mercoledì 13 febbraio 2008

ALTRO PARERE AUTOREVOLE

ENRICO ROCCO DICE LA SUA

Ciao Andrea,
dopo aver letto le tue riflessioni e le riflessioni di Federico Danna, mi permetto di esprimere anch'io un mio piccolo pensiero:

negli ultimi anni la società (intendo scuola, sport, catechismo, etc) che si occupa della crescita dei ragazzi, non ha fatto altro che togliere responsabilità a questi ultimi, togliendoli da verifiche come gli esami, creando agevolazioni per i loro percorsi di crescita senza rendersi conto che è il sistema più facile per creare dei piccoli "falliti" senza la capacità di affrontare difficoltà e di vivere emozioni.
E poi i bambini vivono di agonismo, ho una figlia e tre nipoti che vedo quotidianamente tra i 4 e i 9 anni, non fanno altro che fare gare, misurarsi, competere tra di loro e cercano di barare ogni volta per vincere.
Il mio compito di padre e zio è quello di spiegare loro che le regole vanno rispettate e che la sconfitta va accettata, questo è anche il mio compito di allenatore ed istruttore giovanile, non è certo quello di proibirgli di confrontarsi evitando di incontarsi, non bisogna evitare che le persone cadano, bisogna semplicemente aiutrale a rialzarsi.

In merito alle selezioni vorrei ricordare a Danna che realtà come la Spagna, la Francia, la Lituania, stanno già lavorando a livello Nazionale sulle annate 95, cioè sono in vantaggio di 2 anni, volete dirmi che i ragazzi spagnoli e francesi sono più evoluti dei nostri?
Avete ragione che molte volte si creano aspettative nei genitori, ma perchè allora non ci impegnamo a fare capire ai genitori che la vita sportiva dei loro figli appartiene ai figli stessi e non devono realizzare i fallimenti degli adulti. Si parla di scene assurde viste al Trofeo Bulgheroni, mi dispiace però ribadire che sono scene di alcuni e non la regola, inoltre avete mai assistito al Trofeo delle Regioni? Bene allora dobbiamo impegnarci a parlare con i genitori e fare capire loro le regole di vita sportiva visto che noi ci impegnamo a insegnarle ai ragazzi.

E poi permettetemi di dire che non ritengo ne la scuola ne il basket le cose più importanti, ritengo invence essenziale la crescita dell'individuo che passa attraverso degli strumenti.
La scuola, lo sport, il catechismo, l'amicizia, etc., sono strumenti che servono alla loro crescita e sono complementari.
Non sono molto vecchio ma nella mia vita ho incontrato ingengneri molto bravi che erano dei "piccoli" uomini e "contadini" (senza offesa) con poca cultura che erano dei grandi uomini.


Enrico Rocco


Ringrazio Enrico per il suo spunto di riflessione. Rimando tutti al forum di basketcafè dove la discussione sta prendendo sempre più forma. Per poter continuare a leggere le considerazioni esposte potete cliccare qui

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