lunedì 13 marzo 2023

AMMISSIONI AI CAMPIONATI GIOVANILI DEL FUTURO
MEGLIO FAR DECIDERE LE COMMISSIONI O IL CAMPO?

 

Per sei anni dal 2009 al 2014, ho svolto il Coordinatore della Commissione Tecnica FIP della Lombardia. Un centro di potere molto forte e concentrato in unica persona. In pratica avevo il compito di coordinare le ammissioni ai campionati giovanili (eccellenza, elite e provinciale) stabilendo le formule e organizzando tutta la fase di qualificazione, che all’epoca si chiamava Intertoto. Naturalmente a ratificare le proposte c’era il direttivo del comitato, ed era di fatto molto raro che una proposta del coordinatore venisse modificata.

Naturalmente, nel limite del possibile, cercavo di conoscere nel dettaglio i vari campionati giovanili, le squadre che volevano partecipare e ho speso davvero tanto tempo al telefono, con un nutrito gruppo di colleghi allenatori/dirigenti, per cercare di commettere meno errori possibili nelle varie scelte. Non vorrei dire cavolate ma se non ricordo male stiamo parlando di quasi 500 partite di spareggi nel solo mese di settembre. Un lavoro gigantesco per gli uffici del Comitato, svolto davvero in maniera impeccabile.

Ad aiutare le scelte (difficili) che prendevo c’era il campo e le relative gare di spareggio (appunto fase intertoto) che potevano suffragare o meno quanto avevo più o meno delineato e/o previsto. Chi vinceva gli spareggi o in certi casi veri e propri gironi veniva ammesso all’eccellenza e/o all’elite, tutti gli altri giocavano il campionato provinciale.

Poi con il commissariamento temporaneo del comitato lombardo e l’arrivo di un nuovo Presidente regionale la fase intertoto venne abolita.

Venne costituita una nuova Commissione, molto più allargata e con persone naturalmente molto più competenti del sottoscritto.

Senza una fase di qualificazione preventiva, le scelte di quella commissione furono decisamente più “pesanti”. Di fatto si decideva a tavolino, quali erano le Società che potevano prendere parte all’eccellenza, quali all’elite e chi ai campionati provinciali.

C’erano delle schede di autovalutazione che ogni Società compilava dimostrando il livello qualitativo delle proprie formazioni giovanili. E naturalmente c’erano i risultati della stagione precedente.

In pratica quello che succede ancora oggi. Raggiungendo un certo risultato agonistico la qualificazione per la stagione successiva è (ed era) garantita. Non ottenendo risultati adeguati la carta da giocare era (ed è) quella della richiesta così detta della “Wild Card”. La procedura è sempre la stessa. Presentare la solita scheda di autovalutazione, cercando di convincere la commissione tecnica della bontà e della qualità del progetto.

Nel 2019 con un lavoro enorme di raccolta dati, fu elaborato dalla FIP, uno speciale ranking di tutti i settori giovanili italiani attribuendo punti e graduatoria in base ai risultati agonistici, alla tessera di allenatori e assistenti alla presenza eventuale dei preparatori fisici, al numero delle squadre iscritte ai vari campionati e altro. Fu certamente un elemento interessante (anche se forse parziale) per iniziare a definire una certa qualità del lavoro svolto dalle varie Società.

Posso aver perso dei pezzi, ma non mi sembra che questo ranking sia stato aggiornato. La pandemia ha certamente reso ancora più complicato “tracciare” il lavoro svolto dalle Società.

Infatti, da gennaio del 2021 esiste una Commissione Tecnica Giovanile Nazionale dove sono inseriti responsabili di società oltre che ovviamente referenti FIP. Come il ranking del 2019 ha costituito una spartiacque importante nel definire una classifica di buoni e meno buoni, così la Commissione di cui sopra gode dal 2021 di grandi poteri decisionali. Prendo per esempio spunto dalla scelta di ridurre (e di molto) le ammesse al Campionato Under 19 d’eccellenza con addirittura dei ricorsi al TAR.

Evitando facili polemiche che non rientrano nello stile di chi scrive m’interessa fare una riflessione che cerca di essere più profonda (e capisco anticipata) ma comunque attuale sul futuro delle scelte da fare.

Con l’abolizione del vincolo sportivo, una squadra Under 14 Elite che arriva al primo posto in regione, o addirittura una squadra che vince il titolo Under 17 d’eccellenza, potrebbe banalmente perdere tutti i giocatori, con la ovvia conseguenza che concedere delle qualificazioni a tavolino prendendo spunto dai (soli) risultati dell’annata precedente potrebbe perdere peso e motivo di esistere.

E allora chiedo a chi magari ci ha già pensato, come poter gestire una nuova visione delle attività giovanili ai vari livelli con l’abolizione del vincolo??

Non so se corrisponde al vero ma sembra che la FIP stia pensando di organizzare solo due livelli: Eccellenza e Provinciale con una (breve) fase di qualificazione (intertoto – sic!) e poi una seconda fase più lunga, in base ai risultati ottenuti nella prima.

Lasciando per un attimo in disparte il secondo livello, quello Provinciale, Gold, Silver, Bronze. La domanda che sorge spontanea è: chi potrà avere dei dati oggettivi rispetto alla forza e alle qualità delle squadre, valutazioni in grado di ammettere di diritto certe squadre all’eccellenza?

E in più mi permetto di chiedere: Con la possibilità da parte degli atleti di scegliere ogni anno la Società dove giocare saranno proprio i giocatori bravi e le loro scelte a stabilire chi potrà partecipare all’eccellenza, oppure sarà la FIP (e la sua commissione di turno) che dichiarando in anticipo le squadre ammesse di diritto all’eccellenza, stabilirà (forse di conseguenza) dove andranno a giocare i giocatori più bravi di quella determinata annata?

A voi.

🏀🏀