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lunedì 28 ottobre 2024

QUALCHE IDEA PER ESSERE AL MEGLIO SE STESSI
VALORIZZO' CIO CHE HO, PIUTTOSTO CHE CIO' CHE DESIDERO

 

Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia.

Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me.

Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato.

Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione.

Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio.

Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze.

Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no.

Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano.

Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione.

Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero.

Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me.

Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni.

Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero.

💙💙💙💙💙

mercoledì 13 dicembre 2023

💙💙💙💙💙

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero al bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

💢💢💢💢💢

giovedì 17 novembre 2022

I 24 SECONDI NEL BASKET GIOVANILE SONO VERAMENTE DI AIUTO AI GIOVANI PER SPERIMETNARE MEGLIO I LORO FONDAMENTALI?



Come sapete tutti i giorni, siamo in prima linea per cercare di formare, educare, aiutare i giovani giocatori di pallacanestro a conoscere meglio i fondamentali, il gioco e la sua evoluzione in campo.
 
Dopo diverso tempo di sperimentazione, la riflessione, condivisa anche con molti altri allenatori, è quella che i 24 secondi di fatto hanno appiattito molto il nostro insegnamento.
 
La continua ricerca di velocità nell’esecuzione, copiando il format dell’alto livello (non sapendo nemmeno noi perchè) non permette, una graduale e costante presa di coscienza su cosa è bene fare e cosa invece va evitato. Dobbiamo fare veloce perchè è un continuo 6, 5, 4, 3...
 
Lo dico tra l’altro vedendo i campionati d’eccellenza in Lombardia dove comunque il livello medio è medio alto, non oso immaginare in regioni e in zona più deboli d’Italia come siamo messi.
 
Tutte queste difficoltà perchè il tempo sta per scadere e i 24 secondi (o i 14 sulle rimesse nella zona offensiva) stanno terminando e quindi bisogna giocare (solo) P&R, oppure forzare un 1c1, oppure buttarsi dentro sperando di trovare una soluzione avventurosa.
 
La formazione dei giovani non può passare per questa cosa, copiata, ma (forse) non pensata. Se in altri paesi (tra l’altro più evoluti) i secondi a disposizione sono di più un motivo valido ci sarà sicuramente.
 
Chiudo. La proposta che vi faccio è quella di invertire la rotta, modificare il sistema, dare più possibilità agli allenatori di insegnare e ai giovani giocatori (eccellenza esclusi) di sperimentare meglio.
 
In tutte le categorie giovanili elite, gold e silver tornerei alla vecchia formula dei 30 secondi ad azione. Mi sembra una scelta utile (ma forse anche necessaria) per poter tornare ad insegnare qualcosa di più strutturato, qualcosa che possa assomigliare di più ad una azione di pallacanestro.
 
Poi con l’inserimento nel mondo senior il passaggio dai 30 ai 24 secondi con un percorso giovanile ben strutturato e una formazione nei fondamentali e nelle collaborazioni idoneo sarà decisamente più semplice.
 
Concretamente nei campionati regionali, elite, gold e silver, dove i secondi ad azione sono tenuti dell’arbitro, la proposta sarebbe anche di facile attuazione, bastano veramente solo tre righe nelle DOA regionali. 
 
Perchè non provare?

lunedì 7 novembre 2022

BANCA GENERALI E CONI CON UN CAMPIONE PER AMICO
E IL BASKET NON MERITA DI ESSERE TRA I PROTAGONISTI



Da qualche anno Banca Generali con il patrocinio del CONI organizza un evento a tappe riservato alle Scuole Primarie di oltre 10 città in Italia con quattro Campioni dello Sport. Una mattinata in cui i Campioni: Panatta (tennis), Graziani (calcio), Castrogiovanni (rugby) e Lucchetta (pallavolo)si mettono a disposizione dei bambini per farli giocare e divertire.

Alla fine rimane a tutti i bambini, a Bergamo per esempio sono stati più di 600, una maglietta con i loghi dei quattro sport menzionati e il logo di Banca Generali.

Non discuto la bontà dell'evento che se crea emozione, giornate speciali e quant'altro non va solo bene ma va benissimo.

Discuto il fatto sul perchè non ci sia il Basket? Perchè in un evento strutturato in questa maniera non c'è la Pallacanestro? Perchè?

E' davvero frustrante per noi operatori del settore vedere che non esiste una politica della comunicazione che abbia almeno una parvenza di cosa sensata.

Abbiamo lo sport che ha l'unico Campionato del Mondo (NBA) e non esiste un altro sport che ce l'abbia. Abbiamo dei Campioni del nostro Sport che a livello mondiale fanno tendenza planetaria, abbiamo tutti gli ingredienti perfetti per far passare il concetto per cui lo sport è impegno, passione, divertimento ma anche miglioramento.

A livello di Società di base facciamo di tutto per poter avvicinare con efficacia bambini e ragazzi che per motivi diversi conoscono la nostra disciplina. Tutti i giorni lavoriamo per rendere felice e più sportivo i bambini del nostro territorio.

Cosa ci vuole governare a livello nazionale una politica della comunicazione che aiuti il nostro movimento a svolgere il ruolo che ci spetta?

Ecco il sito dell'iniziativa: QUI  

domenica 6 novembre 2022

GLI ESPOSTI ALLA PROCURA DI BRESCIA COSA CI INSEGNANO?
C'E' UN COMPITO EDICATIVO CHE NON POSSIAMO DISATTENDERE



Cosa ci insegnano gli esposti fatti alla Procura di Brescia da due genitori riguardanti atlete di Ginnastica Ritmica rispetto a presunti abusi psicologici sulle ragazze? Articolo QUI

Beh prima cosa che il modo di operare di noi Istruttori Sportivi può e deve cambiare. Nel corso della mia carriera di allenatore giovanile quanto volte ho sentito frasi che rasentavano l'abuso psicologico:

"Non capisci nulla", "Sei peggio di un mongoloide", "Ma sei handicappato?" 

Spesso noi allenatori non ci accorgiamo neppure che stiamo facendo del male alle persone che abbiamo di fronte. C'è poca consapevolezza nel ruolo educativo che rappresentiamo.

E così sarebbe bene che ognuno di noi faccia un esame di coscienza serio su cosa è bene e su cosa è male e se veramente vale la pena mettere sullo stesso piano, il presunto incentivo al miglioramento dell'atleta e la sua discriminazione e il suo svilimento!

Dobbiamo sbagliare il meno possibile. Il mondo sta cambiando velocemente e i giovani che abbiamo di fronte hanno certamente bisogno della nostra parte nobile, hanno necessità di essere aiutati a tirare fuori il meglio e non il peggio.

Facile predicare bene, ma poi in campo, io per primo, a volte mi perdo e sbaglio.

Accorgiamoci dell'errore, chiediamo scusa se possibile a cerchiamo di sbagliare meno.

Buon allenamento! 

  

venerdì 2 ottobre 2020

TANTO PER COMINCIARE IL MAFIOSO E' UN UOMO D'ONORE


Tanto per cominciare il mafioso è un uomo d'onore. Si presenta sempre come il massimo della integrità morale e della più calda affettuosa, sincera generosità. È una figura cordiale, rassicurante, pronta a farvi favori senza chiedere nulla in cambio.

Agisce immediatamente come se fosse un amico di lunga data su cui poter fare davvero affidamento. E si comporta realmente così, le sue non sono solo dichiarazioni, sono atti, promesse, prese di posizione. In questo modo crea un debito di riconoscenza che potrà esigere quando vuole e nella misura che vuole.

Una cambiale in bianco che può essere pesantissima.
.
Non vuole realizzare un progetto, un sogno, il suo scopo è "solo" acquistare sempre nuove cariche e quindi sempre nuovo potere.

Si è addestrato a mentire, a dissimulare le sue emozioni. Prepara a lungo i suoi tranelli ed è difficile scoprire il suo inganno. Può vivere per anni, come amico, a fianco della persona che ha già deciso di distruggere. Di solito non ostenta. Vive con semplice dignità in una casetta anonima nei sobborghi di qualche grande città.


Tutto per lui, morale, religione, cultura, amicizia, sentimenti, politica, lavoro, tutto è mezzo.

Quando governa una istituzione gode nell'incutere timore ed instaura un clima di inferiorità nei confronti dei suoi collaboratori.


Prima (con azioni eclatanti) si sbarazza dei migliori e poi soffoca tutti gli altri facendoli sentire inadeguati.

Non gli importa nulla degli altri, dei loro desideri, dei loro interessi. Ogni cosa è strumento per schiacciare colore che sospetta possano ostacolarlo per salire più in alto, sempre più in alto, la dove pensa che nessuno potrà raggiungerlo, la dove si illude che il terrore, che porta sempre con sè, possa finalmente cessare.


Cit. L'arte del Comando


martedì 10 marzo 2020

UN PENSIERO FELICE PER TUTTI QUELLI CHE MERITANO UN PENSIERO FELICE



Un pensiero felice ai giocatori che salutano quando entrano in palestra. Un pensiero felice a chi sta attento con gli occhi e la mente quando l'allenatore parla. Un pensiero felice a chi quando deve uscire per un cambio, corre verso il compagno che deve entrare lo incoraggia e gli da un cinque. Un pensiero felice ai giocatori che mettono via i palloni quando non servono più. Un pensiero felice ai giocatori che si allenano al tiro anche fuori dagli orari di allenamento. Un pensiero felice ai giocatori che aiutano un compagno in difficoltà. Un pensiero felice ai giocatori che non protestano con l'arbitro. Un pensiero felice a tutti quelli che hanno anteposto il proprio tornaconto personale con quello dello squadra. Un pensiero felice a chi si sacrifica difendendo sempre sul più forte. Un pensiero felice ai giocatori che fanno bene i blocchi. Un pensiero felice a quelli che seppur giocando poco non ti fanno mai mancare il loro impegno e il loro sorriso. Un pensiero felice ai giocatori che capiscono che anche l'allenatore può sbagliare e lo comprendono. Un pensiero felice ai giocatori che nel momento decisivo fanno la cosa giusta. Un pensiero felice ai giocatori che chiedono scusa. Un pensiero felice ai giocatori che sono d'esempio per gli altri. Un pensiero felice ai giocatori che la borsa di fianco alla panchina non la buttano a caso ma le depongono in ordine di fianco al muro. Un pensiero felice ai giocatori che ti mandano gli auguri di Natale perchè sei una persona importante per loro. Un pensiero felice ai giocatori che ti chiedono di poter fare un allenamento in più. Un pensiero felice ai giocatori che in allenamento si accusano del fallo che fanno. Un pensiero felice ai giocatori che anche quando non sei più il loro allenatore non ti fanno mai mancare il loro rispetto. Un pensiero felice ai giocatori che ti guardano seduti in panchina con la voglia di entrare e dare il massimo. Un pensiero felice ai giocatori che si siedono in panchina vicino agli allenatori per ascoltare i suggerimenti detti agli altri. Un pensiero felice per tutti i giocatori che non hanno invidie ma apprezzano e cercano di imitare le virtù dei compagni. Un pensiero felice ai giocatori che organizzano bene il riscaldamento della propria squadra. Un pensiero felice a tutti i giocatori che anche se non c'è l'allenatore si comportano perfettamente comunque. Un pensiero felice ai giocatori che sono felici se un loro compagno è stato selezionato. Un pensiero felice ai giocatori che ascoltano tutti con attenzione, ma che poi fanno le cose con la propria testa e coscienza. Un pensiero felice ai giocatori che hanno pensieri felici.

giovedì 15 maggio 2014

MEMORIAL FABIO ALETTI: "TRA IL SACRO E IL PROFANO"
SERATA SPECIALE MARTEDI' 20 MAGGIO ORATORIO DI BIUMO


Serata particolare quella di martedì 20 maggio, presso l'Oratorio di Biumo Inferiore alle ore 21.00 dove, insieme con diversi amici, si parlerà di Educazione e Sport, due temi molto cari al sottoscritto. Sempre di più nel corso della mia carriera di allenatore di settore giovanile mi sono sempre domandato cosa potevo fare per migliorare i giovani giocatori da un punto di vista tecnico, ma soprattutto cosa avrei dovuto-potuto fare per far crescere di pari passo anche le persone a cui mi rivolgevo anche da un punto di vista umano.

Ecco la serata di Biumo, in occasione dell'annuale Memorial Fabio Aletti, sarà una bella occasione di confronto, per capire meglio cosa è meglio fare (o non fare) per recuperare i veri valori dello Sport entrando in sintonia con i giovani che abbiamo di fronte.

martedì 15 gennaio 2013

CREDERE FORTEMENTE DI RIUSCIRE E' IL PRIMO PASSO
COME VINCERE AL MEGLIO LA PROPRIA BATTAGLIA


Quando si ascoltano interviste di Campioni della Sport che raggiungono risultati importanti sia a livello individuale che di squadra spesso si sentono parole come, bisogna crederci. Credere fino in fondo in quello che si fa. Crederci è la sola chiave che ti può portare in alto.

In effetti ciò che consideriamo impossibile da realizzare già in partenza non porterà buoni risultati finali. Al contrario, credere fortemente di raggiungere un obiettivo pare direttamente proporizionale alla possibilità di riuscirci davvero.

In più, una volta che si è aperta una strada, che qualcuno vicino a noi è riuscito nell'impresa, che un esempio concreto si è materializzato davanti ai nostri occhi, fa moltiplicare risorse e sforzi anche in altre persone. Anche il solo sfiorare un obiettivo importante, se interpretato nelle giusta maniera, apre nuove strade e pensieri efficaci per poter rifarsi la volta prossima.

Tra il 1998 e il 2004 a Varese, nel Settore Giovanile della Pallacanestro Varese (che dal 2002 è passato sotto l'egida del Campus), abbiamo sperimentato in maniera eclatante proprio questo percorso.

L'antefatto è la Finale Scudetto perso di un punto a Pesaro con il gruppo 84 Varese Roosters contro l'allora Glaxo Verona con due tiri sbagliati ad una manciata di decimi di secondo dalla fine della partita. Una beffa (Verona l'avevamo già battuta nel girone di qualificazione di una ventina di punti) che per lungo tempo è stata nelle mamoria di tutti i componenti di quella squadra. Un altro antefatto fu che nella primavera successiva (11 maggio 1999) i Roosters di Pozzecco, Meneghin, Vescovi, Mrscic e Santiago vinsero magicamente il decimo scudetto di Varese contro Treviso.

Questi due episodi furoni illuminanti per tutti i componenti di quel Settore Giovanile. Tutti avevano capito, potendolo sperimentare da vicino, che i percorsi erano giusti e che "bastava" aumentare la consapevolezza nei nostri mezzi e crederci un po' di più!

Il 9 luglio del 1999 il gruppo Bam Under 14 dei ragazzi nati nel 1986 battendo in finale la Virtus Bologna di Belinelli vinse dopo 24 anni il terzo scudetto giovanile della Pall. Varese. L'anno dopo sempre lo stesso gruppo nella categoria Under 15, giocando in finale contro la Scavolini Pesaro a Porto San Giorgio lo rivinse. Lo stesso anno il gruppo 84 (quello della finale persa con la Glaxo) vinse il Titolo Tricolore Under 17 e l'anno dopo lo rivinse anche a livello Under 19 con l'innesto dei 93 sotto le sapienti cure di coach Cedro Galli.

Nello stagione successiva, 2002-2003 fu la volta dello Scudetto a Salsomaggiore ancora contro Pesaro del gruppo Under 15 (nati nel 1988), che l'anno prima aveva perso di un soffio lo scudetto Under 14. L'anno successivo, Tarcisio Vaghi, potè festeggiare con lo stesso gruppo 88 lo Scudetto Under 16 dopo una gara al cardiopalma contro la corazzata UCC Assigeco dei vari Gallinari, Aradori, Poletti & c.

A Varese fu un periodo leggendario. Sei Campionati Italiani vinti in poco più di cinque anni. Non eravamo dei super uomini. Non avevamo cambiato radicalmente i nostri metodi di allenamento. Avevamo cercato e trovato la strada giusta per trasformare il nostro crederci nel miglior percorso possibile. Grazie a qualche bruciante sconfitta e all'esempio di chi ci stava vicino, è stato più facile diventare dei Campioni d'Italia.

A volte le differenze sono minime. Basta poco!

domenica 13 gennaio 2013

ECCO LA PAROLA CHE PARE PROPRIO APPROPRIATA
DAL LIBRO DI PIERO TRABUCCHI "RESISTO DUNQUE SONO"


Lo spunto nasce, come spesso capita per caso, però pare proprio essere la parola giusta per affrontare con la giusta modalità le esperienze che incontriamo di volta in volta nel nostro cammino: Resilienza.

Breve tratto dal libro di "Resisto dunque sono" di Piero Trabucchi

"Desidero però dare fin d’ora la mia definizione personale di resilienza: la resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino. Il verbo «persistere» indica l’idea di una motivazione che rimane salda. Di fatto l’individuo resiliente presenta una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a «leggere» gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza."



mercoledì 9 gennaio 2013

OPEN, IL LIBRO SCRITTO DA ANDRE AGASSI
LA STORIA DI UNO DEI PIU' GRANDI CAMPIONI DEL TENNIS


Durante le vacanze di Natale ho letto il libro scritto da Andre Agassi dal titolo Open. Personalmente pur facendo molta fatica a leggere, ho trovato questo libro, interessante, avvincente e anche pieno di valori. Sarà stato il tempo che avevo a disposizione durante l'ultima vacanza, ma ci ho messo davvero poco a finire di leggere le 500 pagine della storia di uno dei tennisti più vincenti, contradditori e caparbi della storia del tennis.

Nello specifico non sono un appassionato di tennis anche se nel passato ho visto qualche partita dello stesso Agassi. Certo che appartenendo ad una generazione ormai "di una certa età" i miei idoli erano John Mcenroe o Jimmy Connors. Appena ho avuto la possibilità però, dopo aver letto il libro, mi sono precipitato a riguardare su youtube gli incontri più significativi e i momenti speciali di una carriera giocata e vissuta spesso, sul filo del rasoio.

Se vi piace leggere, ma comunque non necessariamente, vi consiglio questo libro, riconoscerete i cambiamenti di una persona speciale che ha sempre cercato di dare tutto.

venerdì 3 febbraio 2012

"PER CHI NON SI PERMETTE, ALMENO UNA VOLTA
DI SFUGGIRE DAI CONSIGLI SENSATI"



Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore
chi fa della televisione il suo guru,

Lentamente muore
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia l'incertezza
per la certezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di sfuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non fugge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Lentamente muore
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;

Lentamente muore
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che,
essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

mercoledì 16 marzo 2011

UN PENSIERO PER L'AMICO TARCISIO VAGHI
"TARCI, VIVI NEI NOSTRI CUORI..."


Ogni giorno, più volte al giorno, la mente corre a te.
Al tuo sorriso, alla tua energia, alla tua forza.
Alle mail e alle chiacchierate al telefono tra te e Andrea. Alla tua voce che rimbomba nel telefono. Alle chattate e a facebook. Al coraggio che mi hai trasmesso per Giulia, che si è ammalata pochi mesi dopo di te.
Penso all’ultimo cuoricino lasciato sulla tua bacheca… Non hai fatto in tempo a mettere il tuo “Mi piace”.
Quando Andrea me l’ha detto, oltre alla rabbia, al magone, alla tristezza.. Il terrore ha pervaso il mio stato d’animo: “Se non ce l’ha fatta lui, non può farcela nessuno”.
E subito tu arrivi a “bacchettarmi”.
In sogno.
Domenica notte. Che persona fortunata sono.
Dici che i giornali hanno sbagliato.
Sei vivo.
Sei bellissimo, ma ancora malato. Non vuoi che io e andrea ti abbracciamo troppo, perché hai i valori molto bassi.
Ma io non resisto e ti riempio di baci.
Sorridi.
Dobbiamo andare, non so dove.
Mi sveglio troppo presto, senza salutarti. Come nella vita reale.
Dopo il primo momento di disperazione ho capito.
Non te ne sei andato.
Vivi nel nostro cuore.
Noi viviamo e vivremo anche per te.
<3
Daniela

mercoledì 6 ottobre 2010

UN PENSIERO FELICE PER INIZIARE LA GIORNATA

Quando le cose della vita ci superano, quando 24 ore al giorno non ci bastano, ricordiamoci di questo esempio. Bastano un barattolo di maionese, poche altre cose e del caffè...

Un professore, davanti alla sua classe di filosofia, senza dire parola prese un barattolo grande e vuoto di maionese e procedette a riempirlo con delle palle da golf. Dopo qualche istante, chiese agli studenti se il barattolo era pieno. Gli studenti tutti d'accordo con il Prof. annuirono.

Così il professore prese una scatola piena di piccole palline di vetro e le versò dentro il barattolo di maionese. Le palline di vetro riempirono gli spazi vuoti tra le palle da golf e quel punto il professore chiese di nuovo agli studenti se il barattolo era pieno. Di nuovo tutti d'accordo con il Prof. Si pieno.

Allora il professore prese una scatola di sabbia e la versò dentro il barattolo. Ovviamente la sabbia riempì tutti gli spazi vuoti e il professore chiese ancora una volta se il barattolo a quel punto era davvero pieno. Questa volta gli studenti tutti d'accordo annuirono nuovamente.

Il professore, velocemente, aggiunse due tazze di caffè al contenuto del barattolo ed effettivamente, riempì tutti gli spazi vuoti tra la sabbia.

Quando la risata degli studenti finì il professore disse: "Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita. Le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, la salute, gli amici, l'amore; le cose che ci appassionano. Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restasse solo quello, le nostre vite sarebbero ancora piene.

Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano, come il lavoro, la casa, la passione per uno sport... La sabbia è tutto il resto: le piccole cose: il rosso di un semaforo, la moneta regalata ad un mendicante, la pioggia dell'autunno...

Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palline di vetro nè per le palle da golf. La stessa cosa succede con la vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti.

Fate attenzione alle cose che sono cruciali per la vostra felicità: giocate con i vostri figli, prendetevi il tempo per andare dal medico, andate più spesso con il tuo partner a cena fuori, praticate il vostro sport preferito. Ci sarà sempre tempo per pulire casa, per riparare il rubinetto dell'acqua del cortile. Occupati prima delle palline da golf, delle cose che realmente t'importano. Stabilisci le tue priorità, il resto è solo sabbia".

Uno degli studenti allora alzò la mano e chiese al professore cosa potevano rappresentare le due tazzine di caffè. Il professore sorrise e disse: "Sono contento che tu mi faccia questa domanda. E' solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la vostra vita, c'è sempre posto per un paio di tazze di caffè con un amico".

tratto da: http://87marty87.giovani.it/

domenica 26 settembre 2010

POST PER LA RUBRICA "PER RIFLETTERE"
STORIA CHE LETTA PORTA FORTUNA

Un giorno un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto:

«Sono cieco, aiutatemi per favore».

Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.

Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.

Il pubblicitario rispose: "Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo". Sorrise e se ne andò.

Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: «Oggi è primavera e io non posso vederla».

Morale: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.

Se non inoltri questa storia a nessuno non ti capiterà nulla, ma falla conoscere almeno a quelle persone che secondo te meritano di vedere la primavera e a tutti quelli che tu vorresti vedere sempre sorridere, perché il loro sorriso renda migliore questo mondo.

Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti....

Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all'esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all'editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un'ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millesimo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento.

Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.

L'origine di questa storia è sconosciuta ma se letta e fatta propria porta fortuna.

sabato 8 maggio 2010

CERCHIAMO CHI CI FARA' DIVENTARE MIGLIORI MA
SOLO DENTRO NOI STESSI TROVEREMO IL TESORO


Un ebreo cecoslovacco di nome Jazed viveva in un piccolo villaggio sperduto nella provincia Boemia, chiamato Lod. Egli aveva un grande desiderio, costruire una sinagoga nel suo piccolo villaggio, ma li regnava una grande povertà.

Passava il tempo e Jazed si macerava sempre di più in questo suo desiderio.

Da un po' di tempo sognava spesso che, se si fosse recato a Praga ed avesse scavato sotto il ponte davanti al palazzo reale, avrebbe trovato un tesoro. All'inizio non diede peso a questo sogno ricorrente, ma poi poichè questo si ripeteva sempre più costantemente, un bel giorno decise di partire dal suo paese per Praga alla ricerca del tesoro sognato.

Senza dire nulla a nessuno, raccolse quanto gli poteva servire e giunse al palazzo reale, ma accanto al ponte, sia di giorno che di notte vi era sempre la guardia del re.

Giravagò, sempre li attorno per diversi giorni, senza mai avere la vera occasione di scavare per cercare il tesoro. Un bel giorno fu fermato dal capo delle guardie e alla richiesta delle spiegazioni perchè fosse sempre in quella zona, un po' impaurito e stanco gli raccontò il sogno.

Al termine il capo delle guardie si mise a ridere e gli disse: "Guarda che anch'io sogno spesso che se mi reco in un villaggio della Boemia chiamato Lod, in casa di un certo Jazed e scavo sotto la sua stufa, trovo un tesoro, ma non sono così ingenuo da credere ad un sogno; va e tornatene a casa."

Jazed si allontanò alquanto sorpreso dall'avere udito proferire il suo nome da uno sconosciuto che, prima di allora, non aveva mai visto.

Giunto a casa, per scrupolo, si mise a scavare sotto la stufa e trovò, con stupore, il tesoro tanto ricercato e atteso, con il quale potè costruire finalmente la sua sinagoga.

cit. Cesarino Squassabia