Pubblico volentieri la relazione di una lezione tecnica tenuta nel lontano 1994 da Mario Floris sulla didattica del settore giovanile.
Nella mia carriera di allenatore delle giovanili ho incontrato soltanto una volta squadre allenate da questo allenatore sardo, adottato poi dalla città di Modena, e rimasi davvero colpito dal modo di stare in campo della sua squadra.
Oggi rileggendo con piacere (sul sito cna.it della fip) quello che sosteneva già diversi anni fa, rimango ancora più colpito dalla capacità di Mario di precorrere i tempi.
Questo la relazione completa (se siete giovani allenatori) che vi invito a leggere cliccando QUI
Ma per dovere di puntualizzazione riporto le frasi che mi hanno più colpito:
1) Presi dalle nostre ansie abbiamo forse troppo spesso ritenuto i fondamentali come fine ultimo del nostro lavoro e in questo senso abbiamo tralasciato di interpretarli ed insegnarli come mezzi e strumenti "PER".
2) Tutti noi abbiamo senz'altro passato delle ore in palestra tenendo i ragazzi inchiodati nelle file a fare degli esercizi di tiro in corsa, di arresto e tiro, di passaggio e palleggio...
3) Dobbiamo convincerci che ingabbiando l'allievo in una serie di obblighi lo si espropria della sua curiosità, del suo desiderio di ricercare gli strumenti tecnici che gli consentono di sentirsi più abile in un'attività verso la quale e' intrinsecamente motivato.
4) Un buon istruttore deve essere in grado di creare problemi e stimolare alla soluzione
5) L'insegnamento non deve più essere indirizzato soltanto verso la pura gestualità ma anche verso la capacità di risolvere i vari problemi che il giocatore deve affrontare durante lo svolgimento del gioco
6) L'automatizzazione di un determinato gesto non avverrà quindi attraverso esercitazioni "a secco" ma attraverso ripetizioni richieste direttamente in situazioni diversificate.
7) Quando il ragazzo sarà completamente coinvolto nel suo processo di crescita, ed avrà ulteriori motivazioni che non saranno più legate esclusivamente alla realizzazione del gesto ma ad altre componenti (giocare ad alto livello, carriera) saranno pronti per un ulteriore miglioramento individuale
8) Per tanto tempo abbiamo istruito a questo fondamentale in modo "chiuso", 100 passaggi uno di fronte all'altro, 100 passaggi al muro, esercizi di contropiede organizzato senza ostacoli. Bisogna istruire il passaggio in situazioni più reali, in riferimento allo spazio, agli avversari, alla posizione nostra e dei nostri compagni e conseguenzialmente al tipo di passaggio utile e "giusto"
9) Il buon istruttore e' quello capace di relazionarsi con se stesso e con gli altri, bisogna sapersi mettere in discussione, saper metter in discussione le proprie presunte certezze, bisogna avere atteggiamenti dinamici, passionali, non bisogna aver paura di "EMOZIONARCI" ogni volta che scendiamo in palestra a lavorare con i ragazzi, e' una cosa fantastica.
Breve curriculum di Mario Floris QUI
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