martedì 12 febbraio 2008

FEDERICO DANNA RISPONDE ALLA QUERELLE

CONFRONTO SERRATO MA ONESTO


Ecco la risposta di Federico Danna (Responsabile Settore Giovanile di Biella) sul post pubblicato ieri sul resoconto della riunione di Bologna

Caro Andrea,

mi sento in dovere di risponderti; mi sembra che il tuo resoconto non sia così corretto nel riportare le argomentazioni presentate alla riunione di Bologna.
Ti ringrazio, presenti la società di cui sono responsabile per il settore giovanile, come un esempio da seguire, ma non riporti bene ciò di cui si è discusso.
Parto dal basso: torneo Bulgheroni, nessuna revisione, ognuno, società o comitato può organizzare ciò che crede, ma non è compito del responsabile tecnico territoriale (RTT) occuparsi di questa attività. Nè deve essere intesa come una attività legata al SSN, come a volte la si fa passare. Un anticipo del PQT, che diventa un anticipo del trofeo delle Regioni. A volte sembra che si programmi tre anni per quest'appuntamento. Ogni comitato regionale invitato, se attraverso il suo Presidente, decide di aderire all'iniziativa, lo faccia, ci mancherebbe altro. Continuo a pensare che a 13 anni(quest'anno il 95) queste "selezioni", nella pratica, facciano più male che bene(aspettative dei genitori in particolare). Ciò che nasce con un intento, continua poi in modo totalmente diverso: la storia ci racconta di partite dove la strategia ha prevalso sull'aspetto ludico-educativo, altro che esperienza positiva.

Ho tre figli, due dei quali hanno partecipato con la rappresentativa regionale piemontese(uno dell'88 e uno del 90), in passato a questo torneo. Non ho assistito a scene molto edificanti.
Allora penso che l'attività del SSN debba partire dalla 1° superiore(quest'anno il 93), due anni per preparare l'europeo.
Conosco reali problemi causati a piccole società dalla cattiva applicazione di questa attività.

Per la stessa ragione sono convinto che l'attività fino alla terza media(ragiono sempre per anno scolastico, poichè la scuola è ciò che condiziona più di tutto il giovane) debba essere tenuta senza esasperazioni, selezioni, maglie Italia...Piemonte ...., si anche senza finali nazionali; basta ed avanza l'attività regionale. I mille tornei "amichevoli" che ci sono in giro, sono perfetti per confrontarsi con realtà più lontane, per vivere esperienze di "squadra".
Non credo che si voglia togliere la possibilità di confronto, credo che la si voglia razionalizzare in base all'età dei ragazzi.

Con i più grandi, secondo me ci dimentichiamo di avere a che fare con ragazzi, non con oggetti: la facilità con cui un ragazzo "promettente" possa uscire dal seminato è altissima, allenamenti con la squadra superiore, spesso con la "nostra" prima squadra, la nazionale......chiediamo loro sempre di più, senza badare se l'attività è adeguata. Poi arrivano a 19 anni e sono "vecchi", fisicamente "logori". Non critico solo l'attività del SSN, critico la "nostra" attività. Non ne soffre solo la scuola, ma la scuola resta l'attività principale. Il rischio di creare "spostati " è altissimo

Sono d'accordo, a volte li sentiamo "nostri "e c'è invidia non solo con l'allenatore della nazionale, ma anche con quello della prima squadra.
Ma spesso siamo noi che ci rendiamo conto dei problemi dei ragazzi a chiediamo che possano vivere un'esperienza ancora una volta relazionata all'età.
I raduni facciamoli, il più possibile, nelle vacanze scolastiche e facciamo quelli che ha senso fare: che senso hanno avuto tutti questi raduni "preliminari" dell'under 20?

Spero di essere utile al dibattito.
Federico Danna


Certamente utile al dibattito.

Certo non dovrei essere io a difendere l'istituzione del Trofeo Bulgehroni o l'attività del SSNM... ma quello che posso fare e portare all'attenzione generale la mia esperienza personale.

Ho vissuto sulla mia pelle tutto il percorso formativo, Selezioni Provinciali, Bulgheroni, Selezioni Regionali, Interregionali, Trofeo delle Regioni, Raduni Nazionali... con i "miei" (ci risiamo) pargoli del 93 Carnovali e Tomasini.

Ti posso assicurare che seppur con le dovute differenziazioni sia nella metodologia, sia nei contenuti, sia nell'espressione personale dei Valori, tra il sottoscritto e il modo di fare e di pensare degli allenatori del SSNM ho avuto (abbiamo avuto, ci metto dentro anche Tommy e Simo) grande efficacia da tutta questa attività.

Entrambi in piena evoluzione e tutti e due con problematiche completamente diverse sia dal punto di vista tecnico che caratteriale, hanno avuto un grande giovamento da queste attenzioni in più del SSNM. Potrei scommettere che nel caso in cui non si fosse svolto tutto quanto fatto in questi ultimi due anni e mezzo (anche se con sacrifici, viaggi, infortuni e anche però allenamento e divertimento...) i due ragazzi sarebbero certamente più indietro.

Poi è vero che se a livello Under 19, o alla fine del settore giovanile ti arrivano in prima squadra ragazzi "vecchi" di testa, o senz apiù la necessaria voglia di lottare ed emergere, allora a mio avviso non è tanto quello che gli abbiamo fatto fare che è stato negativo, ma è quello che gli abbiamo detto nel motivarli a farglelo fare che è sbagliato.

Mi spiego. Molti allenatori giovanili usano motivare le proprie squadre di ragazzini con discorsi da grandi. Come se allenassero degli atleti evoluti. In realtà a volte queste motiviazioni (per ragazzi a cui non gli frega nulla avere delle motivazioni supplementari a quella semplice semplice di giocare per divertirsi) non servono altro che a sconfiggere le paure intime proprio dell'allenatore.
Quindi a mio parere ci vorrebbero meno discorsi macchiavvellici superando di slancio il complesso di edipo da parte degli allenatori, lasciando liberi di liberarsi a dei giovani che già a scuola, in famiglia, in parrocchia e magari anche con gli amici subiscono storture della realtà e poca propensione allo sviluppo della propria migliore personalità.

Liberi di liberarsi, non schiavi (io non c'entro) di situazioni precostituite. Niente gabbie cui rinchiudere anime libere, pensieri stupendi e voglia di sognare. Solo aiuto nella conoscenza del gioco e della tecnica, lasciando ampio sapzio alla sperimentazione personale e trovando il miglior modo per essere una foresta che cresce, senza il pericolo attuale del repentino disboscamento...

D'altronde... "Chi mai chiederà ad un bimbo perchè gioca a palla, chi mai chiederà ad un equilibrista perchè cammina sul filo e chi mai chiederà ad un amante perchè ama?

"Il gioco è una attività fisiologica perchè esige un movimento, è una attività psichica perchè coinvolge l'immaginazione e l'affettività, è una attività spirituale perchè si realizza soltanto nella libertà, con la libertà e per la libertà.
(Paolo Viotto - mio professore di pedagogia all'Isef)

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