domenica 14 dicembre 2008

CLINIC TECNICO DI GUIDO SAIBENE A CERNUSCO
UN BEL MIX TRA SAGGEZZA E TECNICA


Si è svolta lunedì 8 dicembre a Cernusco sul Naviglio la riunione PAO organizzata dal CRL in occasione del Trofeo delle Province. La lezione tenuta egregiamente da Guido Saibene (assistente allenatore AJ Milano) ha trattato il tema del miglioramento individuale del giocatore in un sistema offensivo. Di seguito cercherò di riassumere quello che mi ha particolarmente impressionato di quanto sentito durante la riunione.

La prima considerazione riguarda il numero degli allenatori presenti, davvero ragguardevole a dimostrazione ancora una volta che l’aggiornamento obbligatorio è stata una scelta positiva da parte del CNA. C’è comunque “sete” di pallacanestro in giro tra gli allenatori. La speranza è che una volta raggiunti i fantomatici crediti, gli allenatori davvero appassionati di questo sport e coloro i quali credono fortemente nell’aggiornamento come formula per migliorare come persone e come coach possano confermare la loro presenza a prescindere dai punti acquisiti.

In questo senso sarebbe utile da parte del CNA creare una forma di riconoscimento supplementare per chi prosegue nella presenza alle riunione indette dai vari organi regionali e provinciali, nonostante il raggiungimento dei punti necessari al rinnovo della tessera di allenatore. Uno sconto economico sulla quota annuale di rinnovo tessera, piuttosto che una referenza in più rispetto alla partecipazione ai vari corsi indetti dalla FIP per il passaggio di tessera tra Allievo Allenatore, Allenatore di Base, Allenatore e Allenatore Nazionale, potrebbero essere due iniziative utili a stimolare ancora maggiormente questa bella scoperta.

Lezione a Cernusco (10.00-12.00):

“I dogmi della Pallacanestro, aiutano chi allena e non chi gioca” (Giudo Saibene)

“In una azione offensiva dovrei non sapere chi tirerà, perché non so come si comporterà la difesa sulle iniziative della mia squadra. So però una cosa: nel mio sistema offensivo dovrà tirare chi è più libero.” (Guido Saibene)

Esistono essenzialmente due modi di giocare 1 contro 1:
- statico: costruirsi un tiro dal palleggio (ad un certo punto un giocatore [esempio Fortè] prende la palla fa un passo indietro tutti i compagni riconoscono l’azione e si adeguano lasciando spazio… [qualcuno anche sbuffando, allargando le braccia non andando a rimbalzo offensivo, non facendo al meglio la transizione difensiva…]
- dinamico: costruire un tiro giocando negli spazi, occupando con palla e soprattutto senza palla il posto migliore, dove è più difficile per la difesa essere presente

Importanza fondamentale quindi tra costruirsi un tiro e costruire un tiro.

Questa differenza e la stessa che passa tra allenare i fondamentali individuali asettici (addestramento – grande quantità di esercitazione di 1 contro 0) e il miglioramento dei fondamentali applicato alle situazione (per cui io so che ad un comportamento difensivo dovrò rispondere con un fondamentale)

L’1 contro 1 statico esiste, perché capita di doverlo giocare (fine azione per 24 secondi, cambio difensivo, situazione particolari) ma attenzione: MANEGGIARE CON CURA!!
L’1 contro 1 dinamico esiste e dovrebbe essere il nostro principale obiettivo. Questo però non significa assolutamente che non si debba fare più addestramento.

“Lettura e Manualità sono i due pilastri tecnici su cui “costruire” il nostro giocatore.” (Guido Saibene)

“Partite sempre da quello che sanno fare i vostri giocatori, non da quello che avete imparato ai corsi allenatori” (Guido Saibene)

“Abbiamo dei marmi da scolpire. Sta a noi tirare fuori il meglio da ogni ragazzo. E’ chiaro che il miglior artista (allenatore ndr) tirerà fuori le migliori sculture”. (Guido Saibene)

Nel passato come allenatore di settore giovanile ho abusato delle esercitazioni asettiche di pura manualità, però mi sembra che negli ultimi anni si stia facendo l’errore opposto. Troppa tattica e poco addestramento. I ragazzi arrivano senza qualcosa. Un ritorno al passato in questo senso potrebbe aiutare la migliore costruzione di giocatori che rispetto agli altri giocatori in Europa hanno nel proprio bagaglio spessore minore nell’1 contro 1.

Commento: la lezione (fatta anche di esercitazioni pratiche) mi è piaciuta molto e sono passate quasi due ore senza nemmeno accorgersene. Tutto questo grazie anche alla grande capacità di Guido di essere allo stesso tempo molto concentrato e preciso sui contenuti da esprimere, ma anche molto distensivo in alcuni frangenti della lezione stessa sia con i ragazzi allenati che con gli allenatori. L’alternanza tra tensione è distensione è una delle migliori qualità che dovrebbe avere uno che insegna. C’è chi è serio su tutto o scherzoso su tutto. Sono due forme di volgarità assoluta.

Sono d’accordo al 100% che bisogna trovare un mix saggio e utile tra addestramento e applicazione. E’ vero anche che la maggior parte di noi allenatore difficilmente cambia i contenuti del proprio bagaglio. Pertanto al momento in Italia l’equilibrio tra le due componenti risulta bilanciato, ma non perché in molti adottano il migliore mix tra “addestramento” e “applicazione”, ma perché quelli che sono agli estremi (troppo addestramento e troppa tattica) sono ancora in troppi. Di fatto l’equilibrio generale c’è ma, sarebbe utile una apertura più generalizzata verso le nuove tendenze, tralasciando l’archivio storico delle nostre conoscenze.

Liberare la mente degli allenatori che si occupano di giovanili e far passare questo importante contenuto anche ai corsi di Allievo Allenatore dovrà essere una priorità da trasferire alle nuove leve.

Se dovessi riconoscere un difetto a Guido, quello forse di non aver dato durante l’allenamento spunti nuovi sulle varie esercitazioni svolte, poco innovative e molto legate al passato. Un segnale troppo forte di integralismo e di regime. Il rischio così è quello di compiere lo stesso errore che lui stesso ha dichiarato stando troppo dalla parte di chi addestra invece di chi si pone l’obiettivo di allenare facendo crescere teste pensanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordo su tutto. Provo a fare un esempio di esercizio per lavorare sulla spaziotura:

3vs3 metacampo con una regola: i difensore sugli attaccanti senza palla possono conquistare la palla se toccano il corpo dell'attaccante con palla.

Sarebbe molto utile se facessi un esempio pratico di un esercizio bilanciato tra addestramento e tattica.

Luca

Anonimo ha detto...

Gaetano Gebbia sui "luoghi comuni": Gebbia VERSUS Pistolesi