sabato 8 maggio 2010
LO SPORT EVOLUISCE LA FORMAZIONE NO LA NUOVA FRONTIERA DELLA TATTICA INDIVIDUALE
E' ormai qualche anno che sono sempre più convinto assertore che una metoldologia di allenamento che tenga conto sempre di più del migliormamento della Tattica Individuale piuttosto che della Tecnica a "secco" fina a se stessa, sia la nuova frontiera da affrontare nel mondo degli Allenatori che insegnano Basket. Oggi giorno esistono due correnti di pensiero (schematizzo ovviamente, per rendere l'idea):
1) il miglioramento del giocatore può avvenire solo con l'automatizzazione sempre migliore del gesto tecnico puro;
2) il miglioramento del giocatore può avvenire solo con l'automatizzazione di un movimento tattico di squadra.
E così noi abbiamo allenatori che da una parte decidono di costruire con il solo utilizzo del fondamentale puro delle squadre piene zeppe di giocatori che sanno fare benissimo il cambio di mano frontale o dietro la schiena, però non sanno quando utilizzarlo, e dall'altra squadre che si muovono con schemi e giochi a termine eseguiti perfettamente, ma che poi al primo problema non previsto, si bloccano completamente.
Visto che come spesso capita la via più efficace è a metà strada tra una teoria e l'altra e visto anche che non è sola mia convinzione che il miglioramento della Tattica Individuale sia l'unico modo per uscire dalla diatriba sterile di queste due opposte fazioni, mi permetto di riportare idee e contenuti di altri allenatori (qualcuno di altra disciplina) a cui l'argomento in questione è noto.
Allenatore di Calcio:
Nell’insegnamento della tecnica noi proponiamo una metodologia non tradizionale la quale, come sappiamo, prevede l’acquisizione di una gestualità insegnata a “secco”.
Le esercitazioni a “secco” sono quelle in cui si studia la tecnica pura (la metodologia tradizionale li chiama i “fondamentali”), senza che il ragazzo abbia nella mente alcuna intenzione tattica ed in cui l’attenzione dell’allenatore e del giovane atleta è completamente convogliata sulle modalità esecutive (biomeccaniche).
Noi pensiamo che questa metodologia non dia risultati ottimali.
La tattica e la strategia, si occupano di un piano gerarchicamente più elevato della regolazione dell’azione motoria, e cioè quello psichico-intellettuale. Poiché gli aspetti tattici (durante l’allenamento) entrano in “gioco” prima che il giovane inizi qualsiasi attività motoria, questo significa che fanno parte del mentale, e nell’atleta sono rappresentati dalla voglia costante di "superare" un avversario.
L’allenatore è responsabile di questo e perciò, in ogni momento didattico deve sollecitare nel ragazzo un comportamento tattico e strategico che, attraverso l’allenamento quotidiano, sia perfezionato e reso ottimale, relativamente alle esigenze motorie della sua età.
Allenatore di Pallanuoto:
La necessità di lavorare sulla tecnica individuale pare sentita da tutti, invece la tattica individuale è spesso considerata una caratteristica propria del giocatore, e come tale non allenabile.
Consideriamo un giocatore che in allenamento è preciso nel colpire il “sette”, abile nel maneggiare la palla, nelle nuotate e negli spostamenti, ma che in partita tira tra le braccia del portiere, non “vede” il compagno smarcato o perde l’attimo per un cambio difensivo o un movimento d’attacco. Siamo di fronte ad un giocatore dotato tecnicamente ma carente sul piano della Tattica Individuale.
Il nostro compito di allenatori invece non si esaurisce al semplice insegnamento della tecnica individuale, dobbiamo lavorare parallelamente sulla tattica individuale per mettere l’atleta nella condizione di saper riconoscere le situazioni da risolvere ed essere in grado di progettare un opportuno piano d’azione. Lavoro di tattica individuale e lavoro di tecnica devono procedere in sintonia, non in successione.
La mia idea di partenza è di abituare l’atleta ad utilizzare la visione periferica e l’anticipazione per migliorare il proprio senso tattico, il bagaglio di tattica individuale, la visione di gioco.
Quando un nostro atleta sbaglia una scelta:
1. ci chiediamo se ha commesso un errore di percezione? Se per esempio effettua un passaggio senza accorgersi dello spostamento di un avversario che intercetta la palla. Di valutazione? Se, rimanendo nell’esempio di cui sopra, pur essendosi accorto dello spostamento dell’avversario (percezione corretta) effettua ugualmente il passaggio. Di esecuzione? L’atleta può aver percepito e valutato correttamente, effettua la scelta giusta ma sbaglia, attraverso una risposta muscolare non adeguata. O, per concludere con un aspetto importante, se tutto è andato bene ma l’avversario è stato semplicemente più bravo?
2. Siamo pronti a dare i giusti correttivi in funzione dell’origine del problema?
3. Siamo capaci di prevenire il problema attraverso un corretto allenamento tecnico-tattico?
Allenatore di Basket:
Il compito dell'allenatore non finisce all'insegnamento del movimento fine a se stesso, ma deve arrivare a mettere in grado il giocatore a scegliere quale movimento fare e come farlo in qualsiasi situazione. Questo implica una profonda conoscenza di ogni situazione di gioco.
A cosa serve saper eseguire una partenza in palleggio perfetta, senza fare infrazione di passi, se la faccio con il difensore lontano e la scelta giusta sarebbe quella di fare un tiro?
Allenatore di Calcio:
Mentre la tecnica di base risulta quindi oggetto di insegnamento, la tattica individuale è considerata una capacità propria del giocatore. Questa separazione porta ad intendere per tattica esclusivamente il modulo di gioco, ovvero l’assetto tattico deciso dall’allenatore. E’ invece possibile insegnare anche la tattica individuale che riguarda la scelta dei movimenti fondamentali che il giocatore esegue quando si trova da solo di fronte all’avversario o quando collabora con i compagni.
Guido Saibene ha prodotto negli anni scorsi, quando era un referente della formazione del CNA, un documento molto interessante sulle qualità che si dovrebbero riscontrare ad un giocatore di pallacanestro. Si parla spesso di saper eseguire i fondamentali nel modo e nel momento più opportuno. Questa oggi si chiama Tattica Individuale. Per poter leggere il documento basta cliccare QUI.
CERCHIAMO CHI CI FARA' DIVENTARE MIGLIORI MA SOLO DENTRO NOI STESSI TROVEREMO IL TESORO
Un ebreo cecoslovacco di nome Jazed viveva in un piccolo villaggio sperduto nella provincia Boemia, chiamato Lod. Egli aveva un grande desiderio, costruire una sinagoga nel suo piccolo villaggio, ma li regnava una grande povertà.
Passava il tempo e Jazed si macerava sempre di più in questo suo desiderio.
Da un po' di tempo sognava spesso che, se si fosse recato a Praga ed avesse scavato sotto il ponte davanti al palazzo reale, avrebbe trovato un tesoro. All'inizio non diede peso a questo sogno ricorrente, ma poi poichè questo si ripeteva sempre più costantemente, un bel giorno decise di partire dal suo paese per Praga alla ricerca del tesoro sognato.
Senza dire nulla a nessuno, raccolse quanto gli poteva servire e giunse al palazzo reale, ma accanto al ponte, sia di giorno che di notte vi era sempre la guardia del re.
Giravagò, sempre li attorno per diversi giorni, senza mai avere la vera occasione di scavare per cercare il tesoro. Un bel giorno fu fermato dal capo delle guardie e alla richiesta delle spiegazioni perchè fosse sempre in quella zona, un po' impaurito e stanco gli raccontò il sogno.
Al termine il capo delle guardie si mise a ridere e gli disse: "Guarda che anch'io sogno spesso che se mi reco in un villaggio della Boemia chiamato Lod, in casa di un certo Jazed e scavo sotto la sua stufa, trovo un tesoro, ma non sono così ingenuo da credere ad un sogno; va e tornatene a casa."
Jazed si allontanò alquanto sorpreso dall'avere udito proferire il suo nome da uno sconosciuto che, prima di allora, non aveva mai visto.
Giunto a casa, per scrupolo, si mise a scavare sotto la stufa e trovò, con stupore, il tesoro tanto ricercato e atteso, con il quale potè costruire finalmente la sua sinagoga.
cit. Cesarino Squassabia
DOMENICA 30 MAGGIO 2010 A GAZZADA FESTA DEL BASKET E GIORNATA ADMO
Ricevo e pubblico con piacere:
Buongiorno,
mi chiamo Tarcisio Vaghi e vi scrivo per comunicarvi che, insieme ad un gruppo di amici dell'ambiente cestistico abbiamo creato un gruppo di lavoro che da qualche mese si sta adoperando, come alcuni di voi sanno (avendoci spesso e con entusiasmo già sostenuto), per diffondere informazione rigurado all'attività di ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo).
Il gruppo di cui vi parlo si muove all'interno di ADMO in maniera trasversale al mondo della pallacanestro (sport da cui tutti deriviamo e con il quale abbiamo i nostri contatti) con il logo e lo slogan di "cestisti fino al midollo " (di cui vi allego la grafica).
Tutto è nato dalla volontà di alcuni amici che si sono sensibilizzati venendo a contatto con la malattia che mi sta coinvolgendo e con la conoscenza reale del percorso di donazione di midollo che negli ultimi anni è diventato una procedura veloce, senza rischio alcuno e sempre di maggiore e determinante diffusione.
Tra le varie iniziative passate e future vi voglio sottolineare quella di domenica 30 maggio 2010 presso la palestra delle scuole medie di Gazzada (VA) in Via Matteotti. A partire dalle 9,30 del mattino daremo l'opportunità a tutti coloro che lo vorranno (previa prenotazione presso il mio indirizzo di posta elettronica - tarcisiovaghi@gmail.com) di poter venire per iscriversi all'ADMO con la possibilità di espletare in loco tutto le procedure (compreso il prelievo) grazie al contributo di alcuni volontari ADMO e di alcuni medici dei più importanti centri trasfusionali della Lombardia.
E' per noi e per il mondo dello sport un'occasione unica, sia per la portata delle iscrizioni, che stanno crescendo a dismisura sia nel basket locale che nel basket di più alto livello, sia per la risonanza che si potrebbe dare come esempio positivo dello sport nella vita sociale.
Già alcuni campioni di basket hanno aderito ad ADMO e ne sono diventati testimonial:
sono infatti iscritti GIANMARCO POZZECCO, ANDREA MENEGHIN, MARCO CARRA e lo diventerà MARCO ALLEGRETTI in occasione di domenica 30.
Inoltre ci sarà un contributo dei ragazzi della curva della Pallacanestro Varese in occasione della partita di domani sera alle 20.30 a Masnago contro la Vanoli Cremona, occasione in cui i ragazzi esporranno per tutta la gara una striscione che proporrà la nostra iniziativa di domenica 30 maggio.
Anche questo è un segnale di grande civiltà e sportività se si pensa all'importanza della gara nella stagione di Varese.
Vi ringrazio si da ora per la visibilità che vorrete dare con la vostra professionalità alla nostra iniziativa e vi invito ad intervenire nella giornata del 30 maggio a partire dalle 9,30 a Gazzada.
Vi ripeto il mio indirizzo di posta elettronica che potrà essere pubblicato per contattarmi e per ogni evenienza che riterrete utile:
tarcisiovaghi@gmail.com
sentiti ringraziamenti
Tarcisio Vaghi
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