sabato 4 dicembre 2010

LUNEDI' 13 DICEMBRE A MORTARA (PV)
DIBATTITO SUL BASKET GIOVANILE IN ITALIA

Lunedì 13 dicembre a Mortara (ore 20.45) presso la Sala Contrattazioni Borsa Merci (Piazza Trieste 32), si svolgerà un dibattito sul Basket Giovanile dal titolo: "Basket Giovanile in Italia. Quandto torneremo a riavere una nostra Scuola di Pallacanestro?"

Sono previsti interventi di Stefano Bizzozi (Settore Squadre Nazionali), Massimo Faraoni (Dirigente Virtus Bologna), Pino Gonnella (Segretario Generale LNP), Gianni Lambruschi (Bennet Cantù) Luigi Ottobrini (Presidente del Comitato Provinciale di Pavia).

Moderatore dell'incontro sarà Giorgio Gandolfi.

giovedì 2 dicembre 2010

INTERVISTA INUSUALE SU GABRIELPIROLA.COM
SE AVETE TEMPO DA PERDERE VA BENISSIMO


Gabriele Pirola qualche tempo mi aveva fatto un intervista video, che riguardava il mio modo d'insegnare la pallacanestro ai giovani giocatori. Sapevo benissimo che la qualità dell'intervista era stata decisamente bassa... ma la dimostrazione (solo se volete) è qui davanti a voi.

Cliccando poco sotto potete collegarvi al Blog di Gabriele, che sentitamente ringrazio per le belle parole di preambolo. 

http://gabrielepirola.blogspot.com/2010/12/intervista-ad-andrea-schiavi.html

domenica 28 novembre 2010

CORSO DI PERFEZIONAMENTO SPORTIVO
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BERGAMO


Non poteva andare meglio la prima giornata presso l'Università di Bergamo, nell'ambito del Corso di Perfezionamento dal titolo: "Gestire le organizzazioni sportive, realizzare progetti educativi" a cui grazie al contributo del Comitato Provinciale della FIP di Bergamo mi sono potuto iscrivere nei giorni scorsi.

Un corso rivolto, oltre che agli studenti della Facoltà di Scienza della Formazione, anche ad operatori del settore con la necessità di migliorare la propria formazione sotto tanti punti di vista. Pedagogia e psicologia dello sport, dinamiche di gruppo, organizzazione eventi, aspetti normativi, sicurezza, studio delle relazioni con atleti, famiglie e territorio... sono solo alcuni dei temi che il corso in 130 ore intende orientarsi nei prossimi mesi.

Naturalmente, visto che necessariamente in questi ultimi tempi non ho più avuto l'accortezza di aggiornare il mio blog, letto da pochi ma conosciuto da molti, e grazie anche alla richiesta che il coordinatore del corso ha illustrato agli astanti di tenersi un "Diario di Bordo" del percorso formativo, inizio a rendervi partecipi di questa nuova avventura.

Innanzitutto la sensazione di tornare studente è una delle più belle cose che ho provato questa mattina. Non tanto perchè quando ero giovane ero bravo a scuola, tutt'altro, ma perchè le consapevolezze maturate in questi anni di "pratica sul campo" mi hanno reso oltre che cuoriso d'imparare cose nuove, anche abbastanza convinto di quello che conosco.

Oltretutto i processi educativi sono, da sempre, stati per me terreno fertile di studio e di confronto. Quindi quale migliore occasione di recuperare il terreno perduto negli anni addietro?

Programma sabato 27 novembre 2010
Ore 8.00 inizio del corso presso la Casa dello Sport (Centro Coni) a Bergamo in Via Gleno
Tema: Introduzione al corso e saluto dei promotori. Inquadramento e introduzione al percorso in chiave antropologica e pedagogica. Confronto con attese dei partecipanti.
Modalità di lavoro: Docenza introduttiva - Lezione
Docenti: Prof. Lizzola (Preside Facoltà Scienze della Formazione di Bergamo) e Prof. Gianluca Bocchi (Epistemologo e filosofo della Scienza Università di Bergamo)

Primo intervento (Lizzola): Il mondo planetario dell'attività sportiva ha una valenza (sotto tanti punti di vista) di vitale importanza. Fare attività sportiva ha come fondamenta: 1) la percezione di se stessi e il miglioramento che ne deriva; 2) ha una ricaduta globale inevitabile sullo stile di vita 3) può migliorare notevolmente i rapporti che esistono negli altri ambiti educativi (eventuali conflitti con genitori e insegnanti), avendo l'allenatore grande possibilità di leadearschip nei confronti dei minori; 4) aiuta il confronto con l'altro non solo nel senso della competizione agonistica, ma come riconoscimento del (più) debole da rispettare e (più) forte da apprezzare e capire.

Iniziare a fare le cose per gioco, è di fatto una bella inizzazione alla vita reale, di grande utilità. Lo sport in questi senso è avanti rispetto a tutti gli altri ambiti educativi, perchè allena il potenziale che c'è nei minori in età evolutiva. Non riempie un contenitore, ma attreverso la cooperazione (motivazione) rende le persone più "grandi".

L'Allenatore ha da par suo un grande compito che non può disattendere: 1) Accoglienza: "Il ragazzo che aspetta il suo allenatore da lui impererà tutto." Far sentire bene i propri atelti in un ambiente sicuro e accogliente; 2) Orientare: Il progetto di crescita è un divenire continuo e all'interno delle persone che crescono ognuno ha (avrà) un proprio ruolo di ricoprire. Il miglior Allenatore è colui il quale riconosce per primo il potenziale di ognuno dei ragazzi che ha davanti; 3) Famiglie: relazionarsi con le famiglie, trovando una/due volte in un anno il momento in cui fermarsi e progettare il divenire. Portare anche un modello di uomo e donna che non può che passare dall'esempio della propria esistenza. E' difficile voler costruire qualcosa d'importante in altre persone se noi per primi non siamo al meglio noi stessi;  4) Territorio: avere le competenze e i contatti per capire e sviluppare al meglio la propria attività all'interno del territorio dove si agisce.

Secondo intervento (Bocchi): Siamo inseriti in una Società Mondiale di attività sportiva. Non possiamo pensare di fare attività sportiva senza avere i riferimenti storici, di regole e di internalizzazione dello sport. Lo sport a contrario di politica e finanza... ha trovato velocemente nel corso della sua evoluzione terreno fertile di cooperazione, per cui prima in ogni continente, stato, città, paese si giocavano dei giochi con la palla, diversi, ma molto simili. L'adesione collettiva alle regole ha determinato in maniera repentina lo sviluppo dello sport che intendiamo oggi, anche se nei College inglesi dove sono nati giochi simili al calcio e al rugby non c'erano ancora regole standardizzate.

Lo sport nasce (in Inghilterra appunto) perchè lo strumento educativo della pratica sportiva restituiva agli insegnati il coltello dalla parte del manico. Infatti fine 700 inizio 800 non era lo stato a pagare gli insegnanti ma gli stessi studenti. Creando di fatto un conflitto che con le pratiche sportive (e il suo strumento educatico annesso) si è potuto parzialmente ovviare.

Il secondo passaggio fondamentale è stato il professionismo dello sport. La prima attività sportiva che permetteva di vivere attreverso la pratica sportiva è stata la boxe. La motivazione è quella che in Inghilterra dopo aver scommesso sulle corse di cani e cavalli, si è iniziato a scommettere sugli uomini. E così ai primi incontri di boxe (fine del 700) in cui c'erano un gran numero di scommesse, gli atleti  che garaggiavena pretendevano anche dei riconoscimenti in denaro.

Il calcio in Inghilterra ha preso da subito la strada del professionismo, mentre il rugby no. E' probabile che scelte diverse avrebbero forse provocato orientamenti diversi anche nel numero dei praticanti. Proprio in Inghilterra visto che si erano sviluppate molte squadre di professionisti si è passati dal torneo a eliminazione diretta ai così detti campionati con il girone all'italiana (erroneamente all'italiana perchè l'idea è anglosassone).

L'adesione collettive alle regole è un fenomeno planetario che ha permesso di arrivare alla stesura dei calendari agonistici delle competizioni internazionali che conosciamo (Olimpiadi, Mondiali, Europei...).

Sport quindi come Unità nella diversità.

La pratiche educative dovrebbe "rubare" dalla pratica sportiva la necessaria cooperazione esistente tra chi insegna lo sport (allenatore) e chi fa l'atleta. Di fatto nella scuola e nell'università la formazione della persona passa anche attraverso l'esame se uno ha studiato quello che è stato insegnato o meno. Gli studi possono essere fatti propri dagli studenti, ma possono anche essere in qualche modo superati senza troppo "entrarci dentro". La performance sportiva invece presuppone un grande coinvolgimento, per cui difficilmente si può barare. O ti alleni bene e metti dentro tutto te stesso, oppure perdi, e perdi prima ancora che con degli avversari con te stesso.

Prossimo appuntamento: sabato 17 dicembre.
Titolo: Psicologia dello Sport in età evolutiva: orientamenti e problemi (Dott. Fornasa) - Sociologia dello Sport - La società complessa e le rappresentazioni dello sprt. (Dott. Tomellari).