mercoledì 7 ottobre 2009

ASCOLTO DEI SEGNALI INTERNI
FATE AFFIDAMENTO SUL VOSTRO ISTINTO


Conquistate un livello di fiducia che vi permetta di dar credito ai messaggi inviati dal vostro istinto. Molte decisioni importanti che hanno dato una svolta positiva nella storia, sono state prese con l'istinto e non con la ragione.

Coltivare il proprio istinto significa aumentare la propria capacità di cogliere i segnali significativi dell'ambiente e matterli in relazione in modo rilevante.

Cià richiede una capacità logica elevata nell'identificare i problemi e nel raccogliere le informazioni cruciali in corso d'opera lasciando che tutto venga interpretato in modo inconscio.

Vale la pena quindi coltivare e dare fiducia a quelle voci interne che ci suggeriscono le conclusioni che a prima vista sembrano azzardate.

La razionalità tende a mantenere lo status quo e non è di particolare supporto quando occorre costruire un futuro nuovo.

COSA FARE: ALLENARE OGGETTI O PERSONE?
LA PSICOLOGIA CI DA UNA MANO A CAPIRE


ALLENARE OGGETTI O PERSONE?

La funzione primaria dell’allenamento è fornire al singolo e alla squadra stimoli costanti e funzionali al loro sviluppo.

Il giocatore è una persona che apprende un gesto tecnico, una tattica difensiva, oppure una macchina neuromuscolare da programmare? Il coach è un computer da panchina o una persona con tutte le sue funzioni?

In una relazione tra persone si esclude la prevaricazione: l’uomo come totalità va rispettato e non usato.
In una relazione tra oggetti ci si trova a considerare ed essere considerati cose, che ciascuno può utilizzare per raggiungere i propri scopi indipendentemente dalle leggi biologiche, morali e sociali dell’individuo.

Questo tipo di relazione e di rapporto distrugge le persone e non fa progredire.

Non ci può essere apprendimento se non c’è motivazione.

Chi tratta gli altri come oggetti, tende ad utilizzarli in funzione di obiettivi esterni (prestazione, vittorie, carriera, denaro ecc.) perdendo di vista (o scegliendo di non vedere) che l’individuo va posto al di sopra di tutto. Il pericolo più frequente in cui si incorre nella attuale pratica sportiva: l’atleta, usato come oggetto dall’allenatore, dal dirigente, dallo sponsor…

L’atleta (soprattutto in età giovanile) deve avere chiaro che non ha senso “morire” solo di prestazione, ma ricercare nella prestazione il massimo dell’autorealizzazione. Solo così ci sarà auto motivazione. Solo così sarà possibile apprendere. Solo così saremo capaci di proseguire con fiducia e lungimiranza il massimo potenzialmente possibile per ognuno dei giocatori (persone) che abbiamo di fronte.

da Tommaso Biccardi (Teoria e Pratica della Psicologia del Basket)