Articolo tratto dal house organ dell'Azzurra Trieste.
Nella mia esperienza americana, mi sono accorto che la nostra maniera di lavorare e’ molto simile a quella dei coaches dell’universita’ USA, ossia cura del particolare, fondamentali tecnici e tattica collegata a principi tecnici precisi.
La grande differenza la fa preparazione fisica e l’intensità’. Per quanto riguarda la preparazione fisica la differenza è fatta da una diversa cultura scolastica, che reputa la cura dell’educazione fisica alla pari delle materie piu’ importanti assegnando un numero congruo di ore.
Purtroppo da noi non e’ cosi’ e nelle ore di palestra pomeridiane non credo che possiamo fare piu’ di quello che si fa, invece per quanto riguarda l’intensita’ possiamo migliorare.
Soprattutto cambiando nella testa dei nostri istruttori il concetto di intensita’. Infatti l’intensita’ non deve essere collegata al ritmo dell’allenamento ma deve essere un principio da infondere ai nostri ragazzi.
Per fare un esempio: un giocatore dell’universita’ americana quando arriva in palestra non fa un tiro che non sia allenante, mi spiego: lui entra in palestra e comincia ad allenare le sue capacita’, entra un play e fa palleggio arresto e tiro, entra un lungo e magari si mette spalle a canestro e tira dopo un lavoro di piede perno.
Tutto questo da soli, prima dell’arrivo del coach. Ovviamente non dobbiamo copiare questo tipo di lavoro, ma (dal mio punto di vista) inculcare questo tipo di mentalita’, che secondo me responsabilizza i ragazzi e anche li migliora e qualifica.
Seguendo gli allenamenti di Chicago University questa e’ la cosa piu’
importante che mi e’ saltata agli occhi, e che mi ha dato modo di vedere veramente un bel basket giovanile, dove grazie all’intensita’ tutti riescono a rendersi utili in campo.
Per quanto riguarda la Lituania, la mia esperienza e’ basata sugli Europei under 18, che ho visto qui a Vilnius, il recente mondiale nella quale la Lituania ha brillato, su alcune testimonianze di amici che ho conosciuto in questo periodo, e sulle sensazioni che ho provato.
Innanzitutto bisogna partire dal fatto che qui il basket e’ religione, e’ vissuto con la stessa passione che da noi ha il calcio ma senza alcun isterismo. All’europeo under 18 c’era sempre un buon numero di persone a vedere tutte le partite e quando giocava la Lituania il palazzetto era almeno mezzo pieno con la punta di tredicimila per la finale per altro vinta. La squadra era formata da una generazione di ragazzi che potranno essere interessanti per il futuro del basket lituano, cio’ nonostante non si e’ mai visto un atteggiamento al di fuori dalle righe o una protesta, tutti erano concentrati su quello che dovevano fare; e parliamo di ragazzi come Valanciunas che gioca fisso al Lyetuvos Rytas che fara’ l’Eurolega; ragazzi che sono gia’ protagonisti di campagne pubblicitarie.
L’atteggiamento, la concentrazione e la grande tecnica e lettura del gioco sono le caratteristiche che piu’ mi hanno colpito dei ragazzi lituani.
Altre importanti sensazioni lituane le ho avute seguendo la nazionale protagonista all’ultimo mondiale in Turchia, innanzitutto premetto che la tv nazionale ha seguito praticamente ogni giorno del ritiro, ha mostrato tutte le amichevoli pre campionato persino una con un Zalgiris Kaunas senza i nazionali e con pochissimi giorni di preparazione nelle gambe.
La squadra del bravissimo Kemzura e’ sempre migliorata di partita in partita, seguendo le regole e il programma sono arrivati a mio modo di vedere ad un bronzo miracoloso.