giovedì 20 dicembre 2007

DIFFERENZE TRA UN BUON ALLENATORE

E UN BUON ISTRUTTORE


Mi permetto di porre un distinguo tra un buon allenatore e un buon istruttore giovanile che abbia voglia di progredire:

Allenatore: Amministra
Istruttore: Cerca d'innovarsi
Allenatore: E' una copia
Istruttore: Cerca di essere originale e sorprendente
Allenatore: Conserva
Istruttore: Cerca di sviluppare
Allenatore: Ha in testa i suoi sistemi
Istruttore: Pensa ai suoi ragazzi
Allenatore: Cura il dettaglio
Istruttore: Chiede il perchè delle cose
Allenatore: Imita
Istruttore: Inventa e sperimenta
Allenatore: Fa eseguire
Istruttore: Fa risolvere
Allenatore: Dice quello che tutti pensano che dica
Istruttore: Pensa a quello che dice...
Allenatore: Impone il rispetto delle regole
Istruttore: Rispetta le regole senza alcuna imposizione
Allenatore: Da fiducia a chi la merita
Istruttore: Merita fiducia

Non è importante il livello di potere che detenete, ma il grado di influenza che riuscite a esercitare sui vostri ragazzi. Ma attenzione!! Il perfetto Istruttore è però colui che saprà "investire" anche sulle potenzialità di chi è diverso da lui, consapevole che nella diversità sta il germe della creatività e dell'innovazione.

Ma perchè vi dico queste cose??

Come disse Brown: "Invece di versare conoscenza nelle teste delle persone, abbiamo bisogno di aiutarle a inforcare un nuovo paio di occhiali da vista così che possano vedere il mondo in un modo nuovo."

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi soffermo su questo aspetto educativo:
-Allenatore: Impone il rispetto delle regole
-Istruttore: Rispetta le regole senza alcuna imposizione

Semplificando, unirei i due comportamenti e direi: l'istruttore deve dare delle regole ai ragazzi (poche e chiare), deve rispettarle (se sgarra, paga pegno) e deve pretendere che anche i ragazzi le rispettino (se sgarrano, pagano pegno").
E' difficile far accettare e far comprendere ai ragazzi che certe regole vanno rispettate, senza prevedere una "sanzione" in caso di errore. Altrimenti puo' succedere che un giocatore che non rispetta le regole influenzi negativamente tutta la squadra, perche' non vogliono passare per "fessi": chi me lo fa fare di rispettare le regole se c'e' uno che non le rispetta?

Come si potrebbe "spezzare" questo circolo vizioso e cercare di non imporre nulla, ma far accettare in modo autonomo una certa regola?

Faccio un esempio banale: un ragazzo arriva in ritardo ad un allenamento. C'e' una regola (imposta all'inizio dell'anno e che vale anche per l'allenatore) che dice: chi arriva in ritardo senza avvisare deve portare da mangiare la prossima volta. L'allenamento successivo il ragazzo non porta da mangiare e il coach puo' scegliere se fare tre cose per non far "cadere" la regola:
1- il giocatore salta l'allenamento o parte di esso e si va a cambiare
2- chiede agli altri giocatori che "punizione" far fare al compagno che non rispetta la regola
3- il giocatore non tocchera' cibo nelle prossime occasioni in cui ci sara' da mangiare a fine allenamento.

Ciao,
Luca

Aesse ha detto...

Personalmente difficilmente detto regole ad inizio anno, tipo 10 Comandamenti. Primo perchè reputo queste regole (tipo puntualità agli allenamenti, cellulari spenti a tavola o in spogliatoio, divisa della società durante l'allenamento [so di un allenatore che controlla anche le calze]...) ormai superate.

E' chiaro che tutti devono arrivare in orario, ma se uno arriva in ritardo chissenefrega... con il traffico di oggi, con i genitori quasi tutti divisi, con la scuola che fa i rientri pomeridiani sempre più spesso, con le mille difficoltà che un ragazzo deve già superare [certi professore a scuola pretendono veramente troppo - e certo altri troppo poco] pure il messaggio all'allenatore che si arriva 10 minuti dopo...?? Fa niente. Arrivi tardi... Pace. Io so già che i miei ragazzi vorrebbero essere tutti li per l'inizio dell'allenamento e non vorrebero mai andare a casa alla fine perchè si divertono!

Se capita che uno arriva tardi pazienza.

Poi il fatto di non mettere regole di questo tipo ti toglie anche dall'enpasse di trovare la giusta punizione.

Sarò troppo permissivo... o poco realista... ma la vedo così!

Anonimo ha detto...

Condivido la motivazione di non mettere regole "stressanti", ma non si crea poi un po' troppo casino l'arrivo continuo di un giocatore ogni 5'? Il ragazzo in ritardo puo' pensare: tanto l'allenatore non mi dice nulla... si', e' un tipo simpatico e mi diverto, ma a me non interessa molto giocare a basket... vengo solo per stare con gli amici e fare due tiri.
Mi viene da pensare che l'allenamento non sara' molto intenso, se e' partito cosi'. Come fai poi a creare alta intensita' in allenamento?

E' molto difficile la gestione del "permetto tutto e sono i ragazzi che devono avere la voglia di fare o non fare". Non c'e' il rischio che poi i ragazzi se ne approfittino?

Dal punto di vista educativo fa bene o male dare delle regole ad un ragazzo e pretendere che le rispetti? L'istruttore non dovrebbe essere "un amico del ragazzo", nemmeno "un nemico del ragazzo", ma una figura diversa... magari che lo "bastoni" nel modo e al momento giusto.

Quali regole di comportamento si potrebbero dare che non ledano l'autonomia e la voglia del ragazzo?

Luca

Aesse ha detto...

Beh... io forse sarò fortunato... ma a me non capita poi così spesso di avere gente che arriva in ritardo. Di solito poi quando capita sono sempre quelli che arrivano in treno o con il nostro autista quindi non posso neppure dire nulla.

E' chiaro che le premesse (ad inizio anno) nel mio modo di fare sono fondamentali. Massima passione e interesse per quello che si decide di fare. Se ad un ragazzo giocare a basket non interessa non devi neppure convocarlo al primo allenamento. Fai giocare uno più piccolo o anche uno un po' più scarso ma con motivazioni più alte.

Avrai tante preoccupazioni in meno e certamente starai meglio in palestra con loro, divertendoti anche tu... invece che rosicarti il fegato.

Ma questo ragionamento mi è in effetti capitato nel passato, quando per il bene comune accettavo i compromossi. Poi da un anno tragico vissuto un bel po' di anni fa, sono cambiato profondamente.

In fase di programmazione per l'anno successivo scelgo sempre le persone in maniera attenta e molto precisa. Ognuno deve avere un ruolo. Ma togliti dalle scatole già in avvio tutti quelli che ti potrebbero creare problemi comportamentali.

In questo modo tutti sanno quello che vuoi. Impegno, passione e divertimento. Lo stesso che vogliono tutti ragazzi con un po' di raziocinio nel cervello.

Mi chiedi quali regole dare? Semplicemnte una sola. Fare quello che gli viene detto. Un unica regola grossa come una casa. "Ascoltate quello che vi dico e mettetelo in pratica." Tutto qua. Poi non ti preoccupare, se dici cose interessanti e intelligenti, la gente si farà in quattro per darti ragione, se invece noti che non c'è risocntro il problema non sono i ragazzi che alleni ma la tua comunicazione che non coglie nel segno!

A presto.

Andrea