mercoledì 13 maggio 2009
ESISTE UNA DEONTOLOGIA DELL'ALLENARE? MEGLIO VALUTARE ALLENATORI O PERSONE?
Sono andato alla ricerca di un codice deontologico degli allenatori. Non solo quelli di pallacanestro, ma più in generale degli Allenatori di qualsiasi sport, non a caso Allenatori con la A maiuscola.
Nel mondo web ci sono diversi documenti che riguardano per lo più codici di autoregolamentazione di Allenatori che si associano tra di loro per salvaguardare interessi comuni.
E' difficile però trovare un codice etico deontologico che riguardi l'attività di Allenatore fine a se stessa, senza associazioni o contornismi vari.
Dovrebbe essere il CONI forse, che dovrebbe farsi carico di una editto del genere.
Uno degli aspetti deontologici di un Allenatore, dovrebbe essere quello di non parlare mai male in pubblico (ma forse anche in privato) di un collega. Ma questa volta non esiterò alla poca osservanza di questa regola, per mettere a frutto quello che ormai sto pensando da giorni.
Dicevo, non si dovrebbe mai parlare mai di colleghi. Però mi permettto di dissintire su atteggiamenti di "qualcuno" visto e incontrato nelle ultime settimane per un semplice fatto di cronaca che riporto.
Quando si affronta una partita, ognuno di noi ha più o meno motivazioni in base alla gara che devi giocare, agli avversari con cui ti devi confrontare e all'altro allenatore che devi cercare di "fregare" (in termini sportivi naturalmente). Ci sono state partite quest'anno, ma più in generale, nel corso della mia ormai quasi trentennale carriera, in cui ero comunque poco motivato a dare il mio contributo alla causa e altre invece dove fin dall'inizio, con l'argento vivo addosso, mi muovevo saltando di qua e di la lungo il box della panchina.
Tutto questo penso faccia parte del gioco e la gioia e il divertimento di sedermi in panchina quasi 100 volte all'anno, mi ha fatto passare con allegria e felicità questi miei primi 40 anni.
Passiamo alla cronaca. In tutti questi anni di militanza non mi era mai capitato di vedere un allenatore avversario così carico per affossare gli avversari e l'altro allenatore che sono rimasto non solo stupito, ma anche molto deluso e "arrabbiato".
Cercare di vincere una partita ci sta. Farlo con ardore e passione sono la base dello sport, ma superare nei modi, negli atteggiamenti e nelle parole in campo (e fuori) quelle norme non scritte di correttezza e lealtà allora qua si precipita da un altra parte.
L'esaltazione immotivata, il fomentare le persone al seguito e il mancato rispetto degli avversari sono cose che non dovrebbero far parte dei comportamenti di nessuno. A maggior ragione quando si parla di Allenatori giovanili.
Nel passato ho commesso molti errori, alle volte giustamente ho dovuto tornare indietro e chiedere scusa. Ma questa volta, caro amico, hai sbagliato pure tu di grasso... cioè grosso.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
a proposito di codice deontologico...
sul sito di APG e sul sito di ALAIP sono pubblicati due codici che hanno molti punti di contatto (dato che gli estensori in parte coincidono).
Posta un commento