mercoledì 26 marzo 2008

CONSIDERAZIONI FINALI SUI TORNEI A VARESE

BARILA' E GARBOSI VERE SCUOLE DI VITA E SPORT


Quando mi vengono a dire che la scuola è importante per i giovani d'oggi e che bisogna dare una impronta decisiva nella programmazione dell'attività sportiva giovanile dei nostri atleti, ad appannaggio appunto dei nostri istituti scolastici oltre a venirmi da sorridere, mi vengono in mente anche altre mille considerazioni.

E' vero che la scuola è importante (secondo ambiente educativo dopo la famiglia), è vero che la cultura è uno dei metodi più sostanziosi per far progredire la società civile, ma è altrettanto vero che una attività sportiva di alto livello come quella vista in questi giorni a Varese (durante il Memorial Barilà) non può che esaltare in modo sostanziale le caratteristiche individuali dando nei fatti quella progressione umana che nella scuola viene letta, studiata e alle volte memorizzata, ma che in realtà non viene quasi mai sperimentata in prima persona dagli studenti. Di fatto l'educazione fisica a scuola sta proprio in mezzo tra la prassi e la teoresi. Muoversi in una certa maniera è cultura, come il pensare a risolvere una equazione o citare l'interpretazione dei sogni di Freud. Non si capisce perchè per certi aspetti si ha rispetto e per altri no.

L'eucazione alla cultura non può essere fine a se stessa come capita nella maggior parte delle scuole, grazie ai programmi ministeriali di 40 anni fa. La preparazione alla miglior vita possibile è il nuovo concetto da intraprendere per fare le differenziazioni del caso. C'è chi sarà portato per la matematica e chi per la filosofia. Ma porca miseria possibile che in Italia quelli che sono portati per lo sport non abbiano nessuno strumento per poter progredire se non il volontariato di persone volentorose (e meno male che esistono) che costruiscono società sportive di livello.

Ecco allora l'esempio della squadra proveniente da Ulm (Germania) che ha creato un programma apposito di Liceo Sportivo reclutando in giro per la Germania prima e l'Europa dopo i migliori prospetti possibili ed immaginabili per quanto riguarda il basket, facendo vivere a questi ragazzi una full-immersion di basket e studio per cinque lunghi anni, determinanti per il loro avvenire.

Allora ecco che la Scuola si mette a completa disposizione di fisici nati per il basket, si sforza di esaltare le doti tecniche-tattiche di questi giovani giocatori, mettendo in primo piano la persona e non la cultura generalizzata.

In Italia questo tipo di idea non esiste, ma negli altri paesi europei (e non solo quelli della ex jugoslavia) questa cultura sportiva esiste e le cose si fanno seriamente.

Non si capisce cosa si aspetti in Italia a intraprendere una iniziativa del genere.

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