martedì 25 maggio 2010

MA PER FIP, CNA E SSNM E' MEGLIO INSEGNARE O INSEGNARE AD INSEGNARE?


Negli anni in cui sono stato un giovane allenatore (non ci crederete ma sono stato giovane anch’io…) il CNA, allora CNAG e di conseguenza la Federazione, avevano studiato una programmazione sulla formazione degli istruttori di categorie giovanili davvero al limite della perfezione. Finivi il tuo corso di allenatore di base (allora Tecnico Regionale e/o Allievo Allenatore) e poi ti facevi (su invito dei CNA provinciali e regionali) i corsi gratuiti del CNAG. Primo, secondo, terzo grado più Superstage dei Fondamentali. Una vera e propria macchina organizzativa “sforna” allenatori-istruttori.

Una settimana gratuita a studiare pallacanestro in cui i vari Capi Istruttori (io ho avuto Scariolo, Pancotto, Parisi, Taurisano) oltre ad insegnarti con la dovizia di particolari ineccepibili (visto anche il tanto tempo a disposizione) l’uso della tecnica, ti aprivano la mente anche su un modo nuovo (per quel periodo) di proporre l'attività d'insegnamento della pallacanestro per le giovani leve.

Mi direte: dove vuole arrivare questo? Non mi dire che è il solito “vecchio dentro” che esalta il passato confermando la massima: "si stava meglio quando si stava peggio".

No non dico quello, andrei contro i miei stessi interessi. Il mio motto infatti è: “Si starà meglio quando quelli che stanno meglio adesso staranno peggio un domani”. Voglio solo dire che la Federazione (e il CNA in modo particolare) che ha tante risorse in più rispetto al passato di qualche anno fa (leggi parametri sui giovani non riscossi dalle Società scomparse), e potrebbe tornare ad investire sui giovani allenatore, investe invece (e parecchio circa 800 mila euro all’anno esclusi i costi dei tecnici) sul progetto di Progetto di Qualificazione Nazionale, che lo stesso Preparatore Fisico del SSNM, Roberto Colli, ha dichiarato produca (al momento) circa 5/6 giocatori per annata per le Nazionali Giovanili. Non di più.

Tutto il PQN, che parte Under 14, per poi concludersi con i primi europei di categoria, Under 16, produce certamente tanta attività in termini di miglioramento medio. Di fatto molti ragazzini in regioni poco sviluppate sotto l'aspetto cestistico ne stanno avendo grandi benefici. Ma ad altissimi livelli i risultati sono normali. Un totale di 5/6 giocatori prodotti per le Nazionali giovanili dal PQN, sono decisamente pochi se pensiamo anche che non sappiamo se questi cinque giocatori arrivati alla maglia azzurra dopo un progetto di 36 mesi sono effettivamente migliori "solo" perchè hanno preso parte a tre-quattro raduni una tantum svolti con il SSNM.

La mia considerazione è: ma se FIP, CNA e SSNM avessero speso risorse (come avveniva negli anni passati per il CNAG) per "formare" meglio gli allenatori sul territorio non era forse meglio, più produttivo e con un maggior impatto sull'investimento?

1 commento:

Roberto Cecchini ha detto...

Ricordo molto bene i corsi CNAG organizzati dal buon Gianni Delfranco. Erano strutturati come veri e propri Master.
Il CNAG forniva il materiale didattico (libri, dispense, fascicoli della scuola dello Sport).
L’istruttore doveva studiare e sostenere test d’ingresso su diverse materie: fisiologia, psicologia dell’età evolutiva, teoria dell’allenamento etc). Durante la settimana, agli ordini di un capo allenatore e due assistenti, si assisteva alle lezioni e si effettuavano i tirocini. Il tempo di cenare e poi, divisi in gruppi di lavoro, si dovevano produrre le relazioni relative agli argomenti trattati nella giornata. Le relazioni dovevano passare al vaglio degli assistenti e riprodotte “in bella” al fine di essere poi pubblicate.
Gli istruttori erano valutati e, i primi classificati avevano il diritto di partecipare, l’anno successivo, ad un Grado di specializzazione successivo.
Io ho fatto il primo Grado con Attilio Caja; il secondo con Giovanni Piccin, Il terzo con Giorgio Montano. Al termine del terzo Grado, i primi classificati partecipavano al corso di “Alta Specializzazione” e l’anno successivo al “Superstage” con la nazionale Juniores a Madonna di Campiglio. L’istruttore era quasi sempre un allenatore Americano.
Io ho avuto Pete Gaudette di Duke University. Ricordo che dalle nostre relazioni al Corso di Alta Specializzazione si produsse il libro chiamato “Giallone” che ancora oggi è utilizzato dagli istruttori come guida didattica.

Devo dire che questi corsi erano ben organizzati. Si lavorava seriamente e gli istruttori collaboravano fra di loro con spirito di gruppo e solidarietà. Era anche un modo di allacciare relazioni che arricchivano l’individuo e indirettamente il movimento. Ognuno poi riportava fra le proprie mura l’esperienza effettuata e la ritrasmetteva a sua volta ai suoi collaboratori.

Ho già avuto modo di far presente il mio pensiero su questi stage.

Ho proposto che le professionalità scaturite da questi stage potessero essere utilizzate dalla F.I.P. : Gli istruttori che hanno completato il percorso GNAG potrebbero essere impiegati come insegnanti nei corsi PAO, e nelle società che ne fanno direttamente richiesta. In definitiva, introdurre un ALBO enro il quale le società e i comitati potessore attingere..

Penso che in questo modo, le capacità professionali che i corsi CNAG hanno contribuito a formare, non vadano del tutto sprecate.

Ciao Andrea, in bocca al lupo.

Roberto Cecchini