sabato 27 ottobre 2007

PER RENDERE VISIBILE QUALCOSA D'IMPORTANTE


Non ho mai scritto nel dettaglio del capolavoro che la mia squadra Cadetti ha compiuto durante la stagione scorsa con il raggiungimento del podio, firmato con un bronzo a Montecatini che vale comunque come un oro.

Scrivo adesso delle sensazioni vissute nei mesi scorsi, per diversi ragioni. Uno di carattere pratico. Con l’inizio della stagione estiva a Follonica e con l’imminente matrimonio, molto del tempo dedicato alle faccende personali, come appunto aggiornare il proprio diario non potevano trovare soluzione di continuità. Due perché ho la netta sensazioni, vissuta proprio in questi giorni in modo forte, che il grande risultato che abbiamo ottenuto a Montecatini lo scorso anno sportivo possa in qualche modo aver fatto maturare nei ragazzi e in tutto l’ambiente una sorta di certezza assoluta sulla presenza di uno stile unico, inimitabile e vincente, che potrebbe portarci a nuovi risultati importanti.

Mi confidavo in questi giorni con i miei collaboratori che molte delle situazioni che stiamo vivendo in questa stagione sportiva appena iniziata, mi si erano presentate (a livello personale) nel passato già in occasioni particolarmente importanti come per esempio nell’annata dello scudetto con il gruppo 88 al Campus.

Diversa è la storia dei due gruppi. Quello di Varese nato dal minibasket con già 3 allenatori cambiati nel giro della annate under 12, under 13 e under 14 (Pinelli, Zambelli e appunto il sottoscritto). A Bergamo invece dopo le due stagioni con Raffa Martini, al gruppo 91 sono ormai legato da quattro anni, anche se abbiamo comunque guadagnato molte dei pezzi pregiati della squadra in corso d’opera.

Ma unica è la similitudine nel modo di affrontare, allenamenti, partite e se posso andare oltre, anche nel modo di intendere l’impegno della pallacanestro. Grande passione per il gioco, grande capacità di saper apprendere il meglio da tutte le situazioni e ottima attitudine al sacrificio per il proprio miglioramento e per il progredire della squadra.

Con gli 88 di Varese, arrivavo dopo l’anno abbastanza complesso e complicato passato ad allenare il gruppo cadetti 85 e 86 del Campus, ritrovando di fatto dopo pochi giorni grande serenità nello stare in palestra, ottimo feeling con la stragrande maggioranza dei ragazzi e un buon clima tecnico. Insomma tutti per uno, uno per tutti, se vogliamo usare un luogo comune. Giocavamo le partite con serenità e scioltezza rifilando venti, trenta punti a molte delle squadre che ci avrebbero dovuto dare fastidio in campionato. All’interzona qualcosa che assomiglia ad una passeggiata. E alle finali di Salsomaggiore, tralasciando la prima gara giocata con Bologna, sponda Fortitudo, in cui abbiamo palesato limiti di tenuta fisica (anche per la partenza fissata alle 7 del mattino da Varese, con la gara alle tre del pomeriggio) per il resto tutto in scioltezza fino al più venti in finale con Pesaro.

Ugualmente con il gruppo Bluorobica di quest’anno, anche se siamo solo ad inizio stagione e anche se da domani potrebbe veramente cambiare tutto, ho le stesse sensazioni di quell’anno. Tutti sanno cosa devono fare, con poco spazio a gelosie e invidie, nella consapevolezze che è vero che le squadre vincenti sono fatte da giocatori forti e bravi, ma anche che alle volte, conta di più un buona “chimica di squadra” (oddio che brutta sta definizione, ma ormai mi è uscita così) che piuttosto un ragazzo in più a rovinare il gruppo nella sua interezza e unicità.

So di essere molto egocentrico, pazzo e un po’ anche presuntuoso… ma come disse qualcuno più famoso di me: “I sogni solo la misura del nostro carattere”. Ed allenare un gruppo del genere come quello Under 17 Comark Bergamo al momento non si deve nemmeno sognare. Ci sono i fatti. Le partite. Gli allenamenti. Le facce ad uno sguardo incrociato. Beh, lasciatemi godere di ciò che rimane invisibile a molti… ma non a tutti!

Ci risentiamo tra un po’. Buona stagione.