venerdì 14 marzo 2008

PAUSA DAL BASKET - IMPRESSIONANTE

PURA COINCIDENZA O TUTTO PROGRAMMATO


1) New York City ha 11 lettere.

2) Afghanistan ha 11 lettere

3) Ramsin Yuseb (il terrorista che minacciò di distruggere le Torri Gemellle nel 1993) ha 11 lettere.

4) George W Bush ha 11 lettere. Questo può essere pura coincidenza, però ora la cosa si fa più interessante

1) New York è lo stato numero 11.
2) Il primo aereo che si schiantò contro le Torri Gemelle fu il volo numero 11.

3) il volo numero 11 aveva 92 passeggeri. 9 +2 = 11

4)Anche il volo numero 77 si schiantò contro le T Gemelle,
e portava 65 passeggeri. 6+5 = 11

5) La tragedia accadde l' 11 Settembre, o meglio: 9/11.
9+1+1=11

6) Il giorno è uguale al numero di emergenza della polizia negli Stati Uniti 911. 9+1+1=11.
Pura coincidenza??? Continua a leggere...

1) Il numero totale di vittime in tutti gli aerei fu
di 254. 2+5+4= 11.

2) L'11 Settembre è il giorno 254 del calendario. Di nuovo 2+5+4=11.

3) Le esplosioni di Madrid accaddero il giorno 3/11/2004. 3+1+1+2+4= 11.

4) La tragedia di Madrid accadde 911 giorni dopo l' incidente delle Torri Gemelle 9+1+1=11....

Ora è quando la cosa si fa più misteriosa.

Uno dei simboli più conosciuti degli Stati Uniti,
dopo le stelle e le strisce, è l' Aquila.

La seguente strofa è tratta dal Corano, il libro sacro Islamico 'Perchè è stato scritto che il figlio dell' Arabia sveglierà una terribile Aquila. La forza dell' Aquila si sentirá in tutte le terre di Allah, mentre alcune persone tremeranno di disperazione però in fondo si rallegreranno: perchè la forza dell' Aquila pulirá le terre di Allah e ci sarà pace .'

Questa strofa è la numero 9.11 del Corano.

Ancora non sei convinto....?!

Fai questo e poi me lo dici:

Apri Microsoft Word e:

1. Scrivi maiuscolo Q33 NY . Questo è il numero di
volo del primo aereo che si schiantó contro le Torri Gemelle.

2. Cambia la dimenzione del carattere a 48.

4. Cambia il carattere a WINGDINGS.

E ORA CHE PENSI?!?!!?

mercoledì 12 marzo 2008

MASSIMO GALLI TRACCIA LE SUE LINEE GUIDA

PER MIGLIORARE L'ATTIVITA' GIOVANILE


Massimo Galli al momento è Assistente Allenatore dei Crabs Rimini in Lega due. Nel passato però oltre a ricoprire il ruolo di Referente Tecnico Territoriale in Lombardia per il SSNM è stato anche Responsabile del Settore Giovanile della Pallacanestro Varese prima e del Campus Varese dopo, allenando in prima persona i migliori prospetti della città giardino. Due titoli italiani vinti e tanta attività giovanile di alto profilo. Ecco il suo intervento:

Leggendo l'indubbia interessante discussione e avendo (nel passato purtroppo) svolto attività giovanile ad alto livello ecco le mie idee:

Attività giovanile:

Under 19 d'eccellenza: Non credo che aumentando le squadre si migliori la qualità delle partite perchè aumentando le squadre inevitabilmente diminuisce la qualità tecnica delle stesse. Meglio secondo me creare un circuito di 4/5 tornei ad inviti in diversi periodi dove le squadre migliori si possono confrontare(esempio: Piombino, Rho, Lissone dove però spesso capita che le squadre migliori non vanno perchè o troppo impegnativi o come succede concomitante con seconda fase del campionato o perchè magari al confronto con realtà internazionali si rischia di perdere).

Per aumentare il numero delle partite di qualità organizzare un evento dove le squadre che passano all'interzona giocano semifinale e finale con assegnazione di titolo di campione regionale.

Under 17 d'eccellenza: Si puo' seguire la traccia di quest'anno.

Under 15 d'eccellenza: Fase regionale e poi delle conference magari nord, centro, sud. Posti da assegnare poi per le finali nazionali a seconda della qualità delle regioni (esempio 2 posti per il sud, 6 per il centro, 8 per il nord). Così ci sarebbe più qualità nelle partite sia della seconda fase, sia alle finali.

Under 14: Fase regionale e poi finali nazionali con due Conference Centro nord e Centro Sud da 16 squadre ognuna (32 squadre qualificate) Per ragazzi di questa età è stimolante e gratificante prendere parte a manifestazioni del genere.

Le vincenti delle due conference poi si incontrano per stabilire la vincente nazionale, partita da giocare prima di un grande evento (esempio: prima della super coppa, o di una partita della nazionale oppure prima di una partita di una squadra nba).

Under 13: Fase regionale più tornei vari.

Attività settore squadre nazionali:
Under 19-17: da fare nelle festività e non in concomitanza con i tornei. Farei un indagine per sapere quanti tra i ragazzi ospitati in foresteria da parte dei club vanno bene a scuola.
Incentrare l'attività nei mesi estivi.

Under 15: Attività prevalentemente estiva, raduni solo nelle vacanze scolastiche

Under 14: torneo delle province e poi delle regioni con raduni giornalieri. Camp estivi a invito per i migliori con allenatori qualificati.

Under 13: Selezioni provinciali più torneo tra province della stessa regione.

lunedì 10 marzo 2008

FINALI NAZIONALI UNDER 14

RIPRISTINO O ABOLIZIONE?? ECCO I PARERI

Ho chiesto un parere alle Società che hanno preso parte alle ultime Finali Nazionali Under 14 a Bormio vinte dal Campus Varese. Ripristinare o abolire questo tipo di attività! Ecco le risposte: (la news si aggiorna appena ricevo pareri...)

Invito tutti a dire la propria cliccando su commenti. Lasciate pure il messaggio. Verrà pubblicato appena possibile.

Massimo Galli (Assistente Crabs Rimini): Fase regionale e poi finali nazionali con due Conference Centro nord e Centro Sud da 16 squadre ognuna (32 squadre qualificate) Per ragazzi di questa età è stimolante e gratificante prendere parte a manifestazioni del genere.

Le vincenti delle due conference poi si incontrano per stabilire la vincente nazionale, partita da giocare prima di un grande evento (esempio: prima della super coppa, o di una partita della nazionale oppure prima di una partita di una squadra nba).

Andrea Villa (Allenatore di Varese): ho preso parte da vice allenatore alle finali nazionali Bam nella stagione sportiva 1999-2000 a Bormio. E' stata una esperienza unica e irripetibile che mi ha formato decisamente come giovane allenatore. Al mio secondo anno di attività non capita spesso di vincere uno scudetto. Ripristinare le finali under 14 dev'essere una necessità più che una possibilità. La necessità è quella di stare al passo con i tempi e visto che le finali c'erano non si capisce come mai sono state tolte facendo un bel colpo di mano alla crescita dei nostri ragazzi appassionati di basket.

Enzo Belloni (Responsabile Settore Giovanile Scavolini Pesaro): La mia personalissima opinione riguardo le finali nazionali per gli Under 14 è: ASSOLUTAMENTE DA FARE!!!!!!
Permette anche alle piccole società di darsi una vetrina ed ai ragazzi di farsi una esperienza importante. La delusione per una partita persa passa con il tempo... mentre i ricordi positivi di una esperienza intensa restano!!
In ultimo forse è meglio andare a fare le finali nazionali (anche se sarebbe meglio che una famiglia non debba sostenere i costi) che partecipate ad un camp. Capisco l'interesse economico che ci sta dietro, ma una Finale Nazionale è un momento unico, irripetibile e storico per la formazione caratteriale, umana e tecnica dei nostri giovani giocatori!!
Enzo Belloni

Mario Fioretti e Stefano Bizzozero (Armani Jeans Milano): L'esperienza delle Finali Nazionali rappresenta un momento molto importante e certamente positivo nella crescita dei giovanissimi giocatori. I ragazzi hanno sicuramente dei vantaggi a prendere parte a delle manifestazioni del genere e il consiglio alla FIP è quello del ripristino di questo evento.

Matteo Cara (Responsabile Settore Giovanile Oleggio): Le Società importanti cercano sempre di partecipare a Tornei Nazionali ed Internazionali con le loro squadre U13 ed U14, a volte anche con gli Esordienti. Anche le Società più piccole quando hanno dei buoni gruppi cercano sempre delle manifestazioni di buon livello per far competere i loro giovani atleti contro squadre di valore. Ritengo che per un gruppo Under 14 sia una bellissima esperienza sportiva e di vita partecipare ad un Torneo d'alto livello "fuori casa". Credo che riproporre le Finali Nazionali per la Categoria Under 14 non sia inutile o diseducativo...

Credo sia giusto riproporre nuovamente le Finali Nazionali Under 14 anche per dare delle soddisfazioni a quelle piccole Società che lavorano bene nelle fasce basse, producendo tanti giovani atleti interessanti, atleti che un giorno forse saranno reclutati da Società importanti. Credo sia giusto anche per ringraziare quei giovani atleti che si allenano quotidianamente insieme al "talentino" della loro Società che un giorno verrà reclutato, permettendogli di lavorare in ogni caso nel modo migliore possibile, anche se è molto più bravo dei suoi compagni.

Sono pro Finali Nazionali Under 14.

Sono però contro all'utilizzo della difesa a zona fino alla Categoria Under 15. Renderei "legale" la difesa a zona solo dall'Under 15 in poi però c'è il solito problema della scarsa preparazione degli arbitri e la loro incapacità (o poca volontà) di riconoscere quando un nostro collega sta facendo il "furbo" andando contro il regolamento e schierando in campo una "finta difesa ad uomo". Come cerchiamo di affrontare questo problema con l'Under 13 possiamo farlo tranquillamente anche con l'Under 14.

Matteo Cara

Gianfranco Ucelli (Play ABC Robur et Fides Varese): Ai miei tempi si chiamavano “Finali Nazionali categoria Allievi d’eccellenza”, ricordo ancora oggi la grande attesa con cui ci si avvicinava a quell’evento.
Il campionato a livello regionale era filato via liscio condito solamente dalle sfide contro Milano, l’avversario per eccellenza, contro Pavia e contro Cantù. Ora, però, c’era la possibilità di sfidare tutte “le più forti d’Italia”.
Ricordo l’interminabile mese di preparazione dove in campo ci si allenava come non mai e in spogliatoio, ogni volta che si pronunciavano “le finali nazionali”, ci si illuminavo gl’occhi.
Per affinare la preparazione avevamo partecipato anche al Torneo Internazionale “Giove”, dove arrivammo in finale, contro il Cibona Zagabria, nonostante il brutto infortunio alla gamba che purtroppo occorse a “Lollo Gergati” e che non gli permise di giocare le imminenti finali.
Finalmente era giunto il giorno della partenza e della prima partita: destinazione BPA PALAS di Pesaro (palazzetto da 12000 posti!!) sfidanti: Roma Monterotondo. Qualche notizia (o forse meglio leggenda!) ci era giunta: si fantasticava su un certo “Fagiani, uno dei più forti giocatori al mondo”. Era buffissimo perché si andava a giocare contro dei ragazzini come noi, ma per il fatto che fossero le finali nazionali e che si giocasse in quel palazzetto si aveva la sensazione di andare incontro a dei marziani imbattibili. I più temuti erano il suddetto Fagiani e Suero della Fortitudo Bologna; come squadra invece si parlava un gran bene della Muller Verona, poi vincitrice della manifestazione.

Sul campo è andata benissimo, peccato solo per la sconfitta in finale contro Verona, fuori dal campo: un’esperienza indimenticabile. Con i miei compagni (anzi i miei amici!) si stava insieme tutto il giorno: c’era il tempo per divertirsi con qualche mattinata al mare, i giri in Risciò o, ad esempio, incollati al televisore a tifare per la vittoria dell’Italia; quello in cui si attendeva la partita e si cercava di stemperare la tensione facendoci forza l’un l’altro (ricordo la mattina della finale le facce di tutti a colazione!); quello delle immense gioie dopo le vittorie e ahimè quello delle delusioni dopo le sconfitte.

Non so se si è capito ma ho solo dei gran bei ricordi di quell’esperienza perché, senza alcun dubbio, è stata una delle prime volte in cui ho capito veramente che cosa volesse dire far parte di una squadra!

Gianfranco Ucelli.

domenica 9 marzo 2008

VERBALE TAVOLA ROTONDA DI CARAVAGGIO

PROPOSTE CONCRETE - BASKET GIOVANILE


Cercherò di trascrivere le cose più importanti emerse durante la tavola rotonda di sabato. E' chiaro che se ci fosse qualche intervento non riportato correttamente prego i diretti interessati a farmi avere gli eventuali aggiustamenti del caso.

Benvenuto inziale sia da parte di Enrico Ragnolini che di Fausto Maifredi.

Alberto Mattioli (Responsabile Nazionale A): E' essenziale salvaguardare gli investimenti (sia in termini economici che in termine di forza lavoro) che le Società di pallacanestro fanno per la crescita dei propri giovani.

Paolo Andreini (Presidente Bluorobica): Prima domanda considerazione: Questi sistemi di selezione non è che per caso alimentano di fatto più il "sistema" reclutamento delle società di serie A, lasciando solo in secondo piano l'effettivo miglioramento dei giovani coinvolti? Seconda considerazione: L'effettivo coinvolgimento di tante persone (Atleti, RTT, Allenatori, Allenatori Under 25, Arbitri) sarebbe tutto bello se ci fosse anche il coinvolgimento delle Società. A volte queste ultime sono lasciate ai margini. Basterebbe che il SSNM fosse più presente sul territorio con i propri massimi rappresentanti per dare segnali di crescita (e anche indirizzo, se si vuole) per i vari dirigenti sportivi e non solo.

Enrico Rocco (RTT Lombardia - Responsabile Settore Giovanile Aurora Desio): Per l'annata 94 in Lombardia abbiamo copiato di fatto il PQN riportandolo in piccolo alla nostra realtà. Così faremo con l'annata 95 partendo proprio dalla riunione di questa mattina svolta con i referenti CNA provinciali. Monitorare il territorio in tutte le sue parti e dare imput positivi su come fare attività di base è la nostra missione.
Per quanto i ragazzi coinvolti concordo con la proposta di aumentare il confronto agonistico per i ragazzi dell'annata 94. Abbiamo visto in questi giorni giovani atleti davvero interessanti sia dal punto di vista fisico che tecnico che hanno tutto il diritto al massimo confronto possibile.
Riguardo alla regola del NON trasferimento di tesserati in regioni diversi sotto l'Under 16 mi sembra inutile dire che fatta la regola trovato l'inganno. Non porto neppure esempi eclatanti in tal senso, capitati negli anni passati. Pertanto lasciamo decidere alle famiglie cos'è bene e cos'è male per i propri figli e non deve essere la FIP ad auto eleggersi patria potestà su tesserati under 16.

Gaetano Gebbia (Responsabile PQN): Sono contento di questo utile confronto che reputo importante per poter progredire. Partiamo dall'obiettivo base però: il ragazzo prima e il giocatore che subentrerà in lui durante il perpetuarsi delle sua attività.
Nell'ultimo periodo sembrava che avessimo intrapreso la strada meritocratica della crescita. Tutto a tutti in modo diverso e con i tempi giusti. Dare certamente modalità di confronto è uno dei nostri obiettivi.
Un altro obiettivo importante però è la crescita anche degli allenatori che hanno a che fare tutti i giorni con questi ragazzi. Più faremo grandi gli uni e più saranno grandi gli altri.
Per non fare danni ci vuole più cultura sportiva. Seguiamo le esigenze effettive di queste persone e diamo loro la possibilità di crescere.
Il PQN si sta sforzando di migliorare tutto il nostro movimento dalla base. Oltre 150 allenatore coinvolti, molti arbitri che crescono insieme ai nostri giovani giocatori.
Riguardo alla regola che potrebbe entrare nelle DOA per la non possibilità di reclutamento tra giocatori con residenza tra regioni diverse, la considero una forzatura che il movimento non ha bisogno.
Ci sono località che sono a mezz'ora dalla città della regione limitrofe rispetto a città della stessa regione con distanze ragguardevoli (esempio: Messina-Reggio Calabria, rispetto a Trapani).

Massimo Faraoni (Responsabile SSNM): Sperimentiamo le nuove proposte in cantiere e poi eventualemte dopo aver valutato che non vanno bene torniamo indietro nelle scelte.
I ragazzi giovani Under 15, Under 14 e Under 13 subiscono a mio avviso troppa pressione. Genitori, Società sempre più inclini al successo, Allenatori in carriera che alle volte oltrepassano quella linea deontologica necessaria e insita nel dna di qualsiasi educatore, procuratori sempre più pronti a scovare il talento in erba... tutti fattori che danno implicazioni negative al movimento giovanile. Detto questo diamo tempo al tempo e non esasperiamo l'attività.
I vari Comitati Regionali devono essere da supporto per migliorare le Società sportive della propria regione. Su venti regioni il 40% non è riuscita a terminare il PQN. Non tutte le regioni sono come la Lombardia o il Veneto.
Si per il campionato Under 21 provinciale.
Si per più presenza fattiva degli allenatori SSNM
Si per fare di tutto per poter migliorare i risultati delle nazionali giovanili e non solo per poter ottenere più richiamo mediatico, più importanza a livello europeo e più contributi da parte del CONI.
Si per l'allungamento delle secondi fasi a livello Under 19 aumentando il numero delle squadre ammesse alla seconda fase (da 30 a 40).

Federico Danna (RTT Piemonte - Responsabile Settore Giovanile Biella): Al centro di tutto c'è il Ragazzo, la sua crescita e l'aspetto umano. Di conseguenza grande importanza la darei alla scuola. Non possiamo danneggiare questi ragazzi con una attività troppo pronunciata per poi cadere nel tranello di trasformare dei giovani giocatori di basket in piccoli professionisti.
L'attività sportiva dev'essere modellata quindi alla scuola. Minibasket attività ludica. Scuole Medie attività di formazione e semina. Scuola Superiore vera e propria attività agonistica.
No alle finali nazionali Under 14, si gioca solo per il risultato e non per far crescere le persone.
No alla zona nell'Under 14
Accorpare le regioni limitrofe per la seconda fase Under 19
Meno giorni di scuola persi per i raduni del SSNM durante la stagione

Germano Foglieni (Giornalista Video Bergamo - L'Eco di Bergamo): Non si capisce come mai venga denigrata la zona a livello Under 14 e non vengono denigrate quelle difese a tutto campo di pressione che fanno finire alcune gare 150 a 10. Se vietiamo la zona cerchiamo anche di vietare anche atteggiamenti del genere che sono forse più gravi di fare un po' di zona a livello giovanile.
Mi domando davvero che cosa serva il Trofeo delle Regioni? Poi forse qualcuno mi risponderà in merito.
Inutili i diritti divini per le Società di Serie A per i campionati d'eccellenza. Se una Società fa attività giovanile ad alto livello fa l'eccellenza perchè il campo lo premia, se un altra Società non lo vuole fare fatti loro. Perchè dobbiamo far cadere dall'alto questi diritti divini??
Gestioni date finali nazionali. Da un lato si predica bene (scuola) dall'altro si tolgono i libri in mano ai maturandi prima degli esami con le finali Under 19. Forse un po' di programmazione migliore non sarebbe male.

Alberto Mattioli (replica): In questo senso aver allungato l'attività fino a livello Under 19 ha proprio creato questo problema. Se tutto fosse rimasto come prima... con le annate parificate all'attività FIBA non si sarebbe posto il problema.

Giusppe Zucconi (Referente Territoriale Pavia - Responsabile Sportevents): In Spagna la Federazione promuove incontri tra Società e Nazionali all'interno del lavoro quotidiano all'interno delle stesse Società. Sono gli stessi allenatori giovanili del settore squadre nazionali spagnoli che si recano in giro per la Spagna a fare addestramento. In questo modo non vengono toccate le attività alternative alla pallacanestro: scuola e famiglia.
In Spagna a Pasqua il trofeo delle Regioni vedrà coinvolti i ragazzi del 96 del 97 e del 98. Selezioni regionali che si sfidano ad altissimo livello per quattro, cinque giorni di torneo. In Italia siamo a quelli del 93.

Claudio Albanese (Presidente CNA Veneto): Quando c'erano poche regole si stava meglio. Questa nuova regola del NON trasferimento mi sembra non positiva. La vera differenza tra una attività discreta e una ottima passa attraverso la formazione degli allenatori. Dobbiamo concentrare gli sforzi li.
Dobbiamo inoltre cercare di arrivare in tutte le parti delle nostre zone in Italia. Spesso ci accontentiamo di far progredire le solite note, dando pochi strumenti a chi forse ha già meno possibilità.
Di agonismo ne abbiamo bisogno, non abbiamo bisogno di esasperazione all'agonismo.
Sono d'accordo per l'abolizione della possibilità di fare zona Under 14 perchè si approffitta della debolezza dell'avversario. In Veneto Under 13 stiamo sperimentando la regola che se il mio avversario è dentro l'area il difensore può stare dentro l'area. Se l'attacante è fuori dall'area, il difensore deve stare fuori.

Carlo Recalcati (Commissario Tecnico Nazionale A): Al centro di tutta questa attività c'è certamente il ragazzo e la sua crescita. Come organo centrale dobbiamo quindi avere a cuore la migliore formazione degli allenatori che poi avranno a che fare con questi ragazzi. Pertanto ecco la motivazione alla tessera di "Allenatore" per i campionati d'eccellenza. Gli allenatori più formati e qualificati alleneranno i giocatori più evoluti.
I sacrifi economici e non solo per fare i corsi allenatori sono inevitabili. Gli hanno fatti tutti e in questo senso non vedo alternative.

Andrea Schiavi (Responsabile Comark Bergamo): In questo senso non si capisce come mai allora gli ex giocatori con un po' di storia alle spalle da giocatore debbano saltare a piè pari la maggior parte di questi corsi presentandosi solo per gli esami. Non sarebbe meglio far affrontare anche a loro (alle stregua degli altri) questi secrifici?

Fausto Maifredi (Presidente FIP): Sono convinto della bontà del confronto per migliorare il più possibile la nostra attività. Sul ripristino delle Finali Nazionali appare difficile che si possa arrivare al dunque essendo molte Società non d'accordo e poi c'è una programmazione date che diventerebbe complicata.
La proposta dei 12 giocatori e referto mi sembra irrealizzabile.
Il limiti dei doppi tesseramenti è fatto perchè alcune Società se ne approffiterebbero di fatto dismettendo la propria attività giovanile.
Solo in Lombardia ed Emilia la prima fase dell'Under 19 è equilibrata, quindi appare sensato allungare le seconde fase creando più possibilità di confronto.



A seguito della tavola rotonda ricevo e pubblico gli interventi di persone che possono dare una mano al miglioramento qualitativo della discussione:

Roberto Cecchini (Allenatore di Pallacanestro da sempre): Un caro saluto a tutti coloro che hanno a cuore le sorti, l'avvenire e lo sviluppo dell'attività giovanile della pallacanestro italiana. Ho con grande piacere partecipato alla tavola rotonda sull'attività giovanile. Premetto che la mia presenza è avvenuta essenzialmente in qualità di uditore. Ho ritenuto che fosse meglio stare ad ascoltare i diretti interessati che fare interventi da puro spettatore. Sono fermamente convinto che solo il mestolo sa cosa c'è nella pignatta e, in questo momento io vedo solo dal di fuori quel che è diventata la pallacanestro giovanile.

Dopo aver appreso da Andrea i contenuti delle proposte portate all'attenzione della FIP, ho con attenzione ascoltato tutti coloro che hanno attivamente portato la loro testimonianza. Devo dire che ogni intervento ha espresso contenuti importanti. Ci vorrebbe molto tempo per cercare di sviluppare i tanti temi che sono emersi dagli interventi. Limitandomi a circoscrivere il tutto entro i limiti posti dall'ordine del giorno stilato da Andrea, credo che tutte le proposte fatte siano da analizzare attentamente. Andrea, nell'esporre i punti in questione, non si limita ad elencare gli argomenti ma spiega il perché e, a volte il come arrivare a modificare lo stato attuale delle cose.Saltando a piè pari tutti i dubbi e le perplessità che le varie parti coinvolte nella discussione hanno posto sul tavolo, credo che lo scoglio principale che emerge è quello che l'Italia e un paese formato da realtà eterogenee ed ogni decisione sul modificare regole di ogni genere deve essere ben ponderato.

Partendo della questione relativa alla reintroduzione delle finali nazionali Under 14, voglio fare qualche considerazione.Ammetto che prendere decisioni potendo analizzare con attenzione le conseguenze che ogni modifica potrebbe portare è cosa assai saggia. Ritengo però che anche ritardare ogni decisione sia una sorta di rallentamento allo sviluppo di un movimento che oggi sembra risentire della concorrenza di altri sport che si stanno affermando, oltre che dell'antagonismo delle nazioni europee che già hanno dimostrato di aver saputo superare alcuni limiti che l'Italia si è auto imposta ( l'intervento di Zucconi ha contribuito a chiarire come in Spagna sono impostati i campionati e le relative finali).Il mio lavoro è sempre stato il fare il coach. Il mio compito è da sempre il cercare di creare grandi opportunità. Aumentare le occasioni di confronto è sicuramente meglio che escluderle a priori. Incrementare i raffronti aiuta a crescere, questo è indubbio. Non venite quindi a chiedermi se è opportuno organizzare finali nazionali per ragazzi di terza media sia giusto o meno. La risposta sta nella domanda. Senza voler fare esempi che riguardano la fattispecie in esame, faccio una associazione di idee riguardante un altra tipologia di competizione. Mi sembra di ricordare che se non fossi stato così poco atletico, avrei potuto pure io partecipare ai giochi della gioventù organizzati dalla mia scuola ai tempi delle medie inferiori. Un mio amico che li ha fatti, ne parla ancora come se avesse fatto le Olimpiadi. Non è diventato uno “spostato”, anzi... ha avvicinato i propri figli allo sport.

Era presente Carlo Recalcati. Il suo intervento, pacato, corretto, equilibrato come sempre, mi ha portato a riflettere su questioni più ampie.Se le regole che ci auto imponiamo devono servire a far crescere il movimento pensando che la “qualità” sia scorporabile dalla “quantità”, ossia che occorra avere una base ampia per poter poi scegliere il maggior numero possibile di talenti, esse (le regole) non devono poi essere limitanti e produrre l'effetto contrario. Ho la sensazione che tutti gli scrupoli che ci poniamo per non andare a creare “mostri”, “spostati”, “falliti”, alla lunga siano servite maggiormente per tutelare “fannulloni”, “viziati”, “menefreghisti”.

Per anni abbiamo cercato di fare in modo che l'esasperazione della competitività non facesse danni disumani, dimenticando che il “buonismo”, a tutti i livelli, ha fatto forse maggiori rovine.Alla tavola rotonda sul basket giovanile ho rivisto persone che da almeno 20 anni sono protagonisti attivi nella pallacanestro. Gente che ha fatto sacrifici per arrivare e far giungere a soddisfazioni coloro che hanno “sposato” il loro modo di intendere lo sport. Persone che hanno sacrificato tempo, salute e carriere nel mondo del lavoro per inseguire il sogno di contribuire ad innalzare il livello del nostro sport. Per loro non sono state fatte leggi speciali dello stato. Non riceveranno pensioni maggiori o gratifiche. Siamo in un mondo competitivo. I nostri giovani, tra qualche anno dovranno confrontarsi, in ambienti diversi, in situazioni lavorative molto concorrenziali. Possiamo anche tutelare i ragazzi con regole ad hoc fin che saremo in grado di farlo, ma poi il confronto ci sarà. Non posso prevedere se tutti i partecipanti di una finale under 14 potranno diventare grandi campioni di basket. Forse neppure uno diventerà un giocatore incredibile. Sono però convinto che l'esperienza sarà incancellabile e propedeutica ad uno sviluppo umano ineguagliabile. Sono altresì convinto che il fatto che qualcuno abbia partecipato ad una finale nazionale scateni quella sana competizione che viene innescata dal processo di emulazione e poi competitivo che è la base per ogni miglioramento evolutivo.

Concludo il mio intervento facendo i miei complimenti a Andrea che non solo è capace di sollevare i problemi ma anche di proporre soluzioni, lasciando la responsabilità delle scelte future a chi ha avuto la fiducia del movimento cestistico nazionale per la guida dell'attività giovanile.

Roberto Cecchini

Massimo Farinatti (Presidente ASD Robbiate): Ho partecipato con piacere alla proficua tavola rotonda di ieri dove si sono discussi parecchi ed interessanti contributi per il miglioramento del movimento giovanile del
nostro basket.
Ho rilevato un grande interesse dei partecipanti, anche con posizioni contrastanti, al momento di formazione e sviluppo del giocatore non disgiunto dalla formazione e sviluppo dell'individuo.
Riprendendo i punti che hai proposto alla riflessione comune, vorrei dare il mio contributo per due punti che mi paiono importanti. Sono d'accordo sul fatto di ripristinare le finali nazionali per gli U14, con anche la possibilità di accesso delle migliori formazioni provinciali.

In più, a mio parere, i comitati regionali dovrebbero farsi carico, dopo il lavoro di selezione svolto nell'anno, della creazione di una rappresentativa regionale
formata dai giocatori esclusi con le proprie società dalle seconde e terze fasi per proseguire nel processo di crescita tecnica iniziato.

Sorvolo sui punti intermedi, dove mi pare siano scaturite posizioni piuttosto interessanti, per arrivare all'ultimo punto relativo alla zona.
Sono in completo disaccordo sull'uso che se ne può fare negli U14 ed anche negli U15. Trovo che l'applicazione della zona, in queste annate, sia in contrasto con quanto asserito dai più.

In ultimo trovo che un miglioramento del categoria arbitrale, sia di fatto motivo di vivo interesse sia per la FIP che per tutte le componenti di questo sport (società, allenatori, dirigenti e gli stessi ragazzi). Già le vocazioni nel settore sono poche... se poi ci permettiamo di trattare male le persone e di non apprezzarne il fattivo contributo... torna tutto a nostro danno.

Massimo Farinatti

Matteo Cara (Responsabile Settore Giovanile Oleggio): Di tutto quanto discusso in queste pagine di blog (grazie Andrea) non entro nel merito avendo preso atto degli autorevoli interventi precedenti. C'è un argomento in particolare però su cui vorrei avere dei chiarimenti precisi però: divieto di reclutare giocatori da fuori regione prima del sedicesimo anno di età.

Mi interessa perchè per il Responsabile del Settore Giovanile di Oleggio, che dalla Stagione 2007-08 ha iniziato a fare "reclutamento" nella sua zona, è un argomento importatissimo per la programmazione del lavoro per la prossima stagione e quelle a seguire.

Il confine dell'estremo est del territorio della città di Oleggio dista esattamente 1 km dalla Lombardia. Per una Società come la nostra è importantissimo creare e mantenere buoni rapporti con le Società del varesotto più vicine alla nostra zona (Casorate Sempione e Lonate Pozzolo ad esempio). Lonate Pozzolo - Oleggio sono 10 minuti di strada. Per noi è molto più facile convincere un ragazzo di Lonate a venire a giocare da noi piuttosto che uno di Trecate ad esempio.

Non sto parlando di reclutamento d'alto livello. Sto parlando di completare i nostri gruppi con ragazzi volenterosi e di discreto valore che possono alzare il livello qualitativo dei nostri allenamenti e quindi aiutare nella loro crescita i nostri atleti e quelli "reclutati".

Le prime volte che ho letto le nuove proposte/idee non ho dato tanto peso alla cosa per quanto riguardava il "nostro" lavoro. Ho pensato subito alle Società importanti ed ai trasferimenti di lunga distanza, al Renzi, il Rotondo di turno, ecc.. Ho letto il pensiero di Enrico Rocco e sono d'accordo con lui quando dice che anche se dovessero mettere una regola verrebbe raggirata facilmente. Con questa regola tenterebbero di limitare le "spese estive" di MPS, Benetton, ecc.. Rovinerebbero anche il lavoro dell' Oleggio Basket di turno però. Ad Oleggio potremmo far giocare un 94 si Cuneo (almeno 3 ore di macchina) e non potremmo far giocare un 94 di Lonate Pozzolo (10 minuti di macchina)??? Mi sembra il colmo!