giovedì 11 gennaio 2018

BREVE MA INTENSO RESOCONTO DEI MIEI PRIMI 50 ANNI DI VITA DAL 29/12/1967 AL 29/12/2017



Tutto nasce (e veramente il caso di dirlo) il 29 dicembre 1967. Un bel percorso che arriva ad oggi, 29 dicembre 2017. Con spirito critico e con il dono della sintesi ecco un resoconto dei miei primi 50 anni

A come Andrea: quello nelle foto è la trasformazione chiara e netta tra un cucciolo d'uomo e un "simpatico" uomo attempato arrivato ormai alla veneranda età dei 50 anni. Mamma mia 50...

B come Bluorobica: per nove anni sono stato Responsabile di uno dei Settore Giovanili più importanti in Lombardia e in Italia. Costruire dal nulla, insieme a tanti amici, il sistema Bluorobica, è stato un capolavoro di cui andare fiero per l'eternità. Nove anni splendidi, pieni di colore e di persone speciali. Una bella parentesi (rispetto ai 50 appena compiuti) che rimane, in ambito sportivo, il periodo più qualitativo e intenso della mia carriera di allenatore. Un grande Grazie di cuore a tutte le Persone con cui ho condiviso quegli anni. Chapeau.

C come Casa: sono nato a Varese in Via Masaccio (Biumo Superiore), ma ero piccolino e ricordo poco... poi sono passato in centro a Varese prima in Via Rossini al 5° piano (dormendo nella stessa stanza con mio fratello e mia sorella), poi in Via Cavour (con mia sorella emancipata nella sua stanza privata ed io con mio fratello), poi Via Garibaldi (stanza singola wow, con i miei fratelli praticamente sistemati). Nel frattempo per il Basket due anni ad Arezzo in Via Benedetto Varchi (3 piano senza ascensore, che gioia), a Bergamo un anno a Longuelo (in un open space nel sottotetto dell'edificio), poi in Via Baioni (che traffico...). Poi sempre a Bergamo la prima casa acquistata. Zona San Tomaso,Via Tobagi (10 anni splendidi) e da settembre 2017 in Via Francesco Guerrazzi, finalmente la casa sognata, immaginata e realizzata.

D come Daniela: dal momento in cui Daniela (mia moglie dal 08/07/07) è entrata a far parte della mia vita (fidanzamento ufficiale 15/07/05) molto è cambiato in maniera positiva. Prima gli anni del corteggiamento a distanza (che pazienza). Poi gli anni di fidanzamento (che emozioni) e infine 10 anni splendidi di matrimonio, festeggiati con un succulento pranzo a Bergamo Alta l'8/09/1017. In ogni rapporto ci sono alti e bassi (come è giusto e normale che sia). Per quanto mi riguarda dopo i 30 anni ho sempre sognato di poter tornare alla sera a casa, ritrovando persone care che erano li ad aspettarti. In questi anni è sempre successo così e posso ritenermi una persona molto fortunata. Ripercorrendo gli ultimi 12 anni devo dire che a Daniela devo molto. Molto amore, molta riconoscenza e molto affetto per tutto quello che ha fatto (e fa) per me e che adesso fa anche per Giulia.

E come Everardo: nome strano, ma non per me però visto che mio padre si chiamava così. Da quando è mancato (ormai 4 anni fa) in maniera così veloce e repentina mi manca. Negli ultimi anni della sua vita, dopo la pensione dal suo lavoro in banca, si è dimostrato sempre più disponibile ad aiutarmi e questo per quanto mi riguarda è stata una grande cosa. Devo molto a mio padre. So che ha lavorato duramente per il bene della nostra famiglia e non si è mai risparmiato per farci felici. Grazie papà.

F come Follonica: anche la colonia di Follonica ha rappresentato un gran pezzo della mia vita. Sei lunghe estati in vacanza come bambino, poi 13 anni da istruttore sportivo e infine 16 da direttore. Un posto magico e speciale che mi ha fatto diventare grande. Mi ha aiutato e rendermi autonomo da bimbo. Mi ha aiutato negli anni della giovinezza ad essere sempre più responsabile e infine da direttore mi ha aperto un mondo... quello del lavoro. Anche a Follonica ho conosciuto tantissime persone. Molte veramente Speciali che mi hanno aiutato a gestire una attività complessa. Ecco l'occasione dei 50 anni è anche per ringraziare tutte quelle persone che si sono adoperate per me e che insieme al sottoscritto hanno fatto vivere giorni di vacanza e di gioia a tanti bambini e ragazzi che ancora oggi a distanza di tempo pubblicano sui social frasi, foto, ricordi positivi di un luogo davvero magico. Il Villaggio Marino di Follonica adesso non c'è più materialmente, ma per noi che l'abbiamo amato e vissuto intensamente, sarà sempre un pensiero felice incancellabile.

G come Giulia: il 21/12/2013 alle ore 9.36 è nata all'Ospedale Papa Giovanni di Bergamo mia figlia Giulia. Da poco ha compiuto 4 anni e sono veramente fortunato ad essere il papà di una bambina che si dimostra ogni giorno, brava, simpatica, furba e intelligente. Giulia è al centro della nostra vita e tutto si programma per lei e con lei. Una grande gioia che non voglio farmi mancare per nulla al mondo. Vivere con i figli e per i figli (soprattutto momenti come il Natale) rende la vita molto più bella e colorata. Giulia, grazie per quello che sei e che sarai. Ti voglio bene.

I come Istruttore: All'età di 15 anni, grazie al Corso di Tecnico Regionale organizzato dalla FIP di Varese (capo istruttore Beppe Regni - un grande) ho iniziato ad allenare e ad arbitrare. Ho modificato profondamente il mio modo di stare in palestra come Istruttore/Allenatore. Nel passato ero molto più deciso rispetto a quello che volevo insegnare, cercando di convincere i miei giocatori che quello che dicevo era (l'unica) retta via. Negli ultimi anni ho modificato la strategia cercando di addestrare molto di meno cercando invece di farmi convincere molto di più dalle qualità intrinseche dei giocatori che allenavo in palestra tutti i giorni. In questo il talento naturale e la predisposizione al gioco di ragazzi come Falccadori, Marulli, Carnovali, Tomasini, Planezio, Spatti, Savoldelli, ... e tanti altri, mi ha convinto che era meglio fare un passo indietro da allenatore canonico (della serie so tutto io) esaltando di più le qualità dei giocatori, dando loro il giusto spazio e il palcoscenico necessario a esprimersi.
Per i ragazzi forse è più complicato perchè mette a nudo tutte le proprie qualità. Sono però convinto che i ragazzi delle ultime generazioni abbiano molto di più la necessità di essere responsabili delle proprie azioni, rispetto al passato e questo "modus operandi" ha dei presupposti di quel tipo.

L come Lombardia: Grazie alla pazza vision di Enrico Ragnolini ed Enrico Rocco per cinque anni ho rivestito il ruolo di Referente Tecnico Territoriale della Lombardia. Praticamente l'allenatore referente per conto del Settore Squadre Nazionali sul territorio. E quello della Lombardia, come numero di giocatori coinvolti, è di gran lunga il territorio più fertile in Italia. Una grande responsabilità, ma anche un grande onore. Ho cercato di dare tutto quello che avevo in termini di competenze e affidabilità. Ho certamente commesso errori di valutazione, ma sempre nello spirito di oggettività che ha contraddistinto il mio/nostro operato. Mi sono divertito parecchio perchè avere a che fare con i migliori giocatori (e anche con i migliori allenatori, Gebbia e Capobianco su tutti) è cosa bella e gustosa. In diverse occasioni sono stato collaboratore delle Nazionali Giovanili e ancora di più l'orgoglio di poter indossare umilmente la maglia ITALIA è vanto di cui posso andare fiero ancora per lungo tempo.
Non ci sono però solo parole dolci, perchè quando sei dentro in un sistema come quello di una Federazione ti rendi conto di tanti (troppi) limiti. Certamente una grande macchina organizzativa ha difficoltà croniche a rimanere sempre sul pezzo ma in questo caso la FIP a mio parere è vecchia dentro. Ha poco senso del cambiamento e dell'innovazione con troppa politica e poco bene comune.

M come Mamma: chi non vorrebbe una mamma come la mia. Non posso/voglio dire l'età di mia madre perchè altrimenti si arrabbia, ma vi assicuro che è ancora oggi Mamma è un moto perpetuo efficacemente inesauribile. Ha cresciuto praticamente da sola tre figli. Negli ultimi 20 anni ha dato una grande mano ai miei fratelli a crescere nel migliore dei modi i suoi 4 nipoti. Solo la distanza che c'è tra Varese e Bergamo impedisce a mia madre di essere presente e attiva anche con Giulia, ma nelle occasioni di incontro non le fa mai mancare le giuste attenzioni. Se devo ringraziare una persona in occasione dei miei primi 50 anni, questa è proprio mia Mamma. Grazie di cuore di tutto quello che hai fatto, che fai e che farai.

N come Nipoti: finchè ho vissuto a Varese ho visto crescere nella loro fanciullezza Federico e Alessandro (figli di mia sorella Monica), Giorgia e Michela (figli di mio fratello Stefano). Quattro giovani (ora) che si stanno affermando alla grande. Negli ultimi anni la distanza tra Bergamo e Varese ha reso i rapporti interpersonali più complicati tra Zio e Nipoti, ma da quello che vedo nelle occasioni d'incontro è una grande e apprezzata crescita di personalità. Orgoglioso di voi. 

O come Oratorio: nella mia giovinezza l'Oratorio ha rivestito una grande importanza. Prima nel periodo della fanciellezza a San Vittore con tante giornate passate a giocare in Via San Francesco d'Assisi, poi dall'estate dei miei 17 anni presso l'Oratorio di Masnago. Ecco a Masnago ho avuto la fortuna di conoscere tante belle persone. Oltre a Stefano Zorzan e Franco Daverio miei testimoni di nozze e veri fratelli di amicizia per tanti anni in Oratorio... anche altre persone importanti come Don Luigi, Fabio Corradi, Mario Stefanoni, Maurizio Mombelli, Paola Marangon... e tanti altri. Ecco, loro insieme a tanti altri amici, mi hanno insegnato a vivere. In Oratorio mi sono formato una identità che ancora oggi pesa sul mio modo di intendere vita e modi di fare. Grazie mille Oratorio. 

P come Pallacanestro: beh che dire... molti anni di questi 50 gli ho passati felicemente in palestra. Prima come giocatore con una carriera assai modesta, poi come Istruttore e Allenatore. Allenamenti, partite, tornei, riunioni tecniche, trasferte, manifestazioni, camp, corsi di aggiornamento, raduni... davvero tante cose.
Tutto è iniziato da un incidente in bicicletta. All'età di 11 anni infatti mi sono rotto il legamento crociato e collaterale del ginocchio destro facendo un grande cross con la mia bici "Saltafoss". Da li, dopo l'operazione chirurgica (eseguita al pronto soccorso di Varese dal mitico Dott. Montoli) e la relativa rieducazione una felice intuizione di Bruno Brumana ex Responsabile del Settore Giovanile della Pallacanestro Varese mi portò presso la mitica palestra di Via Rainoldi con un coach di nome Manuel Campiglio.
La Pallacanestro è la mia vita e sono felice ancora oggi di poter andare in palestra ad allenare con lo stesso sorriso e la stessa voglia di quando avevo ancora i capelli lunghi. Fare della propria passione il proprio lavoro è una fortuna che in pochi hanno e io sono uno di quelli.

Q come

R come Raffa Martini: al mio arrivo in Bluorobica nel 2004 la prima persona che mi ha aiutato a gestire l'ingresso nella Città dei Mille e in Bluorobica in modo particolare è stato proprio Raffaele. Carattere deciso, allenatore di qualità, persona schiva ma presente e capace di tessere sempre la tela nel verso giusto, Raffaele è stato uno dei fautori del progetto Bluorobica come modello per aggregare e fare qualità a Bergamo. Sia pur con modi di fare diversi abbiamo fin da subito capito che le nostre due metodologie differenti potevano essere un valore aggiunto ai ragazzi che ci passavamo come allenatori da una categoria all'altra nel percorso giovanile. Poi ad un certo punto la notizia del suo melanoma, uno dei tumori più bastardi che esista, ha sconvolto tutto e tutti. E così in qualche mese abbiamo perso un amico, un allenatore capace e una persona che a Bergamo era riuscito ad essere profeta in patria. Il ricordo di Raffa e di tante altre persone che non ci sono più che però hanno rappresentato esempi virtuosi e figure importanti nella mia crescita come il già citato Bruno Brumana, Gianni Asti (mio grande tutor personale), Tarcisio Vaghi, Marco Guerzoni, Aldo Monti... mi danno tutti i giorni la carica per essere al meglio me stesso, ricordando anche che (anche se facciamo fatica ad ammetterlo) non siamo immortali.

S come scatto fotografico: Ho sempre amato scattare fotografie. Il ricordo di una foto non ti fa invecchiare, anche dopo anni, ti rende protagonista della scena. Questa è una grande cosa. In molti mi prendono in giro perchè sono l'unico allenatore al mondo che scatta le foto mentre allena. E' vero... non è consuetudine farlo ma d'altronde la voglia di immortalare quel momento è troppo forte. In più non avendo scattato ancora la foto perfetta, sono sempre alla ricerca di quella immagine di cui andare fiero per l'eternità. Ma d'altronde ho solo 50 anni...

T come Titoli: I tre Titoli Italiani nelle categorie giovanili vinti nel 2000, 2001 e 2003, oltre a farmi conoscere ed apprezzare la qualità dei tanti ragazzi del 1986 e 1988 di Varese, hanno rappresentato delle belle occasioni di crescita e maturazione. A 36 anni avevo partecipato a tre Finali Nazionali vincendo bene tutte e tre le volte il Titolo di Campione d'Italia. Nei dieci anni successivi (tra Bluorobica e il Campus) ho partecipato ad altre 15 Finali Nazionali collezionando risultati dal secondo posto in giù. I giorni delle vittorie degli scudetti (Bormio con le lacrime agli occhi, Porto San Giorgio e Salsomaggiore) sono stati veramente giornate indimenticabili, insieme a persone che saranno legate per sempre da qualcosa di magico. Gli anni dei secondi posti in giù si è vissuto comunque in maniera importante e intensa il percorso di avvicinamento. Non c'è mai stato il coronamento del sogno, ma ci sono state delle belle imprese sportive che hanno legato in maniera indissolubile tante persone che sapevano cosa fare per essere al meglio se stesse. Qualcuno più famoso di me diceva che di un impresa sportiva alla fine potevano rimanere i Titoli vinti e il rapporto tra le persone. Ecco rivedere nel video che Daniela ha confezionato per i miei 50 anni tante di queste persone con il sorriso pensando alle tante belle cose costruite insieme è una emozione forte, unica e che sarà per sempre.


U come Urania Milano: nell'estate del 2014, dopo la toccata e fuga del ritorno a Varese ad allenare, la chiamata in Urania (grazie all'intuito del GM Biganzoli) mi ha aperto uno scenario che considero ancora adesso (dopo diverso tempo) la migliore scelta professionale (e aggiungo anche di vita) che potessi fare. Ho conosciuto una realtà fortemente motivata e che ha già fatto dei grandi passi in avanti nella propria organizzazione, nell'affidabilità e nel concretizzare la propria mission. Ho conosciuto anche meglio la realtà difficile, variegata e complessa della città di Milano. Tra l'altro nei mesi scorsi qualcosa ho già scritto su questo blog per l'indecenza rispetto alle poche disponibilità di palestre che a Milano mancano. Nonostante tutti i problemi annessi e connessi alla città penso che Urania nel suo complesso, ma nello specifico per il Settore Giovanile, sia sulla buona strada per diventare una realtà big. Abbiamo numeri e quantità sufficienti per essere tra i migliori anche se non al top. Con un po' più di reclutamento (che a Milano è davvero complicato) potremmo davvero fare il salto in avanti che meriteremmo. Questi ultimi quattro anni in Urania sono stati sempre di più un vortice di belle cose e di riconoscimenti del lavoro fatto. Il percorso è all'inizio e si può fare ancora molto me le persone che insieme a me (tra tutte oltre a Luca, Max Sangiovanni e Giuseppe Pizzo) hanno condiviso questo percorso sono da elogiare e ringraziare per le modalità positive con cui superano ogni giorni i mille problemi del quotidiano. Avanti così.

V come Varese: oltre ad essere la mia città di nascita è stata anche la culla per i miei primi 36 anni. Mi ha dato l'energia per crescere, potendo fare grandi esperienze in ambito sociale, presso gli Oratori  di San Vittore prima e Masnago dopo e in ambito sportivo (Robur, Pall. Varese e Campus). E' sempre bello tornare (de emigrante) nella città che hai conosciuto e vissuto da bambino e da ragazzo anche se la lontananza forzata non è mai stato un problema di sorta.
Varese è stata anche fondamentale per la mia carriera da allenatore. Prima inserito come istruttore nel Minibasket dell'era di Vincenzo Crocetti (persona avanti 15 anni rispetto agli altri per modalità di insegnamento e contenuti tecnici). Dopo i due anni ad Arezzo ad allenare le giovanili della Saima, approdo alla Robur et Fides, grazie alle buone referenze di Roberto Pacchetti (altra persona a cui devo parecchio e a cui ho fatto il vice allenatore per un po' di anni proprio alla Robur). Dopo gli anni molto intensi passati in Via Marzorati, trasferimento alla Pall. Varese grazie alla chiamata di Massimo Cedro Galli (che oltre ad essere un amico è anche un ottimo allenatore). Con Cedro, Alberto Zambelli, Maurizio Mosti, Gianfranco Pinelli e tanti altri amici abbiamo scritto, dopo l'era di Gianni Asti, (forse) le pagine più importanti della storia della pallacanestro giovanile a Varese. Diversi Titoli Italiani subito dopo nel post Bosman con tanti giovani di Varese a diventare bravi a giocare a Basket in un sistema voluto e gestito alla grande dalla Famiglia Bulgheroni.
Poi con la scissione proprio dei Bulgheroni dalla Pall. Varese l'era delle giovanili del Campus. Anni di tanta bella attività in un grande clima di collaborazione per il bene dei giovani giocatori che avevamo a disposizione.
Oltre al Basket Varese per me ha rappresentato anche quattro anni (quasi) al lavoro presso l'edicola di Via Como, praticamente a 3 minuti dal centro storico della Città Giardino. Anni di grande sacrificio per qualità di vita e intensità lavorativa. E' stata comunque una grande esperienza e anche se la sveglia suonava alle 5.45 tutte le mattine, la gestione organizzativa di una attività del genere, ha avuto dei risvolti positivi sia in termini di responsabilità, sia di conoscenza delle persone. Avere a che fare tutti i giorni con tante persone, tutte diverse, oltre ad aprirmi gli occhi su tante cose, ma ha fatto conoscere meglio il genere umano.

Z come Poesia Finale:
La vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il nostro tempo.

Noi cresciamo e maturiamo collezionando queste esperienze. Sono queste che poi vanno a definirci. Alcune sono più importanti di altre perché formano il nostro carattere. Ci insegnano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, la differenza tra il bene e il male. Cosa essere e cosa non essere. Ci insegnano chi vogliamo diventare.
In tutto questo alcune persone, alcune cose si legano a noi in modo spontaneo e inestricabile. Ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci. Ci legittimano nell’essere autentici e veri. E se significano veramente qualcosa, ispirano il modo in cui il mondo cambia e si evolve. E allora appartengono a tutti noi e a nessuno.