lunedì 24 settembre 2007

DANIELA E ANDREA A MAURITIUS


Il paesaggio lunare visto questa notte sulla linea Milano Malpensa aeroporto di Mauritius vale già il prezzo del biglietto. Eravamo sopra l’Africa, (dopo circa 6 ore di volo) più o meno Adisa Beba… erano le 2 di notte ora di Milano e nell’aereo di sveglio c’ero solo io ed il comandante (il comandante lo desumo… ma non è che l’ho visto) insomma tutte le luci dell’aereo spente e tutti quanti giù a ronfare. Pensate sull'aereo presente pure l’ex giocatore della Roma e forse di qualche altra squadra Fonseca con la sua tipa.
Insomma ad un certo punto dopo aver letto tutti i giornali a disposizione, avendo pure finito Superbasket e avendo già tentato con scarso successo di dormire, guardando anche con leggera invidia Daniela nel bel mezzo del suo sonnellino, apro il finestrino chiuso ermeticamente dallo staff post decollo e cosa ti vedo: luna piena coloro bianco sposa… e sotto pieno di nuvole a non finire come panna montata. Una visione davvero lunare. Contemplazione mista a curiosità per un bel po’. Poi il sonno ha preso il sopravvento e con leggero ritardo rispetto agli altri 200 circa altri passeggeri mi sono messo a dormire. Grazie anche ai confort della business sono riuscito a stendermi per qualche mezz’oretta, recuperando in parte il sonno arretrato durante la prima parte del tragitto.

Atterraggio a Mauritios alle 7.55 locali, 5.55 in Italia con due ore di fuso. Per ora quello fuso comunque sono io. Fila interminabile per la dogana a Mauritius e poi pure il controllo sanitario. Vabbè nessun problema.

Usciti dall’aereoporto una miriade di omini con il loro pulmino e con il cartello di qualche agenzia turistica, pronti ad aspettare qualcuno. Non potete immaginare… c’era anche quello che avrebbe dovuto portare me e Daniela e parlava pure italiano. Totale generale un ora di pulmino in mezzo a paesi estremamente poveri, dove il ritmo della vita non è ancora quello del mondo globale o di internet, ma quello delle galline e della raccolta della canna da zucchero.

Ma ad un certo punto il mondo è diventato di nuovo occidentale… strade ben asfaltate, pulizia intorno alle aiuole, segnali stradali senza ruggine. Pochi chilometri ed eccoci entrare nell’Hermitage Golf and Spa Resort, la nostra lussuosa meta.

Scesi dal pulmino un pazzo scatenato ha iniziato un rullo di bonghi che non finiva più ed un’altra tipa modello krisnha si è avvicinata con aria gioviale e serena, chiedendoci se andava tutto bene. “Si si, tutto bene. Oui, oui tres bien!!”

L’impressione (e lo potete vedere dalle foto) è stata molto positiva e l’emozione di essere arrivati dopo diverse ore di viaggio a destinazione ha prevalso sulla stanchezza fisica accumulata. Tutto bello. Molta gente a chiederti se va tutto bene. Un sacco di personale. Cameriere, manutentori, giardinieri, hostess… (il mio sogno di Follonica…) tutti o quasi vestiti in pigiama (però carini) ha fare il loro lavoro all’interno del Villaggio. Mi sa che qui i sindacati non sono ancora arrivati. Mi sembra che ci sia troppa gente che lavori rispetto agli ospiti. Si vede che il costo del lavoro è molto basso… beati loro!!

Pranzo presso il ristorante sulla spiaggia denominato “Infinity Blue Beach Restorant” tutto molto buono, cucina mista italiana e mauriziana. Vi dico solo che mi hanno fatto mangiare le penne con il prosciutto crudo… non male comunque, e poi un paio d’orette sulla spiaggia a riflettere sulla giornata e sul viaggio (praticamente abbiamo dormito sul lettino in spiaggia).

Questa sera cenetta a lume di candela presso il Ristorante Africano… ma di questo ne parleremo più tardi.

Siamo alle cena del primo giorno completo a Maurituis, con l’esperienza del ristorante africano. Il paradiso per Daniela, che avrebbe voluto mangiare davvero tutto o quasi. Tantissime robette piene di salse, yogurt, pementa… una mille e una notte per il suo palato, insomma una cena che si farà certo ricordare. Quattro passi dopo il pasto in giro per il Villaggio a fare le foto che potete vedere poco sotto e post cena al bar centrale dell’Hotel, in compagnia di buona musica (dal vivo) e qualcosa da bere.

Ma quanto bevono e soprattutto quanto mangiano gli stranieri! Ah è vero che siamo noi gli stranieri. Quanto bevono, dicevo, gli ospiti provenienti da tutte le parti del mondo presenti qua all’Heritage. Inglesi, americani… ma anche francesi, tedeschi e qualche australiano. Insomma un po’ tutti. Vino, birra, cocktail… ma anche champagne… insomma un fiume in piena di bevande che scorre sotto i nostri occhi.

E il primo giorno si chiude.




Nessun commento: