mercoledì 13 febbraio 2008

IMPORTANTE DOCUMENTO SUL BASKET GIOVANILE

RIFLESSIONI DI GAETANO GEBBIA

RIUNIONE RESPONSABILI SETTORI GIOVANILI - FIP

In relazione al documento emerso dalla Riunione dei Responsabili Tecnici Giovanili
delle società della Lega Basket di Serie A tenutasi il 12 gennaio 2008, mi sembrano opportune alcune riflessioni che spero possano essere opportunità di un confronto corretto che possa portare al miglioramento della pallacanestro giovanile.

ATTIVITA’ GIOVANILE

L’attività giovanile coinvolge non solo le società di Serie A ma soprattutto quelle minori, quelle società che spesso lavorano in condizioni disagiate, trovando a fatica le ore nelle palestre, senza poter disporre di risorse e strutture adeguate, dove lavorano anche degli ottimi allenatori, dove ci sono anche bravi dirigenti, quelle società dove comunque le altre di vertice vanno spesso a pescare dei giocatori.
L’investimento cumulativo delle suddette società minori è di gran lunga superiore a quello delle società di vertice, ulteriore motivo per cui sarebbe interessante, utile ed opportuno ascoltare anche e soprattutto la loro opinione in merito alle questioni sollevate.
Ogni società di vertice dovrebbe, nel proprio territorio, svolgere un ruolo di riferimento per le piccole società, in termini di organizzazione, di sviluppo di programmi di lavoro, di comportamenti, di indicazioni tecniche e didattiche.
Le società di vertice hanno o meglio dovrebbero avere questo ruolo così come la federazione ce l’ha rispetto a tutto il movimento.
Le istanze presentate sembra tutelino invece gli interessi delle sole società di vertice ed anzi riducono le opportunità di crescita ai giocatori dei piccoli club, quasi a voler rappresentare come soltanto in un club professionistico possono realizzare la loro crescita.

SELEZIONE ED AGONISMO

Possiamo tutti concordare sul fatto che l’agonismo è un elemento sano che va salvaguardato; quello che invece è negativo è l’esasperazione agonistica, quando si superano i limiti.
Ma l’esasperazione agonistica non si trova nei giocatori; l’esasperazione agonistica non è in quel tipico atteggiamento dei ragazzini, la chiamiamo voglia di vincere?, che si manifesterebbe anche solo a fare uno scatto di corsa, ma piuttosto nei comportamenti di molti tecnici che pur di ottenere il loro principale obiettivo (vincere) non tralasciano di assumere comportamenti non consoni al ruolo occupato (urla, gesti, tatticismi esasperati).

La selezione, allo stesso modo dell’agonismo, non è di per sé dannosa, anzi può rappresentare un momento importante di crescita; credo che in tutti i club si faccia selezione, fin dai primi anni di attività giovanile:
- fanno selezione quelle società che gestendo direttamente l’attività di minibasket devono fare delle scelte sui bambini che escono appunto dal settore minibasket e che non possono tutti essere coinvolti nelle squadre giovanili;
- fanno selezione quelle società di Serie A che hanno rapporti di collaborazione con società minori dello stesso territorio e da cui reclutano i migliori giocatori.

E’ piuttosto importante come qualsiasi attività di selezione venga gestita, facendo intendere come il momento delle scelte (selezione, valutazione, comparazione, giudizio, voto), rappresenti un momento formativo e mai un momento finale come accade nella vita: si sceglie un amico o si è scelti come rappresentanti di classe, si viene valutati su un compito in classe o una ragazzina decide di uscire con uno piuttosto che con un altro.

Se in tutti questi momenti di “selezione” il giovane troverà una guida che gli farà apprezzare il loro reale significato il percorso sarà realmente formativo.
Se un allenatore del settore giovanile guiderà così il proprio gruppo avrà meno difficoltà nel far comprendere ad ognuno il proprio ruolo e quello degli altri, perché poi la natura ci ha fatti uno diverso dall’ altro.

Non è dannosa la selezione, lo diventa se no viene ben gestita.

Diventa diseducativa o anche dannosa ove, come accade spesso in occasione dei “tagli” in cui vengono coinvolti tanti giocatori a vantaggio di giocatori reclutati da altre società limitrofe; tagli che nulla hanno in comune con il rispetto per lo sviluppo psico-fisico di pre-adolescenti che in molti casi, anche grazie alla poca attenzione ed ai modi spesso discutibili per forma e tempistica con cui il taglio viene loro comunicato e motivato, smettono di giocare.
Poi a proposito sempre di questo mostro che si chiama SELEZIONE, mi sembra anche qui che il problema venga affrontato senza un adeguato attenzione: attraverso l’osservazione analitica di due finali nazionali giovanili svoltesi a M.Franca (TA) negli anni scorsi, si è osservato come tutte le sedici finaliste utilizzassero, ad eccezione di una, sempre sei al massimo sette giocatori, riservando agli altri pochi attimi di gioco solo a risultato compromesso: questa vogliamo chiamarla scelta strategica!!! O giocano i migliori, cioè selezione!
Credo che tutto ciò sia sufficiente a spiegare il perché spostare di un anno cronologico sia assolutamente privo di fondamento: spiegare a tal proposito la differenza nei meccanismi di comprensione di un ragazzo nato a dicembre 93, sottoposto al trauma della selezione, ed un ragazzo nato a gennaio 94, salvato dalle torture.

ATTIVITA’ SSN

Credo che non sia stata compresa l’essenza dell’attività svolta dal SSN negli ultimi anni, attività che non è stata finalizzata a valorizzare un gruppo ristretto di pochi giocatori ma bensì è stata molto attenta alla crescita del movimento di base, convinti che soltanto con un miglioramento dello stesso si possono avere più giocatori , più bravi e di conseguenza squadre più forti.
Si spiegano, di conseguenza, i tanti giocatori coinvolti, i tanti allenatori chiamati a vivere esperienze a tutti i livelli (squadre nazionali, attività regionali, raduni interregionali, territoriali, centro di qualificazione, camp di perfezionamento, etc.), il coinvolgimento di tanti giovani allenatori (under 25), il coinvolgimento, da quest’anno, anche di giovani arbitri.
Tutto orientato al movimento e non alle singole squadre, una visione un po’ più ampia, interpretando il ruolo della federazione che deve essere attenta a tutta l’attività, di base e di vertice.
Un’analisi sulle convocazioni dal SSNM nelle stagioni 2005-2006 e 2006-2007 degli U15 e U16 effettuate da settembre a maggio ( in periodo di attività di club e scolastica) rileva che:
a) su 122 giocatori convocati, 56 appartengono a settori giovanili di serie A (46%), i restanti 66 (54%) a settori giovanili minori;
b) su 1386 giornate di convocazioni complessive, i giocatori che appartengono a settori giovanili di serie A sono stati coinvolti 750 giorni (54%), i restanti 638 (46%) gli altri atleti;
c) mediamente un giocatore di settore giovanile di serie A è stato coinvolto come U16 (annata 90 nella stagione 05-06, annata 91 nella stagione 06-07) per 17.2 giorni l’ anno;
d) un giocatore di altri settori giovanili nello stesso periodo e con le stesse annate è stato coinvolto mediamente per 13.6 giorni l’ anno.

Dai dati emerge che, per lo meno, andrebbero ascoltate anche le opinioni di chi opera nelle società non di serie A.
Ci sono realtà (anche di società di serie A), che vorrebbero un incremento dell’attività delle squadre nazionali, ci sono dirigenti ed allenatori che sarebbero ben contenti di poter dare ai loro giocatori maggiori opportunità di confronto, non vivendo quotidianamente un contesto ugualmente competitivo.

Non si possono ritenere di fatto "dannosi" o quantomeno "inutili" i raduni del SSN durante l'anno scolastico quasi dipendesse da un raduno di tre giorni , il successo scolastico di uno studente o, ancora più grave, che il suo rendimento sportivo, piuttosto che la programmazione individuale e/o di squadra dipendesse da uno o due giorni di riposo (sia fisico, che emotivo, oltrechè per studiare), che con assoluta semplicità basterebbe prevedere al ritorno di un "mini-raduno" con il SSN (ammesso che siano necessari per tutti i casi e per tutti i ragazzi) per far "assorbire" la "perdita delle lezioni scolastiche "e la "fatica fisica" di tre giorni di raduno.

Non credo si possa affermare che ragazzi sono stati danneggiati nel loro rendimento scolastico dalle convocazioni nelle squadre nazionali, anzi si sono sempre create le condizioni affinché il partecipare ad un raduno potesse costituire un’ulteriore motivazione allo studio; in poche parole, se ci tieni alla nazionale allora devi studiare, altrimenti non sei sufficientemente motivato e quindi è meglio se non partecipi.
D’altronde sarebbe interessante capire in che misura le presunte ore dedicate allo studio vengono sacrificate in talune occasioni (partite vinte con margini abissali, partecipazione ad allenamenti con il gruppo di categoria superiore solo perché a catena qualcuno della categoria superiore è finito a fare riscaldamento con la prima squadra), occasioni che realmente fanno sacrificare del tempo allo studio.

In definitiva si ritiene che la collaborazione fra club e SSN, che non può essere interpretata a senso unico, possa costituire un’ulteriore occasione di crescita per i ragazzi.

CAMPIONATI GIOVANILI

Il ridurre il numero delle squadre dei gironi della prima fase nei campionati U17 e U19 d’eccellenza va nell’ottica di rendere sempre più qualitativo il lavoro delle poche squadre di vertice e sempre meno quello delle squadre non di vertice; quelle partite che sono valutate inutili per le squadre di prima fascia sono importanti, e non soltanto in termini di confronto tecnico, per le altre squadre.
L’aumentare il numero delle squadre della seconda fase U19, risponde alla logica di avere una maggiore attività di qualità, ma non bisogna dimenticare che, in considerazione delle distanze, potrebbero aumentare i giorni di scuola sacrificati.

Sarebbe interessante capire meglio che cosa si intende per eventi (ancora una volta non solo agonistici) in grado di dare maggiore visibilità: forse parliamo di concerti, sfilate, saggi finali dove ragazzini ammaestrati fanno capovolte o saltano nei cerchi?
Oppure parliamo di formule di gioco diverse, come squadre combinate fra loro, con tecnici anch’essi che allenano gruppi diversi.
Perché quello che è importante è che alle finali provinciali, regionali che siano, si giochi pallacanestro e pallacanestro giovanile.

REGOLAMENTI

Obbligo della difesa individuale

Si ritiene che anche l’uso della difesa a zona possa essere formativo; anche in questo caso non è il tipo di difesa in sé ma l’uso che se ne fa, ed anche in questo caso sarebbe interessante l’uso che anche nelle società di vertice se ne fa e l’esempio che viene dato dagli allenatori di vertice (con le dovute eccezioni) agli allenatori della base.
Sarebbe interessante comunque sentire il parere dei tanti allenatori.

Canestri

Si ritiene che i canestri alti vanno bene anche per la categoria esordienti.

Regola del giocatore marcato da vicino

Si ritiene, come da anni proposto, che possa essere utile, estendere, anche solo nei campionati U14 ed U15 ed U17, la regola del giocatore marcato da vicino anche nel caso in cui il giocatore palleggi.
Questo invoglierebbe ad una maggiore pressione difensiva (se lo tengo per 5 secondi recupero la palla) e di conseguenza stimolerebbe l’uso del passaggio e del gioco senza la palla, entrambi aspetti del gioco che devono essere assolutamente miglioratii.

Tiro da 3 punti

In via sperimentale si potrebbe adottare per i campionatii esordienti ed U13 una diversa distribuzione nell’assegnazione dei punti:

- tiro da dentro l’area dei 3 secondi: 2 punti
- tiro da fuori l’area dei 3 secondi: 3 punti

Il che servirebbe a rendere meno allettante il tiro attuale da 3 punti per ragazzini che spesso sono costretti a scomporre la propria tecnica di tiro per tirare da troppo lontano e favorirebbe invece il miglioramento del tiro dalla media, di cui, anche in giocatori evoluti, si ha carenza.

Considerazioni finali

Mi sembra che l’interpretazione fatta dai responsabili dei settori giovanili di alcuni club di serei A sia abbastanza restrittiva, nel senso che si ragiona soltanto nell’ottica di pochi club seppure di vertice e che inoltre si restringa il periodo di crescita e formazione a solo il periodo dell’attività giovanile; le problematiche esposte devono essere inserite in un quadro più ampio che coinvolga anche i campionati senior, ai diversi livelli.
Un giocatore si forma nel periodo giovanile ma sarebbe limitante non valorizzare anche quanto può fare successivamente in termini di miglioramento individuale, ragione per cui sarebbe opportuno un approccio, che pur partendo dall’attività giovanile, non si limiti soltanto alla regoluccia o al numero delle squadre dei campionati giovanili, ma offra una visione più ampia delle problematiche che coinvolgono la formazione di un giovane giocatore.

Restando in attesa di riscontri possibilmente confortati da dati invio a tutti cordiali saluti e un sincero augurio di buon lavoro, ne abbiamo tutti bisogno.


Considerazioni personali al documento:

Il documento di Gebbia mi sembra contenga ottimi spunti. Appare molto forte la presa di coscienza che quello che è venuto fuori dalla riunione dei responsabili dei settori giovanili di serie a, siano di fatto considerazioni parziali con pochissima attenzione verso la base del movimento. Prendiamo atto che dare più voce alla base è una delle priorità anche del SSNM.

Nelle considerazioni intravedo anche la possibilità del ripristino delle finali nazionali under 14, che non sono di per se negative, ma che potrebbero diventarlo per colpa di eventuali atteggiamenti deviati di allenatori troppo esuberanti;

Ottima l'idea a mio avviso del tiro che vale tre fuori area nei campionati esordienti e under 13;

Da prendere in serie considerazione anche la regola dei 5 secondi su uno che palleggia nella metà campo offensiva. Nelle categorie Under 13, 14 e 15 potrebbe limitare quella serie di penetro e scarico troppe volte abusato da allenatori e ragazzi. Regola: se sei in possesso del pallone nella metà campo offensiva e stai palleggiando hai 5 secondi per liberarti del pallone. I secondi partono e finiscono solo nel momento del palleggio.

E visto che ormai ci siamo aggiungo altre proposte concrete da poter inserire nelle DOA:

- libertà assoluta di passaggio giocatori tra società satellite
- visto le incomprensioni degli ultimi tempi tornei a pensare al trofeo delle regioni per la classe under 14 e non under 15. Quattro giorni di torneo con 16 squadre (con qualche accorpamento di regioni con meno popolazione) con 5 partite in 4 giorni. Arrivo il primo giorno, partita, secondo giorno due partite, si finisce il girone di qualficazione. Terzo giorno semifinali. Quarto giorno finali.
- per le categorie giovanili da abolire l'orario delle 21.30 come termine ultimo per le gare di campionato infrasettimanale. Massimo alle 21.
- seconde fasi under 19 anche leggermente più lunghe, ma con partite con squadre di regioni limitrofe. (Lombardia-Piemonte; Liguria-Toscana; Emilia-Veneto; Friuli-Trentino; Marche-Abruzzo-Umbria; Lazio-Campania-Molise; Puglia-Basilicata-Calabria; Sicilia-Sardegna.) Otto coppie di regioni. Le prime due o tre classificate (in base al numero di tesserati presenti in quelle regione) alla finali nazionali.

e per ora è tutto... ma solo per ora però!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

abolire le finali nazionali under 14 ha privato molti ragazzi del '94 che giocano in realtà minori della possibiltà di competere a livello nazionale con coloro che negli anni successivi saranno invece reclutati da grosse società. e non serve dire che ci sono i vari trofeo Bulgheroni, Torneo delle regioni e quant'altro, perchè le selezioni regionali sono valide solo per coloro che hanno la fortuna di risiedere in regioni come la Lombardia dove le selezioni sono fatte con serietà (vedi anche blog selezione 1994). per noi del Veneto è una tragedia, nessuno se ne cura se non per apparire tra i selezionatori, ma i criteri sono decisamente oscuri..ci sono ragazzi che nelle loro squadre giocano da soli e sembrano fenomeni, ma esistono anche squadre che vincono campionati perchè giocano "di squadra", e questa è una dote che dai selezionatori non è per nulla apprezata. Risultato: già dall'anno scorso le selezioni sono praticamente chiuse, chi c'è c'è e nessuno va a vedere partite ed allenamenti, o parla con i coach..