mercoledì 26 novembre 2008
LA PROVA MOLTO POSITIVA DI MARCO PLANEZIO CONTRO CASTELLETTO FA NOTIZIA
Pubblichiamo con piacere un articolo web a firma Marco Luraschi pubblicato sul sito internet Olimpia Albino Basket
Cosa dice il Duca: "Largo ai Giovani"
Questa settimana vorrei dedicare la rubrica a Marco Planezio, giovane promessa dell'Intertrasport, ed a tutti gli allenatori Bluorobica che lavorano da diversi anni nel settore giovanile e che finalmente hanno la soddisfazione di vedere i loro ragazzi giocare (e giocare veramente!) in prima squadra. E non in campionati qualsiasi ma in in serie B o A Dilettanti(ma anche in C).
E se alle capacità tecniche, al talento e all'umiltà si somma anche l'intelligenza del ragazzo in questione, allora forse è nata una stella.
Bene anche il buon Patrick, sempre spettacolare ma anche concreto, un giocatore che in questa Intertrasport avrebbe fatto comodo. In attesa di Milani, confermato Reati (anche a polveri bagnate), visto Gotti in campo, non resta che affermare: "Largo ai Giovani".
lunedì 24 novembre 2008
MELLI E MARTONI "GRANDI" TRA I GRANDI
Articolo del Resto del Carlino
24/11/2008 09:27 - BOLOGNA — SPESSO abbiamo scritto di lui. Nicolò Melli è un fattore per la Trenkwalder Reggio Emilia che, nel posticipo, espugna il campo di Brindisi. Se non vi bastano i 12 punti — non male considerando che Reggio si ferma a 58 — ci sono anche 18 rimbalzi. Se a tutto questo aggiungete 3 stoppate, potete capire come Nicolò sia un vero fattore. Con il pubblico di Brindisi, sportivo e competente, che al bimbo d’oro riserva pure un’ovazione. Non andrà sempre così, ma la strada che ha imboccato il baby reggiano è quella giusta.
Tra le imprese di giornata, il successo di Soresina a Scafati contro un’Harem che, prima dello stop di ieri, pareva lanciata. A Gramenzi non sono sufficienti gli 11 punti di Leo Busca. E Cioppi, sponda lombarda, ringrazia il paisà Dante Calabria (12 con 4/7 dalla lunga distanza) e Rudy Valenti. Blitz importantissimo, nell’anticipo, per l’Aget Imola che piega Roseto. Tra gli abruzzesi 13 punti e 6 assist per Fabio Ruini, mentre Imola si tiene stretta i suoi giovani. Sono 14 punti quelli di Canavesi, 19 quelli di un Federico Pugi sempre più convincente. Non è da meno Gennaro Sorrentino, classe 1985, cresciuto nella Fortitudo che pareva essersi smarrito. A Imola — i tre partono in quintetto — s’è ritrovato e, da diverse settimane, è uno dei più brillanti.
Non serve il cambio di allenatore a Pavia: la Cimberio passa con la forza dei suoi italiani. Brilla Martinoni, che tocca quota 17, ma è impossibile dimenticare Cotani (12) e Gergati (8). Con Stefano Pillastrini, forse non è un caso, gli italiani giocano e si prendono tante responsabilità.
24/11/2008 09:27 - BOLOGNA — SPESSO abbiamo scritto di lui. Nicolò Melli è un fattore per la Trenkwalder Reggio Emilia che, nel posticipo, espugna il campo di Brindisi. Se non vi bastano i 12 punti — non male considerando che Reggio si ferma a 58 — ci sono anche 18 rimbalzi. Se a tutto questo aggiungete 3 stoppate, potete capire come Nicolò sia un vero fattore. Con il pubblico di Brindisi, sportivo e competente, che al bimbo d’oro riserva pure un’ovazione. Non andrà sempre così, ma la strada che ha imboccato il baby reggiano è quella giusta.
Tra le imprese di giornata, il successo di Soresina a Scafati contro un’Harem che, prima dello stop di ieri, pareva lanciata. A Gramenzi non sono sufficienti gli 11 punti di Leo Busca. E Cioppi, sponda lombarda, ringrazia il paisà Dante Calabria (12 con 4/7 dalla lunga distanza) e Rudy Valenti. Blitz importantissimo, nell’anticipo, per l’Aget Imola che piega Roseto. Tra gli abruzzesi 13 punti e 6 assist per Fabio Ruini, mentre Imola si tiene stretta i suoi giovani. Sono 14 punti quelli di Canavesi, 19 quelli di un Federico Pugi sempre più convincente. Non è da meno Gennaro Sorrentino, classe 1985, cresciuto nella Fortitudo che pareva essersi smarrito. A Imola — i tre partono in quintetto — s’è ritrovato e, da diverse settimane, è uno dei più brillanti.
Non serve il cambio di allenatore a Pavia: la Cimberio passa con la forza dei suoi italiani. Brilla Martinoni, che tocca quota 17, ma è impossibile dimenticare Cotani (12) e Gergati (8). Con Stefano Pillastrini, forse non è un caso, gli italiani giocano e si prendono tante responsabilità.
FEDERICO DANNA PRESENTA LA SUA ATTIVITA'
Sollecitato a parlare del nostro progetto giovanile, esprimo alcune riflessioni.
Il progetto è partito 3 anni fa con la ns squadra u18 che partecipò al campionato di C2, ottenendo la deroga per poter utilizzare tutti i ragazzi della rosa in doppio tesseramento con la società Cestistica Biella. Arrivammo in semifinale. Lo scorso anno la ns squadra u19 vinse la C2 Piemontese(oltre 1500 spettatori presenti a gara 3 di finale play-off). Quest'anno quindi partecipiamo con il gruppo u19 alla C dil(4 vittorie e 6 sconfitte dopo 10 giornate).
Riflessioni: la normalità è che nei campionati nazionali dilettanti i giovani non giocano, nonostante le regole che obbligano l'iscrizione a referto di un certo numero di under.
Giocano i quarantenni, i trentacinquenni, i trentenni; i giovani, tranne qualche eccezione, stanno seduti.
Nei campionati professionistici stanno seduti gli italiani in genere, non solo i giovani, sempre tranne qualche eccezione e nonostante le regole sul numero minimo di italiani sotto contratto.
Quindi le regole attuali non hanno centrato l'obiettivo. Bisogna cambiarle, trovando un serio sistema che permetta ai giovani italiani di continuare a migliorare oltre i 19 anni.
Noi siamo una delle eccezioni: abbiamo semplicemente dimostrato che "normali" ragazzi diciottenni, cresciuti dal minibasket di Biella fino all'u19, tengono il campo dignitosamente in C dil.
Questo campionato ci permette di avere, settimanalmente, verifiche sul miglioramento dei ragazzi.
Giocando unicamente il campionato u19 ecc Piemontese, finora avremmo avuto solo 2 gare impegnative in oltre due mesi di campionato.
La federazione ha approvato il progetto, in deroga alle norme sui doppi tesseramenti, ma il progetto ha ancora troppi vincoli.
Ad esempio in C dil l'allenatore capo deve essere tesserato in esclusiva. Io devo andare a referto come aiuto, in quanto tesserato per Pall. Biella.
Possiamo tesserare in doppio tesseramento solo i ragazzi del 90-91, non ad esempio i ragazzi del 92-93, alcuni dei quali potrebbero avere beneficio dal giocare qualche minuto in Cdil.
Non possiamo far giocare in C dil Paolo Rotondo, che, per ora, fà panchina in A.
Lo farei giocare non per vincere una partita in più, ma per permettergli di continuare ad avere una esperienza agonistica positiva.
Rotondo, secondo me, per migliorare, deve allenarsi in A, quotidianamente, ma dovrebbe anche avere un impegno agonistico dove essere protagonista.
Questo è un discorso lungo ed impegnativo: mi si può obiettare"perchè Rotondo non è andato in prestito in A dil, ad esempio?" Ed allora torniamo alle regole che in teoria dovrebbero agevolare i giovani, ma in realtà vanno contro il loro sviluppo. I numero minimo di italiani, il "costo" del contratto minimo professionistico per le società, ha come reale situazione che Rotondo, e non solo lui, fa panchina!
Il progetto è partito 3 anni fa con la ns squadra u18 che partecipò al campionato di C2, ottenendo la deroga per poter utilizzare tutti i ragazzi della rosa in doppio tesseramento con la società Cestistica Biella. Arrivammo in semifinale. Lo scorso anno la ns squadra u19 vinse la C2 Piemontese(oltre 1500 spettatori presenti a gara 3 di finale play-off). Quest'anno quindi partecipiamo con il gruppo u19 alla C dil(4 vittorie e 6 sconfitte dopo 10 giornate).
Riflessioni: la normalità è che nei campionati nazionali dilettanti i giovani non giocano, nonostante le regole che obbligano l'iscrizione a referto di un certo numero di under.
Giocano i quarantenni, i trentacinquenni, i trentenni; i giovani, tranne qualche eccezione, stanno seduti.
Nei campionati professionistici stanno seduti gli italiani in genere, non solo i giovani, sempre tranne qualche eccezione e nonostante le regole sul numero minimo di italiani sotto contratto.
Quindi le regole attuali non hanno centrato l'obiettivo. Bisogna cambiarle, trovando un serio sistema che permetta ai giovani italiani di continuare a migliorare oltre i 19 anni.
Noi siamo una delle eccezioni: abbiamo semplicemente dimostrato che "normali" ragazzi diciottenni, cresciuti dal minibasket di Biella fino all'u19, tengono il campo dignitosamente in C dil.
Questo campionato ci permette di avere, settimanalmente, verifiche sul miglioramento dei ragazzi.
Giocando unicamente il campionato u19 ecc Piemontese, finora avremmo avuto solo 2 gare impegnative in oltre due mesi di campionato.
La federazione ha approvato il progetto, in deroga alle norme sui doppi tesseramenti, ma il progetto ha ancora troppi vincoli.
Ad esempio in C dil l'allenatore capo deve essere tesserato in esclusiva. Io devo andare a referto come aiuto, in quanto tesserato per Pall. Biella.
Possiamo tesserare in doppio tesseramento solo i ragazzi del 90-91, non ad esempio i ragazzi del 92-93, alcuni dei quali potrebbero avere beneficio dal giocare qualche minuto in Cdil.
Non possiamo far giocare in C dil Paolo Rotondo, che, per ora, fà panchina in A.
Lo farei giocare non per vincere una partita in più, ma per permettergli di continuare ad avere una esperienza agonistica positiva.
Rotondo, secondo me, per migliorare, deve allenarsi in A, quotidianamente, ma dovrebbe anche avere un impegno agonistico dove essere protagonista.
Questo è un discorso lungo ed impegnativo: mi si può obiettare"perchè Rotondo non è andato in prestito in A dil, ad esempio?" Ed allora torniamo alle regole che in teoria dovrebbero agevolare i giovani, ma in realtà vanno contro il loro sviluppo. I numero minimo di italiani, il "costo" del contratto minimo professionistico per le società, ha come reale situazione che Rotondo, e non solo lui, fa panchina!
domenica 23 novembre 2008
FEDERICO DANNA RISPONDE ALL'ARTICOLO SULLE PROPOSTE DEI SETTORI GIOVANILI IN ITALIA
Ricevo e pubblico con piacere.
Non sono per nulla d'accordo con le dichiarazioni di Andrea Schiavi e mi sento personalmente coinvolto, come operatore di settore giovanile, in questa intervista.
I campionati u19, u17, u15 sono una migliore razionalizzazione delle categorie giovanili nei confronti della scuola, rispetto ad u18 e u16.
Quest'anno il 90 frequenta la 5° superiore; se non fosse più attività giovanile, un ragazzo (sempre promosso), all'ultimo anno di scuola media superiore dovrebbe trovare una squadra senior. In molti casi non la potrebbe trovare al proprio paese.
Continuo a sostenere, e non certo per interesse di parte, che la vita di un ragazzo è fortemente condizionata dalla scuola.
La scuola elementare deve corrispondere agli anni del minibasket, le medie inferiori al basket senza selezioni, le medie superiori al basket giovanile impegnato, l'università ai campionati senior.
Perchè terminare l'attività giovanile in 4° superiore?
Mi sembra poi molto azzardata l'affermazione che 4 o 5 responsbili di settori giovanili di serie A decidano le sorti del basket giovanile.
Quando ci fu la richiesta di cambiare le annate dei campionati giovanili, sentii personalmente il parere di molte società piemontesi( la regione nella quale opero). La stragrande maggioranza delle società di base erano solidali con la proposta. Altrettanto so che fu fatto in altre regioni.
La lettera con la proposta fu firmata da moltissimi allenatori di società di base.
Caro Andrea, Tu parli " solo" con Ragnolini ed ambisci ad entrare a far parte della commissione giovanile per poter portare il tuo contributo.
Molti altri allenatori hanno probabilmente questa ambizione, io ad esempio, e non ne hanno la possibilità.
Perchè non aprire il dibattito partendo da dichiarazioni più pacate?
Tu sai che abbiamo idee opposte sulle finali nazionali u14( io sono decisamente contro, perchè le vedo come una esaperazione agonistica precoce con tutti i mali che ne consegue), sulle selezioni regionali e nazionali precoci, su molti temi.
Spero che il tuo blog e questo forum possano dare un contributo alla discussione.
Mi piacerebbe poi, in campagna elettorale, sapere quali sono le idee riguardo al settore giovanile, ai giovani italiani che scaldano le panchine dei campionati senior di vario livello( nonostante le regole sugli under obbligatori), non solo da parte degli allenatori, ma anche da parte dei "politici" che dovranno nei prossimi anni, prendere decisoni.
Federico Danna
Non sono per nulla d'accordo con le dichiarazioni di Andrea Schiavi e mi sento personalmente coinvolto, come operatore di settore giovanile, in questa intervista.
I campionati u19, u17, u15 sono una migliore razionalizzazione delle categorie giovanili nei confronti della scuola, rispetto ad u18 e u16.
Quest'anno il 90 frequenta la 5° superiore; se non fosse più attività giovanile, un ragazzo (sempre promosso), all'ultimo anno di scuola media superiore dovrebbe trovare una squadra senior. In molti casi non la potrebbe trovare al proprio paese.
Continuo a sostenere, e non certo per interesse di parte, che la vita di un ragazzo è fortemente condizionata dalla scuola.
La scuola elementare deve corrispondere agli anni del minibasket, le medie inferiori al basket senza selezioni, le medie superiori al basket giovanile impegnato, l'università ai campionati senior.
Perchè terminare l'attività giovanile in 4° superiore?
Mi sembra poi molto azzardata l'affermazione che 4 o 5 responsbili di settori giovanili di serie A decidano le sorti del basket giovanile.
Quando ci fu la richiesta di cambiare le annate dei campionati giovanili, sentii personalmente il parere di molte società piemontesi( la regione nella quale opero). La stragrande maggioranza delle società di base erano solidali con la proposta. Altrettanto so che fu fatto in altre regioni.
La lettera con la proposta fu firmata da moltissimi allenatori di società di base.
Caro Andrea, Tu parli " solo" con Ragnolini ed ambisci ad entrare a far parte della commissione giovanile per poter portare il tuo contributo.
Molti altri allenatori hanno probabilmente questa ambizione, io ad esempio, e non ne hanno la possibilità.
Perchè non aprire il dibattito partendo da dichiarazioni più pacate?
Tu sai che abbiamo idee opposte sulle finali nazionali u14( io sono decisamente contro, perchè le vedo come una esaperazione agonistica precoce con tutti i mali che ne consegue), sulle selezioni regionali e nazionali precoci, su molti temi.
Spero che il tuo blog e questo forum possano dare un contributo alla discussione.
Mi piacerebbe poi, in campagna elettorale, sapere quali sono le idee riguardo al settore giovanile, ai giovani italiani che scaldano le panchine dei campionati senior di vario livello( nonostante le regole sugli under obbligatori), non solo da parte degli allenatori, ma anche da parte dei "politici" che dovranno nei prossimi anni, prendere decisoni.
Federico Danna
RISPONDO PACATAMENTE A FEDERICO DANNA
Mi fa piacere ricevere da Federico Danna un commento riguardo all’articolo apparso qualche giorno fa su Varese Notizie. Per molti Allenatori, Dirigenti e appassionati di basket parlare del futuro della Pallacanestro Giovanile in Italia sembra essere un vero e proprio tabù. Questo disinteresse generalizzato sembra che vada nella direzione opposta all’importanza che i Settori Giovanile dovrebbero ricoprire in Italia. Trovare un interlocutore valido e con esperienza come Danna appunto, non mi fa sembrare più solo...
Di fatto in molti degli esimi personaggi pubblici che ricoprono importanti ruoli istituzionali e non, indicano come il miglioramento della gestione dei Settori Giovanili la cura di tutti i mali. Punto cruciale della crescita in Italia del nostro movimento, ma poi in realtà ci fosse uno straccio di qualcuno che muove un passo o proferisca parola in pubblico per smuovere le coscienze e cercare di fare opinione.
In apparenza tutto tace, anche perché la grande stampa di questi problemi non si cura più di tanto perché di certo non fanno vendere copie e poi alla fine non rendono neppure tanto simpatici. Non capisco… ma comunque mi adeguo.
Rispondo a Danna con cui ho già avuto modo di confrontarmi nel passato e non vorrei tornare sull’argomento del cambio delle annate giovanili, anche perché come già detto, personalmente lascerei così com’è adesso, non tanto per il discorso della scuola (pur condividendone le motivazioni) ma in quanto due anni fa le Società hanno fatto una programmazione e adesso ricambiare di nuovo tutto mi sembra davvero paradossale.
Parlando con qualche allenatore l’idea condivisa in larga maggioranza comunque è quella di lasciare come ultima annata giovanile quella Under 19 (con l’uso magari di 3-4 fuori quota), ma di trasformare le altre categorie in Under 13, Under 14 e Under 16. In questo modo sarebbe rispettato anche l’impianto scolastico perfettamente. I tre anni delle medie inferiori Under 12 (Esordienti, basta cambi obbligatori 5 e 5) Under 13 e Under 14, poi si passa alle superiori Under 16, fino in quinta con gli Under 19.
Per quanto riguarda le selezione che il PQN sta producendo il mio parere personale sarebbe quello di lasciare perdere tutto quanto. Smettere di fare attività provinciale e regionale non mi sembrerebbe poi così un idea malsana. Far tornare come nel passato i tecnici del SSNM in giro per l’Italia a vedere le partite giovanili, costruendo le squadre nazionali da queste prove tangibili, mi parrebbe più opportuno. Come allenatore della Lombardia però capisco anche che questo tipo di dismissione dell'attività di base non smuoverebbe poi più di tanto in regioni dove l’attività locale è comunque garantita da un numero di Società di buon profilo come per esempio in Lombardia, ma mortificherebbe in maniera sensibile certamente le zone d’Italia più depresse.
E’ vero anche che negli ultimi anni l’aumento repentino delle joint venture create in giro per l’Italia per mantenere di alto profilo il valore agonistico delle proprie formazioni o per meglio partecipare ai campionati d’eccellenza, in questo senso facilita (e forse potrebbe sostituire) l’attività provinciale e regionale dei vari comitati provinciali e regionali.
Non è vero come ha scritto la Lega di Serie A qualche giorno fa che tutti i giocatori convocati in nazionale Under 16 sono di proprietà delle Società di Lega A, è vero però che il controllo dei migliori prospetti di categoria giovanile in giro per l’Italia è spesso delle Società che si occupano di giovani con professionalità e dedizione (e non sempre sono le stesse che sono in Serie A). Pertanto il reclutamento per la Nazionale dev’essere a mio modo di vedere affidato gioco forza a queste Società satellite della Nazionale Italiana. Non vedo alternative.
In ultimo mi piacerebbe sapere un giudizio da Danna sull’esperienza che i suoi ragazzi del 90 e del 91 stanno facendo con la propria squadra che milita oltre che nel campionato giovanile Under 19 d'eccellenza in Piemonte anche nel campionato di Serie C.
Questa esperienza che oltre ad aprire la strada a molti spero faccia aprire anche gli occhi a quei dirigenti che considerano il giocatore trentacinquenne ormai un po’ appesantito dall’età una risorsa indispensabile per la propria squadra senior. Mi domando quanti ragazzi del 1989, del 1988 e così via abbiamo perso in giro per l’Italia che con una esperienza del genere potevano cambiare la sorte del loro futuro nella pallacanestro. E forse non solo il loro...
L’esperienze che stiamo facendo alla Bluorobica con il gruppo Under 19 “girato” per intero in doppio tesseramento nelle varie realtà locali senior è un'altra possibilità che darà certamente i suoi frutti. I 5 punti di questa sera di Marco Planezio in Serie A/Dil con una tripla una schiacciata un rimbalzo e due recuperi non sono il massimo possibile per un movimento che vuole ritrovare nei giovani il miglior trampolino di lancio per il prossimo futuro della pallacanestro?
Vedere Rullo giocare alla pari con il meglio del basket possibile in Italia, dando anche l'impressione a tratti di saperla davvero più lunga di quello che è chiamato a fare oppure vedere Melli tirare giù 18, e dico diciotto rimbalzi il Lega due non sono il sogno che ogni allenatore della Nazionale della propria nazionae vorrebbe vedere?
E allora non sarebbe utile smettere di parlare di crisi dei Settori Giovanili e incominciare a guardare attentamente ai talenti che mai come in questi ultimi 10 anni sono stati prodotti dai nostri vivai, sfruttando grande talento e non solo: 1985 Bargnani, 1986 Belinelli-Vitali, 1987 Da Tome, 1988 Gallinari, 1989 Renzi-Martinoni, 1990 Rullo, 1991 Melli, 1992 Ingrosso
Di fatto in molti degli esimi personaggi pubblici che ricoprono importanti ruoli istituzionali e non, indicano come il miglioramento della gestione dei Settori Giovanili la cura di tutti i mali. Punto cruciale della crescita in Italia del nostro movimento, ma poi in realtà ci fosse uno straccio di qualcuno che muove un passo o proferisca parola in pubblico per smuovere le coscienze e cercare di fare opinione.
In apparenza tutto tace, anche perché la grande stampa di questi problemi non si cura più di tanto perché di certo non fanno vendere copie e poi alla fine non rendono neppure tanto simpatici. Non capisco… ma comunque mi adeguo.
Rispondo a Danna con cui ho già avuto modo di confrontarmi nel passato e non vorrei tornare sull’argomento del cambio delle annate giovanili, anche perché come già detto, personalmente lascerei così com’è adesso, non tanto per il discorso della scuola (pur condividendone le motivazioni) ma in quanto due anni fa le Società hanno fatto una programmazione e adesso ricambiare di nuovo tutto mi sembra davvero paradossale.
Parlando con qualche allenatore l’idea condivisa in larga maggioranza comunque è quella di lasciare come ultima annata giovanile quella Under 19 (con l’uso magari di 3-4 fuori quota), ma di trasformare le altre categorie in Under 13, Under 14 e Under 16. In questo modo sarebbe rispettato anche l’impianto scolastico perfettamente. I tre anni delle medie inferiori Under 12 (Esordienti, basta cambi obbligatori 5 e 5) Under 13 e Under 14, poi si passa alle superiori Under 16, fino in quinta con gli Under 19.
Per quanto riguarda le selezione che il PQN sta producendo il mio parere personale sarebbe quello di lasciare perdere tutto quanto. Smettere di fare attività provinciale e regionale non mi sembrerebbe poi così un idea malsana. Far tornare come nel passato i tecnici del SSNM in giro per l’Italia a vedere le partite giovanili, costruendo le squadre nazionali da queste prove tangibili, mi parrebbe più opportuno. Come allenatore della Lombardia però capisco anche che questo tipo di dismissione dell'attività di base non smuoverebbe poi più di tanto in regioni dove l’attività locale è comunque garantita da un numero di Società di buon profilo come per esempio in Lombardia, ma mortificherebbe in maniera sensibile certamente le zone d’Italia più depresse.
E’ vero anche che negli ultimi anni l’aumento repentino delle joint venture create in giro per l’Italia per mantenere di alto profilo il valore agonistico delle proprie formazioni o per meglio partecipare ai campionati d’eccellenza, in questo senso facilita (e forse potrebbe sostituire) l’attività provinciale e regionale dei vari comitati provinciali e regionali.
Non è vero come ha scritto la Lega di Serie A qualche giorno fa che tutti i giocatori convocati in nazionale Under 16 sono di proprietà delle Società di Lega A, è vero però che il controllo dei migliori prospetti di categoria giovanile in giro per l’Italia è spesso delle Società che si occupano di giovani con professionalità e dedizione (e non sempre sono le stesse che sono in Serie A). Pertanto il reclutamento per la Nazionale dev’essere a mio modo di vedere affidato gioco forza a queste Società satellite della Nazionale Italiana. Non vedo alternative.
In ultimo mi piacerebbe sapere un giudizio da Danna sull’esperienza che i suoi ragazzi del 90 e del 91 stanno facendo con la propria squadra che milita oltre che nel campionato giovanile Under 19 d'eccellenza in Piemonte anche nel campionato di Serie C.
Questa esperienza che oltre ad aprire la strada a molti spero faccia aprire anche gli occhi a quei dirigenti che considerano il giocatore trentacinquenne ormai un po’ appesantito dall’età una risorsa indispensabile per la propria squadra senior. Mi domando quanti ragazzi del 1989, del 1988 e così via abbiamo perso in giro per l’Italia che con una esperienza del genere potevano cambiare la sorte del loro futuro nella pallacanestro. E forse non solo il loro...
L’esperienze che stiamo facendo alla Bluorobica con il gruppo Under 19 “girato” per intero in doppio tesseramento nelle varie realtà locali senior è un'altra possibilità che darà certamente i suoi frutti. I 5 punti di questa sera di Marco Planezio in Serie A/Dil con una tripla una schiacciata un rimbalzo e due recuperi non sono il massimo possibile per un movimento che vuole ritrovare nei giovani il miglior trampolino di lancio per il prossimo futuro della pallacanestro?
Vedere Rullo giocare alla pari con il meglio del basket possibile in Italia, dando anche l'impressione a tratti di saperla davvero più lunga di quello che è chiamato a fare oppure vedere Melli tirare giù 18, e dico diciotto rimbalzi il Lega due non sono il sogno che ogni allenatore della Nazionale della propria nazionae vorrebbe vedere?
E allora non sarebbe utile smettere di parlare di crisi dei Settori Giovanili e incominciare a guardare attentamente ai talenti che mai come in questi ultimi 10 anni sono stati prodotti dai nostri vivai, sfruttando grande talento e non solo: 1985 Bargnani, 1986 Belinelli-Vitali, 1987 Da Tome, 1988 Gallinari, 1989 Renzi-Martinoni, 1990 Rullo, 1991 Melli, 1992 Ingrosso
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