
E' ormai qualche anno che sono sempre più convinto assertore che una metoldologia di allenamento che tenga conto sempre di più del migliormamento della Tattica Individuale piuttosto che della Tecnica a "secco" fina a se stessa, sia la nuova frontiera da affrontare nel mondo degli Allenatori che insegnano Basket. Oggi giorno esistono due correnti di pensiero (schematizzo ovviamente, per rendere l'idea):
1) il miglioramento del giocatore può avvenire solo con l'automatizzazione sempre migliore del gesto tecnico puro;
2) il miglioramento del giocatore può avvenire solo con l'automatizzazione di un movimento tattico di squadra.
E così noi abbiamo allenatori che da una parte decidono di costruire con il solo utilizzo del fondamentale puro delle squadre piene zeppe di giocatori che sanno fare benissimo il cambio di mano frontale o dietro la schiena, però non sanno quando utilizzarlo, e dall'altra squadre che si muovono con schemi e giochi a termine eseguiti perfettamente, ma che poi al primo problema non previsto, si bloccano completamente.
Visto che come spesso capita la via più efficace è a metà strada tra una teoria e l'altra e visto anche che non è sola mia convinzione che il miglioramento della Tattica Individuale sia l'unico modo per uscire dalla diatriba sterile di queste due opposte fazioni, mi permetto di riportare idee e contenuti di altri allenatori (qualcuno di altra disciplina) a cui l'argomento in questione è noto.
Allenatore di Calcio:
Nell’insegnamento della tecnica noi proponiamo una metodologia non tradizionale la quale, come sappiamo, prevede l’acquisizione di una gestualità insegnata a “secco”.
Le esercitazioni a “secco” sono quelle in cui si studia la tecnica pura (la metodologia tradizionale li chiama i “fondamentali”), senza che il ragazzo abbia nella mente alcuna intenzione tattica ed in cui l’attenzione dell’allenatore e del giovane atleta è completamente convogliata sulle modalità esecutive (biomeccaniche).
Noi pensiamo che questa metodologia non dia risultati ottimali.
La tattica e la strategia, si occupano di un piano gerarchicamente più elevato della regolazione dell’azione motoria, e cioè quello psichico-intellettuale. Poiché gli aspetti tattici (durante l’allenamento) entrano in “gioco” prima che il giovane inizi qualsiasi attività motoria, questo significa che fanno parte del mentale, e nell’atleta sono rappresentati dalla voglia costante di "superare" un avversario.
L’allenatore è responsabile di questo e perciò, in ogni momento didattico deve sollecitare nel ragazzo un comportamento tattico e strategico che, attraverso l’allenamento quotidiano, sia perfezionato e reso ottimale, relativamente alle esigenze motorie della sua età.
Allenatore di Pallanuoto:
La necessità di lavorare sulla tecnica individuale pare sentita da tutti, invece la tattica individuale è spesso considerata una caratteristica propria del giocatore, e come tale non allenabile.
Consideriamo un giocatore che in allenamento è preciso nel colpire il “sette”, abile nel maneggiare la palla, nelle nuotate e negli spostamenti, ma che in partita tira tra le braccia del portiere, non “vede” il compagno smarcato o perde l’attimo per un cambio difensivo o un movimento d’attacco. Siamo di fronte ad un giocatore dotato tecnicamente ma carente sul piano della Tattica Individuale.
Il nostro compito di allenatori invece non si esaurisce al semplice insegnamento della tecnica individuale, dobbiamo lavorare parallelamente sulla tattica individuale per mettere l’atleta nella condizione di saper riconoscere le situazioni da risolvere ed essere in grado di progettare un opportuno piano d’azione. Lavoro di tattica individuale e lavoro di tecnica devono procedere in sintonia, non in successione.
La mia idea di partenza è di abituare l’atleta ad utilizzare la visione periferica e l’anticipazione per migliorare il proprio senso tattico, il bagaglio di tattica individuale, la visione di gioco.
Quando un nostro atleta sbaglia una scelta:
1. ci chiediamo se ha commesso un errore di percezione? Se per esempio effettua un passaggio senza accorgersi dello spostamento di un avversario che intercetta la palla. Di valutazione? Se, rimanendo nell’esempio di cui sopra, pur essendosi accorto dello spostamento dell’avversario (percezione corretta) effettua ugualmente il passaggio. Di esecuzione? L’atleta può aver percepito e valutato correttamente, effettua la scelta giusta ma sbaglia, attraverso una risposta muscolare non adeguata. O, per concludere con un aspetto importante, se tutto è andato bene ma l’avversario è stato semplicemente più bravo?
2. Siamo pronti a dare i giusti correttivi in funzione dell’origine del problema?
3. Siamo capaci di prevenire il problema attraverso un corretto allenamento tecnico-tattico?
Allenatore di Basket:
Il compito dell'allenatore non finisce all'insegnamento del movimento fine a se stesso, ma deve arrivare a mettere in grado il giocatore a scegliere quale movimento fare e come farlo in qualsiasi situazione. Questo implica una profonda conoscenza di ogni situazione di gioco.
A cosa serve saper eseguire una partenza in palleggio perfetta, senza fare infrazione di passi, se la faccio con il difensore lontano e la scelta giusta sarebbe quella di fare un tiro?
Allenatore di Calcio:
Mentre la tecnica di base risulta quindi oggetto di insegnamento, la tattica individuale è considerata una capacità propria del giocatore. Questa separazione porta ad intendere per tattica esclusivamente il modulo di gioco, ovvero l’assetto tattico deciso dall’allenatore. E’ invece possibile insegnare anche la tattica individuale che riguarda la scelta dei movimenti fondamentali che il giocatore esegue quando si trova da solo di fronte all’avversario o quando collabora con i compagni.
Guido Saibene ha prodotto negli anni scorsi, quando era un referente della formazione del CNA, un documento molto interessante sulle qualità che si dovrebbero riscontrare ad un giocatore di pallacanestro. Si parla spesso di saper eseguire i fondamentali nel modo e nel momento più opportuno. Questa oggi si chiama Tattica Individuale. Per poter leggere il documento basta cliccare QUI.