domenica 23 novembre 2008

RISPONDO PACATAMENTE A FEDERICO DANNA

Mi fa piacere ricevere da Federico Danna un commento riguardo all’articolo apparso qualche giorno fa su Varese Notizie. Per molti Allenatori, Dirigenti e appassionati di basket parlare del futuro della Pallacanestro Giovanile in Italia sembra essere un vero e proprio tabù. Questo disinteresse generalizzato sembra che vada nella direzione opposta all’importanza che i Settori Giovanile dovrebbero ricoprire in Italia. Trovare un interlocutore valido e con esperienza come Danna appunto, non mi fa sembrare più solo...

Di fatto in molti degli esimi personaggi pubblici che ricoprono importanti ruoli istituzionali e non, indicano come il miglioramento della gestione dei Settori Giovanili la cura di tutti i mali. Punto cruciale della crescita in Italia del nostro movimento, ma poi in realtà ci fosse uno straccio di qualcuno che muove un passo o proferisca parola in pubblico per smuovere le coscienze e cercare di fare opinione.

In apparenza tutto tace, anche perché la grande stampa di questi problemi non si cura più di tanto perché di certo non fanno vendere copie e poi alla fine non rendono neppure tanto simpatici. Non capisco… ma comunque mi adeguo.

Rispondo a Danna con cui ho già avuto modo di confrontarmi nel passato e non vorrei tornare sull’argomento del cambio delle annate giovanili, anche perché come già detto, personalmente lascerei così com’è adesso, non tanto per il discorso della scuola (pur condividendone le motivazioni) ma in quanto due anni fa le Società hanno fatto una programmazione e adesso ricambiare di nuovo tutto mi sembra davvero paradossale.

Parlando con qualche allenatore l’idea condivisa in larga maggioranza comunque è quella di lasciare come ultima annata giovanile quella Under 19 (con l’uso magari di 3-4 fuori quota), ma di trasformare le altre categorie in Under 13, Under 14 e Under 16. In questo modo sarebbe rispettato anche l’impianto scolastico perfettamente. I tre anni delle medie inferiori Under 12 (Esordienti, basta cambi obbligatori 5 e 5) Under 13 e Under 14, poi si passa alle superiori Under 16, fino in quinta con gli Under 19.

Per quanto riguarda le selezione che il PQN sta producendo il mio parere personale sarebbe quello di lasciare perdere tutto quanto. Smettere di fare attività provinciale e regionale non mi sembrerebbe poi così un idea malsana. Far tornare come nel passato i tecnici del SSNM in giro per l’Italia a vedere le partite giovanili, costruendo le squadre nazionali da queste prove tangibili, mi parrebbe più opportuno. Come allenatore della Lombardia però capisco anche che questo tipo di dismissione dell'attività di base non smuoverebbe poi più di tanto in regioni dove l’attività locale è comunque garantita da un numero di Società di buon profilo come per esempio in Lombardia, ma mortificherebbe in maniera sensibile certamente le zone d’Italia più depresse.

E’ vero anche che negli ultimi anni l’aumento repentino delle joint venture create in giro per l’Italia per mantenere di alto profilo il valore agonistico delle proprie formazioni o per meglio partecipare ai campionati d’eccellenza, in questo senso facilita (e forse potrebbe sostituire) l’attività provinciale e regionale dei vari comitati provinciali e regionali.

Non è vero come ha scritto la Lega di Serie A qualche giorno fa che tutti i giocatori convocati in nazionale Under 16 sono di proprietà delle Società di Lega A, è vero però che il controllo dei migliori prospetti di categoria giovanile in giro per l’Italia è spesso delle Società che si occupano di giovani con professionalità e dedizione (e non sempre sono le stesse che sono in Serie A). Pertanto il reclutamento per la Nazionale dev’essere a mio modo di vedere affidato gioco forza a queste Società satellite della Nazionale Italiana. Non vedo alternative.

In ultimo mi piacerebbe sapere un giudizio da Danna sull’esperienza che i suoi ragazzi del 90 e del 91 stanno facendo con la propria squadra che milita oltre che nel campionato giovanile Under 19 d'eccellenza in Piemonte anche nel campionato di Serie C.
Questa esperienza che oltre ad aprire la strada a molti spero faccia aprire anche gli occhi a quei dirigenti che considerano il giocatore trentacinquenne ormai un po’ appesantito dall’età una risorsa indispensabile per la propria squadra senior. Mi domando quanti ragazzi del 1989, del 1988 e così via abbiamo perso in giro per l’Italia che con una esperienza del genere potevano cambiare la sorte del loro futuro nella pallacanestro. E forse non solo il loro...

L’esperienze che stiamo facendo alla Bluorobica con il gruppo Under 19 “girato” per intero in doppio tesseramento nelle varie realtà locali senior è un'altra possibilità che darà certamente i suoi frutti. I 5 punti di questa sera di Marco Planezio in Serie A/Dil con una tripla una schiacciata un rimbalzo e due recuperi non sono il massimo possibile per un movimento che vuole ritrovare nei giovani il miglior trampolino di lancio per il prossimo futuro della pallacanestro?
Vedere Rullo giocare alla pari con il meglio del basket possibile in Italia, dando anche l'impressione a tratti di saperla davvero più lunga di quello che è chiamato a fare oppure vedere Melli tirare giù 18, e dico diciotto rimbalzi il Lega due non sono il sogno che ogni allenatore della Nazionale della propria nazionae vorrebbe vedere?

E allora non sarebbe utile smettere di parlare di crisi dei Settori Giovanili e incominciare a guardare attentamente ai talenti che mai come in questi ultimi 10 anni sono stati prodotti dai nostri vivai, sfruttando grande talento e non solo: 1985 Bargnani, 1986 Belinelli-Vitali, 1987 Da Tome, 1988 Gallinari, 1989 Renzi-Martinoni, 1990 Rullo, 1991 Melli, 1992 Ingrosso

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