martedì 15 gennaio 2013

CREDERE FORTEMENTE DI RIUSCIRE E' IL PRIMO PASSO
COME VINCERE AL MEGLIO LA PROPRIA BATTAGLIA


Quando si ascoltano interviste di Campioni della Sport che raggiungono risultati importanti sia a livello individuale che di squadra spesso si sentono parole come, bisogna crederci. Credere fino in fondo in quello che si fa. Crederci è la sola chiave che ti può portare in alto.

In effetti ciò che consideriamo impossibile da realizzare già in partenza non porterà buoni risultati finali. Al contrario, credere fortemente di raggiungere un obiettivo pare direttamente proporizionale alla possibilità di riuscirci davvero.

In più, una volta che si è aperta una strada, che qualcuno vicino a noi è riuscito nell'impresa, che un esempio concreto si è materializzato davanti ai nostri occhi, fa moltiplicare risorse e sforzi anche in altre persone. Anche il solo sfiorare un obiettivo importante, se interpretato nelle giusta maniera, apre nuove strade e pensieri efficaci per poter rifarsi la volta prossima.

Tra il 1998 e il 2004 a Varese, nel Settore Giovanile della Pallacanestro Varese (che dal 2002 è passato sotto l'egida del Campus), abbiamo sperimentato in maniera eclatante proprio questo percorso.

L'antefatto è la Finale Scudetto perso di un punto a Pesaro con il gruppo 84 Varese Roosters contro l'allora Glaxo Verona con due tiri sbagliati ad una manciata di decimi di secondo dalla fine della partita. Una beffa (Verona l'avevamo già battuta nel girone di qualificazione di una ventina di punti) che per lungo tempo è stata nelle mamoria di tutti i componenti di quella squadra. Un altro antefatto fu che nella primavera successiva (11 maggio 1999) i Roosters di Pozzecco, Meneghin, Vescovi, Mrscic e Santiago vinsero magicamente il decimo scudetto di Varese contro Treviso.

Questi due episodi furoni illuminanti per tutti i componenti di quel Settore Giovanile. Tutti avevano capito, potendolo sperimentare da vicino, che i percorsi erano giusti e che "bastava" aumentare la consapevolezza nei nostri mezzi e crederci un po' di più!

Il 9 luglio del 1999 il gruppo Bam Under 14 dei ragazzi nati nel 1986 battendo in finale la Virtus Bologna di Belinelli vinse dopo 24 anni il terzo scudetto giovanile della Pall. Varese. L'anno dopo sempre lo stesso gruppo nella categoria Under 15, giocando in finale contro la Scavolini Pesaro a Porto San Giorgio lo rivinse. Lo stesso anno il gruppo 84 (quello della finale persa con la Glaxo) vinse il Titolo Tricolore Under 17 e l'anno dopo lo rivinse anche a livello Under 19 con l'innesto dei 93 sotto le sapienti cure di coach Cedro Galli.

Nello stagione successiva, 2002-2003 fu la volta dello Scudetto a Salsomaggiore ancora contro Pesaro del gruppo Under 15 (nati nel 1988), che l'anno prima aveva perso di un soffio lo scudetto Under 14. L'anno successivo, Tarcisio Vaghi, potè festeggiare con lo stesso gruppo 88 lo Scudetto Under 16 dopo una gara al cardiopalma contro la corazzata UCC Assigeco dei vari Gallinari, Aradori, Poletti & c.

A Varese fu un periodo leggendario. Sei Campionati Italiani vinti in poco più di cinque anni. Non eravamo dei super uomini. Non avevamo cambiato radicalmente i nostri metodi di allenamento. Avevamo cercato e trovato la strada giusta per trasformare il nostro crederci nel miglior percorso possibile. Grazie a qualche bruciante sconfitta e all'esempio di chi ci stava vicino, è stato più facile diventare dei Campioni d'Italia.

A volte le differenze sono minime. Basta poco!

domenica 13 gennaio 2013

ECCO LA PAROLA CHE PARE PROPRIO APPROPRIATA
DAL LIBRO DI PIERO TRABUCCHI "RESISTO DUNQUE SONO"


Lo spunto nasce, come spesso capita per caso, però pare proprio essere la parola giusta per affrontare con la giusta modalità le esperienze che incontriamo di volta in volta nel nostro cammino: Resilienza.

Breve tratto dal libro di "Resisto dunque sono" di Piero Trabucchi

"Desidero però dare fin d’ora la mia definizione personale di resilienza: la resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino. Il verbo «persistere» indica l’idea di una motivazione che rimane salda. Di fatto l’individuo resiliente presenta una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a «leggere» gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza."