durante le 99 partite non mi sono giunte voci di falli tecnici alle panchine o ai giocatori. Nessuna espulsione o altro a livello disciplinare. Qualche piccola ammonizione qua e la per cercare di tenere gli animi sereni anche nei momenti caldi di partite equilibrate con ritmi forsennati che non aiutano certo a mantenere la lucidità. Nessun provvedimento disciplinare preso significa avere a che fare con persone in grado di capire che se viene data una responsabilità importante in libertà, la linea di demarcazione tra il bene e il male è quella del buon senso e non quella della regola imposta. A Lignano gli allenatore o i dirigente non hanno protestato (o hanno protestato meno), perché si sa che in una situazione come quella vissuta in questi giorni è giusto essere migliori. La scelta di campo fatta dagli attori protagonisti, a mio avviso, è un modo di essere, è un modo di pensare, prima ancora che un modo per rispettare le regole. Questo è certamente un bel segnale che va sostenuto e pubblicizzato, ma che non può non essere messo in conto nelle valutazione finale di un evento del genere, dove per diversi motivi è facile trascendere.


V come verdi: il colore della Lombardia è guarda caso uguale a quello speranza. I verdi Lombardi anche in questa occasione hanno provato e cercato di dare il meglio di se stessi. Nel femminile il livello delle avversarie ha facilitato il compito a Gambarini e company e quindi sia la qualità di un movimento importante come quello lombardo, che la dimostrazione del potenziale (anche se con il thrilling della finalissima) sono state suffragate da un altro bel primo posto assoluto. Nel maschile il livello di avversari certamente più preparati tecnicamente e la standardizzazione del modo di giocare di tutte le selezioni, non ha dato la possibilità alla squadra del Presidente Ragnolini di esprimere al meglio il valore intrinseco del movimento lombardo nel suo complesso. La Selezione maschile arrivata settima, perdente nel quarto di finale con la Toscana (di 4), poi seconda e vincente (nel girone) con le Marche (di 3) poi terza, ha comunque significato (a livello di risultato) un piccolo passo indietro rispetto alle annate 93 e 94, rispettando in pieno il livello medio dell’annata 95 in Lombardia. Si sapeva che c’era da soffrire e così è stato.


Z come Grazie: i miei personalissimi grazie iniziando dal Presidente Enrico Ragnolini per la solita passione dimostrata, all’RTT Enrico Rocco per la competenza e la cura del dettaglio, allo Staff lombardo con Federico, Lorenzo, Deborah e Gabriele per la dedizione e l’impegno con cui hanno affrontato l’esperienza. Un grazie speciale a Pierangelo Crivelli sempre pronto a dare supporto e apporto alla delegazione come un buon padre di famiglia. Infine rivolgo un in bocca al lupo grandissimo ai 12 ragazzi selezionati (più quelli che sono rimasti a casa) per un futuro pieno di passione e dedizione per la pallacanestro. Molti ex nazionali durante la serata azzurra hanno parlato di sogno. I sogni sono la misura del nostro carattere è vero e alle volte sono anche il nostro migliore obiettivo raggiungibile attraverso sacrificio e allenamento. Mi raccomando quindi: “Non smettete mai di sognare, ma vi prego, non smettete neppure di allenarvi duramente per raggiungere l’idea scaturita dal sogno. E’ importante. A presto.”