sabato 24 marzo 2007

UNA MULTINAZIONALE DEL TEMPO LIBERO

Nel mio blog non poteva certo mancare una paginetta dedicata ai miei colleghi di Agoal Intesa Vacanze. Gente che di vacanze se ne intende e che sopratutto giorno dopo giorno organizza nel migliore dei modi possibili delle attività per i dipendenti e per i pensionati di Intesa San Paolo.

La struttura che è nata dall'allora Cariplo ha cercato di mantenere, pur nelle trasformazioni e nelle vicisittudine della Banca quella sua cordialità e quella azione diretta nei rapporti diretti tra dipendenti e associazione determinante per avere successo. Non è un caso se in Italia, Agoal Intesa Vacanze è rimasta una delle pochissime organizzazioni azianedali che cura il tempo libero dei propri dipendenti, facendolo (ed è questa la grossa differezna con tutti gli altri) con strutture di proprietà.

Anche i maggiori colossi industriali e le multinazionali, hanno ormai delegato a società esterne questa sorta di organizzazione. Invece Agoal ha di fatto un albergo ad Alassio, un Villaggio Marino a Follonica, un albergo in Croazia, una struttura ricettiva con appartamenti a Magione e per ultimo acquistato da poco un albergo super lusso sull'Isola d'Elba.

Nelle foto poco sopra potete vedere il Presidente di Agoal Intesa Vacanze (a destra) con a finaco l'Amministratore delegato (al centro). Ah, quello a snistra sono io... anche se in giacca e cravatta fate un po' fatica a riconoscermi.

Saverio e Luana Natale al quinto piano a pochi giorni dal Natale 2006.

Loris, Saverio, Paola e Melo durante l'utlima nevicata a Milano. Siamo infatti sul terrazzo degli uffici di Agoal a Milano.Angelo... una certezza negli uffici Agoal.


Oscar... l'informatico del gruppo. Avete un problema tecnico? Non vi preoccupate c'è lui!
Questa è la sede di Agoal da Via Torino. L'ingresso è in Via dell'Unione. Siamo a due passi dal Duomo di Milano.

venerdì 23 marzo 2007

QUALE FORMAZIONE PER GLI ALLENATORI ?


Ogni estate in un paio di località in giro per l'Italia si radunano un po' di aspiranti allenatori per poter da una parte progredire nel proprio bagaglio tecnico facendo aggiornamento, dall'altra poter acquisire i diritti buorocratici per sedere in panchina nelle varie categorie dei campionati nazionali.


In pratica cosa succedete:

1) Iscrizione al corso allievo allenatore, due anni di praticantato (solo assistente) e poi libera professione nei campionati giovanili fino alla serie C/2 con la tessera di Allenatore di Base.

2) Due anni di corso di un paio di settimane ciascuno per passare da Allenatore di Base ad Allenatore (per panchine C/1 - B/2)

3) Infine un altro corso di una settimana per passare ad Allenatore Nazionale (dalla Serie A in giù).

Nella foto allegata, potete vedere i miei compagni di corso al primo anno di Bormio per dieventare Allenatore. Tante le facce conosciute e "famose"... Da Jack Arrigoni padre padrone delle Canottieri Milano, ai due Fioretti, Flavio di Cantù (vice a Cantù in A/1) e Mario (vice a Milano). Maurizio Mosti, capo allenatore fino a qualche settimana fa a Como in B/2, Bettarini di Udine, Max Bardotti di Milano, Marco Carraro all-around a Tradate, per finire a Romano Pagani vice di Vescovi al Campus in C/1.
Insomma un bel gruppetto di gente appassionata che per 15 giorni ha vissuto di pane e basket. Ah, dimenticavo... io sono il primo a sinistra!!

Ma quale formazione è meglio costruire per i giovani istruttori e allenatori?
Sono dell'idea che sia negativo frequentare i corsi in maniera scolastica e senza la necessaria gavetta sul campo. A mio modo di vedere non dovrebbe essere permesso a chi non ha vissuto sul campo un determinato numero di anni (almeno 5 o 6 tra Allenatore di Base e Allenatore) passare alla qualifica successiva. Già sono stati fatti passi avanti con i due anni di praticantato, obbligatori per gli allievi allenatori, ma terrei il principio anche per gli Allenatori di Base. Chi non ha cinque, sei anni di lavoro in palestra non può andare avanti. Mi sembra semplice e sopratutto mi sembra che possa essere uno strumento deterrente alle ascese troppo frettolose che alle volte creano delle altrettanto cadute rovinose.

Di contro però ci dovrebbe essere da parte dei vari CNA regionali la necessaria convinzione per collaborare fattivamente alla maturazione di questi giovani allenatori con riunione e impegni cadenzati nei primi anni della carriera di allenatore. Più formazione locale, più motivazione a migliorare il proprio bagaglio, meno paura dei tirocinii, meno paura del giudizio dei capo istruttori.

Ho vissuto il corso di Bormio, essendo uno dei più vecchi di tessera presenti a Bormio. L'ho certamente vissuta con l'esperienza maturata in 15 anni di onorata palestra. Questo mi ha avvantaggiato decisamente. E' più importante ritrovare ai corsi quello che viene vissuto in palestra fino al giorno prima, potendola comprendere, avvallare e farla propria, oppure ripetere in maniera scolastica e a memoria la lezione del maestro??

Sono per una formazione mirata e condivisa. E' come allenare una squadra. E' meglio allenare una squadra una settimana al mese per 8 ore al giorno oppure fare allenamento tutti i giorni per due ore??

In più adesso vi dico l'ultima... bella grossa!
Abbiamo imparato dal calcio (e già questa è una cosa che segnala la pochezza del fondamento) che quelli che giocano ad alti livello saranno certamente dei buoni allenatori. Infatti sempre il regolamento del CNA prevede per quelli che hanno vestito la maglia azzura per numero X di partite il salto a piè pari dei corsi propedeutici. Questa è vermanete una roba che non sta in piedi! Ma chi l'ha detto! Oltretutto si crea un meccanismo perverso per cui i già citati grandi giocatori che hanno fatto grande carriera, la facciano anche sulle panchine delle squadre di serie A senza fare la necessaria gavetta e senza avere quella esperienza necessaria per cambiare il proprio ruolo.

Mi spiace ma questa è oligarchia, nel senso etimologico più stretto del termine (supremazia di pochi).

giovedì 22 marzo 2007

LA STORIA DI UN GRUPPO VINCENTE



Tutto iniziò con lo scatto della foto che vedete poco sopra. Inizio stagione 1998-1999 con i ragazzi dell'annata 1986 pronti ai primi allenamenti stagionali con il loro nuovo allenatore. Alla seconda stagione alla Pallacanestro Varese, dopo che Massimo Galli (allora responsabile del settore giovanile della Serie A) mi chiese di passare dalla Robur alla Pall. Varese, presi in gestione dalle sapienti mani di Gianfranco Pinelli il gruppo Propoganda 1986.

Sponsor della squadra. Bagni Inda... e anche se per iniziare non era certo il massimo, ero molto carico per dare ad un gruppo potenzialmente molto forte un'identità e un'anima.


Fabio Anselmi, Mattia Borello, Giorgio Calamia, Matteo Canavesi, Edoardo Castelli, Marco Lavit, Fabrizio Manzo, Gabriele Marabini, Luca Masini, Michele Moioli, Federico Nalesso, Antonio Prestifilippo, Marco Remonti, Francesco Tomasella, Jacopo Zocchi con l'aggiunta di due 85: Mirko Massaro e Matteo Porrini furoni gli elementi che composero il roster della squadra dal raduno di settembre.


Partecipazione al doppio campionato (Ragazzi e Propagnada) e tre allenamenti alla settimana. Giusto per la cronaca Marco Remonti fu quello che fece meno assenze in assoluto 174 tra allenamenti e partite su 177 impegni, seguirono Matteo Canavesi (6), Federico Nalesso (10), Edo Castelli (11)...

Quello che realizzò più punti nel torneo Propaganda fu Castelli (316 con il massimo stagionale fissato a 28 contro Clivio giocando 16 minuti) poi ci fu Prestifilippo (195) per poi arrivare a Remonti (185)... mentre nel campionato dei più grandi fu sempre Castelli quello più prolifico (397 punti in totale, 19,8 di media con un massimo punti realizzati di 37 contro Daverio) seguirono i 213 punti di Borello e i 132 di Anselmi.

Totale generale secondo posto in provincia di Varese nel campionato Ragazzi (quello dei più grandi) finale a tre persa contro Arcisate (66-78) e vinta contro Saronno (76-69) mentre nel campionato Propaganda vittoria scontata nella finale a tre contro Robur et Fides (49-43) e contro Pall. Varese 87 (95-38) nel campo neutro di Valle Olona.

Di ragguardevole quell'anno ci fu il secondo posto alla ventesima edizione del Trofeo Garbosi perdendo in finale contro Scavolini Pesaro (77-61) con uno scatenato Rivali (play di Pesaro) che ne fece "solo" 43. La semifinale di quel torneo però fu la vera perla dell'annata. Vittoria sul filo di lana contro Kaunas (42-39) con la bomba di tabella all'intervallo di tabella di Prestifilippo dopo una rimessa che fissò il punteggio sul 24 a 19 che difficilmente scorderò.

La stagione si concluse poi con la partecipazione all'edizione del Trofeo Bulgheroni, (partecipammo come club) con un rinforzo da Caserta di nome Stefano Simeoli (forse ne avete sentito parlare...). Terzo posto conclusivo perdendo in semifinale contro la rappresentativa di Milano (41-55) vincendo poi contro la finale di consolazione contro Basket School Brianza (61-54). La prima di tante battaglie.


E iniziò così la seconda stagione. Quella del primo scudetto. Le premesse erano cambio alla guida del settore giovanile dei Roosters. Massimo Galli nominato head coach del Roosters freschi Campioni d'Italia e responsabilità del settore giovanile affidata Dodo Colombo. Ad inizio stagione questo cambio di responsabilità (dai Galli ai Colombo) creò una certa difficoltà, superata poi brillantemente come si conviene con persone mature e responsabili.
La squadra intanto prese parte alla prima fase del campionato Bam Open. Diciotto vittorie in altrettanti incontri. Classifica finale con Roosters Varese con punti 36, a ruota Bernareggio 32, ABC Robur Varese 24, Vimercate 20... fino alla Sanmaurenze a quota 2.

Sfida incrociata con i quarti dell'altro girone Open, dove dominava Halifax Milano, contro Cantù. Vittoria 113-53 all'andata (Castelli 26, Anselmi 24) e conferma al ritorno 81-62 (Prestifilippo 18, Manzo 17).
Sfida interlocutoria contro i vincenti dei gironi provinciali e 110 a 43 contro Caravaggio (Anselmi 31), vincente il giorno prima contro Ombriano per 66 a 65.

Sul campo neutro del PalaRossetti a Milano finali regionali. Prima sfida contro basket School Biranza allenata da Franco Cofrancesco e vittoria per i Roosters con il punteggio finale di 106-93. Una grandinata di triple per Varese con la vittoria finale mai in discussione. Finale regionale contro la super favorita Halifax Milano. E' il 21 maggio alle ore 19.00, vittoria dopo un supplementare per 82-75 dopo essere sempre stati sotto nel punteggio. Che emozione!!

Ricordo che quella notte non dormii per niente. Alle due ero ancora in giro per Varese ad aspettare l'uscita della Prealpina per vedere se era vero che avevamo vinto.

In effetti era vero. Grazie Ragazzi!

mercoledì 21 marzo 2007

ALCUNE CONSIDERAZIONI


"La Regola serve soltanto a chi può farne senza. Perde, colui chi di lei si fa forte."


Mi è capitato più di una volta di costringere qualcuno a non utilizzare le regole che avevamo formalizzato nel passato per poter affrontare un ostacolo in quel momento difficilmente superabile. Ogni tanto capita di dover in qualche modo resettare tutto partendo da capo. E' solo un modo per far capire questa semplice frase. Non fidatevi mai troppo del vostro sistema ormai collaudato e industruttibile. Sappiate che è importante dare delle certezze e le regole servono appunto per questo... ma se ponete il sistema sopra le persone, beh non aspettavi di avere successo.

Siate intransigenti nella memorizzazione e nella applicazione (sopratutto nel periodo iniziale di apprendimento) ma poi lasciate ampio spazio all'assimilazione. Il sistema si deve adattare alle persone che lo indossano e le persone non sono tutte uguali. In pratica il sistema pur partendo da una base solida, salda e chiara potrebbe anche mutare nel tempo, progredendo in maniera diversa da esperienza e esperienza, rendondo di fatto unico l'assemblaggio di una squadra, di un team o di un rapporto.

Create dei pianerottoli in cui uno si può anche riposare nella scala della crescita delle persone che state educando.


"L'abuso di potere tipico dell'autoritarismo, secondo alcuni studiosi è un mezzo per conservare le strutture sociali esistenti. Questa modalità è una metodologia usata per scaricare più o meno inconsciamente sui giovani le frustrazioni del passato e le paure del futuro. Una vendetta postuma ed indiretta che viene mascherata con pretesti giudicati personalmente validi, ma destinati a mostrare la loro inconsistenza teoretica alla luce dei risultati ottenuti sul campo."
Ho sempre cercato nei miei rapporti interpersonali e nel rapporto con le squadre che ho allenato di essere più autorevole che autiritario. Per autorevole intendo la dimostrazione pratica che quello che dici avviene realmente. Se il tuo interlocutore capisce questo fatto hai già abbassato il livello di guardia dell'altra persona e sei di fatto già entrato nell'intimo. Da quel punto di osservazione (cioè dall'intimo delle persone) è più facile ottenere rispetto, comprensione, fiducia...

domenica 18 marzo 2007

NOTIZIA MOLTO UTILE IN CASO DI EMERGENZE


Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica.

Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.

Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency).

E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori.

In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc.
Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.

Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.