mercoledì 31 dicembre 2014
domenica 21 dicembre 2014
mercoledì 17 dicembre 2014
NEWS DAL COMITATO REGIONALE DELLA LOMBARDIA DIFFICILE NON FARSI DOMANDE SU DOVE SI VUOLE ARRIVARE
Nell'ambito della trasmissione radiofonica Lombardia Basket Radio di inizio dicembre, ho ascoltato con grande interesse l'intervista telefonica di Guido Nava, Consigliere Regionale del Comitato della Lombardia con delega al Settore Giovanile della nostra regione. Guido Nava (nella foto da fip.it il terzo da destra) è di fatto il coordinatore della Commissione Giovanile della Lombardia ed è colui che decide (insieme ad altre sei persone) sull'attività dei campionati giovanili nella nostra regione.
Per ascoltare l'intervista basta cliccare QUI.
Non posso non commentare...
Sono sempre stato dell'idea che giocare partite di pari livello, sia una delle basi per ottenere almeno due risultati importanti. Primo, il confronto agonistico con ragazzi del tuo stesso livello tecnico, ti fa crescere e migliorare. Se giochi con gente troppo indietro (o troppo brava) non hai beneficio. Questo penso sia indubbio. Secondo, il prodotto che noi "vendiamo" (la pallacanestro) è molto più bello se fa sperimentare (oltre al miglioramento tecnico) anche emozioni vere e intense. Con la mia squadra Under 13 sto vivendo ogni settimana partite con punteggi di tanto a poco e vi posso assicurare che gli stessi ragazzi mi chiedono di giocare contro squadre più forti... anche di perdere ma di giocare partite vere. Insomma tristezza infinita. I nostri concorrenti (calcio, pallavolo, rugby...) in questo senso negli ultimi anni (in modo particolare il rugby) hanno saputo vendersi meglio. E infatti noi sotto questo punto di vista stiamo perdendo molto terreno.
In più... mi vengono diverse domande che vi giro nella speranza di poter avere risposte che mi possano convincere...
Ma il Comitato Regionale della Lombardia può avere come obiettivo primario formare o creare i giocatori?? Non dovrebbero essere altri le mission della Federazione??
Ma eliminare tutti i Campionati Elite dalla categoria Under 13 alla categoria Under 15 non impoverisce una regione che si è sempre distinta per operosità e grande competenza, soprattutto nelle Società molto radicate sul territorio che con poco fanno molto??
Ma pensare di lasciare in mano a 6-8 Società in regione (le solite note, quelle che fanno regolarmente l'eccellenza) la formazione di tutti i talenti della nostra regione (creando un sistema di reclutamento occulto) non è troppo poco per una regione che vanta il 25% dei tesserati di tutta Italia??
Ma eliminare (si parla dall'annata 2002) il frazionamento del parametro non è un altro modo per fare gli interessi delle solite 6-8 Società menzionate prima??
Ma predisporre Campionati Provinciali (ops, regionali) con delle prime fasi che per la maggior parte delle partite vedono scarti oltre i 40-50-60 punti ha un senso logico??
Spero di non essere il solo a farsi queste (e altre) domande...
In Lombardia di solito si abbassa la testa e si lavora per produrre, per risolvere problemi, per andare avanti... fiduciosi soprattutto sulle proprie capacità che su quelle altrui, ma forse è arrivato il momento di scrutare l'orizzonte meglio...
Per ascoltare l'intervista basta cliccare QUI.
Non posso non commentare...
Sono sempre stato dell'idea che giocare partite di pari livello, sia una delle basi per ottenere almeno due risultati importanti. Primo, il confronto agonistico con ragazzi del tuo stesso livello tecnico, ti fa crescere e migliorare. Se giochi con gente troppo indietro (o troppo brava) non hai beneficio. Questo penso sia indubbio. Secondo, il prodotto che noi "vendiamo" (la pallacanestro) è molto più bello se fa sperimentare (oltre al miglioramento tecnico) anche emozioni vere e intense. Con la mia squadra Under 13 sto vivendo ogni settimana partite con punteggi di tanto a poco e vi posso assicurare che gli stessi ragazzi mi chiedono di giocare contro squadre più forti... anche di perdere ma di giocare partite vere. Insomma tristezza infinita. I nostri concorrenti (calcio, pallavolo, rugby...) in questo senso negli ultimi anni (in modo particolare il rugby) hanno saputo vendersi meglio. E infatti noi sotto questo punto di vista stiamo perdendo molto terreno.
In più... mi vengono diverse domande che vi giro nella speranza di poter avere risposte che mi possano convincere...
Ma il Comitato Regionale della Lombardia può avere come obiettivo primario formare o creare i giocatori?? Non dovrebbero essere altri le mission della Federazione??
Ma eliminare tutti i Campionati Elite dalla categoria Under 13 alla categoria Under 15 non impoverisce una regione che si è sempre distinta per operosità e grande competenza, soprattutto nelle Società molto radicate sul territorio che con poco fanno molto??
Ma pensare di lasciare in mano a 6-8 Società in regione (le solite note, quelle che fanno regolarmente l'eccellenza) la formazione di tutti i talenti della nostra regione (creando un sistema di reclutamento occulto) non è troppo poco per una regione che vanta il 25% dei tesserati di tutta Italia??
Ma eliminare (si parla dall'annata 2002) il frazionamento del parametro non è un altro modo per fare gli interessi delle solite 6-8 Società menzionate prima??
Ma predisporre Campionati Provinciali (ops, regionali) con delle prime fasi che per la maggior parte delle partite vedono scarti oltre i 40-50-60 punti ha un senso logico??
Spero di non essere il solo a farsi queste (e altre) domande...
In Lombardia di solito si abbassa la testa e si lavora per produrre, per risolvere problemi, per andare avanti... fiduciosi soprattutto sulle proprie capacità che su quelle altrui, ma forse è arrivato il momento di scrutare l'orizzonte meglio...
lunedì 8 dicembre 2014
ORA E' UFFICIALE CAMBIANO LE ANNATE GIOVANILI NEL PROSSIMO FUTURO SI TORNA AL PASSATO
Nuovo aggiornamento e notizie ufficiali per quanto riguarda il cambio delle annate giovanili, già per la prossima stagione. Si torna quindi alle annate pari per i campionati giovanili, rimettendoci in linea con la FIBA (e la maggior parte dei paesi europei) che in ambito internazionale ragionano sulle annate pari. C'è da dire però che pare davvero strana e alquanto curiosa questa accelerazione nella decisione da parte del Consiglio Federale della FIP che fino a qualche tempo fa sembrava orientata a dare il tempo necessario alle Società, per organizzare al meglio la propria attività, introducendo questo nuovo cambio dalla stagione 2016-2017.
Invece così non è. Probabilmente si è voluto decidere in anticipo rispetto a chissà quale azione di disturbo rispetto alla scelta che il settore giovanile della FIP stava prendendo.
Non entro nel merito di una scelta politica che, fatto salvo che cambiare la programmazione dei club ogni 7-8 anni non è cosa bella... certamente però il metodo lascia alquanto perplessi tutti gli addetti ai lavori. Un atto di forza che vuole colpire chi?? Qualche lobby??
E' vero che organizzare l'attività giovanile significa formulare progetto di maturazione tecnica individuale sui ragazzi... ma non sono io certo a dover sottolineare che cambiare l'aspetto agonistico e i relativi campionati di riferimento spostando le annate è comunque un valore importante da valutare nella progettazione.
In più, vorrei sbagliarmi, ma penso proprio che il campionato Under 20 avrà un successo molto simile a quello sperimentato qualche annetto fa con campionato Under 21...
A 18 anni i giocatori che hanno potenzialità e prospettiva sono già inseriti stabilmente nelle prime squadre (con più o meno importanza e relativi minutaggi) e quindi mi sembra che allungare le giovanili fino a 20 non serva per le prime squadre. E se non serve per le prime squadre non serve nemmeno per le Società.
Sabato 6 dicembre riunione importante a Cernusco, organizzata dal Comitato Regionale della Lombardia con qualche indicazione sulle proposte per il prossimo anno.
La proposta che la commissione tecnica ha deciso di portare all'esame del Consiglio Regionale, anche sulle indicazioni del Referente Tecnico Territoriale, sono quelle dell'abolizione del Campionato Under 13 Elite e dei Campionati Under 14 e Under 15 Elite.
Via quindi tutti i Campionati Elite con la sola categoria Eccellenza salvata. Tutti partiranno dai Campionati Regionali (cioè provinciali). Prima fase in cui si gioca con i vicini di casa e poi da dopo Natale si alza un po' la qualità con le vincenti dei vari gironi regionali a sfidarsi per raggiungere le top 32.
Faccio fatica persino a commentare una scelta del genere. La Lombardia in un colpo solo cancella la storia del miglioramento della propria attività e torna indietro di 20 anni. Il "nuovo" avanza...
giovedì 27 novembre 2014
INTERVISTA PER IL BLOG DEL CNA DI BERGAMO DOMENDE SUI SETTORI GIOVANILI DI BERGAMO
Lascio il link dell'intervista rilasciata qualche giorno fa per il Blog degli Allenatori di Bergamo. Si parla di settore giovanile di Bergamo, ma non solo... per saperne di più clicca qui
mercoledì 19 novembre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
TUTTO PRONTO PER IL NUOVO TORMENTONE DELL'INVERNO 2014 LA FIP TORNA ALL'ANTICO CON LE ANNATE GIOVANILI PARI??
Ogni tanto salta fuori il tormentone del cambiamento delle annate giovanili che qualcuno vocifera più o meno a gran voce su forum o social di vario tipo. Questa volta però l'articolo pubblicato sulla Prealpina è qualcosa di più che un sentito dire e l'iter di cambiamento da parte della FIP sembra in effetti iniziato.
In più per mettere altra carne al fuoco, proprio nella mattinata di martedì 28 ottobre si sono trovati a Bologna tutti gli allenatori di alto livello che da anni frequentano i campionati d'eccellenza e le diverse finali nazionali di categoria.
Non entro nel merito di giudizi personali che contano poco o nulla... penso però che il coinvolgimento delle parti nel merito di un nuovo cambiamento sulle giovanili sia doveroso.
La Federazione ha tutto il diritto/dovere di organizzare al meglio la propria attività, ma forse dovrebbe chiarire meglio i motivi di una scelta che ai più appare inopportuna. Gli allenatori delle squadre giovanili più famose in Italia (prima di trovarsi) avrebbero forse fatto bene a sentire i diretti interessati (il SSNM?) per un chiarimento delle posizioni.
C'è da dire che alla Federazione importa molto avere minutaggi alti nei campionati giovanili per le annate dei campionati europei e soprattutto importa per quei giocatori che spesso giocano meno nei club (i lungi magari ancora acerbi), mentre alla tante Società di prima fascia sempre di più importa avere campionati di livello per far migliorare giocatori italiani ma anche tanti (troppi?) stranieri...
Stiamo alla finestra e vediamo cosa succede...
martedì 14 ottobre 2014
FINALMENTE RIESCO AD AGGIORNARE IL MIO BLOG... ECCO PUBBLICATA L'INTERVISTA DI STARTINGFIVE.NET
Purtroppo mancano i tempi tecnici per tenere aggiornato il Blog con qualche gustoso post... mi spiace e me ne scuso con tutti quelli che cliccano fiduciosi sul mio blog alla ricerca di qualche notizia, polemica e retroscena...
Per ora una piccola anticipazione di quello che potrei scrivere più avanti nell'intervista pubblicata un paio di giorni fa proprio qui: http://startingfive.net/?id=20
lunedì 30 giugno 2014
sabato 28 giugno 2014
STAGIONE SPORTIVA 2014-2015 INSIEME A URANIA MILANO FELICE DI ESSERE IL NUOVO RESPONSABILE DELLE GIOVANILI
Dopo la difficile e pesante stagione passata a Varese, con il finale amaro che conosciamo, si apre un nuovo capitolo nella mia carriera di istruttore e allenatore giovanile. Dopo una trattativa lampo, sono felice di annunciare che dal 1 luglio sarò il Responsabile del Settore Giovanile, nonchè allenatore di un paio di squadre, di una della Società storiche di Milano, Urania Basket
Sono molto contento di ripartire da una Società che vuole crescere, vuole affermarsi e che ha da sempre una mission di sviluppo importante sui giovani e sui giovani di Milano. Una bella scommessa che assomiglia molto (con le dovute differenze) all'inizio del percorso di Bluorobica. Intesa fin da subito perfetta con Luca Biganzoli che ringrazio preventivamente per la fiducia accordata nei miei confronti.
I prossimi giorni, saranno utili per capire meglio che tipo di attività andremo a strutturare. Di certo iniziare a far parte di una Società così importante e con tanto potenziale come appunto Urania è un bell'inizio di avventura.
mercoledì 18 giugno 2014
RASSEGNA STAMPA DAL QUOTIDIANO "LA PREALPINA" DI VARESE "UN DIVORZIO CHE FA MOLTO DISCUTERE"
Le due Varese e Andrea Schiavi, un “divorzio” che ha fatto molto rumore. L’interruzione dopo soli undici mesi dell’accordo tra Pallacanestro Varese e Robur et Fides, che aveva riportato in città il tecnico tre volte campione d’Italia nove anni dopo il suo trasferimento a Bergamo, e la scelta del club di via Marzorati di puntare sull’esperienza di Franco Passera anziché sul progetto innovativo legato a Schiavi per coordinare la serie B e il settore giovanile, hanno fatto discutere molto l’ambiente del basket varesino.
E dalle considerazioni degli “addetti ai lavori” traspare il senso dell’occasione persa per dare una svolta al movimento giovanile cittadino che torna a dividersi per l’ennesima volta, e per non aver sfruttato al meglio una “eccellenza” cittadina come Schiavi. Ad aprire la “carrellata” dei pareri è Fabrizio Garbosi, dal 2003 al 2011 alla Robur et Fides tra giovanili e DNB: «I presupposti di un accordo che per l’ennesima volta provava ad unire Pallacanestro Varese e Robur dopo tanti tentativi andati a vuoto erano già discutibili: la storia dice che difficilmente avrebbe funzionato, e dunque Andrea era nel mezzo di una situazione senza sbocchi. Per quanto riguarda la Robur, è la classica scelta di una società che non ama guardare al futuro ma è fortemente legata alle sue tradizioni, preferendo la sicurezza della continuità allo stimolo del cambiamento per crescere».
Fabrizio Natola, allenatore di lungo corso nelle giovanili di via Marzorati e poi di piazza Monte Grappa, individua invece una soluzione probabilmente irrealizzabile: «L’accordo era l’idea giusta per migliorare la qualità del lavoro in palestra: da sempre l’unione fa la forza, e mettendo insieme gli elementi migliori di due vivai così numerosi sarebbero cresciuti anche i ragazzi, ovviamente con la persona adatta in palestra. Per quanto riguarda la Robur, l’innovazione deve portare vantaggi ed essere motivata: la soluzione ideale sarebbe stato quella di far coesistere Passera e Schiavi, ma evidentemente non c’erano le condizioni».
Simile il parere di Gianni Chiapparo, prima allenatore alla Robur e poi dirigente su entrambi i fronti e artefice dell’ultima collaborazione giovanile datata 2007/2008: «Varese perde un’eccellenza, e visto che quest’anno Passera e Schiavi avevano già lavorato sotto lo stesso tetto auspicavo che riuscissero a collaborare insieme alla Robur. Spiace soprattutto che il progetto di collaborazione giovanile non prosegua: l’idea era valida ma per l’ennesima volta l’accordo è durato poco. La sana rivalità va bene per le fasce basse delle giovanili, ma nelle fasce alte mettersi insieme permette di produrre giocatori per la B e potenziali prospetti per la A».
L’addio di Schiavi risulta incomprensibile a Vincenzo Crocetti, per anni responsabile del Minibasket della Pallacanestro Varese che da tredici anni ha il proprio centro a Casciago: «Non capisco. Essendo super partes, Schiavi era la figura perfetta per portare avanti questa collaborazione coordinando l’investimento compiuto dalle due società. Poteva essere l’opportunità per una svolta importante, ma dopo pochi mesi è stato esautorato da una delle due parti in causa e poi lasciato a casa dall’altra dopo aver raggiunto due finali nazionali. O ci sono stati problemi comportamentali, e conoscendo bene Andrea mi sento di escluderlo, o c’è qualcosa che non va…».
Sulla stessa falsariga si esprime Matteo Miglio, per anni nei quadri delle giovanili di Varese con Schiavi, ora spostatosi a Lugano: «Non riesco a cogliere le ragioni di questa scelta: se era bastato un solo anno di lavoro per ottenere risultati così brillanti, mi chiedo cosa sarebbe scaturito dando continuità al progetto per qualche anno E da esterno non capisco la logica per la quale sia la Pallacanestro Varese che la Robur hanno optato per l’interruzione del rapporto: se lasciato lavorare avrebbe rivoltato come un calzino tutto l’ambiente, forse proprio per questo è finita così».
martedì 10 giugno 2014
RASSEGNA STAMPA DALLA PREALPINA DI LUNEDI' 9 GIUGNO 2014 ECCO I MOTIVI (UFFICIALI) DI UN DISACCORDO CHE FA MALE
Mi sembra giusto riportare gli articoli di giornale pubblicati ieri con parole importanti da parte dei dirigente di Varese a vario livello. Ringrazio tutti i genitori, gli atleti, i miei ex giocatori, gli amici e anche le tante persone che non conosco per i tanti messaggi ricevuti di stima, di affetto e di denuncia verso una scelta che in molti considerano sbagliata. Personalmente accetto invece le decisioni di Cesare Corti e di Cecco Vescovi che in questi mesi evidentemente hanno potuto farsi un idea precisa di quanto fatto. Se i due massimi dirigenti di Robur e Pall. Varese hanno una ricetta più efficace di quella che ho proposto io per migliorare l'attività dei giovani di Varese, è giusto che la percorrano senza problemi e avranno (da lontano) tutto il mio appoggio. Alla fine non tutti la dobbiamo pensare allo stesso modo... e questo spesso fa la differenza.
sabato 7 giugno 2014
LETTERA APERTA DI COACH ANDREA SCHIAVI "GRAZIE A TUTTI DELLA BELLA ESPERIENZA"
Avrei voluto scrivere ancora tante pagine di storia
sportiva a livello giovanile in nome e per conto di Varese. Avrei voluto
riportare in alto (dove merita) una città che ha il Basket nel dna. Avrei
voluto offrire la mia passione e le mie competenze per il luogo che mi ha visto
crescere e maturare come persona.
Undici mesi fa sono tornato a Varese con un progetto
ambizioso di unione, di condivisione, di crescita e di sviluppo in nome e per
conto dei giovani della città di Varese. Il percorso è stato coinvolgente e
intrigante anche se molto complesso. I grandi risultati sportivi ottenuti sul
campo (doppie finali nazionali raggiunte, giocatori convocati nelle varie
selezioni regionali e nazionali, grandi riconoscimenti da parte di moltissimi
addetti ai lavori) sono solo parte delle belle cose accadute in questi mesi. I
miglioramenti degli atleti e un clima sempre più benevolo nei confronti
dell’attività che stavamo perpetuando sono quello che mi porto a casa di più
caro e vivo rispetto ad una esperienza che oggi purtroppo finisce.
Dopo le Finali Nazionali Under 17 che inizieremo in
questi giorni nelle marche, Varese rimarrà la mia città di nascita e di
crescita personale ma non sarà più la città dove alleno.
Delle tante cose belle successe ringrazio innanzitutto
le due persone che fin dall’inizio hanno creduto in me volendomi a tutti i
costi, che sono Adalberto Tessarolo e Francesco Vescovi. A loro il mio più
sentito ringraziamento personale per avermi dato la possibilità di salire in
sella ad un progetto importante che Varese aspettava da anni.
Ringrazio di cuore i miei più stretti collaboratori
nella gestione concreta del Supergruppo del Campus ad iniziare da Paolo Conti,
Bruno Bianchi e Silvano Tavian, referenti insieme a me delle squadre. Grazie
mille anche a tutte le persone che a vario titolo hanno dato una mano per cui
le cose funzionassero bene ad iniziare dalla persona che mi ha voluto più bene come
Gianni Asti, proseguendo con Armando Crugnola, Giovanni Todisco, Franco
Passera, Romano Pagani, Marco Cattalani e tutti gli allenatori e i dirigenti di
Robur e Pall. Varese.
Ringrazio tutti i genitori degli atleti che mi hanno
conosciuto e più o meno apprezzato. So di essere una persona che chiede molto e
capisco le difficoltà nel comprendere fino in fondo certe mie scelte e
decisioni. Grazie di cuore a tutti quei papà e mamme che in questo ultimo
periodo mi sono stati particolarmente vicini e addirittura si stavano
prodigando per cercare di propagandare un’idea di unione che a mio parere
rimane l’unica possibilità per fare le cose bene (o benissimo) a Varese.
In ultimo un pensiero particolare ai ragazzi che ho
allenato. Ho cercato di mettere al centro di ogni scelta, prima le persone, poi
i giocatori. Ho cercato di migliorare gli aspetti tecnici e tattici ma dando
priorità (soprattutto all’inizio dell’anno) all’impegno incondizionato, agli
atteggiamento positivi sopra qualsiasi cosa, all’importanza dei rapporti, alla
crescita del gruppo…
Pur nella normalità di persona che sbaglia, ho cercato
in tutti i modi di dare l’esempio. Con qualcuno ho ottenuto grandi risultati e
grandi soddisfazioni, con altri il percorso è stato più difficile, ma non per
questo meno significativo.
Finire dopo solo un anno un lavoro che pensavo potesse
veramente radicarsi nei pensieri di Dirigenti, Allenatori, Giocatori, Genitori
mi dispiace tantissimo. Ringrazio tanto anche il Dott. Carlo Nicora, che in
questo ultimissimo periodo si è prodigato per cercare di costruire una Robur
del futuro un po’ più giovane e meno conservatrice rispetto al passato
coinvolgendomi. I riscontri e i pensieri di qualche dirigente (anche in questo
senso) non sono stati positivi e in effetti il rammarico più grande
dell’esperienza di Varese è quello di non essere riuscito a convincere tutti
delle potenzialità che erano dentro l’idea che avevo.
Con l’addio a Varese finisce una pagina breve ma molto
intensa della mia esperienza sportiva come allenatore. Spero (nei prossimi giorni)
di trovare un posto dove poter svolgere al meglio la mia passione, quella di
far giocare (bene) la gente a Basket.
Andrea Schiavi
domenica 25 maggio 2014
CONFERENZA EDUCAZIONE E SPORT, TRA IL SACRO E IL PROFANO MEMORIAL FABIO ALETTI - ORATORIO BIUMO INFERIORE
Come promesso a qualcuno pubblico l'intervento che ho fatto durante la serata organizzata dagli amici dell'Oratorio di Biumo Inferiore sul tema Educazione e Sport, nell'ambito dell'organizzazione del 9° Memorial Fabio Aletti.
Mi sono sempre occupato di attività giovanile e da ormai 30 anni alleno nel settore giovanile a vario livello. Ho visto crescere tante generazioni di ragazzi e di atleti e con i relativi spostamenti logistici tra Varese, Arezzo, Bergamo e di nuovo Varese. Ho quindi potuto sperimentare anche realtà diverse per caratteristiche sociali e peculiarità geografiche.
E’ veramente difficile generalizzare e trovare delle chiavi di lettura per poter tracciare una strada per migliorare un sistema sportivo ed educativo complesso e a volte complicato. Quello che è sicuro che è sempre più difficile fare sport. Questo lo dico per gli allenatori, ma penso anche alle mille problematiche relative alle competenze che deve avere una Società Sportiva un Presidente di Società o più semplicemente un Dirigente.
Di sicuro certe modalità che potevano essere accettate nel passato, adesso, non lo sono più; sia a livello di competenze tecniche (difficile trovare un allenatore senza tessera in panchina, prima era la consuetudine), sia a livello di sicurezza, sia a livello amministrativo.
C’è in generale più competenza, ma anche molta più diffidenza. C’è molta più consapevolezza che fare sport fa bene, educa e crea (tendenzialmente) influenze positive sulla personalità, ma le difficoltà del lavoro sul campo a volte superano i benefici riscontrati.
Come la maggior parte degli allenatori svolgo questo ruolo per passione, ma comunque oggi giorno, non è permesso fare errori. Alleni con il sorriso e vieni criticato perché non insegni nulla. Alleni insegnando con dovizia di particolari e non va bene perché i ragazzi non si divertono, Alleni con la giusta modalità e quindi fai migliorare i ragazzi facendoli divertire e non va bene neppure quello perché fai giocare sempre i soliti… e potrei proseguire all’infinito… E queste cose ve le dice uno che ha un certo tipo di esperienza, figuriamoci un istruttore alle prime armi o un allenatore giovane che si sta preparando ad entrare a pieno titolo in questo mondo…
A mio modesto parere mi pare che ci sia sempre di più una ricerca spasmodica di qualcosa che non c’è, piuttosto che il riconoscimento positivo rispetto a quello che c’è, che seppur migliorabile, è già una buona cosa. L'erba del vicino non è sempre più verde. Bisognerebbe riconoscere meglio le cose positive di quanto stiamo facendo e perseguirne contenuti e valori, fino in fondo.
Una premessa importante nel modo di intendere il mio ruolo di Allenatore è che mi sono sempre fidato di più delle persone, piuttosto che dei massimi sistemi. Ho cercato di dare più importanza alla qualità umane, piuttosto che al saper compiere bene o male un gesto tecnico. E di questo ne sono sempre più convinto. Esperienze più o meno lontano nel tempo mi hanno sempre portato a pensare che prima si formano gli uomini (o le donne) e poi i giocatori o le giocatrici. Una grande persona è molto probabile che arrivi ad esprimere il suo massimo potenziale umano e tecnico. Diversamente fallimenti più o meno grandi sono la scontata conclusioni di percorsi a cui mancano dei pezzi e di cui siamo stati testimoni nel passato, ma ancora oggi vediamo purtroppo nelle nostre palestre.
La direzione da prendere per allenatori, dirigenti, preparatori, istruttori che si occupano di categorie giovanili, dovrebbe essere quella di riconoscere i talenti, ma assecondando anche il merito nello sforzo rispetto al percorso. Educare i ragazzi a capire che lo sforzo quotidiano e l’attitudine a migliorare sono qualità che una volta fatte proprie possono davvero cambiare il senso a molto del nostro essere. E’ l’impegno che determina la riuscita, non solo il talento.
Di sicuro però c’è un problema di fondo che rimane forse il più difficile da superare. Come operatori del mondo giovanile, non solo abbiamo a che fare con il periodo più intricato e difficile della vita delle persone, cioè l’adolescenza, ma in più, soprattutto negli ultimi 10 anni il mondo sta cambiando sempre più velocemente. Spesso non ce ne accorgiamo nemmeno noi un po’ più “vecchi”. Ma i giovani vanno al doppio della velocità. Non so se è un bene o un male in certi casi e situazioni, ma il sistema pare difficile da fermare o da far rallentare. 15 anni fa ci dicevamo che fare sport significava rimanere lontano da certe pratiche giovanili negative. Ma oggi giorno, se abbiamo una squadra di 15 adolescenti (tra i 14 e 17 anni) le statistiche ci dicono che almeno la metà fuma o beve alcol, la metà di questa metà fa uso di sostanze… Però noi operatori facciamo fatica a capire la situazione, figuriamoci predisporre eventuali piani di intervento, magari in accordo con gli altri ambienti educativi, famiglia, scuola, parrocchia… sarebbe bello… ma non sempre si riesce.
Chi di noi non rimane al passo con i tempi moderni è facile che venga escluso. E’ facile non essere più in sintonia con i ragazzi che hai di fronte. Parlano un'altra lingua, si muovono diversamente. Comunicano differentemente. E se non stai al passo la fiducia inizia a mancare. In mancanza di fiducia il rapporto interpersonale non ha più l’effetto sperato e il rapporto educativo perde di efficacia.
A mio parere tre capitoli importanti per poter provare a dare soluzioni a tutti questi problemi:
1) Dare l’esempio sempre e comunque. Come allenatore, come istruttore, come adulti più in generale non posso sbagliare un colpo. I nostri ragazzi (soprattutto quelli più giovani) ci guardano!!
2) Far sperimentare a fondo la passione per qualche cosa. Il calcio, il basket, la pallavolo… sono il mezzo per attirare attenzione, concentrazione, impegno, dedizione… ma se riusciamo far impegnare una persona profondamente in qualche cosa abbiamo aperto una strada…
3) Aiutare i genitori ad esserlo in maniera più efficace, utile, adeguato, fruttifera. Da quello che vedo nella mia pur incompleta esperienza la categoria dei genitori è quella più in difficoltà in questo momento e va aiutata. Comprendere che se un ragazzino sta in panchina per un po’ gli fa solo bene, se una volta si prende una lavata di capo dall’allenatore gli può servire per maturare, se perde una partita è un bene perché non si può sempre vincere, se un arbitro gli fa un torto è giusto che se ne faccia una ragione perché nella vita capiterà di subire altri torti e solo colui che sarà ben allenato a vedere il problema come opportunità di crescita e non come un alibi a cui aggrapparsi in caso di sconfitta sarà una persona migliore e potrà continuare a testa alta a vivere al meglio la propria esistenza.
giovedì 15 maggio 2014
MEMORIAL FABIO ALETTI: "TRA IL SACRO E IL PROFANO" SERATA SPECIALE MARTEDI' 20 MAGGIO ORATORIO DI BIUMO
Serata particolare quella di martedì 20 maggio, presso l'Oratorio di Biumo Inferiore alle ore 21.00 dove, insieme con diversi amici, si parlerà di Educazione e Sport, due temi molto cari al sottoscritto. Sempre di più nel corso della mia carriera di allenatore di settore giovanile mi sono sempre domandato cosa potevo fare per migliorare i giovani giocatori da un punto di vista tecnico, ma soprattutto cosa avrei dovuto-potuto fare per far crescere di pari passo anche le persone a cui mi rivolgevo anche da un punto di vista umano.
Ecco la serata di Biumo, in occasione dell'annuale Memorial Fabio Aletti, sarà una bella occasione di confronto, per capire meglio cosa è meglio fare (o non fare) per recuperare i veri valori dello Sport entrando in sintonia con i giovani che abbiamo di fronte.
domenica 11 maggio 2014
RITROVO CON GLI AMICI DELL'ASSOCIAZIONE RAFFA PER SEMPRE TUTTI INVITATI PER UNA FESTA E UN RITROVO SPECIALE
Si svolgerà presso il locale "One Restaurant" di Dalmine la serata NO MARTINI, NO PARTY, organizzata dall'Associazione Raffa per Sempre, come momento di ritrovo di tutti gli amici di Raffa (e non solo) che vogliono condividere oltre che la passione per il basket anche un momento speciale di amicizia e di incontro.
Dalla ore 19.00 di sabato 24 maggio si svolgerà idealmente una partita di basket da quattro quarti con la fase di riscaldamento (dalle 19 alle 20), il primo periodo (dalle 20 alle 21) e così fino ad arrivare alla mezzanotte.
Vi aspettiamo!!
martedì 22 aprile 2014
UNA NUOVA E GRANDE ESPERIENZA NELLA PASQUA DI VARESE GRAZIE DI CUORE A CHI PERMETTE TUTTO QUESTO
Vivere la Pasqua a Varese ha sempre un fascino particolare. Il Torneo Garbosi da 35 anni e il nuovo Torneo Giovani Leggende (dopo Rizzi e Barilà) rappresentano l'appuntamento cestistico più importante dell'annata sportiva e unisce idealmente tutta la provincia e non solo. Le emozioni poi della sfilata di tante squadre e tanti ragazzi che giocano a basket e della premiazione al PalaWhirlpool di Masnago sono l'epilogo e la concretizzazione di un lavoro certosino di organizzazione che senza Paolo Vittori, Luca Vittori, Walter Ghiringhelli, Linda Brautigam, Giuseppe Livio, Gianni Chiapparo... e tante altre persone buone di cuore e operose nelle mente, non si potrebbero assolutamente ne pensare ne realizzare.
Un grazie di cuore a queste persone è doveroso per una città che vive la Pasqua della pallacanestro in maniera intensa e unica. Forse però nel resto dell'anno la fatica che Varese sta facendo per comprendere veramente in che direzione il mondo stia andando è altrettanto forte ed evidente...
Quattro giorni vissuti a Varese da varesino puro a contatto diretto con la città e le sue persone mi hanno fatto tornare indietro di dieci anni. Molte delle impressioni che avevo all'epoca sono tornate di attualità. Varese, non solo per motivi geografici spesso tende a isolarsi dal resto del mondo. E' vero che a Pasqua Varese è la capitale del basket giovanile perchè tutti sono felici di essere li. Ma tutto il resto dell'anno?
Aprirsi al mondo, connettere competenze, creare sinergie, collaborare per il bene comune, unire le migliori risorse umane... queste erano e rimangono le sfide che Varese, la sua provincia, le sue persone devono superare per diventare nel futuro meglio di quello che si è adesso. La sfida è aperta.
mercoledì 16 aprile 2014
STOP AL RUOLO DI COORDINATORE COMMISSIONE TECNICA IN SEI ANNI E' STATO FATTO UN OTTIMO LAVORO
Apprendo ufficialmente leggendo dal sito del Comitato Regionale (QUI) che non sono più il Coordinatore della Commissione Tecnica Regionale della Lombardia (QUI).
Negli ultimi sei anni ho cercato di collaborare con il Comitato Regionale in maniera fattiva e concreta per migliorare e gestire al meglio l'attività giovanile agonistica regionale. Ho sempre cercato di privilegiare oltre che il buon senso, anche il bene comune delle Società della Lombardia, ben sapendo delle responsabilità e della difficile posizione in cui ero.
Sono molto contento e orgoglioso di come sono andate le cose in questi anni e mi spiace molto non poter più contribuire ad aiutare il sistema a migliorare.
E' stato fatto un grande lavoro e la Lombardia, non solo in questi ultimi anni, ma da sempre, ha rappresentato la regione pilota in molte delle cose che adesso fanno parte dell'attività giovanili di tutti i giorni a livello nazionale. I campionati d'eccellenza (all'inizio open), la fascia elite, il cambio epocale sulla libertà di gestione tecnica nei campionati Under 14 e Under 13, il ripristino delle Finali Nazionali Under 14, i tempi da 10 minuti (anzichè da 8) nel Campionato Under 13, la costituzione della fascia Under 13 Elite con la formula a 24 squadre (Gold, Silver, Bronze) tanto osannata da tutti in questo ultimo periodo... ma potrei ancora continuare con il positivo esperimento (a mio modesto parere) della fascia Under 16 Elite, l'impegno da parte di tutti gli uffici gare della Lombardia di far disputare almeno 24 gare per ogni squadra giovanile iscritta ad un campionato, le Finali Regionali delle fasce Elite (Final Eight) e Regionali (con le Conference) da gestire come eventi di richiamo sul territorio, le Finali Interregionali della fascia Elite (Under 17 e Under 15) che proprio la Lombardia l'anno scorso ha organizzato a Codogno e che nel prossimo futuro diventeranno parte integrante dell'attività del Settore Giovanile a livello Nazionale...
Insomma un sacco di cose e di idee che mi sento di poter rivendicare in qualche modo come padre fondatore. Tutto questo mi riempie di orgoglio e sono molto felice di come sono andate le cose.
In qualche occasione ovviamente ho discusso con l'amico Enrico Ragnolini su cosa fare e come farlo per migliorare l'attività in Lombardia e non solo. Ma parlare, discutere, trovare soluzioni con persone appassionate e competenti e soprattutto capaci di ascoltare... oltre che essere la base della democrazia, apre spesso gli scenari più interessanti per le soluzioni del caso.
Da una parte quindi il Comitato con le sue esigenze, dall'altro ho sempre tenuto in grande considerazione la base del nostro movimento. Le Società a tutti i livelli. Le big, quelle che da anni si occupano di settore giovanile ad alto livello (intervistando e chiamando costantemente i loro responsabili), le Società di medio livello che ho sempre difeso in ambito di ammissioni alle seconde fase cercando di allargare il numero delle squadre ammesse alle seconde fasi interregionali... (vedi i 6 passaggi nell'Under 17 e i 5 nell'Under 15) e soprattutto le Società di base. Quelle che in maniera continua, laboriosa, certosina... tessono la tela più grande del nostro movimento. Quelle che rendono il nostro sport il secondo per numero di tesserati, per numero di spettatori e per numero di appassionati.
Detto questo, e mi sembrava giusto dirlo... ci sono ovviamente dei ringraziamenti da fare. Il ruolo che ho svolto come Coordinatore della Commissione Tecnica si connetteva in maniera forte con l'ufficio gare del Comitato e un grazie speciale va ad Elena Begnis vero cuore pulsante dell'ufficio e non solo, ad Alberto Bellondi e a tutti gli altri collaboratori.
Un grazie di cuore a due persone speciali. Al mio predecessore Enrico Rocco (che mi ha coinvolto per primo a livello federale affidandomi la Selezione Regionale dei ragazzi del 1994) e ad Enrico Ragnolini che prima ancora che nominarmi RTT (Referente Tecnico Territoriale), mi aveva già coinvolto appunto come Coordinatore della Commissione Tecnica, perchè aveva forse intravisto in me un barlume di idee innovative e interessanti.
Un caro saluto e un pensiero di stima per Pino Ventre, Alberto Sacchi e Davide Losi che si sono dimostrati persone veramente speciali, prima ancora che entrando nel merito delle questioni, per una condivisione importante e unica nella passione per il nostro sport.
Mi scuso con le Società a cui nel corso degli anni ho fatto dei torti, soprattutto nella difficile composizione dei gironi intertoto di ogni estate. Prendo lo spunto per scusarmi ancora con Pavia per lo spareggio che l'anno scorso ho fatto fare a livello Under 15 d'eccellenza con Cernusco, non accorgendomi del cambio di denominazione della Società anche se la squadra era la stessa che era arrivata pari in classifica proprio con Cernusco negli Under 14 d'eccellenza. Ho sempre cercato di studiare, informarmi, capire e confrontarmi con i miei referenti (e non solo) per sbagliare il meno possibile. Ma l'errore in tante decisioni prese era dietro l'angolo. Scusate.
Svesto i panni da Coordinatore della Commissione Tecnica Regionale e mantengono ovviamente con entusiasmo e passione il ruolo più importante di Referente Tecnico Territoriale che sto cercando di onorare con il solito impegno e la solita dedizione, anche grazie alla grande stima nei confronti di Andrea Capobianco persona vera in un mondo "difficile" come il nostro. #avantitutta
* nella foto la riunione svolta a Milano il 12/03/2011 tra i Coordinatori delle Commissioni Regionali
martedì 15 aprile 2014
QUANTO E' DIFFICILE ESSERE GENITORI AL MEGLIO DI SE STESSI GRAZIE DI CUORE A CHI FA BENE IL GENITORE
In quasi 30 anni di carriera di allenatore e istruttore tra Varese, Bergamo, Arezzo... considerando anche le esperienze a livello federale come selezionatore-referente a livello provinciale, regionale e nazionale, ho visto e sperimentato in maniera trasversale i rapporti con tutto il mondo dei Genitori.
Da qualche mese ho la grande fortuna di conoscere veramente cosa significhi essere genitore, e ancora di più prendo al volo questo spunto per ringraziare pubblicamente tutti i genitori che hanno avuto loro figli allenati da sottoscritto e che sono stati capaci di svolgere il loro ruolo in maniera positiva ed efficace.
Ringrazio tutti quelli che hanno aiutato e supportato l'attività dei figli tenendosi a giusta distanza, motivandoli a dare il meglio, soprattutto senza sostituire mai l'allenatore in campo. Ringrazio tutti quelli che hanno saputo dire anche dei no per la convinzione che il bene del proprio figlio era quello di non giustificarlo sempre e comunque. Ringrazio tutti quelli che pur soffrendo hanno capito che la sgridata, la punizione o la panchina potevano essere la giusta misura da prendere in quel momento. Ringrazio tutti quelli che non hanno mai pensato di fare il procuratore del proprio figlio per garantire (garantirsi) chissà qualche status. Ringrazio tutti quelli che vogliono bene al proprio figlio a prescindere dalla prestazione in campo. Ringrazio tutti quelli che non sono gelosi e invidiosi dei compagni di squadra più bravi. Ringrazio tutti quelli che in tribuna non alzano la voce contro l'arbitro per difendere eventuali torti subiti. Ringrazio tutti quelli che sanno capire quando è il caso di non venire alla partita. Ringrazio tutti quelli che sono felici anche per la vittoria di un secondo posto. Ringrazio tutti quelli che capiscono che l'allenatore può sbagliare e lo comprendono. Ringrazio tutti quelli che si dimostrano disponibili e comprensibili sia davanti, che alle spalle. Ringrazio tutti quelli che capiscono che la vita e le esperienze dei figli sono le loro non quelle dei genitori e che pur avendo tutta la passione del mondo, potrebbe capitare che i figli abbiano idee diverse del proprio futuro, ma ugualmente rispettabili e condivisibili. Ringrazio tutti quelli che aiutano a gestire la squadra sobbarcandosi magari trasferte lunghe e impegnative, senza per questo chiedere nulla in cambio. Ringrazio tutti quelli che esprimono giudizi di merito solo se sono positivi e non mettono in cattiva luce nessuno dei componenti della squadra. Ringrazio tutti quelli che aspettano la fine della stagione per dire la propria al Presidente o al Dirigente di turno. Ringrazio tutti quelli che prima di sparare sentenze guardano le cose con punti di vista differenti. Ringrazio tutti quelli pronti a tifare si, esaltarsi no.
Beh a tutti questi genitori, va il mio personalissimo Grazie. Sono sempre più convinto che state facendo il bene di vostro figlio. Un giorno vostro figlio vi ringrazierà di questo e la vostra coscienza sarà risarcita di tutti gli sforzi fatti per la migliore crescita della persona a voi più cara.
domenica 13 aprile 2014
AUGURI DI PRONTA GUARIGIONE ALL'AMICO ENRICO ROCCO TI ASPETTIAMO PRESTO SU QUALCHE CAMPO DA BASKET
In questi giorni c'è una persona che ha bisogno del nostro pensiero, delle nostre parole e del nostro affetto. E' Enrico Rocco, allenatore e amico ormai da sempre, ancora ricoverato e convalescente nel post-operazione al cuore avvenuta con successo nei giorni scorsi.
Ad Enrico, non possono che andare i miei migliori auguri di pronta guarigione e considerando di che pasta è fatto, non fatichiamo a pensare che quando tornerà presto in palestra a fare la cosa che gli riesce meglio (allenare), sarà ancora più combattivo, determinato e caparbio.
Dopo l'ottimo lavoro svolto con le giovanili di Desio, Enrico ha dimostrato sul campo che costruire, quasi da zero, un settore giovanile di alto livello è cosa possibile per chi ha competenza, entusiasmo e carisma, come lui. Ha potuto sperimentare il gusto della crescita e della maturazione di persone che certamente a lui saranno legate per sempre. E questo è forse ancora più bello e meritevole.
Seguendo l'esempio di Enrico, Genova è diventata in questi ultimi anni una realtà di prima fascia nell'ambito dei campionati giovanili e ritrovando molti spunti comuni con quanto fatto nella mia carriera da allenatore, posso capire ancora di più il lavoro e lo sforzo che sta alle spalle di tutto quanto visibile oggi.
Auguri Enrico. Inutile dirti forza e coraggio perchè hai sempre dimostrato di avere sia una che l'altro, quindi ti dico solo che Ti aspettiamo presto su qualche campo da Basket.
giovedì 3 aprile 2014
VILLAGGIO MARINO DI FOLLONICA ESTATE 2014 APERTE LE ISCRIZIONI PER UNA VACANZA DAVVERO SPECIALE
Iscrizione aperte da qualche settimana per il Villaggio Marino di Follonica. Ormai da più di qualche annetto insieme con Daniela, siamo impegnati a salvaguardare il buon funzionamento di questa "storica" struttura che ha regalato nel corso degli ultimi anni sorrisi e tante emozioni positive a tanti bambini e ragazzi che sono venuti in vacanza con noi.
Per saperne di più su iscrizioni, turni e costi di partecipazione basta cliccare sul sito internet di riferimento che è possibile trovare all'indirizzo www.villaggiomarinofollonica.it
Se conosci qualche ragazzino (tra i 6 e i 13 anni) che vuole passare una vacanza in piena autonomia con il gusto della vacanza speciale allora Follonica è il posto ideale.
sabato 15 febbraio 2014
CI HA LASCIATO UNA GRANDE PERSONA E UN OTTIMO AMICO UN EROE: GIANNI ASTI L'ALLENATORE DEGLI ALLENATORI
Ci sono persone che sono venute al mondo per fare del bene. Ci sono persone che comunque andrà la storia non si dimenticheranno mai. Ci sono persone che non ti fanno pesare mai i loro problemi, ma al contrario, più sono colpite duramente dalle vicissitudine umane e più regalano fiducia ed energia agli altri. Ci sono persone che hanno sempre una battuta buona per tutti e l'equilibrio delle parole è un modo d'intendere la vita...
Ecco Gianni Asti era uno di queste persone. Gianni Asti era una persona di cuore che ha speso tutta la sua vita per gli altri; per la pallacanestro, per i giovani e per i fondamentali del basket, di fatto le sue tre grandi passioni.
I Fondamentali che lui voleva vedere erano quelli semplici... usare la mano debole, passaggi a due mani mai in salto, usare il tabellone quando si tira da sotto, avere un buona visione periferica, non dover mai palleggiare troppo... quante volte ho sentito queste parole: "Deve migliorare i fondamentali" riferiti a questo o a quel ragazzo.
Per i Giovani Gianni ha speso tutta la sua vita. Ad iniziare dagli allenamenti presso la palestrina dell'Oratorio di San Vittore con i ragazzi nati nelle annate 1945-1946 dove per ore e ore insegnava perfino il gusto del cambio di mano frontale..., fino a proseguire agli ultimi consigli dati non più tardi di un paio di mesi fa ai ragazzi del 2001 della Robur. Uno spettacolo!
La Pallacanestro per Gianni era uno stile di vita. Il rispetto, oltre per Società e compagni di squadra anche e soprattutto per gli avversari, per gli arbitri. Mamma mia quante lavate di capo ho preso per qualche protesta di troppo.... Mi diceva: "Devi avere buoni rapporti con tutti e in più sei un educatore!". Per Gianni Asti vivere la passione per il Basket significava dimostrare a tutti che era possibile essere corretti e leali anche in un mondo difficile e a volte subdolo come il basket, soprattutto quello degli ultimi anni. Denigrava e soffriva nel vedere gli interessi economici a tutti i costi, il proliferare anche a livello giovanile dei procuratori... si faceva sempre dei dubbi su certe carriere lampo di allenatori importanti... Insomma un vero e proprio Signore del nostro sport. Di quelli che è difficile trovarne altri cinque.
Dopo il ritorno estivo a Varese nel progetto Campus, il mio rapporto con Gianni era tornato ad essere per intensità e frequenza, quello degli anni 90 alla Robur et Fides. Dovendo spostarmi spesso tra Bergamo e Varese, mi capitava di viaggiare insieme a lui passandolo a prendere in Viale Certosa. Tanti discorsi, tante emozioni, tante discussioni (anche) ma per lui l'unico fine era: il bene dei ragazzi. Anteponeva sempre il bene delle persone prima ancora di qualsiasi valutazione tecnica. Lo sforzo era sempre quello di trovare la via maestra per fare del bene. E lui mi spiazzava sempre con l'arte della pazienza. Io partivo magari forte con delle valutazioni e lui mi diceva: "Stai seminando, devi avere pazienza". Che uomo... che persona.
Proprio qualche giorno fa, dopo la nomina nella Hall of Fame del Basket italiano, vedendo che sulla targa della FIP c'era scritto Giovanni Asti anzichè Gianni, gli ho domandato il perchè di questa diversità. "Io mi chiamo Giovanni - mi disse - ma all'inizio della carriera di allenatore molti miei colleghi mi chiamavano Giannino, poi siamo passati a Gianni, ma io non mi sono mai preoccupato di spiegare e di correggere gli amici dicendo che mi chiamavo Giovanni. Per loro era comodo Gianni e a me andava bene che loro fossero felici."
Sabato 8 febbraio sono andato a trovare Gianni con il pc e con un filmato girato alla Robur con saluti e messaggi da parte di molti ragazzi del settore giovanile di Robur e Campus. Ha guardato il filmato visibilmente emozionato e con la massima attenzione e poi "Sono molto felice delle cose che hanno detto. I ragazzi sanno bene cosa tu fai per loro e non si dimenticano. Non si dimenticano. I veri premi di una carriera sono questi, grazie, grazie grazie."
Mercoledì 12 febbraio a due giorni dalla morte di Gianni pur non avendo cognizione di causa riferita ai tempi tecnici della sua degenza e della sua malattia, in cuor mio sapevo che poteva anche essere l'ultima volta che lo vedevo e che lo salutavo.
Come sempre è stato lui a chiedere a me come andavano le cose e a consolarmi per l'uno e per l'altro motivo. Era sempre lui che si preoccupava degli altri. Neppure la malattia, neppure una forte sofferenza lo aveva cambiato. Ci sono delle cose che non si scordano mai nella vita e l'ultimo sguardo di Gianni mercoledì scorso sarà una di quelle cose.
So già che da questa sera sarà li a farci da angelo custode per molto tempo... e in più so per certo che tutto quello che farò, dirò, penserò nel futuro avrà anche il suo marchio di fabbrica. Lo devo alla sua persona e ai tanti consigli gratuiti che mi ha regalato in questi anni. Lo devo a me stesso per la gratitudine e l'affetto che una persona così merita.
Grazie di tutto Gianni.
Mi mancherai molto.
mercoledì 1 gennaio 2014
GIOCATO IL II° MEMORIAL PER RAFFAELE MARTINI A BERGAMO DAL 27 AL 29 DICEMBRE 2013 - UN SUCCESSO!
I tanti ragazzi che hanno giocato in questi giorni, non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma proprio attraverso questa manifestazione vogliamo tentare di tenero vivo oltre che il suo ricordo, anche il Suo grande impegno e la sua immensa passione per questo sport.
Raffa era un ragazzo Speciale che sapeva come unire le persone, valorizzando, senza fare differenze e distinzioni, le qualità di ognuno. La formula vincente di Raffa era credere fermamente in quello che faceva, cioè allenare, educare e far divertire i giovani educandoli a migliorare. In questo non si risparmiava e lo ha fatto fino all’ultimo.
Il messaggio forte e chiaro rivolto a voi giovanissimi giocatori di pallacanestro è… NON RISPARMIATEVI. Metteteci impegno, passione e cuore in tutto quello che fate, soprattutto nella vostra disciplina preferita; il Basket. Raffa, ne siamo sicuri, vi darà una mano dal cielo.
Grazie.
Per scaricare il libretto del torneo clicca QUI
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