Ho trovato queste nozioni di Guido Saibene (attuale vice allenatore alla Lottomatica) e grande esperto d'insegnamento giovanile sulle metodologia d'insegnamento per quanto riguarda la pallacanestro giovanile. Ve la propongo, poi la commento:
Come insegnare: il metodo
Per metodo si intendono l’insieme delle operazioni che permettono di strutturare e organizzare il lavoro, per permettere agli allievi di raggiungere gli obiettivi previsti.
Nella programmazione si deve:
1. pensare a situazioni di partita. Ricreare situazioni che si verificano nel gioco. Non dobbiamo pensare al palleggio al passaggio al tiro fini a se stessi.
2. creare problemi che il giocatore deve risolvere. Proporre degli
esercizi in cui creeremo dei problemi che il giocatore dovrà risolvere
autonomamente trovando la soluzione più opportuna. Questo aspetto è fondamentale.
3. stimolare alla creatività, alla responsabilità, all’autonomia.
I ragazzi devono essere messi nella condizione di essere creativi, prendersi delle responsabilità, sbagliare. L’errore è semplicemente un errore, non va demonizzato. Significa che in quel modo non va bene e bisogna procedere in un altro. Per favorire questo percorso dei nostri ragazzi dobbiamo prestare attenzione al nostro atteggiamento, al modo di rapportarci con loro per non inibire questo processo.
4. l’obiettivo è la risoluzione del problema non la forma del movimento. Per questa ragione sarà sempre opportuno che l’atleta debba eseguire gli esercizi tenendo conto del loro scopo e non solo della loro forma esterna o della conformità con un modello ideale di riferimento.
Il punto uno dice di non pensare a situazioni di fondamentali fini a se stessi. Niente o quasi direi 1 contro 0 o esercizi troppo analitici. I fondamentali applicati, più che fondamentali fini a se stessi. Parole sante!
Punto due: creare esercizi con problemi da risolvere più che soluzioni da memorizzare. Esercizi diversi e variegati con situazioni di gioco da dover superare e risolvere sempre più con meno tempo a disposizione. Faccio un esempio che spero possa chiarire. Se fate un esercizio di 1c1, l'azione offensiva non può durare più di tre, quattro secondi, 2c2 direi 5, 6 secondi; 3c3 8, 9 secondi e così via. Più spazio meno tempo.
Punto tre l'errore: sugli errori di esecuzione su scelta corretta date sempre un imput positivo, pur facendo notare (con dolcezza mista a incazzatura) che l'esecuzione faceva cagare. Sugli errori di scelta interrempote l'esercizio e fate rivivere la situazione al vostro ragazzo domendando a lui quale sarebbe stata la soluzione migliore. Il più delle volte rivivendo mentalmente il percorso la scelta cambia e l'apprendimento diventa repentino.
Non per forza quello che sapete voi, lo sanno anche i vostri giocatori. E per trasferire questa conoscenza dovete aiutarli nella comprensione. Non cazziandoli e facendo discorsi (inutili) di poco impegno (se l'impegno c'era...) ma risolvendo insieme a loro il problema.
Punto quattro: non credo ai miei occhi!! "l’obiettivo è la risoluzione del problema non la forma del movimento." Non preoccupatevi se la forma non è corretta. Se il problema viene risolto va bene così. Mi viene in mente un esempio. Se uno tira di destro a sinistra o viceversa in terzo tempo o arresto, quello che è... superando in qualche modo l'ostacolo del difensore, non cazziate la gente per nulla. Il tiro ha risolto il problema?? Se si, non dite nulla. Imparate a risolvere il problema con un metodo diverso dalla vostra (anche mia intendiamoci...) limitata visione delle cose.
Grazie Guido. Già ti stimavo molto... adesso ancora di più.
10 commenti:
ciao,
io non sono 100% d'accordo perchè ad esempio il palleggio e il tiro prima di essere allenati con la difesa vanno fatti a "secco", perfezionando il gesto il più possibile.
almeno, io la vedo così
ciao
angelo
in effetti anch'io la pensavo così fino a qualche annetto fa. facevo molte mezz'ore di fondamentali individuali ad ogni allenamento. partenze, cambi di mano, tiro da sotto, dalla media...
poi però le mezz'ore adesso sono diventati 10 minuti... poi le stesso cose che uso per far fare riscaldamento le faccio fare ai miei ragazzi anche con la difesa.
beh... apprendimento più repentino ed esperienza di gioco sul campo molto più efficace che una memorizzazione del movimento fine a se stessa.
t'invito a provare.
riscaldamento: una fila centrale. tocco la linea di tiro libero, giro dorsale, ricezione sul prolungamento del tiro libero e: partenza incorciata conclusione (terzo tempo, secondo tempo, tiro di forza, arresto a due tempi, arresto ad un tempo, con cambio di mano, con virata..) insomma dai delle diverse soluzioni. poi la stessa cosa cambiando il perno...
poi stesso smarcamento 1c1, chi attacca difende. un tiro solo. quando la palla tocca il ferro parte quello in fila per lo smarcamento. 1c1 di massimo 3-4 secondi.
all'inizio i tuoi ragazzi faranno di tutto meno le cose che gli hai fatto vedere tu. poi con il tempo le fanno proprie...
spero di essere stato chiaro.
andrea
Andrea, come trovi dal punto di vista didattico, inserire la difesa didattica tra un esercizio fatto "a secco" senza difesa a quello agionistico fatto con difensore attivo?
Si riesce a lavorare meglio sulle scelte del fondamentale da usare (il difensore forza l'attaccante a fare una scelta) e si ha un minimo di disturbo.
Segnalo che questa domenica c'e' allenamento di Schiavi dalle ore 15:00 a Cernusco sul Naviglio: raduno Lombardia - nati nel 1994.
Nel programma di allenamento che compare sul sito FIPcrl ci sono molti esercizi a secco. E' quello previsto?
Luca
ci sono modalità diverse per far scegliere in modo attivo senza l'uso della difesa passiva (fatta da un compagno) che in effetti non è che mi piaccia tanto... c'è sempre quello che fa lo scemo e che non collabora con il suo compagno o lo mette troppo in difficoltà o robe varie...
quindi al limite preferisco mettermi io (preferivo... direi lo facevo quando il fisico me lo permetteva ancora!). magari meglio su due metà campo, con l'assistente dall'altra parte. 1 contro 0 con scelta della partenza (o tiro) in base alla posizione dell'allenatore. sono d'accordo!
Fino a qualche annetto fa mi capitava ogni tanto di giocare con i ragazzi con cui allenavo. A parte che al grande divertimento che già cercavo di creare negli allenamenti normali, si aggiungeva il fatto di potermi in qualche maniera superare e battere. (Pochi ci riuscivano ndr). Giocavo però con categorie sotto i cadetti.
Ma quello che mi stupiva ogni volta e che i miei "giocatori" guardavano molto come io mi comportavo per poi in qualche maniera prendere le cose che più piacevano. E' importante dimostrare sul campo (se ci sono le possibilità naturalmente) quello che uno vorrebbe che fosse eseguito....
Finisco con una precisazione. Per quanto riguarda gli allenamenti della lombardia, la motivazione degli esercizi a secco è duplice: da una parte far vedere degli esercizi di riscaldamento spero diversi dal solito, o cmq con aggiunte un po' particolari, sui diversi fondamentali agli allenatori presenti; dall'altra valutare in senso stretto i ragazzi presenti sulla padronza tecnica dei fondamentali in questione. Ad inizio di ogni annata, stagione o serie di allenamenti con gente nuova che non conosci è anche giusto prendere visione di quello che sanno fare in condizione facilitata...
da li poi si parte...
a presto.
andrea
>ci sono modalità diverse per far
>scegliere in modo attivo senza
>l'uso della difesa passiva
Ad esempio far partire il difensore (attivo) da una certa posizione piuttosto che un'altra?
Il fatto di rendere disponibile il programma di allenamento in anticipo e' per aiutare gli allenatori che verranno a vedere l'allenamento? O c'e' anche un risvolto verso i ragazzi che parteciperanno al reduno. Condivido comunque l'iniziativa.
Grazie mille per le risposte.
Luca
quella di rendere pubblico il programma degli allenamenti penso sia un'idea di gebbia (SSNM), che il CRL ha fatto propria con entusiasmo.
il blog delle selezione è invece un'idea del referente tecnico territoriale.
http://selezionelombardia1994.blogspot.com/
Ho letto il post con le regole di Saibene e i tuoi commenti.
Pur apprezzando molto e condividendo, faccio notare che c'è il rischio che passi un opposto messaggio sbagliato.
" l’obiettivo è la risoluzione del problema non la forma del movimento "
Sicuramente. Ma come nasce la forma?
La forma, modello, paradigma (che dir si voglia :-D ) è ciò che io credo che possa aiutarmi a RISOLVERE il problema la maggior parte delle volte.
Giudicare la bontà di un'esecuzione dal mero raggiungimento dell'obiettivo nella singola volta, può essere molto pericoloso:
Esempio:
ci sono due mazzi di carte. Il primo con 99 carte bianche e una nera, il secondo con 99 carte nere ed una bianca. Ho una singola pescata da fare. Se pesco una carta nera verrò giustiziato, se ne pesco una bianca sopravviverò.
SCEGLO di pescare dal secondo mazzo e di culo mi becco la carta bianca. Per questo tu non correggerai il mio comportamento?
Sicuramente ho estremizzato la questione, ma deve essere chiaro che non sempre la risoluzione del problema giustifica la bontà del gesto (e soprattutto della scelta del gesto). E noi vogliamo giocatori che sappiano scegliere.
Per questo sopravvive un modello: transitante, in continua evoluzione, flessibile, ma va tenuto in vita.
Spero di essere stato chiaro e non troppo superfluo.
Sempre pronto a cambiare idea!
in effetti se tu venissi giustiziato si... ti direi dove pescare... tranne poi scoprire magari che hai preso prorpio la carta sfigata...
nel caso in cui invece la tua massima punizione fosse un sorriso sarcastico in caso di errore... non ti direi nulla... ti farei scegliere senza condizionarti... (sperando forse anche nel tuo errore)
per poi prenderti per il culo se hai sbagliato e facendoti notare che le strada più semplice era la mia, ma che nonostante tutto... mi è piaciuto il tuo modo di provare a trovare un'altra strada alla codificazione di un movimento già provato e riprovato...
d'altronde il milgiormaneto della vita arriva essenzialemtne dalle persone irragionevoli che non adattandosi agli stereotipi cercano il meglio...
pretendo troppo??
“Noi siamo quello che facciamo più spesso. La perfezione, quindi, non è atto, ma abitudine”
ARISTOTELE
Guido Saibene dice anche che, come in tutte le cose, "occorre usare molto buon senso".
Roberto Cecchini
Grazie Roberto. Seguo con interesse le tue opere on-line...
A presto.
Andrea
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