Di ritorno da un periodo davvero impegnativo tra Trofeo delle Regioni, Trofeo Garbosi, Memorial Barilà e il Torneo Internazionale di Rho (attualmente ancora in corso) non posso rinunciare alla pubblicazione all’annuale del post "ALFABETO" che tanto ha fatto discutere negli anni scorsi tra gli addetti ai lavori. Scrivo con la presunzione di poter aiutare il sistema della pallacanestro giovanile a progredire anche grazie attraverso analisi e considerazioni fatte ad alta voce che considero costruttive. Inizio a pubblicare le prime lettere dell’alfabeto. Nei prossimi giorni darò seguito al resto.
A come Arbitri: Ovviamente non poteva mancare la valutazione sulla componente arbitrale vista e valutata nelle varie competizioni svolte nel periodo di Pasqua in giro per l’Italia. Il giudizio sarebbe stato 10 e lode se non avessi assistito al fischio di tre falli tecnici durante la finale del Trofeo delle Regioni. Due tecnici sanzionati agli allenatori delle due squadre rei di aver protestato troppo. Ma da fuori non si è visto e capito nulla. Un altro sanzionato ad un giocatore reo di essersi buttato (probabilmente è solo scivolato) a metà campo per simulazione. La mia considerazione-domanda è questa: se i due giovani arbitri (in procinto di essere promossi dalla C Regionale alle DNC) non avessero preso parte ad un raduno così lungo e con validi istruttori a dare conigli utili, con molte ore di video per affinare tecnica e valutazioni, con parecchie indicazioni su come gestire i comportamenti dei tesserati e così via… avrebbero fatto valutazioni diverse sugli episodi poco sopra citati? Prima del raduno episodi del genere potevano essere ignorati dai due arbitri?
Se la risposta è no, allora ben ci stanno i fischi e le lamentele del pubblico presente al Palasavelli spazientito da delle fischiate che non si sono capite. Se la risposta è si, allora farei fare una riflessione alle persone responsabili per meglio calibrare le informazioni utili da inoltrare alle nuove generazioni dei fischietti.
B come Barilà: Un bel torneo giovanile, giunto ormai all’ottava edizione, ma che con gli anni sotto l’effige del Torneo Rizzi supera i quattro lustri (mi sa che siamo alla quota di 23 edizioni). Nulla di nuovo sotto il sole in termini di risultato sportivo con la solita supremazia tecnica e fisica dei croati del Cedevita Zagabria. Di ottimo livello anche la qualità dei giocatori del Team Ohio, ma la considerazione riguarda le ottime impressioni destate da Umana Venezia (alla fine terza), l’ABC Robur Varese (quarta) e le altre italiane al seguito: Montepaschi, Assigeco, ma anche Malaspina, Desio e Brindisi. Da anni siamo convinti che se si riuscisse in qualche modo a ridurre a 16 squadre le contendenti, ne guadagnerebbe lo spettacolo e la qualità dello stesso torneo, magari giocando solo sui campi più belli (Malnate, Clivio, Castellanza… il Campus??). E’ chiaro che far quadrare i conti con tornei del genere è sempre più difficile e mai come quest’anno la macchina organizzativa dell’instancabile Giuseppe Livio ha funzionato molto bene. Speriamo solo che gli attriti tra Comitato Organizzatore e la Federazione non portino all’abbandono di una manifestazione importante, storica, bella e affascinante.
C come Coach: Ne abbiamo visti di tutti i tipi. Al Trofeo delle Regioni, anche in considerazione del fatto che si allenano giocatori di Società diverse (e comunque non propri) quasi tutti i coach si sono allineati al bon ton del “bravo allenatore”. Negli altri tornei c’è stata più energia da mettere a disposizione con i soliti “urlatori”, quelli della serie “se sbagli ti cambio”, e anche quelli che “che sono venuto a fare che non capite nulla?”. Ci sono poi anche quelli bravi. Quelli che senza arrivismo provano ad insegnare qualcosa, che capiscono le difficoltà di chi li sta di fronte, che sanno elargire la parola giusta al momento opportuno. E’ a loro che il movimento punta. Non si può essere allenatori solo di tecnica. Non si può essere solo allenatori di grinta e determinazione. Cerchiamo di essere professionali quando serve ma anche amichevoli. Diamo utili consigli, ma riconosciamo quando è più utile stare zitti. Usiamo il bastone quando è giusto, perché l’impegno non deve mai venire meno, ma anche la carota ha la sua importanza. Facciamo crescere gli Atleti con la consapevolezze delle proprie convinzioni, ma studiamo anche il contrario di quello che cerchiamo di insegnare. Solo così allargheremo la vedute di chi ci sta di fronte e di chi da noi vuole imparare tutto.
D come Delusione: E’ anni che tento come allenatore di arrivare nelle prime quattro squadre classificate al Torneo Barilà e non ci sono mai riuscito. Qualcosa va sempre storto. Quest’anno di mezzo tra la mia squadre e una finale al Palawhirlpool si è messa la maggiore convinzione e determinazione di una grande ABC Varese, che con un Michel De Jace in formato de luxe ci ha tolto questa opportunità. Comunque non dispero, prima o poi ci riuscirò…
E come Elezioni: Argomento scottante in questo periodo. Dopo la candidatura a Premier del Basket nostrano di Gianni Petrucci i giochi ai vertici sembrano fatti. C’è comunque il siparietto delle poltrone attigue che merita attenzione, con la candidatura a ruoli importanti di persone note e meritevoli. Complesse alchimie in chiave politica anche per la probabile riduzione del numero dei Consiglieri Federali, che permetterebbe al governo del Basket di essere più snello nelle decisioni. Staremo a vedere. In sordina, e con molti se e con molti ma, è partita anche la campagna elettorale per la presidenza della regione che rappresenta il 25% del movimento della pallacanestro. Si cercano persone stimate, competenti, incline al dialogo e che conoscano bene il movimento in ogni sua parte. Beh non è poco ma pensiamo che in Lombardia ci possano essere persone di questo calibro. In bocca al lupo.
F come Foto: Ovviamente quale occasioni migliori d’incontro con tante persone per scattare un sacco di foto ricordo di prestigio e di momenti importanti. La passione per le fotografie non cala anche se ogni tanto mi viene fatta rivolta la critica che non posso usare la macchina fotografica quando voglio. Da un po’ di tempo vedo sempre più persone, genitori, amici, semplici appassionati, con macchine fotografiche bellissime assieparsi sui campi da gioco. L’idea del sito www.fotobasket.it di pubblicare on-line tutte le foto scattate durante le partite di basket giovanile in Lombardia (e non solo) è secondo il mio parere vincente, intrigante e utile. Vincente perché il sito riscontra quotidianamente un sacco di utenti, intrigante perché tutti gli autori sono alla ricerca della foto perfetta e utile perché aggiornare una news sui siti internet di riferimento con una bella fotografia ha tutto un altro effetto. Se poi a qualche fotografo dilettante si aprono delle porte inaspettate per poter trasformare una passione in un lavoro, beh direi che li raggiungiamo l’apoteosi.
G come Garbosi: Ormai ha compiuto 33 anni il più importante Torneo Giovanile per fasce basse in Italia. Ogni volta per Varese è una sfida avvincente nell’organizzare sempre meglio una manifestazione che ha rappresentato nel passato una passerella per molti degli Atleti e dei campioni che calcano i parquet nelle diverse categorie. Il ricordo di quei giorni rimane per tutti indelebile. Si dimenticano gli allenamenti, le sconfitte, a volte anche le vittorie, ma le sensazioni di giocare con il piacere nel cuore, insieme ad amici ed avversari, quello non si scorderà mai. Al Trofeo Garbosi ancora di più. Ancora una volta Paolo Vittori e il suo staff (il figlo Luca, Gianni Chiapparo, Valter Giringhelli. Linda Brautigam…) hanno fatto centro. Complimenti.
H come Hit Parade: Significative le valutazioni che si possono fare riferite alle varie classifiche individuale al Trofeo delle Regioni 2012. Davvero una bella impressione mi ha destato Marco Timperi (Abruzzo), capocannoniere del torneo con 117 punti in sei gare (che fa quasi venti punticini ad allacciata di scarpe) per un fisico ancora in via di definizione ma con evidenti gradi di futuribilità. Secondo posto nella speciale classifica dei giocatori più prolifici per Lorenzo Spano (Sardegna) che non ho visto, terzo, Caroti (della Toscana), quarto l’ineguagliabile capacità di uno contro uno del colored dei Crabs Rimini, Daniel Perez Rodriguez (Emilia). Non mi stupisce che nella classifica marcatori si debba arrivare al nono posto per vedere un giocatore della squadra che ha vinto il torneo, per la precisione Alberto Norbis. Ma d’altronde mai come in questo caso la forza della Lombardia era proprio il collettivo. Nella classifica della valutazione complessiva spicca la prima posizione assoluta di Andrea La Torre (del Lazio) ottimo giocatore, energico ed esuberante al punto giusto. Di seguito un altro buonissimo talento del basket nostrano come Riccardo Zani (Emilia). Terzo il talento cristallino di Lorenzo Nosi di cui ho grande stima e che anche in questa occasione (anche se ci sono da migliorare un po’ di aspetti tecnici) ha confermato i tanti pregi. Nella classifica dei rimbalzi difensivi spicca la capacità di posizionamento di Andrea La Torre (48 rimbalzi, che fa 8 a gara), seguito dall’atletismo di Rege Cambrin (Liguria) e (terzo) il già citato Nosi (Toscana). Primato nei rimbalzi offensivi per Marco Timperi (che sarà alto 1.87, ma che ha evidentemente grande rapidità e ottimo posizionamento) per quasi 5 rimbalzi a partita conquistati. Secondo posto per il giocatore che forse ha ancora più di tutti potenzialità ancora inespresse: Marco Vercellino (Piemonte). Terzo posto per un altro pezzo da 90: il nostro Curtis Nwohuocha (Lombardia). Primato degli assist a Valentini (Piemonte) e record di palloni recuperati per Mastromatteo (Puglia) con 5 furti per partita. Classifica importante quella delle stoppate. I tre più grandi intimidatori nel pitturato sono stati Giovanni Cervini (Umbria) che non ho visto, secondo Riccardo Cattapan (Piemonte) e terzo con nove stoppate date Tommaso Guariglia (Toscana) che come il collega di reparto piemontese rispetto al CQN di Rimini è migliorato davvero tanto.
A livello di statistiche di squadra spiccano i 486 punti realizzati dall’Emilia (ultima la Sicilia con 332), con il Lazio in testa alla classifica della miglior percentuale nel tiro da due (45%) e con la Lombardia a comandare da oltre l’arco con il 33% nelle triple (ultima l’Umbria 15%). Precisione ai liberi per Lazio e Liguria al 64% dalla linea della carità e un sacco di falli fatti dal Friuli, totale 162 (ultima la Liguria con 76).
In ultimo, davvero ottimo il solito lavoro di raccolta dei dati stitistici effettuato da statbasket.it. Ormai da qualche anno Guido Corti con la sua "Informatica Comense" raccoglie, per conto della Federazione tutte le statistiche delle manifestazioni più importanti in Italia e ci aiuta con il punteggio pubblicato on-line in tempo reale ad essere meno lontano da chi sta giocando per una manifestazione importante. Complimenti.
I come Italia: Molto gradito da tutte le componenti l’idea di assemblare nel giro dei giorni del Trofeo delle Regioni anche i raduni delle Nazionali Under 16 e Under 18. E’ vero che nel periodo pasquale ci sono già un sacco di appuntamenti importanti, ma avere la possibilità di vedere all’opera i migliori atleti delle varie rappresentative nazionali nel bel mezzo dei loro percorsi in preparazioni alle competizioni estive è ottima cosa. In più, anche per i ragazzi del 97 presenti al Trofeo delle Regioni, vedere sul campo i compagni più grandi è uno bello stimolo per proseguire con determinazione il percorso di miglioramento. Esperimento da ripetere se possibile.
L come Lombardia: Erano ben nove anni che la Lombardia non vinceva il Trofeo delle Regioni. L’ultima squadra vincente fu l’annata 1989 con Giovanni Todisco allenatore di un ottimo gruppo di giocatori. Anche nelle precedente stagione (annata 1988) possiamo dire che la Lombardia non fece una brutta figura. Titolo vinto con la squadra dei sogni: Gallinari, Aradori, Poletti, Rosignoli, Santambrogio… allenata da Max Mazzali. Beh, a Porto San Giorgio, vedere il volto felice di Enrico Ragnolini, dopo anni di angherie e sofferenze rispetto alla simpatica presa in giro degli altri Presidente Regionali, mi ha regalato una gioia profonda. Il Comitato Regionale, vista la grande mole di lavoro svolto in ottica Selezioni, si meritava una vittoria, e così è stato. Ho vissuto in prima persona le ultime quattro edizioni del Trofeo delle Regioni. In ordine cronologico quella affrontata nel 2009 come Allenatore con il gruppo dei ragazzi del 1994 era battaglia persa in partenza. Anche se come Selezione della Lombardia abbiamo fatto molto bene (De Vico, Leone, Tedoldi, Amato, Seratoni, Bartoli, Piva…), vincere la finale di Montecatini contro la corazzata toscana (Imbrò, Tessitori, Bianconi…) avrebbe sfiorato il miracoloso. Poi però con il punteggio a meno 2 ad una manciata di minuti dalla fine in rimonta, pareva tutto più fattibile. Peccato. Nel 2010 il gruppo del 1995 era una squadra molto futuribile, ma forse non ancora pronta per giocare ai massimi livelli. Arrivammo noni, ma le successive convocazioni di due dei nostri giocatori agli Europei Under 16 (Spatti e Merlati) ci convinsero che il lavoro era stato comunque produttivo per il sistema. Con l’annata 1996 dopo una fase di preparazione al Trofeo delle Regioni con ottimi spunti e risultati, la Selezione del Veneto (con Rossato in testa) fece una partita perfetta e ci relegò alle finali di consolazione, arrivando alla fine quinti (con una sola sconfitta di misura), ma producendo in molti dei giocatori presenti nella Selezione Regionale un senso di rivincita enorme che si tramutò poche settimane dopo in una finale tutta lombarda alle Finali Nazionali di Caserta. Con il gruppo dei ragazzi del 1997 c’erano tutti i presupposti per un ottimo risultato. L’annata in questione da sempre ha rappresentato nelle varie manifestazioni nazionali (Garbosi, Zanatta, Torneo a Ferrara) un elevato tasso tecnico per la nostra regione. E’ così è stato. Vittoria di un gruppo molto forte nelle potenzialità, ma ancora di più nella convinzione di ognuno. E se poi ci aggiungiamo che a Rimini, nel raduno del SSNM, Centro di Qualificazione Nazionale su 32 Atleti 9 erano lombardi, la somma (per una volta) fa il totale esatto.
M come Marche: per capire che tipo di impegno si sono assunti le persone del Comitato Regionale delle Marche, per organizzare al meglio il TDR 2012, basta ripensare all’entusiasmo viscerale che gli stessi Dirigenti delle Marche dimostravano sul campo già un anno prima, durante l’edizione a Torino. Già a quell’epoca, il Presidente Paolini e i suoi più stretti collaboratori erano in fermento per organizzare tutto alla perfezione nella loro bella regione. Si pensava ai momenti collettivi serali, si studiava una logistica che potesse aiutare lo scambio di relazione tra le diverse delegazioni, si pensava a campi da gioco capienti e funzionali. E’ così è stato. Ottima organizzazione, qualità logistica di buon livello, tante persone disponibili a risolvere i normali problemi di una organizzazione complessa… insomma una bella edizione del Trofeo. Poi è chiaro che qualche problemino c’è stato, indipendente dalla volontà del Comitato. Certe distanze tra i campi da gioco e gli alberghi erano di difficile gestione, soprattutto tenendo conto di una rete viaria un po’ retrò. Un menù non proprio dietetico da parte dell’Hotel Holiday, dove c’erano la gran parte delle delegazioni, non aveva proprio il sapore di una raduno del Settore. In ultimo, a mio parere, otto giorni (da martedì a martedì) per un torneo giovanile è tanto, forse troppo. Pensare di viaggiare e giocare già al primo girono e giocare un giorno due partite, come del resto si fa in un tutti i tornei in giro per l’Italia, sarebbe utile per risparmiare qualcosa a livello economico e tornerebbe anche utile a tutti quelli che il Trofeo lo organizzano, lo giocano, lo allenano e lo seguono.
to be continued...